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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Piobesi Torinese
Torino
cappella
sussidiaria
Spirito Santo
Parrocchia di Natività di Maria Vergine
abside; presbiterio; Impianto strutturale; copertura; facciata ; Campanile; decorazioni
nessuno
1531 - 1531(preesistenza carattetere generale); 1703 - 1703(relazione parrocchiale carattere generale); 1703 - 1712(costruzione intero bene); 1716 - 1725(rifacimento campanile); 1732 - 1733(inizio lavori facciata); 1738 - 1738(costruzione portale); 1743 - 1743(costruzione altare maggiore); 1762 - 7162(inizio lavori decorazione interna); 1814 - 1814(passaggio di proprietà carattere generale); 1833 - 1833(restauro ala est)
Cappella dello Spirito Santo
Tipologia e qualificazione cappella sussidiaria
Denominazione Cappella dello Spirito Santo <Piobesi Torinese>
Altre denominazioni Cappella del Santo Spirito o di Santa Croce
Cappella dello Spirito Santo (o di Santa Croce)
Ambito culturale (ruolo)
barocco (costruzione)
Notizie Storiche

1531  (preesistenza carattetere generale)

Il primo documento che attesta l'esistenza della più antica cappella si data al 18 aprile 1531, data in cui la confraternita commissiona al pittore D. Macchiardi una tavola, oggi perduta, raffigurante la Santissima Vergine.

1703  (relazione parrocchiale carattere generale)

Già nel Seicento i confratelli iniziano a manifestare la necessità di un oratorio più ampio, finché nel 1703, in seguito alla visita del "Proposto de Castagnole et suo compagno", delegati dell'Arcivescovo di Torino Michele Antonio Vibò, si decide la demolizione della cappella e si affida la costruzione di quella nuova al Capitano Rubatto.

1703 - 1712 (costruzione intero bene)

I lavori di costruzione procedono lentamente. Nel 1711 si decide di realizzare la copertura almeno della parte di edificio finora innalzata in modo da potervi celebrare le funzioni, mentre l'8 dicembre 1712 il priore Giovanni Gariglio comunica ai confratelli di aver seguito per tutto l'anno i lavori, che tuttavia non risultano ancora conclusi.

1716 - 1725 (rifacimento campanile)

Nel 1716 il Consiglio relaziona che il piccolo campanile della cappella versa in condizioni precarie tanto da reputarsi necessaria la costruzione di una nuova torre campanaria posta a fianco della chiesa, completata nel 1717. Intanto si decide anche per la costruzione della sacrestia che risulta completa nel 1725.

1732 - 1733 (inizio lavori facciata)

Nel 1732 l'architetto Giovanni Tommaso Prunotto viene incaricato della progettazione della facciata. Il disegno (oggi perduto) viene messo in opera nel 1733 dal capomastro milanese, Carlo Maria Barelli.

1738  (costruzione portale)

Viene posizionato il portale d'ingresso opera dello scultore Pietro Carlo Tamiatti.

1743  (costruzione altare maggiore)

Nel 1743 viene commissionato al marmista Antonio Casella la realizzazione dell'altare maggiore "da costruirsi in marmi di diversi tipi, di colore vario e di certo pregio". Dello stesso anno è il contratto coi fratelli Concone di Torino per la realizzazione dell'organo.

1762 - 7162 (inizio lavori decorazione interna)

Nel 1762 viene eseguita l'intera affrescatura della chiesa ad opera del pittore Andrea Scala di Torino.

1814  (passaggio di proprietà carattere generale)

A seguito del periodo napoleonico la confraternita decise di vendere tutti i beni in suo possesso, compresa la chiesa del Santo Spirito

1833  (restauro ala est)

Una lapide, posizionata nella cappella laterale est, datata 1833 ricorda un intervento di restauro avvenuto nella stessa, forse a seguito di un'ultima fase di ampliamento.
Descrizione

L'edificio prospetta sulla piccola piazza Paracleto generata dall'allargamento di via Magenta, è anticipata da un sagrato in pendenza realizzato con una pavimentazione i ciottoli di fiume e mattoni. Collocata in pieno centro storico di Piobesi, si erge tra i fabbricati di carattere residenziale circostanti. La chiesa è a navata unica con una successione di aula, presbiterio e coro orientate a sud est. Sull'aula unica rettangolare si aprono lateralmente due cappelle. L'edificio è coperto da una volta a botte generata da un'arco leggermente ribassato, percorsa da costolonature trasversali come prolungamento delle lesene e interrotte da unghie in corrispondenza delle aperture laterali. Un'imponente cornice barocca percorre tutto il perimetro delle pareti. Il sistema di volte a botte è tirantato da catene metalliche collocate nei punti di maggiore sollecitazione. L'apparato decorativo interno è costituito da lesene con capitelli compositi, su plinti di allineamento di base semplice sormontati da trabeazioni modanate. Le superfici intonacate sono riccamente decorate con pitture murali e stucchi di gusto barocco. Sulle pareti e sulle costolonature delle volte il decoro segue un complesso programma pittorico di riproposizione di marmi, vasi di fiori e festoni. L'altare maggiore divide l'area del presbiterio da quella retrostante del coro, è una costruzione in muratura rivestita di marmi policromi. Il coro è provvisto di importanti stalli in legno intagliato il cui disegno è attribuito a B. A. Vittone. Le due cappelle laterali accolgono altari minori, coevi alla costruzione ma meno ricchi nella fattura: in legno quello posto nella cappella sud est e in stucco quello a nord ovest. Appartiene al tardo settecento anche la tribuna dell'organo in legno decorato a tempera su fondo grigio con vari soggetti. I pavimenti dell'aula sono in "bargioline", quarzite e serizzo, a taglio misto quadrato e rettangolare, mentre quelli che rivestono il piano del presbiterio sono quadrotte bicrome, gialle e grigie, apparecchiate a scacchiera. Il presbiterio è rialzato di due gradini dalla quota pavimentazione dell'aula e diviso da una balaustra in legno. Il prospetto principale, in laterizio faccia a vista, ha un andamento mosso scandito da quattro paraste che poggiano su un podio. Il registro centrale ha corrispondenza interna alla cappella con l'aula, quello superiore piu stretto, in corrispondenza della volta, è completato da un timpano curvilineo e costituisce il coronamento della struttura. Il campanile è addossato alla struttura sul lato sud est e culmina con la cella campanaria aperta sui quattro lati. Il prospetto laterale che fiancheggia via Magenta è costituito da tre tratti di muratura distinti:il primo tratto corrisponde all'aula, il secondo al presbiterio e sacrestia ed il terzo al coro. Il fianco a nord ovest è scandito da paraste e affaccia su una corte privata. La struttura del tetto è in legno ed il manto di copertura in coppi. In questa cappella si celebra in occasione del Natale e della Pasqua.
abside
Con pianta rettangolare, profonda, decorata a trompe l'oeil a simulare un'abside semicircolare, accoglie il coro.
presbiterio
L'area presbiteriale è ben definita dal piano di pavimentazione elevato e dalla presenza di una balaustra in legno. L'altare storico monumentale è l'unico esistente nella chiesa. Non si rilevano altri arredi.
Impianto strutturale
L'edificio è realizzato in muratura portante di laterizio. Il sistema di copertura degli ambienti interni è costituito dalla concatenazione di volte in mattoni intonacate, a botte
copertura
Tetto a due falde e testa a padiglione in corrispondenza del volume dell'abside. La struttura del tetto è realizzata con orditura primaria e secondaria in legno e con manto di copertura in coppi.
facciata
Tetto a due falde e testa a padiglione in corrispondenza del volume dell'abside. La struttura del tetto è realizzata con orditura primaria e secondaria in legno e con manto di copertura in coppi. In legno a due battenti, realizzato nel 1738 dallo scultore Pietro Carlo Tamiatti
Campanile
Realizzato nel 1716, il campanile è addossato alla struttura sul lato sud est, realizzato con muratura in laterizio a vista, conserva una finitura ad intonaco solo sulla parte sommitale della cella campanaria. Ripartito su tutto lo sviluppo in altezza da una successione di superfici sottosquadro sulle quali sono collocate aperture di differenti ampiezze. Cilmina con un tetto in legno ed il manto in coppi.
decorazioni
Pitture murali interne realizzate con tecnica ad affresco realizzate nel 1762 dal pittore Andrea Scala
Adeguamento liturgico

nessuno
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