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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Chizzola
Ala
Trento
chiesa
sussidiaria
S. Cecilia
Parrocchia di San Nicolò
Pianta; Prospetti; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1977)
XII - XIII(costruzione intero bene); XIII - XIII(decorazione interno); XV - XV(ampliamento (?) intero bene); 1487 - 1487(variazione d'uso intero bene); 1636 - 1636(ristrutturazione esterno); 1683 - 1683(ristrutturazione pavimento); 1708 - 1708(ristrutturazione interno); 1750 - 1750(ristrutturazione intero bene); 1839 - 1839(ristrutturazione intero bene); 1903 - 1903(tinteggiatura intero bene); 1915 - 1918(variazione d'uso intero bene); 1923 - 1923(ristrutturazione intero bene); 1923/04/25 - 1923/04/25(benedizione intero bene); 1962 - 1962(restauro interno); 1976 - 1977/07/15(restauro intero bene)
Chiesa di Santa Cecilia
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Santa Cecilia <Chizzola, Ala>
Altre denominazioni S. Cecilia
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

XII - XIII (costruzione intero bene)

La chiesetta di Santa Cecilia risale presumibilmente al XII-XIII secolo; era forse legata ad un ospizio per pellegrini e forse custodita per un periodo da eremiti.

XIII  (decorazione interno)

Tra primo e secondo decennio del XIV secolo il catino absidale, l'arco santo e le pareti laterali vennero affrescati da un pittore di area veronese, tradizionalmente chiamato "Maestro di Chizzola", operante anche nel duomo di Trento.

XV  (ampliamento (?) intero bene)

Dall'iscrizione murata sopra il portale d'ingresso, datata dagli studiosi al XV secolo, si può ipotizzare che il primo edificio venne modificato, probabilmente ampliato e sopraelevato, nel Quattrocento, forse per volere del principe vescovo Giovanni Hinderbach (1465-1486), che è da alcuni ritenuto il "JOANNES SANCTAE TRIDENTINAE ECCLESIAE INDIGNUS ARCHIPRESBITER" promotore dei lavori.

1487  (variazione d'uso intero bene)

Alcuni graffiti tracciati nell'abside testimoniano che durante la guerra veneto-tirolese, dopo la battaglia di Calliano (10 agosto 1487), la chiesa era occupata da soldati veneti.

1636  (ristrutturazione esterno)

La visita pastorale del 1636 ordinò lavori di ristrutturazione al parato murario esterno.

1683  (ristrutturazione pavimento)

La visita pastorale del 1683 ordinò lavori di ristrutturazione al pavimento della chiesa.

1708  (ristrutturazione interno)

La visita pastorale del 1708 ordinò la sostituzione dei vetri di due finestre e la tinteggiatura.

1750  (ristrutturazione intero bene)

La visita pastorale del 12 maggio 1750 ordinò la riparazione del tetto e della porta e la chiusura delle finestre mediante vetri.

1839  (ristrutturazione intero bene)

In seguito alla visita pastorale alla chiesa fatta su indicazione vescovile dal decano di Mori il 4 settembre 1839, si ordinò la riparazione del tetto e del pavimento.

1903  (tinteggiatura intero bene)

Nel 1903 la chiesa "venne ricoperta all'esterno con intonaco nuovo e [...] tinta nelle sue pareti di mezzogiorno e sera con un rosso vinaccia".

1915 - 1918 (variazione d'uso intero bene)

Durante la prima guerra mondiale la chiesa venne occupata dai soldati italiani, che la usarono come luogo di osservazione, ricovero e bivacco militare, causandole furti, manomissioni e danni.

1923  (ristrutturazione intero bene)

Da gennaio ad aprile del 1923 vennero eseguiti i lavori di ristrutturazione dell'edificio necessari dopo l'occupazione militare (riparazione del tetto, rifacimento delle porte, stuccature e tinteggiatura).

1923/04/25  (benedizione intero bene)

Al termine dei lavori, la chiesa venne benedetta dal curato di Chizzola don Cesare Viesi il 25 aprile 1923.

1962  (restauro interno)

Nel 1962 la Soprintendenza ai monumenti e gallerie per le province di Trento e Bolzano, per interessamento di Nicolò Rasmo, provvide al restauro di parte degli affreschi, eseguito dal pittore Andreani di Trento e finanziato dalla Regione.

1976 - 1977/07/15 (restauro intero bene)

Un generale restauro dell'edificio, che coinvolse sia la struttura che le decorazioni, avvenne dall'aprile 1976 al 15 luglio 1977. I lavori furono eseguiti dall'imprenditore edile Luigi Pasqualini di Pilcante e dal carpentiere in legno Giorgio Feller di Besenello. Il restauro degli affreschi fu affidato a Pierpaolo Cristani di Verona-Quinzano.
Descrizione

La chiesetta di Santa Cecilia, edificata forse tra XII e XIII secolo in stile "romanico alpino", è orientata ad est e si trova nell'omonima località, circondata da un prato delimitato da un muretto, dove un tempo era il cimitero. Presenta una semplice facciata a capanna, campaniletto a vela sul fianco destro e abside semicircolare, con paramento murario in pietre e ciottoli a vista. L'interno ad unica navata è riccamente ornato da preziosi affreschi giotteschi di ambito veronese, del primo-secondo decennio del Trecento. E' officiata una volta al mese.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; abside semicircolare.
Prospetti
Facciata a capanna; portale rettangolare in pietra, sormontato da lapide con iscrizione; finestra rettangolare in basso a sinistra. Fiancata destra movimentata da una monofora cieca e da una finestra rettangolare.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame a vista. Strutture di orizzontamento: soffitto a capriate lignee; catino absidale.
Coperture
Tetto a due spioventi, con manto di copertura in coppi. Campaniletto a vela sulla fiancata destra, anch'esso coperto da coppi, come la tettoia che protegge il portale d'ingresso.
Interni
Finiture interne a intonaco tinteggiato, ove non sono presenti affreschi. Il presbiterio e l'abside sono elevati su un gradino.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento a mattonelle in cotto, disposte in corsi diagonali; gradini all'entrata e di accesso al presbiterio in pietra.
Elementi decorativi
Catino absidale, arco santo e pareti laterali affrescati.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1977)
Adeguamento liturgico parzialmente attuato con accostamento di elementi eterogenei: mensa d'altare in pietra a tavolo, fissa, a raso pavimento, realizzata con il restauro dell'edificio, nel 1977. Un leggio in metallo e legno compensato funge da ambone nei pressi dell'arco santo. La sede è una sedia in legno, con schienale e seduta rivestiti in tessuto. L'altare maggiore storico, settecentesco, è stato rimosso con il restauro; non sono presenti né la custodia eucaristica, né il fonte battesimale e il portacero, non trattandosi di una chiesa parrocchiale.
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