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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Centa San Nicolò
Altopiano della Vigolana
Trento
chiesa
sussidiaria
S. Ncolò vescovo
Parrocchia di San Nicolò
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni
nessuno
1390/04/25 - 1390/04/25(menzione carattere generale); 1556 - 1585(menzione carattere generale); 1590 - 1591(ristrutturazione tetto); 1591 - 1612(modifiche arredi interno); 1623 - 1642(lavori intero bene); 1642 - 1642(ristrutturazione pavimento); 1656 - 1656(lavori esterno); 1686/12/13 - 1686/12/13(concessione della custodia eucaristica carattere generale); 1698/06/15 - 1698/06/15(concessione del fonte battesimale carattere generale); 1770 - 1770(fusione campana); 1784 - 1784(erezione a curazia carattere generale); 1786 - 1786(cambio di giurisdizione ecclesiastica carattere generale); 1790 - 1790(danneggiamento intero bene); 1809 - 1810/12/24(fusione campane); 1822 - 1822(installazione orologio campanile); 1839 - 1840(fusione campane); 1864 - 1864(demolizione parziale intero bene); 1916 - 1916(requisizione campane); 1921 - 1921(fusione campane); 1943 - 1943(restauro intero bene); 1966 - 1966(lavori campanile); 1986/06/12 - 1986/09/19(restauro esterno)
Chiesa di San Nicolò Vescovo
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Nicolò Vescovo <Centa San Nicolò, Altopiano della Vigolana>
Altre denominazioni Chiesa di San Nicolò vecchia
S. Ncolò vescovo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

1390/04/25  (menzione carattere generale)

La prima menzione di un edificio di culto dedicato a San Nicolò esistente a Centa risale al 25 aprile 1390 e si trova all'interno di una pergamena dell'archivio parrocchiale di Calceranica, sede pievana di riferimento.

1556 - 1585 (menzione carattere generale)

Il 20 maggio 1556, nel corso della visita pastorale ordinata da Tommaso da Campeggio, la chiese venne raggiunta dal vicario generale di Feltre: vi erano tre altari, il campanile con le campane, la sacrestia e il cimitero, con una cappella di San Leonardo. Nella successiva visita del 1585 l'edificio viene descritto come orientato a est, dotato di un accesso principale a ovest e uno secondario a sud, due finestre con vetri sempre sul lato sud e un poggiolo per accedere al campanile.

1590 - 1591 (ristrutturazione tetto)

Nel 1590 si trovò il tetto minacciante rovina; dato che nella successiva visita dell'anno seguente non si richiama più questo fatto, si deduce che le riparazioni furono eseguite in tempi brevi.

1591 - 1612 (modifiche arredi interno)

Dopo varie sollecitazioni a spostare l'altare maggiore sulla parete di fondo del presbiterio e a demolire gli altri altari, dentro e fuori la chiesa (l'ultima nel 1591), negli atti visitali del 1612 si registra la presenza di un unico altare consacrato. All'epoca l'edificio era spoglio, senza rendite e mantenuto da privati.

1623 - 1642 (lavori intero bene)

Nel 1623 il vescovo Agostino Gradenigo dispose di imbiancare l'interno, aprire due finestre sul lato sud, ingrandire l'accesso secondario e costruire una nuova sacrestia, dato che quella esistente era angusta e collocata sotto il campanile; concesse poi di erigere un nuovo altare da porsi dalla parte dell'Epistola.

1642  (ristrutturazione pavimento)

Il suo successore, Zerbino Lugo di Bassano, trovò nel 1642 il pavimento rotto.

1656  (lavori esterno)

La data del 1656 compare all'esterno, al centro della parete nord, indice di lavori compiuti in quell'anno.

1686/12/13  (concessione della custodia eucaristica carattere generale)

Dopo aver ottenuto la presenza di un cappellano stabile nel 1521 (accordo rinnovato nel 1634), con atto datato 13 dicembre 1686 gli abitanti di Centa ottennero dal vescovo Antonio de Polcenigo (o Pulcenigo) la facoltà di conservare stabilmente in chiesa l'eucaristia.

1698/06/15  (concessione del fonte battesimale carattere generale)

Quasi dodici anni più tardi, il 15 giugno 1698, il medesimo vescovo concesse alla comunità di erigere anche il fonte battesimale.

1770  (fusione campana)

Le campane della chiesa, inizialmente due, divennero tre a partire dal 1770.

1784  (erezione a curazia carattere generale)

A partire dal 1784 la chiesa di San Nicolò, già cappella dipendente dalla pieve di Calceranica, fu ufficialmente eretta a curazia.

1786  (cambio di giurisdizione ecclesiastica carattere generale)

Il territorio della pieve di Calceranica rimase soggetto alla diocesi di Feltre fino al 1786, quando fu accorpato a quella di Trento.

1790  (danneggiamento intero bene)

Nel 1790 la chiesa fu colpita e danneggiata da un fulmine.

1809 - 1810/12/24 (fusione campane)

Nel luglio del 1809 si spezzò la campana minore e si decise di rifonderla e, con l'occasione, di aggiungerne una quarta al concerto. Le due campane, realizzate dalla ditta Lorenzo Chiappani di Trento, furono issate sul campanile il 24 dicembre dell'anno successivo.

1822  (installazione orologio campanile)

Un primo orologio fu installato sul campanile nel 1822.

1839 - 1840 (fusione campane)

La nuova campana suonò fino alla fine del 1837, quindi si ruppe; la popolazione decise di rinnovarle tutte e quattro, affidandosi nuovamente alla ditta Chiappani. I vecchi bronzi furono calati dal campanile il 7 dicembre 1839, i nuovi furono condotti a Centa il 30 gennaio 1840, benedetti dall'arciprete di Calceranica con delega vescovile, issati sulla torre il giorno seguente e inaugurate il 5 febbraio.

1864  (demolizione parziale intero bene)

Una volta terminata la costruzione della nuova chiesa, eretta tra il 1857 e il 1859, con la visita pastorale del 1864, durante la quale la consacrò, il vescovo Riccabona chiese alla comunità di Centa che uso intendesse fare dell'edificio antico; la rappresentanza comunale, presenti il parroco di Calceranica, il curato del paese e gli amministratori della Confraternita del Santissimo Sacramento, decise dunque di demolirla e trasferire nel nuovo tempio quanto poteva essere utile per il culto. Si conservarono solamente il campanile e la zona absidale.

1916  (requisizione campane)

Nel febbraio 1916 il concerto venne calato dal campanile e requisito dall'Austria per scopi bellici; le campane non suonavano comunque dal maggio dell'anno precedente per ordine dell'autorità militare ed il paese era interamente evacuato.

1921  (fusione campane)

Terminato il conflitto, il 1° settembre 1920, tramite l'Opera di soccorso per le chiese rovinate dalla guerra, venne stipulato il contratto con la Fonderia Luigi Colbacchini di Trento per la fornitura di nuove campane, con spesa sostenuta dal Regio Governo Italiano. Fuse nel gennaio successivo, giunsero a Centa il 27 maggio, festa del Corpus Domini, furono benedette il 5 giugno da monsignor Nicolò Marconi, arcivescovo francescano, sistemate sul campanile, il cui castello venne riparato con l'occasione, tra il 25 luglio e il 10 agosto e inaugurate solennemente l'11 agosto 1921.

1943  (restauro intero bene)

Nell'estate del 1943, più di vent'anni dopo la costruzione del nuovo cimitero sotto la frazione Martinelli (1920-1921), venne sistemato il sagrato, luogo del primo camposanto, alzando il muro di cinta, livellando il terreno e abbattendo una cappella funebre privata; i resti dei defunti furono traslati all'interno dell'abside della vecchia chiesa, restaurata per l'occasione.

1966  (lavori campanile)

In occasione del centenario della consacrazione della nuova chiesa, nel 1966 il concerto delle quattro campane venne elettrificato dalla ditta vicentina Fagan e il vecchio orologio fu sostituito con uno nuovo a carica elettrica automatica, fornito e montato dalla ditta Roberto Trebino. Sul campanile venne inoltre montato il parafulmine (ditta Gottfried Maier).

1986/06/12 - 1986/09/19 (restauro esterno)

Lavori di restauro sugli esterni vennero eseguiti dalla ditta Petri Gualtiero di Pergine Valsugana su progetto del geometra Dino Conci tra il 12 giugno e il 19 settembre del 1986, con il ripristino di intonaci ed elementi lapidei e la sistemazione di canali di gronda, tubi pluviali e terminali in rame. Anche il sagrato venne ripavimentato. Sul campanile furono sostituiti il manto di copertura in rame e la sfera sommitale e ripristinati la croce e l'angelo apicali. Il castello delle campane venne consolidato.
Descrizione

Quello che resta della prima chiesa di Centa San Nicolò, la cui menzione più antica risale al 1390, è l'abside poligonale, conservata dopo l'abbattimento della navata, nel 1864, considerata inutile dopo la costruzione della chiesa nuova, sullo stesso sagrato. Orientata regolarmente a est, l'edificio a pianta poligonale presenta una facciata a due spioventi, centrata dal portale lapideo architravato qui rimontato e, alla sommità, da un'apertura rettangolare per raggiungere il sottotetto; le altre pareti, sono caratterizzate dalla presenza di un oculo tamponato profilato in pietra calcarea sul lato est, di una meridiana dipinta su quello sud-est, dall'iscrizione con la data 1656 su quello nord-est e da una finestra mistilinea su quello nord. Il campanile, rimasto isolato tra le due chiese dopo la demolizione della navata, ha il fusto definito da cantonali angolari in pietra a vista e la cella compresa tra cornici orizzontali, illuminata da quattro monofore centinate; il tamburo ottagonale, recante su lati alterni monofore centinate, è sovrastato dalla copertura a cipolla. All'interno dell'unico ambiente coperto da volte unghiate, utilizzato come deposito, vi è ancora sulla parete di fondo l'altare in pietra calcarea e stucco modellato.
Preesistenze
Fino al 1864, quando fu abbattuta, la prima chiesa di Centa aveva una navata a pianta rettangolare, con accesso principale a ovest e laterale a sud e il campanile sul fianco sinistro.
Pianta
Pianta esagonale irregolare.
Facciata
Facciata a due spioventi, frutto della demolizione della navata, centrata da portale lapideo architravato e, alla sommità, da un'apertura rettangolare per raggiungere il sottotetto; finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Le altre pareti, corrispondenti all'originaria abside poligonale della chiesa, sono caratterizzate dalla presenza di un oculo tamponato profilato il pietra calcarea sul lato est, di una meridiana dipinta su quello sud-est, dall'iscrizione con la data 1656 su quello nord-est e da una finestra mistilinea su quello nord; finiture a intonaco tinteggiato.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare rimasta isolata dopo la demolizione della navata, ora a servizio della chiesa nuova, con scarpa intonacata, fusto definito da cantonali angolari in pietra a vista e cella campanaria compresa tra cornici orizzontali, illuminata da quattro monofore centinate; sul tutto insiste un tamburo ottagonale, recante su lati alterni monofore centinate. Copertura a cipolla.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: volta unghiata.
Coperture
Tetto a più spioventi, con struttura portante in legno e manto di copertura in lamiera di rame.
Interni
Interno poligonale recante sulla parete est l'altare in pietra calcarea e stucco modellato; finiture a intonaco tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in piastrelle quadrate in klinker rosse e nere disposte in corsi diagonali.
Adeguamento liturgico

nessuno
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