Notizie Storiche |
XI - XIII (origini (?) campanile )
"don Raso, durante i lavori al campanile, "conferma di aver potuto leggere, in tal momento, tracce di epoca romanica". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 33)
XIII - XVIII (descrizione (?) chiesa preesistente)
"da altre notizie si sa di certo che la chiesa vecchia era come un lungo budello, composta di una sola navata, bassa e strettissima: e che si trovava dentro la navata di adesso, partendo dal primo pilastro, fino all'Altare del Crocifisso. Qui, in antico, c'era la parete di fondo, contro la quale era appoggiato l'Altare Maggiore, con colonne di legno scolpito ... Non esisteva il Coro: fu costruito durante il 1700. Nello stesso secolo, a causa della strettezza della chiesa, si costruirono due cappelloni per parte, ...". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 26)
XIII - XVIII (descrizione (?) chiesa preesistente)
"dalla parte di mezzogiorno la chiesa era separata dalla Casa Parrocchiale: vi passava un vicolo per il quale, entrando sotto l'arco del campanile, si scendeva dietro alla chiesa e si arrivava alla porta del coro e poi alla strada per Sanfront." (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 26)
1238 (preesistenze portico (?) preesistenze)
"dal Cartario del Monastero di Rifreddo so che il 31 maggio 1238 si radunarono nel portico della Chiesa di S. Margherita di Paesana i preti: Gregorio di Sanfront, Giovanni di S. Maria di Paesana, Enrico di S. Margherita di Paesana, Pietro di Crissolo e Pietro di Oncino." (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 25)
1245 (donazione al Vescovo di Torino intero bene )
"nel 1245 in un atto viene ricordata la chiesa di S. Margherita con quella di S. Maria dell'Oriente che vengono donate al Vescovo di Torino dalla prevostura dei canonici di Oulx." (Gisolo, 2015, p. 78)
1378 (nomina sacerdote carattere generale )
"… il 5 marzo 1378, il vescovo torinese Giovanni di Rivalta , su presentazione del pievano di Revello, conferiva le due chiese di Santa Margherita di Paesana e di Sant'Andrea della Rocchetta, vacanti per le dimissioni di Don Antonio Gay di Cesana, al prete Giovanni Clerie." (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 64)
1387 (nomina sacerdote carattere generale )
"nove anni dopo, nel 1387, Santa Margherita era assegnata a don Paolo Ferreri di Paesana". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 64)
1433 (nomina sacerdote carattere generale )
"la chiesa di Santa Margherita venne conferita, il 24 settembre 1433, a don Giacomo Angeri di San Michele, da Ruffineto Borghesio, vicario vescovile". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 65)
1457 (nomina sacerdote carattere generale )
"il 7 settembre 1457 la parrocchia di Santa Margherita, vacante per la morte di Giacomo Rovy, era conferita dal vescovo Giovanni di Compey al prete Giovanni Martini". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 65)
1497 (nomina sacerdote carattere generale )
"il 26 luglio 1497 don Giovanni Martini rassegnava le dimissioni e la sua chiesa era affidata a don Manfredo Saluzzo dei signori di Paesana". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 65)
1511 (nomina parroco (?) carattere generale)
"con l'erezione della Diocesi di Saluzzo, venne nominato con bolla pontificia il parroco di S. Margherita don Gaspare Tapparelli di Lagnasco". (Gisolo, 2015, p. 78)
1528 (battistero preesistenze)
"abbiamo la vasca del Battistero, con la data del 1528: fatta costruire dal Prevosto Bonifacio dei Saluzzo". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 25)
1528 (realizzazione fonte battesimale )
"di medievale o antico sussiste il fonte battesimale del 1528, opera di qualche scalpellino influenzato dall'officina degli Zabreri". (Perotti, 1980, p. 195)
1612 (ricostruzione campanile )
"… c'è una pietra del campanile che segna l'anno in cui fu ricostruito: il 1612". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 25)
1613 (restauro campanile )
"il campanile era stato rifatto a nuovo nel 1613 …" (Bossa Picca Cesa, 2004, p. 116)
1629 (citazione parroco carattere generale )
"nella relazione di Visita di Mons. Marenco 1° agosto 1629, è parroco di S. Margherita D. Luchino trasferito da S. Quirico di Dogliani …". (Ansaldi, 1968, p. 87)
1644 (descrizione chiesa preesistente)
"… consta di un'unica volta intonacata a calce che tuttavia mostra alcune crepe dall'inizio alla fine della navata. […] Il pavimento è piuttosto dissestato; ha tre porte, la maggiore dalla quale si scendono quattro gradini in pietra ed è costituita da due solidi battenti in legno che si chiudono dall'interno; due laterali una delle quali si chiude con chiavistelli di ferro mentre l'altra è dotata di serratura. La chiesa ha tre finestre, due di lato presso l'altar maggiore dotate di inferriate e telai in legno, la terza, rotonda, sulla facciata con solo il telai in legno ...". (Gisolo G. et al., 2012, tomo II, p. 1039)
1644 (descrizione chiesa preesistente)
"davanti alla porta maggiore della chiesa c'è un pronao che presenta un altare spoglio sul quale tuttavia non si celebra la messa". (Gisolo G. et al., 2012, tomo II, p. 1040)
1690 - 1710 (origini (?) altare )
"l'altare centrale barocco risale agli ultimi anni del Seicento o all'inizio del Settecento". (Bossa Picca Cesa, 2004, p. 116)
XVIII (sopraelevazione campanile)
"il campanile … venne sopraelevato … nel Settecento". (Gisolo G. et al., 2012, tomo II, p. 1008)
1752 - 1753 (costruzione sacrestia e coretto chiesa preesistente)
"con un contratto del 3 agosto 1752 il parroco Giovanni Silvestro De Rossi, della Manta, fece costruire la Sacrestia e un Coretto (dove c'è ora la grotta e oltre): e sotto vi fece scavare due sotterranei, intercomunicanti. […] Sacrestia, coretto e sotterraneo dovranno essere finiti entro l'ottobre 1753, per lire millecento di Piemonte." (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 26)
1800 - 1830 (ampliamento (?) intero bene )
"in epoca di poco precedente [la Restaurazione], il Parroco era stato autorizzato a provvedere per l'ampliamento della Chiesa avente il medesimo titolo [Santa Margherita]: ciò aveva comportato un avanzamento della facciata e l'occupazione di un sito precedentemente pubblico, per un tratto di un trabucco e cinque piedi liprandi." (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 15)
1831 (progetto ampliamento chiesa preesistente)
"Don Allione pensa allora di ingrandire la chiesa: chiede un progetto all'Architetto G. Vigliani e lo presenta al Vescovo". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 26)
1831 (parere del Vescovo progetto ingrandimento chiesa preesistente)
"il Vicario Generale can. Stanislao Donaudi risponde il 16 aprile 1831, dicendo che il Vescovo ha voluto sentire il parere del Consiglio Comunale di Paesana; ma il Consiglio Comunale dice che i fondi per la costruzione sono ancora da esigere e perciò non gioverebbe inoltrarsi in un'opera di dispendio certo, sovra sole supposizioni. Tanto più che una parte forse grande della popolazione vorrebbe piuttosto che si atterrasse l'edificio presente per costruirne uno nuovo dai fondamenti. Ma questo progetto, sebben più nobile nell'idea sarebbe ancora più difficile nell'eseguimento." (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 26)
1831 (ipotesi di ampliamento chiesa preesistente)
"nascono idee diverse e tre correnti diverse: 1) c'è chi vuole il primo progetto Vigliani che prevede di lasciare la chiesa vecchia bassa e stretta come è, ma di ingrandirla però dai due lati; 2) c'è chi vuole demolirla per costruirne una tutta nuova dai fondamenti; 3) c'è chi ingrandirebbe la chiesa vecchia solo dalla parte della Sacrestia, dove c'era il cimitero. Riguardo a questa terza idea il parroco Don Zmiglio scrive: ... progetto il più strano e stravagante che prevalse agli altri: e che poco mancò che non si mettesse in esecuzione." (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 27)
1832 (affidamento lavori ampliamento chiesa preesistente)
"… il 7 febbraio i Massari della chiesa avevano concesso l'impresa dell'ingrandimento secondo il disegno dell'Arch. Vigliani, ai fratelli Giovanni Maria e Giuseppe Guarnerio fu Francesco e a Francesco figlio di Giovanni Maria: tutti residenti in questo luogo, secondo le istruzioni e le condizioni di appalto firmati il 2 gennaio 1832 dall'Architetto." (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 27)
1832 (sospensione lavori ampliamento chiesa preesistente)
"ma il 2 marzo 1832 muore il parroco don Bartolomeo Allione, all'età di appena 47 anni. Morto il parroco quelli che desideravano una chiesa completamente nuova, distruggendo tutta la vecchia, si fanno forti. […] Lo stesso nuovo parroco (non consultato sulla continuazione dei lavori ), va in Curia Vescovile e li fa sospendere. (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 27)
1832 (nuova ipotesi ampliamento chiesa preesistente)
"quando c'è il materiale a sufficienza Don Zmiglio raduna tutti in chiesa e mette a confronto le diverse idee: ciascuna dica la sua e vinca l'idea che avrà la maggioranza. Delle tre idee precedenti, vince la quarta! Ed è l'idea di demolire la chiesa vecchia, ma solo a metà: dall'entrata fino quasi al campanile: e di costruire un ambiente nuovo, a tre navate, più larghe e alte e con un disegno che sapesse un po' di buon gusto". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 28)
1832 (affidamento incarico del progetto ampliamento chiesa preesistente)
"l'Architetto Vigliani è di nuovo incaricato del progetto: ed è il terzo che fa." (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 28)
1833 (approvazione del Vescovo ampliamento chiesa preesistente)
"Finalmente le cose corrono. Il progetto viene presentato al Vescovo, che il 18 maggio 1883 lo approva: ma siccome restano necessari egregi fondi onde supplire alle occorrenti spese, anche se ci sarà l'interessamento della popolazione, crede sia necessario che vi concorrano le Compagnie, le Cappelle e gli Altari dipendenti, che avevano tutti i loro fondi". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 29)
1833 (affidamento lavori ampliamento chiesa preesistente)
I Massari "danno l'impresa della costruzione delle navate al Capomastro da muro Giuseppe Schenone fu Giovanni, nativo di Tortona e residente in Barge. I lavori dovranno incominciare il 25 maggio 1833 e terminare il 15 agosto, per la parte rustica e coperto però solamente: e per la parte civile fra tutto l'ottobre prossimo". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 29)
1833 (affidamento lavori per il manto di copertura ampliamento chiesa preesistente)
"il 24 luglio 1833 Barra Giovanni Battista e suo figlio Antonio prendono già l'impresa di mettere le lose al tetto, a due lire al trabucco (mq 9,50), a condizione che le boscamente siano messe dall'impresario Schenone". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 30)
1834 (benedizione aula)
"... essa fu benedetta solennemente il 1° Novembre 1834 da don Giacomo Giribone, Canonico della cattedrale di Saluzzo. Fu benedetta la prima parte: dalla facciata al pulpito fino al fondo del coro continuava ad esistere la costruzione antica, ...". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 25)
1834 (progettista aula)
La parte anteriore è "frutto dell'Architetto G. Vigliani (nel 1834)". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 25)
1834 (realizzazione volte ampliamento chiesa preesistente)
"con contratto del 20 giugno 1834 il Capomastro Schenone continua i lavori con la costruzione delle volte". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 30)
1834 (benedizione intero bene)
"il 1° Novembre 1834 il Canonico Giacomo Giribone benedice solennemente la nuova chiesa". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 30)
1834 (descrizione intero bene )
"è tutta solo bianca, ma è fatta, è coperta, è chiusa: la gente si può radunare per le Sacre Funzioni, perché dal pulpito in giù c'è già la balaustra di adesso, c'è lo stesso altare di adesso (ma senza il grande Crocifisso), anche se il coro è basso e brutto". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 30)
1859 (sopraelevazione campanile )
"il campanile era stato … alzato di otto metri nel 1859 quando era parroco don Luccarelli". (Bossa Picca Cesa, 2004, p. 116)
1890 (progettista abside e coro)
La parte posteriore è "frutto … dell'Architetto Giuseppe Gastaldi (nel 1890)". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 25)
1890 - 1891 (demolizione abside e coro)
"... dalla facciata al pulpito fino al fondo del coro…" venne demolita dal 1890 al 1891. (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 25)
1890 - 1891 (ricostruzione abside e coro)
"... dalla facciata al pulpito fino al fondo del coro…" venne ricostruita dal 1890 al 1891. (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 25)
1893 (consacrazione intero bene )
"… S. Margherita V.M. consacrata da Mons. Alfonso Monale 11 ottobre 1893". (Gisolo, 2015, p. 78)
1894 - 1895 (realizzazione presbiterio e coro)
"nel 1894-95 fu aggiunto il presbiterio e il coro". (Gisolo G. et al., 2012, tomo II, p. 1008)
1959 - 1991 (restauro intonaco (?) campanile )
Don Raso fece effettuare lavori sul campanile "comportanti la perdita del più recente intonaco …". (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 33)
1960 - 1969 (decorazioni facciata )
" … la facciata della chiesa di S. Margherita venne già progettata nello stile neoclassico imperante nei primi decenni del secolo scorso. Tale facciata non venne originariamente decorata, ma lo fu solo in epoca successiva e la decorazione attualmente visibile risale quasi totalmente agli anni Sessanta quando gran parte della facciata venne addirittura scrostata e nuovamente rinzaffata." (Di Francesco, Vindemmio, 1998, p. 30)
2001 (restauro decorazioni )
Vengono eseguiti lavori di restauro dei cornicioni interni e delle parti danneggiate da infiltrazioni di acqua piovana delle decorazioni interne e della facciata principale. (n.d.c.)
2003 (restauro coro ligneo)
Sono eseguiti lavori di restauro al coro ligneo. (n.d.c.)
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