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San Martino
Arco
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Martino
Parrocchia di San Martino
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1972); presbiterio - aggiunta arredo (1974-1975)
III - IV(preesistenze intorno); VIII - XI(costruzione intero bene); XIV - XIV(decorazione interno); 1575 - 1582(ampliamento intero bene); 1708 - 1708(tinteggiatura interno); 1791 - 1791(ristrutturazione intero bene); 1870 - 1870(esterno ristrutturazione); 1895 - 1895(restauro interno); 1922 - 1925(restauro interno); 1922 - 1928(ristrutturazione e ampliamento intero bene); 1953 - 1953(ristrutturazione coperture); 1953/09/12 - 1953/09/12(erezione a parrocchia carattere generale); 1954 - 1954(rifacimento pavimentazione); 1972 - 1978(ristrutturazione intero bene); 1980 - 1989(ristrutturazione intero bene); 1998 - 1998(ristrutturazione esterno)
Chiesa di San Martino
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Martino <San Martino, Arco>
Altre denominazioni S. Martino
Autore (ruolo)
Caproni, Giuseppe (progetto portale maggiore)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

III - IV (preesistenze intorno)

Secondo una leggenda, la prima chiesa di San Martino sarebbe sorta sui resti di un tempio pagano dedicato a Diana, dea della caccia, risalente al III-IV secolo d.C. Tale ipotesi troverebbe conferma nel toponimo "al pè del cervo", che identifica la zona a nord-ovest della chiesa. Ritrovamenti archeologici testimoniano la presenza di un sepolcreto romano nella zona.

VIII - XI (costruzione intero bene)

Una prima chiesa venne costruita da monaci benedettini francesi stabilitisi qui intorno all'VIII-IX secolo; sarebbe databile al 1000 una porzione di muro lungo la parete nord dell'edificio attuale, che fa corpo con la vecchia sacrestia.

XIV  (decorazione interno)

Nell'ultimo quarto del Trecento l'interno della chiesa venne affrescato da pittori giotteschi di area veronese.

1575 - 1582 (ampliamento intero bene)

Tra il 1575 (data leggibile su di una pietra angolare esterna sul lato sud del presbiterio) e il 1582 (data tracciata su uno dei mattoni del soffitto), la chiesa venne ampliata a sud e ad est, mantenendo integra la parete nord. Vennero aperti due ingress sul fianco sud e venne chiuso quello a nord; la navata venne divisa in due campate da arcate a pieno centro in pietra. A quest'epoca risale anche il campanile.

1708  (tinteggiatura interno)

La visita pastorale del 1708 ordinò di imbiancare la parete settentrionale, macchiata dall'umidità.

1791  (ristrutturazione intero bene)

Una nuova tinteggiatura della chiesa venne eseguita nel 1791, insieme al rifacimento della vetrata dell'oculo in facciata e al ripasso delle croci di conscrazione.

1870  (esterno ristrutturazione)

Su progetto del geometra Giuseppe Caproni di Massone, una volta trasferito il cimitero a nord della chiesa (nel 1861), venne chiuso uno dei due ingressi a sud e realizzato con le pietre di recupero un nuovo portale sulla facciata. Al posto dell'ingresso chiuso a sud, si aprì una finestra.

1895  (restauro interno)

Verso il 1895 vennero casualmente scoperti gli affreschi trecenteschi della parete nord e si provvide alla loro messa in luce da parte di due fratelli tedeschi, dilettanti pittori, frequentatori della zona di Arco, dove avevano una villa.

1922 - 1925 (restauro interno)

Sollecitato il nuovo Soprintendente Giuseppe Gerola, gli affreschi vennero restaurati a partire dal 1922, inizialmente da Domenico Brizzi di Assisi e, dopo una pausa di alcuni anni per mancanza di fondi, dal nipote Tullio Brizzi, che concluse il lavoro nel 1925.

1922 - 1928 (ristrutturazione e ampliamento intero bene)

Per cura del nuovo Soprintendente Giuseppe Gerola, gli affreschi vennero restaurati a partire dal 1922, inizialmente da Domenico Brizzi di Assisi e, dopo una pausa di alcuni anni per mancanza di fondi, dal nipote Tullio Brizzi, che concluse il lavoro nel 1925. A partire dal mese di luglio del 1923 la ditta Federico Bontempi di Arco provvide ai lavori di ristrutturazione più generali, che coinvolsero le coperture e la struttura muraria, continuando poi con la tinteggiatura interna e il ripristino del colore naturale alla struttura del tetto, in precedenta imbiancata. Francesco Giustiniani di Roma decorò a tempera la volta del presbiterio e l'arco santo (le pitture vennero rimosse nel 1972). Nello stesso anno venne ristrutturato il campanile, dotato di nuove campane. Nel 1924 infine venne ampliata la chiesa dietro il presbiterio antico, ricavando un ambiente per il coro ad est e una sacrestia più grande a nord. Nel 1928 si concluse l'ampliamento, con l'aggiunta di un ulteriore vano sul l

1953  (ristrutturazione coperture)

Nel 1953 vennero eseguiti urgenti lavori di riparazione al tetto della chiesa e di rifacimento del castello campanario.

1953/09/12  (erezione a parrocchia carattere generale)

Sempre nel 1953, il 12 settembre, la curazia di San Martino venne elevata a parrocchia.

1954  (rifacimento pavimentazione)

Nel 1954 venne rifatto il pavimento, realizzato in mattonelle quadrate di pietra rossa e bianca.

1972 - 1978 (ristrutturazione intero bene)

Con l'occasione dell'adeguamento liturgico del presbiterio, nel 1972 vennero eseguiti nuovi lavori di ristrutturazione: il rifacimento della pavimentazione di presbiterio, coro e sacrestia (ditta fratelli Bonvecchio di Ravina e Martino Bresciani di Arco), il risanamento e consolidamento degli intonaci, la riparazione e impermeabilizzazione del tetto, riparazione e sostituzione delle vetrate (Poliarte di Verona), la tinteggiatura esterna e interna (ditta Luigi Tomasi di Trento), il rinnovo dell'impianto elettrico. Nel 1978 venne sostituito l'impianto di riscaldamento.

1980 - 1989 (ristrutturazione intero bene)

Negli anni Ottanta vennero elettrificate le campane, venne sostituito il generatore d'aria calda e rifatto l'impianto di diffusione audio.

1998  (ristrutturazione esterno)

Nel mese di gennaio del 1998 vennero eseguiti dalla ditta Angelini Remo di Arco lavori di rifacimento delle coperture e degli intonaci esterni, su progetto dell'architetto Campetti.
Descrizione

La chiesa di San Martino, orientata ad est, sorge isolata, a fianco del suo cimitero, sul colle che sovrasta l'omonima frazione, detto "el dos de l'oselera", circondata dagli ulivi e serrata tra una fila di cipressi. Secondo la tradizione, una prima costruzione venne eretta da una comunità di monaci benedettini francesi, arrivati ad Arco nell'VIII-IX secolo, presso l'abitato di Preioi (o Priole), documentato dalle fonti, ma di cui oggi non resta traccia, sulla strada per Troiana. L'edificio attuale, che conserva pregevoli affreschi dell'ultimo quarto del Trecento sulla parete nord, venne ampliato a sud e ad est nella seconda metà del XVI secolo. Presenta una facciata a capanna ritmata da due cornici orizzontali, con portale a due spioventi e oculo, il campanile quadrangolare innestato sulla sinistra e un ingresso laterale sul lato destro. All'interno, la navata è divisa in due campate da un'arcata a pieno centro in pietra a vista, mentre una seconda arcata simile separa la navata dal presbiterio, elevato di un gradino. Questo è concluso da un'abside poligonale, comunicante sul fondo con un ambiente a pianta rettangolare, con funzione di coro, aperto negli anni Venti del Novecento alterando irreparabilmente la forma originaria della sttruttura.
Pianta
Navata a pianta rettangolare irregolare, con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare concluso da abside poligonale, comunicante sul lato est con un ambiente a pianta quadrangolare.
Facciata
Facciata a capanna intonacata e tinteggiata, ritmata da due cornici orizzontali in pietra. Portale a luce centinata con frontone a due spioventi, sormontato da oculo.
Prospetti
Fiancata sinistra cieca, caratterizzata dall'innesto del campanile e dai volumi emergenti della vecchia e nuova sacrestia e dell'ambiente per la "schola cantorum". Fiancata destra caratterizzata da quattro monofore centinate con cornice in pietra, leggermente strombate, due in navata, una nel presbiterio e una nell'ambiente per il coro. Finiture a intonaco tinteggiato e conci angolari in pietra a vista.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare con finiture in pietra a vista. Cella campanaria delimitata in alto e in basso da cornici bombate, illuminata da una monofora a tutto sesto per ogni lato. Tetto a quattro falde.
Struttura
Strutture portanti verticali in muratura in pietrame. Strutture di orizzontamento: tetto a due spioventi con travature in legno e mattoni a vista nella navata, presbiterio e abside coperti da volta a crociera (tripartita nel secondo caso). L'ambiente che conclude la chiesa ad est è coperto da un soffitto piano.
Coperture
Manto di copertura in coppi sia per la chiesa che per il campanile.
Interni
Interno ad unica navata, divisa in due campate da un'arcata a pieno centro; un ingresso laterale si trova sulla fiancata destra. Una seconda arcata in pietra separa la navata dal presbiterio rettangolare, elevato di un gradino e illuminato da una monofora sul lato destro. Abside poligonale, in comunicazione con un ambiente di servizio a pianta quadrangolare, sul lsto est, mediante un cancello dal profilo centinato, in ferro battuto. Finiture a intonaco tinteggiato, ove non siano presenti affreschi.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento della navata in mattonelle in pietra calcarea disposte in diagonale; pavimento del presbiterio a quadrotte di pietra calcarea bianche e rosse, disposte in corsi diagonali.
Elementi decorativi
La parete sinistra della navata è decorata da riquadri affrescati, disposti su due registri.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1972)
L'adeguamento liturgico è parzialmente attuato con accostamento di elementi eterogenei, in parte di recupero e in parte di nuova realizzazione: al centro del presbiterio storico, l'altare verso il popolo è fisso, in pietra, a quattro fronti, dotato di una propria predella e riutilizza la mensa dell'altare storico (realizzato nel 1954, rimosso dalla sua sede originaria e smembrato nel 1972. La custodia eucaristica è il tabernacolo in marmo dell'antico altare maggiore smembrato, posto su di una mensola sulla parete nord-est del presbiterio. Le balaustre, sempre del 1954, sono andate distrutte.
presbiterio - aggiunta arredo (1974-1975)
Un leggio in legno di cirmolo scolpito, opera di Giacomo Vincenzo Müssner di Ortisei del 1974, posto nei pressi dell'arco santo, sulla sinistra, funge da ambone; lo stesso artista ha realizzato nel 1975 il portacero-porta candele in legno di cirmolo scolpito, posto a fianco dell'altare verso il popolo. La sede è una sedia addossata alla parete sud-est del presbiterio, realizzata in legno, con un imponente schienale cuspidato.
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