Da tempo ritenuta la chiesa più antica della valle, l'epoca della fondazione di San Pietro in Cembra è rimasta lungamente incerta. Parte della critica affermava che fosse stata fondata nel corso del XII secolo, mentre alcuni la ritenevano anteriore all'XI secolo. Il recente scavo archeologico condotto prima di installare l'impianto di riscaldamento a pavimento (2000) ha permesso di riportare in luce i resti di un edificio di culto precedente all'attuale struttura, che fu più volte rimaneggiato. Alla fase costruttiva più antica, collocabile addirittura tra il V e il VI secolo, appartengono un lacerto di muro absidale al quale si appoggia una pavimentazione in battuto di calce e, soprattutto, una camera per le reliquie intonacata e voltata a botte, rinvenuta a ovest dell'attuale altare maggiore, nella quale doveva essere originariamente custodito il reliquiario in pietra contenente una capsella in argento, rinvenuto grazie ad ulteriori indagini nel sacrario dell'altare maggiore.
XIII - 1250 (rimaneggiamento intero bene)
Stando ai risultati delle indagini archeologiche condotte nel 2000, la chiesa altomedievale fu rimaneggiata nel corso del XIII secolo (verisimilmente entro il 1250), con il raddoppio dell'abside antica verso l'esterno, fino a raggiungere uno spessore delle murature di circa 1,2-1,3 metri.
1224/12/19 (menzione carattere generale)
La prima menzione della chiesa di San Pietro in Cembra si riscontra nell'atto testamentario di Agnese fu Ropreto da Salorno rogato il 19 dicembre 1224, del quale si conserva una copia presso l'archivio di stato di Innsbruck.
1390 - 1406 (ricostruzione intero bene)
Secondo Stenico (2008) le riconsacrazioni dell'altare maggiore e dei due altari laterali, documentate rispettivamente nel 1406 e nel 1421 e 1428, fanno supporre che l'edificio romanico menzionato nel testamento di Agnese fu Ropreto da Salorno del 1224 sia stato fortemente rimaneggiato o addirittura ricostruito tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo, epoca alla quale risale pure la costruzione della torre campanaria. Tale ipotesi è stata suffragata dai ritrovamenti dei recenti scavi archeologici condotti all'interno dell'edificio, che hanno riportato in luce una porzione di muratura massiccia addossata ai resti dell'abside antica, che può essere ricondotta a questa fase di trasformazione della chiesa.
1506 - 1510 (ricostruzione intero bene)
Nei primi anni del XVI secolo l'edificio fu sottoposto a un radicale intervento di ricostruzione, che gli conferì il suo attuale aspetto gotico. Tali lavori erano certamente in corso nel 1506, anno al quale risalgono sia la concessione di un indulgenza di cento giorni "per i fedeli che avessero visitato e collaborato alla costruzione o al completamento della chiesa" (26 marzo), sia l'autorizzazione a celebrare in chiesa su un altare portatile in occasione della festa dei Santi Pietro e Paolo (25 giugno). Da quest’ultimo documento si evince, infatti, che i lavori in corso nel tempio erano di portata tale, da mettere in discussione la consacrazione dell’edificio. L'intervento è stato convincentemente ricondotto dalla critica all’opera di Michele di Francesco di Gardena, maestro muratore attivo nell'area fiemmese, in val di Cembra e nell'altipiano di Piné nel corso della prima metà del XVI secolo. Secondo Stenico (2008) il cantiere di San Pietro dovette concludersi entro il 1510 circa.
1525/06/29 (consacrazione carattere generale)
L'edificio fu solennemente consacrato al titolo dei Santi Pietro e Paolo da parte di Filippo de Vecchi di Bologna, suffraganeo del principe vescovo di Trento Bernardo Cles, il 29 giugno 1525.
1549 (decorazione intero bene)
La chiesa fu interamente affrescata da un anonimo pittore d'ambito friulano nel 1549 circa.
1614 (restauro decorazione)
Nel 1614 gli affreschi della chiesa furono restaurati dal pittore fiemmese Antonio Zeni, come documentato da un'iscrizione riemersa a sinistra dell'arco santo durante la più recente campagna di restauro dell'edificio (1997-2003).
1652 (menzione primissaria carattere generale)
Dagli atti della visita pastorale del 1652 si evince che la chiesa era officiata quotidianamente, probabilmente grazie alla presenza di un primissario (Stenico, 2008).
1710 (rifacimento coperture)
Le coperture furono rifatte l'anno della visita pastorale del 1710.
1710 - 1770 (orologio campanile)
L'orologio del campanile di San Pietro si trova menzionato per la prima volta negli atti visitali del 1710.
1749 - 1871 (cantoria controfacciata)
Gli atti visitali del 1749 fanno riferimento alla presenza in chiesa di una cantoria situata in controfacciata, fornita di un accesso esterno posto sul lato sinistro. Tale struttura, divenuta impraticabile, fu demolita nel 1871.
1759 (rifacimento coperture)
Il tetto fu nuovamente rinnovato nel 1759, con la messa in opera di un manto di copertura in lastre d'ardesia. Stando a una perizia richiesta nel 1787 dall'Imperial Regio Comando di Cembra, in occasione del rifacimento delle coperture sarebbe stata abbassata la quota delle coperture e quindi diminuita la pendenza delle falde del tetto.
1759 (decorazione parete sinistra)
L'affresco con il Giudizio Universale che occupa per intero la parete sinistra della navata è opera di Valentino Rovisi del 1759.
1767 (orologio campanile)
L'orologio del campanile fu sostituito nel 1767.
1770 (orologio campanile)
Nel 1770 è documentato un intervento di riparazione dell'orologio del campanile da parte dell'orologiaio di Soraga, Tomaso Pellegrin.
1787 (soppressione carattere generale)
Come le vicine chiese di San Floriano a Valternigo e di San Leonardo a Lisignago, nel 1787 anche San Pietro di Cembra fu interdetta al culto in applicazione delle disposizioni giuseppine.
1797 (variazione d'uso intero bene)
Nel 1797 la chiesa fu requisita dai soldati francesi e utilizzata come scuderia per i cavalli.
1799 (restituzione al culto carattere generale)
Grazie all'interessamento della popolazione locale il tempio fu restituito al culto nel 1799.
1851 - 1853 (rimaneggiamento intero bene)
Tra il 1851 e il 1853 furono rifatte le coperture, innalzando le fiancate laterali dell'edificio in modo tale da ridurre la pendenza delle falde del tetto.
1871 (gradini altare maggiore presbiterio)
Nel 1871 furono posti in opera i tre gradini in pietra calcarea rossa che fanno da base alla mensa in muratura dell'altare maggiore.
1886 - 1888 (rifacimento coperture)
Nel corso della seconda metà del XIX secolo si trovano segnalati da più parti gli importanti problemi di umidità delle murature della chiesa, dovuti in particolare all'infiltrazione delle acque meteoriche dal tetto. Nel 1883 l'Imperial Regio Conservatore Karl Atz inviava a Cembra l'architetto Enrico Nordio, incaricato di verificare la situazione. Il Nordio approntò allora un radicale progetto di rifacimento delle coperture, che prevedeva da un lato l'innalzamento del frontone della facciata e l'apertura nel relativo timpano di una finestra archiacuta affiancata da due fori quadrilobati, e dall'altro la sopraelevazione del livello delle coperture in modo da aumentare la pendenza degli spioventi e da conferire alla costruzione un aspetto più marcatamente gotico. Fortunatamente il progetto del Nordio, che avrebbe ulteriormente compromesso la struttura cinquecentesca, fu attuato solo parzialmente tra il 1886 e il 1888 con la sola sopraelevazione del frontone.
1912 - 1913 (restauro decorazione)
Nel 1912-1913 venne condotto un restauro della decorazione a fresco del tempio ad opera di Giuseppe Balla. In occasione di tali lavori fu riportata in luce la Madonna della Misericordia presente in controfacciata.
1927 (restauro intero bene)
Nel tentativo di porre rimedio problema dell'umidità di risalita e di condensa dell'edificio, successivamente al sopralluogo del soprintendente Giuseppe Gerola, nel 1927 fu realizzata una fossa lungo il perimetro interno della struttura e di un'altra all'esterno della fiancata sud. Parallelamente furono condotti degli interventi di scrostamento di parte degli intonaci interni e la riparazione del tetto.
1953 - 1957 (restauro intero bene)
Un nuovo restauro dell'edificio fu avviato tra il 1953-1954. I lavori eseguiti in tale sede furono la sostituzione dei canali di gronda, il rifacimento delle coperture dei contrafforti, la chiusura di un condotto di aerazione posto sul lato settentrionale e il restauro delle meridiane. Contestualmente fu installato anche il primo impianto elettrico dell'edificio. Nel 1956 venne condotto il restauro degli intonaci e delle superfici pittoriche, mentre l'anno successivo venne effettuato un intervento di consolidamento delle coperture.
1969 - 1977 (restauro intero bene)
Nuovi lavori di restauro furono intrapresi nel 1969, successivamente a una segnalazione di Giovanni Zanettini di qualche anno prima (1967), nella quale l'Ispettore Onorario ai Monumenti faceva presente che l'edificio soffriva le infiltrazioni d'acqua dal tetto. In tale occasione furono cancellati gli interventi ottocenteschi che avevano modificato il volume architettonico della chiesa; in particolare fu ripristinata l'altezza originale delle fiancate e venne demolito il sopralzo del frontone progettato dal Nordio. Contestualmente furono smantellate e rifatte le coperture in assito di larice. I lavori, curati dal sovrintendente Nicolò Rasmo, si protrassero fino al 1977.
1976/05/06 (danneggiamento campanile)
Il campanile della chiesa fu danneggiato dal terremoto del 6 maggio 1976.
1978 (restauro campanile)
In seguito al terremoto la torre campanaria fu restaurata nel 1978 a cura dell'assessorato alle attività culturali della Provincia Autonoma di Trento.
1997 - 2003 (restauro intero bene)
Tra il 1997 e il 2003 la chiesa di San Pietro è stata sottoposta ad un nuovo intervento di restauro generale, diretto dall'architetto Andrea Bonazza. Gli interventi eseguiti hanno preso in esame l'intero edificio, a cominciare dal restauro degli apparati lapidei del portali e delle finestre della chiesa e del campanile, per proseguire con la rimozione dei cunicoli di aerazione scavati nel 1927, sostituiti da un sistema di drenaggio delle acque realizzato a ridosso delle murature perimetrali; queste ultime sono state sottoposte inoltre a un intervento di taglio chimico sotto il livello pavimentale e a iniezioni di materiali in grado di frenare l'umidità di risalita. Per ovviare al problema dell'umidità di condensa si è deciso di installare in chiesa un impianto di riscaldamento a pavimento, cui seguì la sostituzione della pavimentazione in battuto di calce con una in mattonelle di cotto. Seguì il restauro conservativo delle superfici pittoriche interne ed esterne.
2000 (scavo archeologico intero bene)
In occasione della posa dell'impianto di riscaldamento a pavimento la chiesa fu sottoposta alla già citata campagna di scavo archeologico, svoltasi tra i mesi di marzo e giugno del 2000. Dallo scavo emersero i resti dell'abside della chiesa romanica e, soprattutto, i resti di una camera per le reliquie intonacata e voltata a botte, nella quale era originariamente custodito il reliquiario in pietra contenente una capsella in argento, rinvenuto grazie ad ulteriori indagini nel sacrario dell'altare maggiore. Questo straordinario ritrovamento ha permesso di retrodatare la fondazione dell'edificio addirittura al V-VI secolo, dando adito all'ipotesi che esso fosse usato in origine come cappella battesimale della pieve di Cembra. I risultati dello scavo non è sono stati però sufficienti a chiarire i rapporti di interdipendenza tra San Pietro e la chiesa matrice di Cembra dedicata all'Assunta, dove a tutt'oggi non sono state condotte indagini archeologiche approfondite.
Descrizione
La chiesa di San Pietro, inserita nel tessuto urbano del paese di Cembra, si affaccia sull'omonima piazza con orientamento a est. Si tratta probabilmente della più antica chiesa della valle, la cui fondazione è stata retrodatata addirittura al V-VI secolo grazie ai risultati della campagna di scavo condotta all'interno della chiesa nel 2000. Rifabbricata a più riprese nel corso dei secoli, la chiesa deve il suo attuale aspetto tardogotico all'intervento di ricostruzione condotto dal maestro muratore Michele di Francesco di Gardena tra il 1506 e il 1510 circa. La facciata a due spioventi è rinserrata lateralmente da robusti contrafforti scalari ed è occupata al centro dalle aperture del portale archiacuto, di due finestre quadrangolari chiuse da grate e di un oculo circolare sommitale strombato. Le fiancate laterali sono scandite da contrafforti scalari analoghi a quelli della facciata (uno a sinistra e tre a destra) e recano una sola monofora archiacuta aperta sul lato sud, in corrispondenza della terza campata. Ulteriori finestre analoghe si trovano a destra del presbiterio e nelle pareti oblique dell'abside. Il campanile è addossato alla fiancata sinistra dell'edificio e presenta un fusto in pietrame intonacato a raso sasso; la doppia cella campanaria, ripartita da cornici lapidee eminenti, è illuminata sui due livelli da quattro trifore e quattro quadrifore centinate, poggianti su colonnine lapidee ed è sormontata da una cuspide piramidale in muratura. L'interno, organizzato a navata unica sormontata da volta reticolata, sorprende per la vastità delle superfici affrescate: nel presbiterio e lungo la parete destra della navata è dipinta una vera e propria "biblia pauperum" risalente al 1549 circa, ricondotta all'opera di un'anonima bottega d'ambito friulano, mentre la parete sinistra della navata è occupata, invece, dal grande Giudizio Universale di Valentino Rovisi del 1759. L'arco santo a sesto acuto, caratterizzato dalla presenza di una catena lignea dipinta, introduce al presbiterio, rialzato su due gradini. Un ulteriore gradino, realizzato contestualmente al recente intervento di adeguamento liturgico, immette all'area absidale.
Preesistenze
Dell'edificio altomedievale si conservano un lacerto di muro absidale al quale si appoggia una pavimentazione in battuto di calce euna camera per le reliquie intonacata e voltata a botte, rinvenuta a ovest dell'attuale altare maggiore. Del successivo edificio romanico sono state messe in luce le murature perimetrali dell'abside semicircolare.
Pianta
Pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale. Presbiterio rettangolare e abside poligonale.
Facciata
Facciata a due spioventi rinserrata lateralmente da robusti contrafforti scalari e occupata dalle aperture del portale archiacuto, di due finestre quadrangolari chiuse da grate e di un oculo circolare sommitale strombato.
Prospetti
Contrafforti scalari analoghi a quelli di rinforzo della facciata scandiscono l'andamento delle fiancate laterali (uno a sinistra, presso la facciata, e tre lungo la fiancata destra). Lungo il lato destro, in corrispondenza della terza campata si trova una monofora archiacuta. Tre ulteriori monofore simili si dispongono sul lato destro del presbiterio e nei lati obliqui dell'abside poligonale.
Campanile
Torre campanaria a pianta quadrangolare, addossata alla fiancata sinistra della chiesa, in corrispondenza della seconda campata della navata, dalla quale è accessibile attraverso un portale archiacuto. Fusto in pietrame intonacato a raso sasso, segnato da cantonali lapidei in corsi alternati. Cella campanaria a due livelli, suddivisi da cornici lapidee eminenti e illuminati rispettivamente da quattro trifore e quattro quadrifore centinate. Cuspide piramidale.
Struttura
Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a intonaco tinteggiato. Strutture di orizzontamento: volta reticolata, costolonata sulla navata e volta a stella sul presbiterio.
Coperture
Chiesa: coperture in assito di larice. Campanile: cuspide in muratura.
Interni
Navata unica con pareti lisce, la cui suddivisione in tre campate è definita idealmente dai peducci d'imposta della volta reticolata. A destra della seconda campata è presente un portale murato. L'arco santo a sesto acuto, caratterizzato dalla presenza di una catena lignea dipinta, introduce al presbiterio, rialzato su due gradini. L'area absidale è rialzata su un ulteriore gradino, realizzato contestualmente al recente intervento di adeguamento liturgico.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in mattonelle di cotto, posate in corsi alternati.
Elementi decorativi
L'interno dell'edificio è interamente affrescato.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (2002-2003)
L'adeguamento liturgico è stato attuato con l'introduzione di nuovi poli liturgici realizzati secondo uno stile unitario e ha carattere di stabilità. La mensa in muratura dell'altare maggiore storico, rialzata su una predella di due gradini, funge da mensa al popolo. Sul lato sinistro del presbiterio storico, presso l'arco santo, è stato introdotto un ambone a fronte semicircolare in pietra. La zona absidale, rialzata su una predella raccordata al primo gradino dell'altare al popolo, ospita sul lato sinistro la sede del presidente e a destra un tabernacolo di nuova fattura, posizionato su supporto proprio in pietra.