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Squillace
Catanzaro - Squillace
chiesa
concattedrale
S. Maria Assunta nella Concattedrale
Parrocchia di Santa Maria Assunta Nella Concattedrale
Facciata; campanile; Interno; Arredi
presbiterio - intervento strutturale (2002)
XI - XVIII(preesistenze intero bene); XI - XVIII(preesistenze intero bene); XVIII - XXI(costruzione intero bene)
Concattedrale di Santa Maria Assunta
Tipologia e qualificazione chiesa concattedrale
Denominazione Concattedrale di Santa Maria Assunta <Squillace>
Altre denominazioni Chiesa Concattedrale Santa Maria Assunta
S. Maria Assunta nella Concattedrale
Ambito culturale (ruolo)
maestranze calabresi (costruzione chiesa)
Notizie Storiche

XI - XVIII (preesistenze intero bene)

Il primo edificio di culto latino venne costruito nel borgo di Squillace nel 1096 per volere del conte normanno Ruggiero I d'Altavilla subito dopo la conquista della città. Subì poche modifiche in età sveva, all’insegna delle nuove tendenze dell’architettura cistercense, come dimostrano alcuni frammenti di capitelli e costoloni in pietra locale, risistemati all’esterno della cattedrale settecentesca. Ampi rimaneggiamenti ed ampliamenti segnano tra XV e XVIII secolo la storia dell’edificio, le cui dimensioni (Relatio ad Limina del 1684 del vescovo P. Filocamo – 1676-1687), erano cinquanta passi in larghezza e centocinquanta in lunghezza. A partire dal vescovo V. Galeota, che stravolse radicalmente la chiesa tra fine ‘400 e primi decenni del ‘500, si assistè all’inserzione di cappelle, della cupola a riggiole invetriate verdi e gialle prodotte localmente, all’innalzamento dei piani pavimentali e restauri murari, al rifacimento dei pavimenti.

XI - XVIII (preesistenze intero bene)

Contemporaneamente crebbero le dotazioni di argenterie e opere d’arte in marmo, come il monumento sepolcrale del vescovo V. Galeota, il fonte battesimale e il gruppo statuario dell’Annunciazione. La ricchezza di opere d’arte (oggi in parte nella cattedrale e in parte nel museo diocesano) e l’imponenza della sua architettura, fecero dire nel 1696 al vescovo G. Crispino (1694-1697) che questa era «la più bella di tutte le Cattedrali che si vedono da queste parti». Nuovi eventi catastrofici segnarono il magnifico edificio nel corso del XVIII secolo (terremoti del 1708, 1744, 1747), finché fu irrimediabilmente cancellata e rasa al suolo" dalle fondamenta" dal sisma disastroso che investì tutta la Calabria, nel 1783.

XVIII - XXI (costruzione intero bene)

I lavori iniziarono il 13 aprile 1790 su disegno dell'ingegnere Claudio Rocchi e il 6 maggio 1798 il vescovo Notaris (1778.-1802) consacrò la parte già ultimata, con la speranza di veder ultimati anche presbiterio, transetto e coro. Ci vollero quattordici anni per terminare i lavori condotti da quattordici maestri scalpellini, guidati da Domenico Caruso di Altilia.Nonostante il buon ufficio dei presuli successivi, il progetto potè concludersi solo nel 1995 con mons. A. Cantisani (1980-2005), che completò il transetto, l'Abside, la sistemazione delle Cappelle, il nuovo pavimento, le vetrate istoriate, i nuovi arredi ed il restauro della facciata. L'Arcivescovo A. Ciliberti (2003-2011), inaugura il mosaico absidale, mentre l'Arcivescovo V. Bertolone (2011-2021), incoraggia l'ultimazione dei lavori nella Cappella del Crocefisso. Tutte opere che ridanno al Sacro Tempio decoro, splendore e maestosità degni di una Cattedrale. Nel 2015 è stata elevata alla dignità di Basilica minore.
Descrizione

La facciata odierna in pietra da taglio di ispirazione romanica , opera degli scalpellini di Altilia, è su due livelli si presenta con un corpo centrale leggermente avanzato rispetto a quelli laterali, definito all’interno da un doppio ordine di paraste, caratterizzate da alti piedistalli, che sale sino al timpano. I tre portali scolpiti con timpano a lunetta vengono preceduti da una piccola scalinata sempre in pietra lavorata. Una trabeazione con balaustre divide la facciata in due, in senso orizzontale. La trabeazione che chiude il primo livello è rafforzata da una fascia marcapiano che nelle campiture centrali è caratterizzata da elementi di balaustra neoclassici. La cornice del secondo livello sulla quale, in posizione centrale si appoggia il timpano, prosegue a definire i due corpi laterali, sopraelevati rispetto alla copertura delle navate laterali e caratterizzati da angoli smussati compresi tra la doppia parasta d’angolo. L’apparato architettonico della facciata, alta e solenne, ingloba a sinistra l’apparato delle campane e sulla destra il pubblico orologio. La cattedrale è formata da tre navate divise da pilastri. La navata centrale, che in prossimità dell’ingresso è sovrastata da una larga cantoria, ha una finta volta a botte interrotta da arcate binate che si appoggiano sui larghi pilastri, caratterizzati da doppie lesene con decorazioni pittoriche. L’interno del tempio, a impianto basilicale, reca dipinti in gran parte ancora visibili dei pittori Carmelo Zimatore e Diego Grillo(1915 e 1918), ambedue da Pizzo Calabro, commissionati del vescovo Eugenio Tosi (1911-1918). Altri dal pittore Lorenzo Iovine di Angri e una tela settecentesca di Domenico Basile. Tra le opere scultoree presenti il fonte battesimale marmoreo del XVI sec., appartenente probabilmente al periodo del Vescovado Capace-Galeota, i resti del monumento marmoreo funerario eseguito da scultori napoletani del XVI sec. Dello stesso Vescovo. La Cappella del Sacramento, la Cappella di S. Agazio, titolare della Chiesa, con altare e fastigio marmoreo di stile neo-classico, eseguito da Michele Barillari nel 1852. Il prospetto di marmo rosa, datato 1580, presenta quattro colonne, cornice con attico e candelabro decorativo centrale offerto, nel 1580, dal Vescovo Marcello Sirleto, da Pietro Borgia principe di Squillace e dal Capitolo Cattedrale. Due sportelli di legno, con intagli e artistiche pitture del sec. XVIII,custodiscono la statua del Santo e l’urna in cristallo e argento delle sue venerate ossa donata dal Vescovo mons. Michele Abbate. L’altare di marmo bianco a doppia mensa con ipogeo, per la custodia delle reliquie, eseguito dallo sculture serrese Michele Bacillari è stato dichiarato altare privilegiato con Bolla del sette febbraio 1578 da papa Gregorio XVIII e consacrato da Vescovo Concenzio Pasquini il sedici gennaio del 1852. Il prospetto di un Sacrario di marmo bianco scolpito a bassorilievo che probabilmente faceva parte di un’opera di maggior portata. La statua della Vergine Dormiente, oggi esposta nella navata sinistra della Cattedrale in una cappella interamente dedicata a Lei. L’incrocio tra la navata centrale e il transetto è sovrastato da un tiburio ottagonale, sotto il quale ritroviamo il presbiterio decorato da un altare fisso ed inamovibile in marmo bianco che si eleva su un gradino opera dell’artista scultore Maurizio Carnevali di Palmi, più in basso, all’altezza dei gradini a sinistra è stato collocato l’ambone anch’esso fisso e in marmo bianco con cantonali verdi. Dietro l’altare trovano collocazione la Cattedra vescovile il coro ed il Seggio Capitolare, opera di artigiani del legno di Serra San Bruno. La recente sistemazione del presbiterio ha consentito la collocazione della cappella del SS. Sacramento in fondo alla navata sinistra, nella quale è stato collocato un Tabernacolo ad incasso, realizzato riutilizzando pezzi antichi.
Facciata
La facciata odierna in pietra da taglio di ispirazione romanica , opera degli scalpellini di Altilia, è su due livelli si presenta con un corpo centrale leggermente avanzato rispetto a quelli laterali, definito all’interno da un doppio ordine di paraste, caratterizzate da alti piedistalli, che sale sino al timpano. I tre portali scolpiti con timpano a lunetta vengono preceduti da una piccola scalinata sempre in pietra lavorata. Una trabeazione con balaustre divide la facciata in due, in senso orizzontale. La trabeazione che chiude il primo livello è rafforzata da una fascia marcapiano che nelle campiture centrali è caratterizzata da elementi di balaustra neoclassici. La cornice del secondo livello sulla quale, in posizione centrale si appoggia il timpano, prosegue a definire i due corpi laterali, sopraelevati rispetto alla copertura delle navate laterali e caratterizzati da angoli smussati compresi tra la doppia parasta d’angolo.
campanile
L’apparato architettonico della facciata, alta e solenne, ingloba a sinistra l’apparato delle campane e sulla destra il pubblico orologio.
Interno
La cattedrale è formata da tre navate divise da pilastri. La navata centrale, che in prossimità dell’ingresso è sovrastata da una larga cantoria, ha una finta volta a botte interrotta da arcate binate che si appoggiano sui larghi pilastri, caratterizzati da doppie lesene con decorazioni pittoriche. L’interno del tempio, a impianto basilicale, reca dipinti in gran parte ancora visibili dei pittori Carmelo Zimatore e Diego Grillo(1915 e 1918), ambedue da Pizzo Calabro, commissionati del vescovo Eugenio Tosi (1911-1918). Altri dal pittore Lorenzo Iovine di Angri e una tela settecentesca di Domenico Basile. Tra le opere scultoree presenti il fonte battesimale marmoreo del XVI sec., appartenente probabilmente al periodo del Vescovado Capace-Galeota, i resti del monumento marmoreo funerario eseguito da scultori napoletani del XVI sec. Dello stesso Vescovo. La Cappella del Sacramento, la Cappella di S. Agazio, titolare della Chiesa, con altare e fastigio marmoreo di stile neo-classico, eseguito da Michele Barillari nel 1852. Il prospetto di marmo rosa, datato 1580, presenta quattro colonne, cornice con attico e candelabro decorativo centrale offerto, nel 1580, dal Vescovo Marcello Sirleto, da Pietro Borgia principe di Squillace e dal Capitolo Cattedrale. Due sportelli di legno, con intagli e artistiche pitture del sec. XVIII,custodiscono la statua del Santo e l’urna in cristallo e argento delle sue venerate ossa donata dal Vescovo mons. Michele Abbate. L’altare di marmo bianco a doppia mensa con ipogeo, per la custodia delle reliquie, eseguito dallo sculture serrese Michele Bacillari è stato dichiarato altare privilegiato con Bolla del sette febbraio 1578 da papa Gregorio XVIII e consacrato da Vescovo Concenzio Pasquini il sedici gennaio del 1852. Il prospetto di un Sacrario di marmo bianco scolpito a bassorilievo che probabilmente faceva parte di un’opera di maggior portata. La statua della Vergine Dormiente, oggi esposta nella navata sinistra della Cattedrale in una cappella interamente dedicata a Lei. L’incrocio tra la navata centrale e il transetto è sovrastato da un tiburio ottagonale, sotto il quale ritroviamo il presbiterio decorato da un altare fisso ed inamovibile in marmo bianco che si eleva su un gradino opera dell’artista scultore Maurizio Carnevali di Palmi, più in basso, all’altezza dei gradini a sinistra è stato collocato l’ambone anch’esso fisso e in marmo bianco con cantonali verdi. La recente sistemazione del presbiterio ha consentito la collocazione della cappella del SS. Sacramento in fondo alla navata sinistra, nella quale è stato collocato un Tabernacolo ad incasso, realizzato riutilizzando pezzi antichi.
Arredi
Dietro l’altare trovano collocazione la Cattedra vescovile il coro ed il Seggio Capitolare, opera di artigiani del legno di Serra San Bruno.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (2002)
Il presbiterio è stato costruito secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II in materia di adeguamento liturgico, decorato da un altare fisso ed inamovibile in marmo bianco che si eleva su un gradino opera dell’artista scultore Maurizio Carnevali di Palmi, più in basso, all’altezza dei gradini a sinistra è stato collocato l’ambone anch’esso fisso e in marmo bianco con cantonali verdi, dietro l’altare trovano collocazione la Cattedra vescovile il coro e il Seggio Capitolare, opera di artigiani del legno di Serra San Bruno, nella cappella laterale sinistra del SS.mo Sacramento è stato collocato il Tabernacolo ad incasso riutilizzando pezzi antichi. Il nuovo adeguamento è stato consacrato il 23 dicembre 2002 dall’arcivescovo Antonio Cantisani.
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