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Arco
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Maria Assunta
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1990)
IV - IX(fondazione intero bene); IX - 1613(preesistenze intorno); 1144/11/30 - 1144/11/30(menzione intero bene); 1429 - 1430(preesistenze intero bene); 1537 - 1613(fase preliminare intero bene); 1613/01/23 - 1613/11/07(inizio lavori intero bene); 1613/11/07 - 1628/08/15(costruzione intero bene); 1630 - 1642(interruzione lavori intero bene); 1642 - 1642(demolizione intorno); 1655 - 1655(costruzione campanile); 1660 - XVII(demolizione campanile vecchio); 1662 - 1668(costruzione volta); 1668 - 1669(messa in opera coperture); 1669 - 1669(decorazione intero bene); 1671/05/15 - 1671/05/15(consacrazione intero bene); 1673 - 1709(costruzione campanile a vela); 1696 - 1696(riparazione coperture); 1700 - 1700(riparazione pavimentazione); 1711 - 1711(riparazione coperture); 1719 - 1762(tinteggiatura intero bene); 1774 - 1776(costruzione tribune presbiterio); 1804 - 1804(rifacimento della cupola campanile); 1821 - 1823(posa pavimentazione); 1843 - 1844(demolizione carattere generale); 1859 - 1859(rifacimento volta navata); 1865 - 1865(restauro intero bene); 1890 - 1890(progetto di costruzione secondo campanile); 1922 - 1922(decorazione intero bene); 1950 - 1950(ampliamento ingresso facciata); 1985 - 1991(restauro intero bene)
Chiesa di Santa Maria Assunta
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta <Arco>
Altre denominazioni ASSUNZIONE
S. Maria Assunta
Autore (ruolo)
Filippi, Giovanni Maria (progetto)
Grani, Domenico (costruzione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze veronesi (costruzione)
architettura rinascimentale (costruzione)
Notizie Storiche

IV - IX (fondazione intero bene)

Si hanno scarse notizie circa la fondazione della collegiata di Arco, cui la critica ha tentato di supplire con alcune congetture. Se da un lato si ipotizza che la pieve di Arco rientri nel novero delle trenta chiese fatte costruire nei nel IV secolo da San Vigilio (incerta), dall'altro si ritiene, forse con maggior fondamento, che essa trasse origine dalla Regola Canonicale prescritta ai chierici nel IX secolo.

IX - 1613 (preesistenze intorno)

La chiesa medievale, che secondo la tradizione sorgeva sulle rovine di un tempio pagano dedicato al dio Saturno, aveva orientamento est/ovest, si sviluppava su una pianta rettangolare, era fornita di sei altari, aveva un campanile e presentava un portico in facciata. Sul lato nord si trovava una piazza, mentre sugli altri lati il tempio era circondato da un cimitero, nel quale si trovavano le cappelle di Sant'Antonio e di San Michele Arcangelo. A quest'ultima apparterrebbe la cripta affrescata ritrovata sotto il presbiterio dell'attuale chiesa durante i restauri condotti tra il 1985 e il 1990. Entrambe le cappelle, documentate "in Cimitero S. Mariae de Archo" dagli atti visitali del 1537 e del 1580, furono abbattute nel corso dei lavori di edificazione della nuova collegiata, avviati nel 1613.

1144/11/30  (menzione intero bene)

La pieve di Santa Maria Assunta viene menzionata per la prima volta in una sentenza del vescovo di Trento Altemanno, pronunciata il 30 novembre 1144.

1429 - 1430 (preesistenze intero bene)

Tra il 1429 e 1430 furono compiuti alcuni interventi di restauro che riguardarono in particolare il tetto della sacrestia e il cimitero circostante la chiesa.

1537 - 1613 (fase preliminare intero bene)

Negli atti della visita pastorale del 1537 i visitatori vescovili testimoniano lo stato fatiscente della fabbrica medievale e documentano le esortazioni da loro fatte ai signori locali e al popolo, affinché si prodigassero per costruire una nuova chiesa. L'idea maturò lentamente e solo in occasione della visita pastorale del 1581 si definì un piano di accumulo di capitali di sette anni, finalizzato al finanziamento della nuova fabbrica. La risoluzione definitiva della popolazione del contado arrivò nel 1607, quando le frazioni di Oltresarca, San Martino, Massone e Bolognano accettarono una tassazione per la erigenda chiesa collegiata. La chiesa medievale fu visitata un'ultima volta nel 1613, lo stesso anno in cui fu demolita per far posto alla nuova fabbrica.

1613/01/23 - 1613/11/07 (inizio lavori intero bene)

Con decreto vescovile del 23 gennaio 1613 il principe vescovo trentino Carlo Gaudenzio Madruzzo autorizzava la demolizione dell'antica pieve e la costruzione della nuova chiesa collegiata. Il documento prevedeva che i lavori avessero inizio entro tre mesi dalla sua promulgazione. Un primo progetto di chiesa a tre navate, elaborato dall'architetto veronese Domenico Grani, venne infine rifiutato a vantaggio di quello fornito da Giovanni Maria Filippi, architetto originario di Dasindo (Trento), ma attivo alla corte rudolfina di Praga fin dal 1602. La posa della prima pietra avvenne il 7 novembre 1613. Nonostate il progetto del Grani fosse stato rifiutato, lo scalpellino e architetto rimase comunque attivo nel cantiere della collegiata almento fino al 1626.

1613/11/07 - 1628/08/15 (costruzione intero bene)

Tra il novembre del 1613 e l'agosto del 1628 vennero realizzati il presbiterio e parte della navata (all'altezza della terza arcata si trova inciso nella muratura il millesimo 1628), che proprio da quell'anno iniziarono ad essere officiati, probabilmente grazie all'installazione di una copertura provvisoria. Il 15 agosto 1628, in occasione della festa dell'Assunzione di Maria, si tenne la prima messa solenne, celebrata dall'arciprete di Arco.

1630 - 1642 (interruzione lavori intero bene)

La peste del 1630, che causò circa tremila vittime nel solo contado di Arco, determinò una battuta d'arresto nel cantiere della collegiata. I lavori ripresero attorno al 1642.

1642  (demolizione intorno)

Per far posto alla fabbrica della nuova chiesa nel 1642 circa fu demolita la casa canonica, residenza dell'arciprete e del "collegium" della pieve, che sorgeva sulla piazza antistante la chiesa, nel luogo in cui oggi si trova la fontana del Mosè.

1655  (costruzione campanile)

Sulla base del confronto con la chiesa di Santa Maria della Vittoria di Praga (già della Trinità), costruita da Giovanni Maria Filippi tra il 1609 e il 1613, si ritiene comunemente che il progetto originario della nuova collegiata prevedesse la realizzazione di due torri campanarie gemelle. Tuttavia, mentre la prima fu ultimata nel 1655, la costruzione della seconda non fu mai intrapresa.

1660 - XVII (demolizione campanile vecchio)

I libri dei conti della fabbrica della collegiata testimoniano che il campanile dell'antica chiesa rimase in piedi almeno fino al 1660, quando le campane furono trasportate nella nuova torre campanaria. La sua demolizione seguì in epoca imprecisata, ma probabilmente entro la fine del XVII secolo.

1662 - 1668 (costruzione volta)

La volta in tufo venne costruita tra il 1662 e il 1668.

1668 - 1669 (messa in opera coperture)

Tra il 1668 e il 1669 fu realizzata la copertura in coppi della chiesa e furono messi in opera i canali di gronda.

1669  (decorazione intero bene)

Nel 1669 il pittore di Riva Giovanni Antonio Italiani eseguì la decorazione a fresco dei fregi dei cornicioni marcapiano interno ed esterno della chiesa. Come compenso per tali opere all'artista furono corrisposti 355 troni.

1671/05/15  (consacrazione intero bene)

La nuova chiesa collegiata di Santa Maria Assunta venne consacrata il 15 maggio 1671 dal principe vescovo di Trento e Bressanone Sigismondo Alfonso Thun.

1673 - 1709 (costruzione campanile a vela)

Nel 1673 venne costruito il campanile a vela posto sul lato est del presbiterio, la cui campana, fusa nel 1709 da Franco di Maria, chiamava i canonici della collegiata alla preghiera comune.

1696  (riparazione coperture)

Da sempre il tetto della chiesa diede numerosi problemi a causa delle infiltrazioni d'acqua. Un primi intervento di riparazione fu eseguito già nel 1696.

1700  (riparazione pavimentazione)

Nel 1700 fu riparato il pavimento del coro e della navata.

1711  (riparazione coperture)

Il tetto fu nuovamente riparato nel 1711 dai fabbri "voltacoppi" Francesco Galassi di San Martino e Francesco Francesconi di Massone.

1719 - 1762 (tinteggiatura intero bene)

Nel 1719 il maestro Mauro Bachiochi, originario di Conobio Milanese, eseguì il restauro degli intonaci e la tinteggiatura della chiesa e delle sacrestie. La chiesa fu nuovamente tinteggiata nel 1762.

1774 - 1776 (costruzione tribune presbiterio)

Nel 1774, in seguito alla demolizione dell'altare maggiore e alla sopraelevazione del presbiterio, i conti d'Arco, storici signori locali, avanzarono la richiesta di poter sopraelevare anche i loro banchi, causando le proteste del popolo, cui veniva così oscurata la vista sul presbiterio. Ne nacque la cosiddetta "questione dei banchi", che coinvolse non solo la popolazione ma anche il capitolo della chiesa, che per protesta abbandonò il presbiterio e si mise ad officiare sull'altare del Santissimo Sacramento. La controversia si risolse solo nel 1776 grazie alla mediazione di monsignor Francesco Santoni, che suggerì la costruzione delle due tribune affacciate sul presbiterio tutt'ora in loco.

1804  (rifacimento della cupola campanile)

Nel 1804 venne rifatta la cipolla del campanile. L'esecuzione venne commissionata al lattoniere roveretano Baldessarre Conta, che fornì anche il rame.

1821 - 1823 (posa pavimentazione)

Tra il 1821 e il 1823 venne posato il pavimento a quadrotte bianche, rosse e gialle tutt'ora in opera. Le mattonelle vennero fornite dai tagliapietra castionesi Domenico Piazza e Giovanni Sartori, che si impegnarono a consegnarne annualmente tre carri per colore a metà quaresima. Lo scavo preliminare venne condotto da Antonio e Bonaparte Angelini, mentre la messa in opera spettò a Vittore Donegani.

1843 - 1844 (demolizione carattere generale)

Nel 1843 l'Ospedale, il Municipio e l'Arciprete di Arco acquistarono il terreno del conte Antonio d'Arco Cheppio situato fuori le mura, tra porta San Pietro e porta Scaria. In seguito a tale acquisto furono in gran parte demolite le mura meridionali della città, distrutto il casale che congiungeva l'ospedale alla chiesa, liberate le sacrestie, appianati i cimiteri e ridotto a piazza l'orto dei canonici. La chiesa così isolata assunse quindi l'attuale assetto urbanistico. I resti cimiteriali furono allora accumulati negli spazi sotterranei della chiesa, fino a riempirli quasi completamente.

1859  (rifacimento volta navata)

Nel 1859 si decise di intervenire sulla volta della navata, che da molto tempo destava preoccupazione per le frequenti cadute di materiale, nonché per le crepe che si erano aperte in corrispondenza della quarta arcata. L'intervento effettuato consistette nella demolizione dei setti murari che sostenevano la copertura in corrispondenza del quarto pilastro e nella loro sostituzione con due capriate.

1865  (restauro intero bene)

Nel 1865 l'impresa Giovanni Battista Erbisti eseguì un restauro generale della chiesa che consistette, in particolare, nella reintonacatura dell'avvolto, nella pulitura degli apparati lapidei e del fregio del cornicione marcapiano interno e nella tinteggiatura della chiesa. La medesima ditta eseguì, inoltre, alcuni interventi di riparazione del tetto e dei canali di gronda.

1890  (progetto di costruzione secondo campanile)

Nel 1890 l'ingegnere Emilio Paor presentò un progetto per il completamento della collegiata che prevedeva la realizzazione di un'abside, mancante nel progetto del Filippi perché originariamente la chiesa era addossata alle mura meridionali della città, e la costruzione della seconda torre campanaria. Paor aveva previsto, inoltre, il coronamento di entrambi i campanili con delle guglie ottagonali. Tale progetto non fu attuato a causa del mancato reperimento dei fondi necessari.

1922  (decorazione intero bene)

Nel 1922, a conclusione degli interventi di riparazione dei danni provocati dalla prima guerra mondiale, il pittore romano Eugenio Cisterna predispose i disegni per la decorazione a finti cassettoni della volta del presbiterio e di quelle delle cappelle laterali, la cui esecuzione venne assegnata ad un non meglio precisato pittore Bontempi. Tale intervento era stato sconsigliato dall'allora responsabile dell'Ufficio Belle Arti di Trento, Giuseppe Gerola.

1950  (ampliamento ingresso facciata)

L'ingresso principale venne ampliato nel 1950.

1985 - 1991 (restauro intero bene)

Tra il 1985 e il 1991 la chiesa fu interamente restaurata. Gli interventi riguardarono, in particolare, il risanamento delle strutture portanti, il totale restauro delle coperture, la sostituzione della lamiera metallica della cipolla del campanile, la pulitura e il consolidamento degli apparati lapidei e pittorici.
Descrizione

La collegiata di Santa Maria Assunta di Arco, la cui fondazione si colloca tra il IV e il IX secolo, viene menzionata per la prima volta in un documento del 1144. Nulla si è conservato dell'edificio medievale, che fu demolito nel 1613 per far posto all'attuale fabbrica progettata dall'architetto imperiale Giovanni Maria Filippi. La chiesa, orientata a sud e originariamente addossata alle mura meridionali della città di Arco, si sviluppa su una pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale su cui si affacciano otto cappelle simmetriche ed è conclusa da un presbiterio rettangolare, rialzato su cinque gradini. La facciata, rinserrata tra pilastri angolari digradanti, è articolata su un doppio ordine di paraste (tuscaniche e ioniche), inquadranti in basso un portale architravato e in alto un finestrone a luce rettangolare stretto tra volute cedenti e sormontato da un frontone curvilineo; in cima al tutto insiste un frontone triangolare, modanato, rialzato rispetto al livello del tetto, cimato da pinnacoli. Delle due torri campanarie previste dal progetto del Filippi venne realizzata solo quella innestata sull'angolo nord-ovest della facciata. Il campanile, a pianta quadrata, presenta una cella campanaria illuminata da quattro bifore e una copertura a cipolla, circondata da obelischi con sfere apicali disposti in angolo. I prospetti laterali, gradonati, sono scanditi da sette contrafforti culminanti in volute cedenti. In corrispondenza di ogni campata si aprono finestre a lunetta sormontate da due ordini di oculi, ovali e circolari, mentre al centro delle fiancate si aprono due ingressi secondari gemelli. Ai lati del presbiterio sono riconoscibili, inoltre, i volumi delle due sacrestie, ciascuna dotata di un ingresso indipendente, rialzato rispetto al livello stradale e raggiungibile tramite scale a doppia rampa. Il fronte sud, liscio, è centrato da un'ampia finestra termale ed è coronato da un frontone modanato cimato da pinnacoli. L'articolazione della facciata e dei prospetti laterali è unificata da un cornicione marcapiano modanato, percorso da un fregio dipinto a triglifi e metope; un analogo cornicione svolge la funzione unificatrice degli interni.
Pianta
Pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, lungo la quale si aprono otto cappelle a pianta rettangolare, simmetriche. Presbiterio rettangolare.
Facciata
La facciata, serrata tra possenti pilastri angolari digradanti, si articola su due ordini di sei paraste, tuscaniche nel livello inferiore e ioniche in quello superiore. I due ordini sono ripartiti da un cornicione modanato percorso da un fregio dipinto a triglifi e metope. In basso al centro si apre il portale maggiore, architravato, sormontato da una nicchia centinata ospitante la statua della Madonna. In alto al centro si dispone un finestrone a luce rettangolare, stretto tra volute a ricciolo cedenti e cimato da frontone curvilineo eminente. Cornicione sommitale modanato, lievemente eminente in corrispondenza delle paraste, sormontato da frontone triangolare, modanato, rialzato rispetto al livello del tetto, centrato da oculo e cimato da un pinnacolo.
Prospetti
Prospetti laterali gradonati, scanditi da sette contrafforti culminanti in volute cedenti, raccordati a media altezza da un cornicione modanato percorso da un fregio dipinto a triglifi e metope. Finestre a lunetta si aprono nel livello inferiore, in corrispondenza di ogni campata; ad esse si sovrappongono due ordini di oculi, ovali e circolari. In corrispondenza del settore tra la seconda e la terza campata si aprono due ingressi secondari gemelli, con portali preceduti da scalinate di cinque gradini. Ai lati del presbiterio sono riconoscibili i volumi della sacrestia nuova e di quella dei canonici, a due piani, entrambe dotate di accessi indipendenti, rialzati rispetto al livello della strada e raggiungibili tramite scale a doppia rampa. Sul lato est, in corrispondenza della quarta campata, si colloca la scalinata d'accesso alla cripta. Fronte sud centrato da meridiana dipinta e caratterizzato da un'ampia finestra termale, concluso in alto da un frontone modanato, cimato da pinnacoli.
Campanile
Torre campanaria a pianta quadrangolare, definita da conci angolari, innestata sul lato ovest della facciata. Cella campanaria interamente finita in pietra a vista, illuminata sui quattro lati da bifore centinate con colonnina centrale. Cornicione sommitale modanato, cimato da quattro obelischi con sfere apicali, disposti in angolo. Copertura a cipolla.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame finita a intonaco; zoccolo perimetrale e contrafforti in pietra a vista. Strutture di orizzontamento: navata, presbiterio e cappelle laterali coperti da volte a botte in tufo.
Coperture
Navata e presbiterio: tetto a due falde con struttura in legno e manto di copertura in coppi. In corrispondenza dell'angolo sud-est del presbiterio si erge un campaniletto a vela con luce centinata e tetto a quattro spioventi con manto in coppi. Campanile: cupolino a cipolla con manto di copertura in lamiera metallica.
Interni
Navata ritmata da paraste tuscaniche, tra le quali si aprono arcate a pieno centro inquadranti le cappelle laterali. Nel settore tra la seconda e la terza campata si aprono due accessi secondari. Cinque gradini precedono il presbiterio, sul quale si affacciano due tribune gemelle. Cornicione marcapiano modanato, percorso da fregio dipinto a triglifi e metope, eminente in corrispondenza delle paraste, interrotto in corrispondenza dell'arcata in controfacciata. Finiture interne a intonaco tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
Navata: quadrotte in pietra bianche, rosse e gialle, disposte a formare motivi lineari. Presbiterio: quadrotte in pietra bianche, rosse e gialle, disposte a formare motivi a scacchiera.
Elementi decorativi
Cornicione marcapiano percorso da fregio a triglifi e metope eseguito a fresco. Volte del presbiterio e delle cappelle laterali recanti motivo a cassettoni con rosette eseguito a tempera.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1990)
Adeguamento liturgico attuato in forma provvisoria, limitatamente all'altare al popolo e all'ambone. Il progetto, elaborato dall'artista Renato Ischia, ha ricevuto l'approvazione dell'ufficio Arte Sacra dell'Arcidiocesi di Trento. Al centro del presbiterio storico, a raso pavimento, è stata collocata una mensa al popolo in legno, di tipo ad ara, recante frontalmente una croce aggettante. L'ambone, posizionato all'altezza dell'arco santo, ha un parapetto in legno ed è abbellito da un bassorilievo con l'annunciazione, realizzato in gesso dipinto. Le balaustre sono state rimosse e reimpiegate come recinzione delle cappelle quarta a sinistra e terza a destra. Come sede viene impiegato uno stallo del coro storico. La custodia eucaristica permane tutt'ora nel tabernacolo del quarto altare a destra.
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