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Chiesa
Bellino
Saluzzo
chiesa
parrocchiale
San Giacomo
Parrocchia di S. Giacomo
Pianta; Coperture; Preesistenze; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi; Struttura
presbiterio - aggiunta arredo (anni 70 el XX secolo)
XIV - XIV(ampliamento intero bene e campanile); 1308 - 1308(preesistenze intero bene); 1362 - 1362(preesistenze intero bene); 1546 - 1546(preesistenza intero bene); 1578 - 1603(demolizione parziale intero bene e altari); 1603 - 1603(proprietà intero bene); 1632 - 1636(preesistenza intero bene); 1681 - 1681(preesistenza intero bene); 1723 - 1723(ristrutturazione altare Vergine del S. Rosario); 1728 - 1728(variazione d'uso intero edificio); 1744 - 1744(danneggiamenti intero bene); 1770 - 1771(incuria intero bene); 1841 - 1841(ristrutturazione altare Vergine del S. Rosario); 1852 - 1855(decorazione aula principale); 1872 - 1872(decorazione altare maggiore); 1876 - 1876(costruzione Altare della Madonna del Rosario); 1902 - 1902(sistemazione coro); 1908 - 1908(decorazione intero bene); 2012 - 2013(restauro porticato di ingresso)
Chiesa di San Giacomo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giacomo <Chiesa, Bellino>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze romanico lombarde (portale murato tra sacrestia e aula)
maestranze romanico lombarde (campanile)
maestranze romanico lombarde (capitelli, acquasantiera, frammenti lapidei)
maestranze cuneesi (costruzione dell'intero edificio)
Notizie Storiche

XIV  (ampliamento intero bene e campanile)

Verosimilmente verso il 1300 ha luogo un ampliamento della chiesa intorno all'originale nucleo limitato all'attuale cappella di S. Antonio, altro compatrono della parrocchia, in cui doveva sorgere l'ara pagana. Prima del '400 sorge anche il campanile, tutt'ora intatto nelle sue bellissime linee romaniche, che ingentiliscono l'utilizzo del "tiooure", rozza pietra calcarea del versante Sud di Bellino (Bernard, 1996, p. 216).

1308  (preesistenze intero bene)

Un documento del 1308 cita la "Parrocchia de Bellinis", ma anche documenti più tardi ordinariamente non si riferiscono al patrono limitandosi, ancora nei secoli XVII e XVIII, a citare una generica "Parroisse de Bellins" che in realtà è sotto la protezione di S. Giacomo Maggiore e di S. Filippo di Betsaida, apostoli. Verosimilmente verso il 1300 ha luogo un ampliamento della chiesa intorno all’originale nucleo limitato all’attuale cappella di S. Antonio, altro compatrono della Parrocchia, in cui poteva sorgere un'ara pagana (Bernard, 1996, p. 216). Parte dell'apparato lapideo di epoca meddievale che si conserva in opera o non nell'edificio parrebbe riconducibile, per dati di stile, alla fase trecentesca dello stesso (nota di compilazione dell'Ufficio BCE della Diocesi).

1362  (preesistenze intero bene)

Galeazzo di Saluzzo devasta la chiesa (Bernard, 1996, p. 216).

1546  (preesistenza intero bene)

Nel 1546 il vescovo De Mari, nel corso di una visita pastorale trova la chiesa spoglia e ordina di costruirvi una sacrestia e una "custodia" per contenere i sacramenti (Bernard, 1996, p. 216).

1578 - 1603 (demolizione parziale intero bene e altari)

Nel 1578 la furia calvinista stravolge il significato di questo edificio: gli altari vengono abbattuti e la chiesa trasformata in tempio protestante fino al 1603 (Bernard, 1996, p. 216).

1603  (proprietà intero bene)

Nel 1603 i missionari Cappuccini la riconsacrano inziando una difficile opera di riconversione (Bernard, 1996, p. 216).

1632 - 1636 (preesistenza intero bene)

Nel 1632 si promuove una sottoscrizione per ampliare la chiesa. Nel 1636 mons. Provana descrive la chiesa come edificio dotato di volta con due porte e tre finestre. All'estremità della volta una trave trasversale regge un crocifisso e si contano ben tre altari: quello maggiore e altri due, intitolati a S. Antonio e all'Assunta. Il fonte battesimale si trova al centro della navata e il campanile attiguio è privo di porta. In generale le condizioni sono precarie e specie la volta ha bisogno di essere subito riparata. (Bernard, 1996, p. 216).

1681  (preesistenza intero bene)

Durante una visita pastorale il vescovo Trucchi trova ancora le due porte di cui, quella principale rivolta a Nord è protetta da un portico arcuato e imbiancato mentre l'altra aperta a Ovest, è secondaria. Il fonte battesimale continua a trovarsi in centro alla chiesa (risalente al 1486 ed opera dei lapicidi Zabreri di Pagliero) e il confessionale sul lato in cui una scala sale sulla tribuna (Bernard, 1996, p. 216).

1723  (ristrutturazione altare Vergine del S. Rosario)

Arricchimento degli altari tra cui, nel 1723, quello di Notre Dame du Saint Rosaire (Bernard, 1996, p. 216).

1728  (variazione d'uso intero edificio)

Adeguandosi alle disposizioni emanate dalle autorità civili e religiose, la parrocchia di S. Giacomo pone fine, nel 1728, all'usanza di seppellire i non battezzati fuori del camposanto e i parroci defunti all'interno della chiesa: don Estienne Estienne (?) sarà l'ultimo religioso a riposare tra le mura della cappella di S. Antonio (Bernard, 1996, pp. 216-217).

1744  (danneggiamenti intero bene)

Nuova devastazione della parrocchia ad opera dei francesi subito dopo la battaglia al Colle della Battagliola del 19 luglio 1744 (Bernard, 1996, p. 217). In tale data la località di Bellino risulta già infeudata alla famiglia degli Alfazio Grimaldi, alla quale però non può essere attributo lo stemma intagliato sul pulpito ligneo, situabile stilisticamente alla fine del XVII sec. (Nota di compilazione dell'Ufficio BCE della Diocesi).

1770 - 1771 (incuria intero bene)

Durante un'altra visita pastorale mons. Rorengo di Rorà si rende conto come sia necessario dividere Bellino in due parrocchie ed autorizzare il "Quartiere Alto" a staccarsi da S. Giacomo con decorrenza immediata. Il rapporto del vescovo sulla chiesa è assai rigoroso e contiene indicazioni circa svariate modifiche e innovazioni da apportare alle finestre (ancora prive di vetri), muri e pavimento, al fonte battesimale, ai paramenti sacri, al tabernacolo di S. Antonio e alla sacrestia, pena severe sanzioni in caso di inadempienza nei limiti di tempo prefissati (Bernard, 1996, pp. 217-218). Alle prescrizioni vescovili seguono le azioni di adeguamento del battistero, come attesta la cancellata lignea risalente al 1771 ed il dipinto in esso collocato, opera del pittore saluzzese Giuseppe Toscanelli, documentato a partire dagli anni Settanta del Settecento (nota di compilazione dell'Ufficio BCE della Diocesi).

1841  (ristrutturazione altare Vergine del S. Rosario)

Ultima ristrutturazione dell'altare della Vergine del S. Rosario; presso questo altare vi era la presenza del banco riservato alla communauté o autorità comunali (Bernard, 1996, p. 217).

1852 - 1855 (decorazione aula principale)

Negli anni 1852-1855 la chiesa viene affrescata (Bernard, 1996, p. 217). L'intervento, in parte pervenutoci, è da attribuire al pittore albese Capra (nota di compilazione dell'Ufficio BCE della Diocesi).

1872  (decorazione altare maggiore)

Nel 1872 la chiesa viene dotata di venti banchi nuovi, costati lire 704,90; nello stesso anno il parroco Bertone, chiede un altro sforzo ai fedeli dai quali riceve lire 329 per far dorare l'altare maggiore (lire 220) e acquistare trenta chilogrammi di olio di noce per la lampada del Santissimo (Bernard, 1996, p. 217).

1876  (costruzione Altare della Madonna del Rosario)

Nel 1876 viene sostituito l'altare della Vergine del Rosario con quello della Madonna del Rosario, più monumentale (Bernard, 1996, p. 217).

1902  (sistemazione coro)

Nel 1902 i falegnami Bernard "Vielm" sistemano gli stalli lignei del coro (Bernard, 1996, p. 217).

1908  (decorazione intero bene)

Nel 1908 avviene il completo restauro di tutta la chiesa ad opera del pittore Ernesto Giaccone; il lavoro termina a metà novembre e costa circa 4000 lire; si tratta delle decorazioni ancora oggi in vista (Bernard, 1996, p. 217).

2012 - 2013 (restauro porticato di ingresso)

Nell'estate 2012 è stata restaurata la copertura in lose del portico di ingresso situato sul lato Ovest, nell'estate 2013 si è proceduto al restauro delle tinteggiature e dell'apparato decorativo del portico e della facciata principale (n.d.c.)
Descrizione

L'edificio come oggi si presenta consta di un porticato voltato per l'accesso principale sul fronte Ovest, di un'aula principale con volta a botte che termina con il presbiterio (innalzato di alcuni scalini rispetto all'aula) avente abside tondeggiante e frutto di un ampliamento del XVIII secolo. Lateralmente all'aula principale, in direzione Sud, si apre un'arcata ogivale eseguita con bei conci lavorati di pietra locale, dalla quale si ha accesso alla cappella di S. Antonio che contiene il fonte battesimale in pietra del XV secolo; la cappella ha una pianta a forma di poligono leggermente irregolare, mentre l'arco ogivale ingloba elementi di reimpiego dell'edificio romanico e ai lati dell'arco, posati sul pavimento vi sono altri due capitelli conservati ma non riutilizzati. Alla sinistra dell'altare c'è una portina che immette in un piccolo porticato sul quale si aprono una porta secondaria di accesso sul fronte Nord e la porta della sacrestia, che in passato era il porticato di accesso principale all'edificio, poi tamponato per utilizzarlo come locale chiuso; dietro a un grande armadio ligneo nella sacrestai è ancora visibile il portale di ingresso del periodo romanico-gotico con alcune decorazioni. Il campanile è situato all'angolo tra l'aula principale e la cappella di S. Antonio. A lato del campanile sorge una costruzione tradizionale più bassa che ospita la centrale termica. Pochi metri oltre la parete di fondo dietro l'altare si trova il cimitero del paese, uno dei pochi in zona situati ancora nel concentrico tra le case e a ridosso della chiesa.
Pianta
Navata unica con altari laterali e cappella laterale.
Coperture
L'edificio è dotato di manto di copertura in lose con orditura lignea, mentre gli ambienti interni sono delimitati da volte in muratura.
Preesistenze
Numerosi elementi lapidei (molti dei quali probabili elementi di reimpiego da strutture più antiche) sono visibili all'esterno e all'interno della struttura: capitelli, acquasantiera, tetes coupeés, figure zoomorfe, ecc.
Pavimenti e pavimentazioni
Le pavimentazioni del porticato all'ingresso Ovest, ma anche quelle della cappella laterale e della sacrestia sono in lastre di pietra locale a spacco naturale e profilo leggermente squadrato, come da tradizione costruttiva locale, mentre l'aula è pavimentata con liste di legno.
Elementi decorativi
L'impianto decorativo visibile all'interno della chiesa, affrescato o steso con la tecnica a tempera, risale agli inizi del '900.
Struttura
Le strutture murarie (muri e volte) sono portanti e realizzate in pietra e calce locali, come da tradizione costruttiva locale.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (anni 70 el XX secolo)
Si tratta di un semplice inserimento di arredo mobile per consentire al celebrante di rivolgersi di fronte all'assemblea. Di fronte al vecchio altare in muratura è stata realizzata una pedana lignea sulla quale sono stati posizionati: l'altare (semplice tavolo in legno modello anni 70 del XX secolo), l'ambone (in legno, posto a sinistra del nuovo altare), mentre non è presente nessun leggio per eventuali animatori. La sede (in legno con seduta imbottita e rivestita in tela) è posta a fianco della pedana a causa dello spazio esiguo disponibile. Nessuna richiesta formale è stata presentata per questo inserimento, nessuna progettazione ha preceduto i lavori che comunque non hanno comportato alcuna modifica agli elementi esistenti (nè quelli fissi, nè quelli mobili).
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