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Cimego
Borgo Chiese
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Martino
Parrocchia di San Martino
Preesistenze; Pianta; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
altare - intervento strutturale (1969-1972 circa); presbiterio - aggiunta arredo (1969-1972 circa)
1363/12/08 - 1363/12/08(menzione carattere generale); 1500 - 1500(decorazione interno); 1579 - 1579(ristrutturazione intero bene); 1594 - 1594(ampliamento intero bene); 1599/01/22 - 1599/01/22(concessione della custodia eucaristica carattere generale); 1603 - 1603(manutenzione finestre); 1633 - 1633(concessione del fonte battesimale carattere generale); 1694 - 1694(ristrutturazione intero bene); 1708 - 1708(manutenzione campanile); 1805 - 1818(ampliamento e ristrutturazione intero bene); 1825 - 1825(sopraelevazione sacrestia); 1828 - 1835(ampliamento intero bene); 1840 - 1844(costruzione cantoria); 1842 - 1852(sopraelevazione e ristrutturazione campanile); 1847 - 1847(tinteggiatura interno); 1861 - 1863(sostituzione campane campanile); 1867 - 1867(restauro interno); 1893 - 1901(ristrutturazione intero bene); 1907 - 1907(ristrutturazione intero bene); 1915 - 1919(variazione d'uso e spogliazioni intero bene); 1920 - 1928(riparazioni e riapertura al culto intero bene); 1929 - 1929(sostituzione campane campanile); 1935 - 1935(ampliamento cantoria); 1943/11/01 - 1943/11/01(erezione a parrocchia carattere generale); 1945 - 1946(ristrutturazione intero bene); 1956 - 1960(rinnovo arredi e installazione riscaldamento intero bene); 1969 - 1972(ristrutturazione intero bene); 1994 - 1996(restauro intero bene); 2013 - 2013(restauro cantoria)
Chiesa di San Martino
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Martino <Cimego, Borgo Chiese>
Altre denominazioni S. MARTINO vescovo
S. Martino
Autore (ruolo)
Girardini, Bortolo (ampliamento chiesa)
Butterini, Giuseppe (disegno opere di completamento)
Luchini, Domenico (esecuzione opere di completamento)
Bertini, Paride (costruzione portico)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione chiesa)
Notizie Storiche

1363/12/08  (menzione carattere generale)

La "ecclesia Sancti Martini de villa Cemegi" è documentata per la prima volta in una pergamena dell'8 dicembre 1363; il documento è conservato presso l'archivio comunale di Condino, sede della pieve di riferimento.

1500  (decorazione interno)

Il rinvenimento di un affresco frammentario con la data 1500 sulla parete di fondo del presbiterio porta a ritenere che in quell'anno fosse in atto la decorazione dell'edificio.

1579  (ristrutturazione intero bene)

Nel 1579 i delegati del principe vescovo e cardinale Ludovico Madruzzo ordinarono la ristrutturazione della volta e delle pareti del coro, segnate da crepe, e del pavimento della navata, rotto e rabberciato. Segnalarono inoltre che le finestre erano prive di vetrate. All'epoca la chiesa aveva, oltre all'altare maggiore, dedicato a San Martino, un secondo altare dei Santi Rocco e Sebastiano (a sinistra) e un terzo di San Lorenzo (a destra).

1594  (ampliamento intero bene)

Nel 1594, come testimonia un'iscrizione, la chiesa venne ampliata verso ovest, fino all'attuale seconda campata, e dotata degli ingressi secondari.

1599/01/22  (concessione della custodia eucaristica carattere generale)

Un atto firmato da Beltramo Pezzani da Vermiglio, vicario generale di Ludovico Madruzzo, confermò il 22 gennaio 1599 la concessione della custodia eucaristica, già assicurata durante la visita pastorale del 1596.

1603  (manutenzione finestre)

Il delegato del principe vescovo e cardinale Carlo Gaudenzio Madruzzo segnalò nuovamente la mancanza di vetri alle finestre nel 1603. Rispetto al 1579 era presente in chiesa un altro altare, della Confraternita del Rosario.

1633  (concessione del fonte battesimale carattere generale)

Nonostante la richiesta della popolazione di Cimego di avere il fonte battesimale, allegata agli atti visitali del 1633, avesse avuto formalmente risposta negativa da parte del vicario generale del principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo, la presenza di questa data incisa sul fonte e la registrazione di un primo battesimo nell'anno successivo testimoniano che tale concessione fu comunque ben presto ottenuta.

1694  (ristrutturazione intero bene)

La visita pastorale del 1694 ordinò di scavare la tomba per i sacerdoti defunti davanti all'altar maggiore e di ampliare l'angusta sacrestia entro sei mesi.

1708  (manutenzione campanile)

In occasione della visita pastorale del 1708 il principe vescovo Giovanni Michele Spaur ordinò di consolidare la scala del campanile, trovata pericolante.

1805 - 1818 (ampliamento e ristrutturazione intero bene)

Nel 1805 l'interno della chiesa venne ristrutturato e la terza campata venne sfondata dalle due cappelle laterali simmetriche; nel 1807 vennero rinnovati l'altare maggiore e due laterali, posti all'interno delle nuove cappelle, fu sostituito il pavimento, vennero realizzati il cornicione e nuove finestre, il pulpito e gli stalli del coro e fu costruita la scala per salire sul campanile, con la sua ringhiera in ferro battuto. Entro il 1818 il curato don Angelo Bertini fece poi collegare la chiesa con la sua abitazione mediante un locale costruito sul lato nord-est.

1825  (sopraelevazione sacrestia)

La visita pastorale del 1825 orinò di sopraelevare la sacrestia e di ristrutturarla.

1828 - 1835 (ampliamento intero bene)

A partire dall'estate del 1828 la navata venne prolungata di una campata verso nord-ovest e dotata di una nuova facciata. Vinse l'appalto il muratore Bortolo Girardini Marangon di Cimego, che si impegnò ad eseguire l'opera entro un anno e mezzo. Il 17 settembre 1829 si tenne una nuova asta pubblica per lavori di completamento dell'opera principale, come la creazione di un andito esterno di passaggio attorno alla nuova campata, la realizzazione di una scalinata per il cimitero e l'apertura di un nuovo ingresso. L'ingegner Giuseppe Butterini di Condino realizzò il disegno delle opere da fare, che eseguì Domenico Luchini. Infine il 18 marzo 1835 fu approvato un terzo intervento, consistente nella costruzione del portico antistante la nuova facciata, eseguito nei mesi successivi da Paride Bertini.

1840 - 1844 (costruzione cantoria)

Nel 1840 s costruirono le colonne a sostegno della cantoria; nel 1844 venne realizzato l'organo con la cantoria e il locale per i mantici, attiguo al portico.

1842 - 1852 (sopraelevazione e ristrutturazione campanile)

Dopo aver sostituito il castello delle campane nel 1842 (lavoro appaltato a G. Maria Pagani), nel 1851 la comunità di Cimego fece sopraelevare il campanile dai muratori Zulberti Maddalene, riducendo le aperture della cella da 8 a 4, rinnovando le scale, il castello e la copertura in tufo. Nel marzo del 1852 furono acquistate 8 nuove campane dalla ditta Barigozzi di Milano.

1847  (tinteggiatura interno)

L'interno della chiesa venne imbiancato nel 1847.

1861 - 1863 (sostituzione campane campanile)

Poiché alcune campane si erano spezzate, vennero rifuse in numero di 5 dalla stessa ditta nel 1861 e nel 1863.

1867  (restauro interno)

L'interno della chiesa fu restaurato in occasione della visita pastorale di Benedetto Riccabona de Reichenfels, nel 1867.

1893 - 1901 (ristrutturazione intero bene)

Nel 1893 il presbiterio e la zona presso gli altari laterali furono pavimentati con tavolette di cemento; due anni dopo, grazie all'invio di 100 fiorini da parte dell'imperatore Francesco Giuseppe, la chiesa venne restaurata e tinteggiata esternamente. Nel 1896 fu costruita la bussola per la porta "degli uomini" e si collocarono i canali di gronda sul tetto. Nel 1897 si aprirono due finestre nel locale dei mantici; nel 1899 si realizzarono le vetrate di tre finestre. Nel 1901 si fece l'abbaino sul tetto della chiesa.

1907  (ristrutturazione intero bene)

Nel 1907 fu riparato il tetto, vennero sostituiti i vetri alle finestre e il pittore Francesco Valentini da Javrè eseguì la decorazione dell'interno. Si fecero inoltre nuovi sedili di noce

1915 - 1919 (variazione d'uso e spogliazioni intero bene)

Il paese venne evacuato il 25 giugno 1915 e a metà di agosto le campane vennero atterrate, spezzate e requisite dall'esercito austriaco. Durante la guerra la chiesa fu adibita a riserva di munizioni e spogliata; nel marzo del 1919, al suo rientro a Cimego, il parroco, stese un inventario degli arredi e delle suppellettili perduti.

1920 - 1928 (riparazioni e riapertura al culto intero bene)

Nel 1920 vennero sanati o sostituiti gli arredi danneggiati; l'arciprete di Condino riconciliò la chiesa profanata. Nel 1921 fu riparata la scala del campanile e si fuse una nuova campana. Negli anni successivi proseguì l'impegno nel rinnovare gli arredi e le suppellettili; nel 1927 furono realizzate nuove vetrate e vennero rifatti la scala di accesso e il pavimento della cantoria. Nel 1928 venne restaurato il pulpito e fu fatta la pavimentazione in cemento del portico, oltre che lo zoccolo in cemento e malta lungo la parte bassa delle pareti, contro le risalite di umidità.

1929  (sostituzione campane campanile)

Nel 1929 vennero fuse 5 nuove campane dalla ditta Fratelli Ottolina di Seregno. Il nuovo concerto fu consacrato il 15 settembre.

1935  (ampliamento cantoria)

Nel corso del 1935 fu ampliata la cantoria, considerata in precedenza troppo stretta. Grazioso Orsingher vi dipinse sul parapetto l'immagine di Santa Cecilia.

1943/11/01  (erezione a parrocchia carattere generale)

La chiesa di Cimego fu eretta a parrocchia il 1° novembre 1943.

1945 - 1946 (ristrutturazione intero bene)

Nel 1945 il Comune di Condino sistemò il tetto; nel 1946 il decoratore Emilio Bondoni di Bezzecca restaurò l'intera chiesa.

1956 - 1960 (rinnovo arredi e installazione riscaldamento intero bene)

Tra il 1956 e il 1958 vennero realizzati nuovi arredi per la chiesa (pulpito, sede, balaustre, gradini e predella per l'altare maggiore). Nel 1960 fu installato il primo impianto di riscaldamento a gas.

1969 - 1972 (ristrutturazione intero bene)

Tra il marzo del 1969 e il novembre del 1972, sotto la direzione del geometra Alberto Baldracchi, la chiesa fu interessata da vari interventi di ristrutturazione, tra cui: la parziale sostituzione dell'armatura del tetto, di un terzo del manto di copertura e dei canali di gronda e tubi pluviali di scarico (ditta Ediltetti di Cimego); il rifacimento degli intonaci esterni, dei cornicioni e dello zoccolo (ditta Tamburini Gino di Cimego); la sostituzione dei pavimenti in marmo rosso Verona, come il rivestimento delle pareti interne fino a 1 metro di altezza; il rifacimento degli impianti elettrico e audio; la tinteggiatura esterna e interna; il restauro degli altari e il rifacimento del coro ligneo e dei banchi; la manutenzione delle campane.

1994 - 1996 (restauro intero bene)

Un nuovo restauro interessò la chiesa tra il 1994 e il 1996, rivelando la presenza di frammenti di affresco di epoche diverse nel presbiterio.

2013  (restauro cantoria)

E' depositato presso l'Ufficio Arte Sacra dell'Arcidiocesi di Trento il progetto di restauro della cantoria e della cassa d'organo, con sostituzione dello strumento, a firma dell'architetto Remo Zulberti, approvato il 27 luglio 2012.
Descrizione

Orientata a sud-est e costruita nella parte alta del paese, la chiesa di San Martino è menzionata per la prima volta in un documento del 1363; la parte più antica della struttura corrisponde all'attuale presbiterio, sulla cui parete di fondo è stato rinvenuto un frammento di affresco datato 1500. Nel tempo l'edificio si è progressivamente ingrandito in direzione nord-ovest, allungando a più riprese la navata, costruendo le due cappelle laterali, sopraelevando il campanile e inglobando infine la facciata all'interno della struttura del portico antistante, a ridosso del terrapieno, caratterizzato dal fronte nord-occidentale chiuso e da due arcate simmetriche di accesso, a pieno centro, sulle pareti laterali. Le fiancate sono scandite da lesene intonacate che riprendono la suddivisione interna e forate da finestre rettangolari. L'accesso secondario tuttora in uso è in corrispondenza della seconda campata a destra (quello sinistro è tamponato); una scala esterna conduce al campanile, con fusto intonacato raso sasso forato da feritoie, ampio quadrante di orologio sul lato sud-est e cella delimitata da cornici orizzontali e dotata di quattro monofore centinate chiuse inferiormente da balaustre. Sempre a destra emerge la sacrestia, a fianco del presbiterio, marcato da pilastri angolari e caratterizzato dalle stesse lesene dei fianchi, da un oculo strombato tamponato sulla parete di fondo e da due finestre rettangolari. All'interno la navata unica, coperta da volte a crociera, è divisa in tre campate da semipilastri ionici, sorreggenti arcate a pieno centro. La cantoria occupa l'intera controfacciata ed è sorretta da una coppia di colonne lisce; in corrispondenza della terza campata si aprono le due cappelle simmetriche a pianta rettangolare, elevate di un gradino e coperte da volta a botte, ospitanti gli altari laterali. Il presbiterio a pianta rettangolare è elevato di due gradini e diviso in due campate, coperte da volte a botte unghiata, e reca sulle pareti dipinti murali di varia epoca.
Preesistenze
Il presbiterio e il fusto del campanile sono le parti più antiche della struttura.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; due cappelle a pianta rettangolare emergono simmetricamente in corrispondenza della terza campata. Presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale.
Prospetti
Facciata a due spioventi, con portale dal frontone triangolare e due finestre dalle cornici in granito, inglobata nella struttura del portico antistante, con fronte nord-occidentale chiuso e due arcate simmetriche di accesso, a pieno centro, sulle pareti laterali. Fiancate scandite da lesene intonacate che riprendono la suddivisione interna e forate da finestre rettangolari. Accessi secondari in corrispondenza della seconda campata (quello sinistro tamponato); cappelle emergenti a pianta rettangolare in corrispondenza della terza campata, con scala esterna di accesso al campanile a destra e sacrestia a pianta quadrangolare sempre a destra, a fianco del presbiterio, marcato da pilastri angolari e caratterizzato da un oculo strombato tamponato sulla parete di fondo e da due finestre rettangolari sui fianchi. Finiture a intonaco tinteggiato; cornici sottogronda e basi dei pilastri del presbiterio in granito.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare addossata al fianco destro, in corrispondenza del presbiterio; fusto intonacato raso sasso forato da feritoie e ampio quadrante di orologio sul lato sud-est. Cella campanaria delimitata da cornici orizzontali, dotata di quattro monofore centinate chiuse inferiormente da balaustre; tetto a quattro spioventi, con pinnacolo centrale, globo, bandierina segnavento e croce apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: volte a crociera nella navata, volte a botte nelle cappelle e volte a botte unghiata nel presbiterio e nel portico.
Coperture
Tetto a due spioventi sulla navata, che scende a coprire le cappelle emergenti; tetto a quattro spioventi sopra il presbiterio. Struttura portante in legno e manto di copertura in coppi, anche sul campanile.
Interni
Interno a navata unica, diviso in tre campate da semipilastri ionici, sorreggenti arcate a pieno centro. La cantoria occupa l'intera controfacciata ed è sorretta da una coppia di colonne lisce; in corrispondenza della terza campata si aprono due cappelle simmetriche a pianta rettangolare, elevate di un gradino, ospitanti gli altari laterali. Presbiterio a pianta rettangolare elevato di due gradini, diviso in due campate. Cornicione modanato che percorre la navata e prosegue, ad altezza minore, sulle pareti laterali del presbiterio; finiture a intonaco tinteggiato e piccoli elementi in stucco.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento dell'interno a lastre rettangolari di pietra calcarea bianche e rosse, disposte in corsi diagonali; pavimento del portico in granito.
Elementi decorativi
Affreschi frammentari e dipinti murali novecenteschi sulle pareti del presbiterio.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1969-1972 circa)
L'adeguamento liturgico è stato attuato mediante l'accostamento di poli eterogenei, in parte strutturali e in parte rimovibili, presumibilmente durante il restauro degli anni 1969-1972. L'altare verso il popolo è fisso, in granito, a tavolo, elevato su di una pedana quadrata, in parte in pietra e in parte in legno ed è posto al centro della prima campata del presbiterio. E' stato consacrato il 10 ottobre 1976.
presbiterio - aggiunta arredo (1969-1972 circa)
L'ambone in legno con fronte e fianchi intagliati è ricavato presumibilmente da un antico inginocchiatoio. E' elevato su di una predella in legno, lungo la scala che conduce al presbiterio, sulla sinistra. La sede è una sedia in legno con seduta imbottita, posta dietro l'altare al popolo. E' presente l'altare maggiore storico, ma non le balaustre, rimosse e presumibilmente distrutte. La custodia eucaristica si trova nel tabernacolo marmoreo dell'altare laterale sinistro.
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