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Cembra
Cembra Lisignago
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Maria Assunta
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1966)
1212/12/06 - 1224/12/19(menzione carattere generale); XV - 1492(ricostruzione intero bene); 1462 - 1462(decorazione arco santo); 1470 - 1480(decorazione abside); 1516/05/16 - 1516/05/16(consacrazione carattere generale); 1540 - 1560(decorazione navata sinistra); XVII - XVII(costruzione navata settentrionale); 1700 - 1710(decorazione navata centrale); 1833/05/31 - 1835(costruzione nuovo presbiterio); 1835 - 1835/11/29(completamento intero bene); 1865 - 1866(costruzione navata meridionale); 1866 - 1866(demolizione campanile antico); 1896 - 1896(rifacimento coperture); 1923 - 1923(decorazione intero bene); 1924 - 1924(restauro abside antica); 1942 - 1943(decorazione intero bene); 1957 - 1957(restauro intero bene); 1988 - 1991(restauro intero bene)
Chiesa di Santa Maria Assunta
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta <Cembra, Cembra Lisignago>
Altre denominazioni ASSUNZIONE
S. Maria Assunta
Autore (ruolo)
Grigo (ricostruzione chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
maestranze trentine (ampliamento)
architettura gotica (costruzione)
architettura neogotica (ampliamento)
Notizie Storiche

1212/12/06 - 1224/12/19 (menzione carattere generale)

Si ignora l'epoca della fondazione della pieve di Santa Maria Assunta di Cembra, che la critica ipotizza essere esistita fin dal XII secolo. Una prima menzione indiretta della chiesa matrice di Cembra si riscontra, tuttavia, in un atto del 6 dicembre 1212, nel quale è citato il nome di "ODOLRICUS Plebanus de Zimbria". Successivamente la pieve di "sanctae Mariae" viene citata nel testamento di Agnese fu Ropreto da Salorno, rogato il 19 dicembre 1224 alla presenza dello stesso Odolrico, del quale si conserva una copia presso l'archivio di stato di Innsbruck.

XV - 1492 (ricostruzione intero bene)

L'edificio sacro fu interamente ricostruito in forme gotiche nel corso della seconda metà del XV secolo (a partire dal 1460, secondo Sette, 1953). La pieve assunse così l'impianto a tre navate con volte reticolate costolonate tutt'ora apprezzabile nonostate i pesanti rimaneggiamenti ottocenteschi. A questa fase costruttiva va probabilmente riferita la perduta iscrizione "DCCCCXLII / CHO M / GRIGO L'/A FAT QUESTA / OPERA", trascritta da Ambrogio Rosmini (Collectiuncula Inscriptionum) e pubblicata da Tovazzi (1970), che si sarebbe anticamente trovata sul muro esterno dell'abside di Santa Maria. Già invocata per retrodatare al X secolo l'epoca della fondazione della pieve (Sette, 1953), è più probabile che, come suggerito da Chini (Storia di Cembra, 1994, p. 305) e Curzel (1999), essa fosse incompleta e che la data andasse letta come forma acefala del millesimo 1492. L'iscrizione commemorava, probabilmente, il compimento dei lavori di ricostruzione del tempio.

1462  (decorazione arco santo)

Nel 1462 un anonimo frescante d'ambito tedesco dipinse il Battesimo di Gesù Cristo a sinistra dell'arco santo. L'affresco, scialbato in epoca imprecisata, riemerse nel corso dei restauri del 1990.

1470 - 1480 (decorazione abside)

Il ciclo di affreschi presente all'interno dell'antica abside gotica fu realizzata da due artisti d'ambito tirolese che lavorarono separatamente, benché seguendo lo stesso programma iconografico. Ad un primo intervento, collocabile tra il 1460 e il 1470, risale la decorazione della volta, mentre la decorazione delle pareti venne realizzata nel decennio successivo.

1516/05/16  (consacrazione carattere generale)

Il tempio rifabbricato fu consacrato il 16 maggio 1516.

1540 - 1560 (decorazione navata sinistra)

La volta della navata sinistra fu decorata con motivi floreali da un anonimo maestro d'ambito friulano attorno alla metà del XVI secolo.

XVII  (costruzione navata settentrionale)

Nel corso del XVII secolo l'edificio fu ampliato con la costruzione di una quarta navata lungo il lato settentrionale.

1700 - 1710 (decorazione navata centrale)

Le volte della prima e seconda campata della navata centrale recano una decorazione a fresco riferibile a un anonimo maestro fiemmese dell'inizio del XVIII secolo.

1833/05/31 - 1835 (costruzione nuovo presbiterio)

Al principio del XIX secolo la chiesa si trovava in cattivo stato, come si evince dagli atti visitali del 1833 che la descrivono come "affatto miserabile, perché estremamente logoro il pavimento e indecenti le pareti". Su interessamento del decano Giovanni Fronchetti fu allora avviata una monumentale opera di ristrutturazione e ampliamento, che determinò la rotazione dell'orientamento dell'edificio. Il progetto, avversato da un piccolo ma agguerrito partito del paese, prevedeva la realizzazione di un nuovo e più ampio presbiterio sul lato ovest, la cui costruzione fu avviata con la posa della prima pietra il 31 maggio 1833, e la trasformazione dell’abside poligonale tardogotica in un portico, con l'apertura di tre ingressi. I lavori di edificazione si protrassero per circa due anni.

1835 - 1835/11/29 (completamento intero bene)

Nel 1835 furono eseguiti alcuni lavori di completamento del nuovo presbiterio (demolizione dell’antica facciata tardogotica che ancora lo separava dal corpo delle navate, tinteggiatura, posa del pavimento, costruzione della nuova sacrestia), dove fu traslato l’altare maggiore della pieve. Contestualmente furono aperti tre ingressi nelle pareti della vecchia abside poligonale. Il nuovo presbiterio fu benedetto il 29 novembre 1835.

1865 - 1866 (costruzione navata meridionale)

Tra il 1865 e il 1866 l'edificio riacquisì un impianto simmetrico con la costruzione di una quinta navata sul lato meridionale.

1866  (demolizione campanile antico)

La costruzione della quinta navata sul lato sud (1866), determinò l'atterramento dell'antico campanile della pieve, che era stato in precedenza danneggiato da un fulmine. Questa torre, che in seguito all'ampliamento risultava sproporzionatamente piccola rispetto alla nuova mole della chiesa, era ornata da un affresco con l'immagine di San Cristoforo (Sette, 1953).

1896  (rifacimento coperture)

Nel 1896 le coperture in scandole di larice furono sostituite con un rivestimento in lastre di porfido.

1923  (decorazione intero bene)

Nel 1923 la pieve fu sottoposta ad un intervento di decorazione interna affidato al padre francescano Nazario Barcatta, del quale non sopravvive alcuna testimonianza.

1924  (restauro abside antica)

Gli affreschi che adornano l'antica abside ora fungente da portico furono scialbati in occasione dell'ampliamento della chiesa. Le pitture furono riportate in luce nel corso di una campagna di restauro avviata nel 1924 sotto la direzione del soprintendente Giuseppe Gerola. Contestualmente fu rinnovato il tetto di scandole del portico.

1942 - 1943 (decorazione intero bene)

Nel biennio 1942-1943 i pittori decoratori Adolfo e Attilio Marttielli e Augusto Reginato decorarono gran parte dell'interno della chiesa, a cominciare dal presbiterio. Nella navata i pilastri, gli archi e i costoloni delle volte gotiche furono dipinti a finto marmo, mentre nelle vele della volta della navata centrale vennero realizzate le immagini di Santa Cecilia (verso l'ingresso), del Crocifisso attorniato dalle figure di Maria, San Giovanni Evangelista, Marta e Santa Maria Maddalena, dell'incoronazione di Maria tra i quattro Evangelisti; presso il presbiterio furono dipinti, inoltre, le figure della Vergine e dei profeti Mosè, Davide, Elia e Geremia. Le tempere di Mattielli andarono a nascondere la decorazione precedente di Nazario Barcata.

1957  (restauro intero bene)

Nel 1957 la pieve fu sottoposta a un intervento di restauro atto a restituire all'antica abside gotica un aspetto quanto più vicino a quello originario. A tal fine furono murati i due ingressi arcuati che erano stati aperti nelle pareti oblique e al loro posto furono ripristinate le finestre monofore, ricostruendone gli stipiti in pietra che erano stati distrutti. Furono inoltre intonacate le murature e liberati dallo scialbo e restaurati in tratti superstiti della decorazione a fresco.

1988 - 1991 (restauro intero bene)

Tra il 1988 e il 1991 la pieve di Cembra è stata sottoposta ad un complesso intervento di restauro conservativo diretto dall'architetto Carlo Sevignani, che ha riguardato sia la le strutture architettoniche, sia l'intero apparato decorativo ad affresco. In tale occasione furono rimossa la decorazione a tempera realizzata dai decoratori Adolfo e Attilio Mattielli e Augusto Reginato nel 1943, che ricopriva gran parte dell'interno della chiesa; fu conservata solo la decorazione del presbiterio.
Descrizione

La monumentale chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta sorge al limitare occidentale del paese di Cembra, con orientamento a ovest. Il primitivo edificio romanico, documentato a partire dal 1212, fu interamente rifabbricato in forme gotiche nel corso della seconda metà del XV secolo e venne infine totalmente stravolto in seguito alla costruzione dell'attuale presbiterio (1833-1835), intervento che determinò la rotazione dell'asse di orientamento originale della struttura e la riduzione in atrio dell'antica abside tardogotica. La facciata a salienti è tripartita da pilastri in pietra a vista cimati da statue; il settore centrale, di dimensioni doppie rispetto ai laterali, è preceduto da un atrio a pianta poligonale, all'interno del quale è posto il portale maggiore. Tale struttura, aperta frontalmente da un'arcata a pieno centro, è rinsaldata pilastri angolari in pietra a vista ed è profilata in alto da una cornice sottogronda ad archetti pensili; due monofore archiacute si dispongono nei lati obliqui. I settori laterali, corrispondenti all’ampiezza delle navate esterne, ospitano ciascuno un portale a luce ogivale. Le fiancate, gradonate e simmetriche, sono scandite sui due livelli dalle aperture di monofore archiacute (tre nel settore inferiore e quattro minori in quello superiore). Il presbiterio è affiancato dai corpi minori della sacrestia e di un ambiente di servizio e si conclude in un'abside poligonale, recante due finestre archiacute nei lati obliqui. Due campanili gemelli cimati da celle a quattro monofore a profilo ogivale e cuspidi piramidali sono inseriti nella struttura dell'edificio, all'altezza dell'arco santo. L'interno si sviluppa su cinque navate di quattro campate, di cui le tre centrali sovrastate da volte reticolate costituiscono il nucleo tardogotico dell'edificio, mentre le due più esterne sono frutto di aggiunte successive (XVII secolo la navata nord, 1865-1866 la navata sud). La zona presbiteriale, rialzata su due gradini, reca una volta neogotica ad ombrello.
Pianta
Pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale a cinque navate, preceduta da un portico poligonale. Presbiterio rettangolare concluso da abside poligonale.
Facciata
Facciata a salienti, tripartita da pilastri in pietra a vista cimati da statue e profilata in alto da una cornice ad archetti pensili che segue l’andamento degli spioventi. Il settore centrale, di dimensioni doppie rispetto ai laterali, è preceduto da un atrio ottenuto dalla riqualificazione ottocentesca dell’antica abside poligonale tardogotica, all'interno del quale è posto il portale maggiore. Tale struttura, aperta frontalmente da un'arcata a pieno centro, è rinsaldata pilastri angolari in pietra a vista ed è profilata in alto da una cornice sottogronda ad archetti pensili; due monofore archiacute si dispongono nei lati obliqui. I settori laterali, corrispondenti all’ampiezza delle navate esterne, ospitano ciascuno un portale archiacuto.
Prospetti
Fiancate laterali lisce, gradonate, percorse in basso da una zoccolatura a intonaco rustico e scandite nel livello inferiore dalle aperture delle monofore archiacute disposte in corrispondenza delle campate interne (quattro, di cui una tamponata, lungo il lato sinistro e tre lungo il lato destro). Nel livello superiore trovano posto quattro monofore archiacute per lato, che danno luce al sottotetto. Il corpo del presbiterio, illuminato da una sola finestra aperta sul lato sud, è affiancato dai volumi ribassati e simmetrici della sacrestia e di un ambiente di servizio. L’abside poligonale reca nei lati obliqui due monofore a luce ogivale.
Campanile
Due campaniletti gemelli a pianta quadrangolare, con celle a quattro monofore a luce ogivale sormontate da cuspidi piramidali, si inseriscono nella struttura della chiesa, in corrispondenza dell’arco santo.
Struttura
Strutture portanti verticali in pietra (pilastri di sostegno delle volte delle navate) e in pietrame finito a intonaco tinteggiato (murature perimetrali). Strutture di orizzontamento: le tre navate centrali, corrispondenti all’originale struttura gotica dell’edificio, sono sovrastate da volte reticolate costolonate. Le campate delle navate laterali esterne sono coperte da arcate a pieno centro, raccordate le une alle altre da vele ogivali. Atrio, presbiterio e abside voltati a ombrello.
Coperture
Chiesa: tetto a doppia falda con struttura in legno e manto di copertura in lastre di porfido, che gira a spicchi sull'abside. Tettuccio a tre falde in scandole sul portico. Campanili: cuspidi piramidali rivestite in lamiera metallica.
Interni
L’interno si sviluppa a cinque navate di quattro campate, di cui la maggiore di dimensioni doppie rispetto alle laterali. Le tre navate centrali, costituenti il nucleo tardogotico dell’edificio, sono raccordate tra loro da quattro arcate archiacute insistenti su pilastri lapidei a sezione ottagonale. Ulteriori arcate gotiche, insistenti su colonne in pietra, raccordano tra loro le navate esterne. In testa a queste ultime si trovano gli accessi ai campanili. Il profondo presbiterio, preceduto dall’arco santo a sesto acuto, è rialzato su due gradini e si conclude in un’abside poligonale.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in quadrotte di pietra calcarea bianche e rosse, disposte in corsi diagonali, comune al portico (ex abside), alle navate e al presbiterio.
Elementi decorativi
L'interno è decorato da affreschi di varie epoche e autori: nell'abside dipinti di scuola tirolese del 1460-1470; nella navata di ambito friulano della metà del XVI secolo e di ambito fiemmese del XVIII secolo.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1966)
L'adeguamento liturgico è stato attuato in forma provvisoria, con l'introduzione di arredi mobili di tipo eterogeneo, che fungono da poli liturgici. Al centro del presbiterio storico è stata posta una mensa al popolo di tipo ad ara, realizzata in legno in forme neogotiche, nel fronte della quale è inserita la tela con l'adorazione dei pastori del 1590 circa, attribuita a Paolo Naurizio. Presso l'arco santo, a sinistra, è presente un leggio in legno che funge da ambone. Una sedia a braccioli in legno, con seduta e schienale imbottiti, è impiegata come sede. La custodia eucaristica permane nel tabernacolo dell'altare maggiore storico, risalente 1936, che è stato mantenuto.
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