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Moie
Maiolati Spontini
Jesi
chiesa
parrocchiale
S. Maria delle Moie
Parrocchia di Santa Maria delle Moie
Facciata; Avancorpo; Ambiente interno; campanile; Crocefisso; Fonte Battesimale; Ambone; Dipinto; Dipinto
presbiterio - aggiunta arredo (2003); tabernacolo - aggiunta arredo (2004); navata - aggiunta arredo (2005/2006); spazio laterale - aggiunta arredo (2012)
XI - XI(fondazione intero bene); XIII - XIII(origine posizione topografica); 1295 - 1295(ampliamento intero bene); 1305 - 1305(danneggiamento intero bene); 1524 - 1524(restauro intero bene); 1527 - 1527(ampliamento intero bene); 1600 - 1600(erezione a parrocchia intero bene); 1721 - 1721(ammodernamento intero bene); 1741 - 1788(restauro interno e muri perimetrali); 1833 - 1833(rinvenimento portale); 1919 - 1924(restauro intero bene); 1988 - 1993(consolidamento esterno); 1997 - 1997(danneggiamento intero bene); 2003 - 2004(consolidamento e ristrutturazione intero bene); 2006 - 2006(manutenzione straordinaria copertura ed interni)
Chiesa di Santa Maria delle Moie
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria delle Moie <Moie, Maiolati Spontini>
Altre denominazioni Abbazia di S. Maria delle Moie
S. Maria delle Moie
Autore (ruolo)
Battistelli, Marco (manutenzione straordinaria coperture e interni)
Borocci, Marco (consolidamento e ristrutturazione )
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (fondazione)
maestranze marchigiane (restauro cinquecentesco)
maestranze marchigiane (ristrutturazione ultimo novecento)
Notizie Storiche

XI  (fondazione intero bene)

Santa Maria delle Moie venne probabilmente fondata all’inizio del secolo XI da componenti o parenti della potente famiglia degli Attoni-Alberici-Gozoni come monastero privato. La chiesa dell’Abbazia benedettina di Santa Maria deriva architettonicamente da quella non lontana di S. Vittore alle Chiuse: presenta aspetto basilicale, ma a pianta centrale.

XIII  (origine posizione topografica)

L’odierna chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Moie è situata sulla riva sinistra dell’Esino. Nel 1219 l’Abbazia viene chiamata Molie S. Mariae plani: questo primo nome tramandato si mantiene con pochi cambiamenti fino al secolo XIV ed allude alle "Molie", l’antica zona paludosa, che si estendeva lungo l’Esino ancora all'inizio del secolo XIII: da qui è nata l’odierna forma Moie.

1295  (ampliamento intero bene)

Nei secoli XI e XII l’abbazia ricevette significative donazioni: così secondo il catasto fatto fare dal Vescovo Leonardo da Jesi nel 1295 possedeva terreni per una superficie di circa 165 ettari e quattro mulini vicini al convento. Aveva ruolo e funzione di parrocchia.

1305  (danneggiamento intero bene)

Durante la guerra tra Jesi e la ghibellina Fabriano, ebbero luogo nel 1305 sanguinose battaglie nel corso delle quali venne distrutto il Castello delle Moie e, forse, venne danneggiato anche il monastero di Santa Maria delle Moie. I Monaci vi restarono fino al 1456, quando l’Abbazia passò sotto il Capitolo della Cattedrale di Jesi.

1524  (restauro intero bene)

La chiesa venne restaurata nel 1524 dal canonico Girolamo I, sindaco del capitolo dei canonici di Jesi: ne è testimonianza l’epigrafe posta sopra l’arco di ingresso della chiesa. Girolamo I realizzò il progetto di restauro voluto da suo zio, il Vescovo Tommaso Ghislieri, che però morì nel 1505 prima di vederlo cominciare. Benchè la chiesa attuale sia cambiata, è riconoscibile però il suo aspetto cinquecentesco: in quest’epoca venne rinnovata soltanto la parte superiore del corpo occidentale, per la cui trasformazione vennero usate alcune vecchie mura. Nella parte rimanente della chiesa non venne cambiato nulla. Nell'angolo nord-occidentale della facciata sono riconoscibili direttamente sotto il tetto alcuni archi murati, tre a nord e uno all'angolo nord del lato occidentale. L’accurata lavorazione delle aperture a pieno sesto con mattoni murati a raggio, così come la loro disposizione delle parti del canto del muro fanno pensare ad una loggia.

1527  (ampliamento intero bene)

Nel 1527 sopra l’atrio della chiesa venne costruita una casa ad uso abitazione del sacerdote che ha completamente coperto la facciata.

1600  (erezione a parrocchia intero bene)

Il 1 gennaio del 1600 il Vescovo Marco Agrippa Dandini (1599/1603) elevò a parrocchia la Chiesa di Santa Maria delle Moie, decretando definitivamente la fine dell’abbazia benedettina. La chiesa venne dotata di fonte battesimale.

1721  (ammodernamento intero bene)

Nel 1721 iniziano i primi lavori per modernizzare la Chiesa di Santa Maria delle Moie nel gusto barocco. In quest’anno si fonde una nuova campana che si appende nel campaniletto.

1741 - 1788 (restauro interno e muri perimetrali)

I primi restauri conosciuti della chiesa risalgono al secolo XVIII. Già nel 1741 la chiesa presentava alcuni danni, e nel 1752 vi era un pericolo di crollo delle volte. Il Vescovo Fonseca di Jesi, in occasione di una visita pastorale nel 1755, propose quindi la riparazione delle volte e del campanile poiché, soprattutto intorno all’altare maggiore, vi erano pericoli di crolli. L’abside orientale centrale venne sostituita da un muro dritto con un modesto portale barocco. Davanti al portale centrale ora murato si trovava l’altare maggiore. Le navate laterali furono munite di grandi finestre. La chiusura della loggia offrì alla canonica una stanza in più, ma privò l’edificio di un dettaglio interessante. All’interno le stanze vennero divise in modo diverso, e ciò ebbe per conseguenza la costruzione di altre finestre. Si aggiunse anche una scala come ulteriore ingresso all’abitazione nella parte sud.

1833  (rinvenimento portale)

L’avvio alla ricostruzione della chiesa e ai successivi restauri, lo dette Bevilacqua nel 1833 dopo che ebbe scoperto sotto l’intonaco il portale principale romanico della chiesa.

1919 - 1924 (restauro intero bene)

Grazie al solerte interessamento del Parroco di allora, Don Egidio Lorenzetti, importanti restauri sono stati condotti dal 1919 al 1924 ed hanno consentito di riottenere l’aspetto antico della chiesa a livello planimetrico. Soltanto la stanza quadrata nella parte sud della chiesa, che oggi è utilizzata come sagrestia, non era presente nel Medioevo. Per prima cosa venne ricostruito l’esterno, dove si integrarono le decorazioni mancanti. Alle quattro grandi finestre barocche delle navate laterali, così come ai diversi portali, vennero date forme romaniche. Sopra le fondamenta riportate alla luce venne ricostruita l’abside principale in pietre squadrate di arenaria. In tutto l’interno venne tolto l’intonaco e le mura, comprese le volte, nuovamente stuccate. Il pavimento fu abbassato di cm 60 fino al livello originale, sul quale vennero alla luce le basi dei pilastri. Nell’abside principale venne costruito un nuovo altare con tabernacolo.

1988 - 1993 (consolidamento esterno)

Tra il 1988 e il 1993 sono stati rinnovati i tetti della chiesa e sono state consolidate le finestre della facciata utilizzando però mattoni moderni e distruggendo purtroppo reperti architettonici.

1997  (danneggiamento intero bene)

Il terremoto che interessò l’ Umbria e le Marche nei mesi di settembre e ottobre 1997, purtroppo causò danni anche all’Abbazia di S. Maria delle Moie. I danni più consistenti si verificarono sul corpo occidentale mentre fortunatamente furono modesti quelli all’interno della chiesa. Gli interventi previsti già dall’anno successivo furono di due tipi: il primo di miglioramento antisismico, inserendo dei tiranti tra il primo e il secondo solaio del corpo occidentale e nella torre campanaria; il secondo di riparazione dei danni. L’immobile presentava infatti lesioni in alcune murature e volte; esse sarebbero state sigillate con scaglie di pietra ed idonea malta rispondente a quella originale. Contestualmente furono previsti l’idrolavaggio delle pareti e del soffitto dell’Abbazia nonché l’adeguamento dell’impianto elettrico alla normativa.

2003 - 2004 (consolidamento e ristrutturazione intero bene)

Il 25 Giugno 2001 si sviluppò un incendio sul retro dell’altare posto nell’abside di sinistra rispetto all’ingresso. La causa fu probabilmente un corto circuito nel cavo elettrico di alimentazione di una piccola lampada alogena che illuminava la statua del Sacro Cuore. I danni maggiori furono la parziale compromissione dell’impianto elettrico e l’annerimento delle navate, delle absidi e dei soffitti a volta. I lavori quindi previsti a seguito del terremoto del 1997 erano quindi urgentissimi: iniziarono il 20 gennaio 2003 e terminarono addirittura l’anno dopo. Il progetto di ripristino, consolidamento e miglioramento sismico dell’abbazia era già stato redatto dall'ingegnere Marco Borocci di Jesi, che ne seguì anche i lavori. Grazie all’impegno di molti parrocchiani, ma soprattutto alla tenacia del parroco Don Gianni Giuliani, il 21 Marzo 2004 ci fu l’inaugurazione dei restauri della Chiesa.

2006  (manutenzione straordinaria copertura ed interni)

Lo Studio di architettura "Battistelli-Roccheggiani" di Ancona eseguì il monitoraggio di alcune lesioni visibili internamente all’edificio, nella copertura a volta della navata centrale, ricorrendo all’uso di biffe o strumenti simili in grado di verificare se dette lesioni fossero ancora attive o se fossero in una condizione statica. Ipotesi di stuccatura con adeguate malte a base di calce che riprendano i cromatismi delle stuccature esistenti. Verificarono inoltre in copertura, esternamente all’edificio, sia della navata centrale che delle navate laterali, la presenza o meno di una guaina impermeabilizzante al di sotto del manto di copertura in coppo. Previdero l'inserimento della guaina previo smantellamento e ricollocamento della copertura. I lavori furono eseguiti dall' Impresa Edile “Giuliani Oliviero Secondo” di Serra San Quirico.
Descrizione

E’ uno fra gli esempi più significativi di architettura romanica nelle Marche. La chiesa all’esterno appare a pianta basilicale, con la navata centrale leggermente più alta rispetto alle laterali, all’interno invece la planimetria risulta essere a croce greca inscritta e quattro pilastri suddividono lo spazio in nove campate uguali, le sei laterali con volta a crociera, le tre centrali con volta a botte. Ad oriente tutte e tre le navate terminano con un’abside semicircolare. Anche nell’asse trasversale centrale due absidi sporgono verso l’esterno. La chiesa venne costruita con pietre squadrate di arenaria giallastra, di media grandezza. All’esterno appare come una basilica con la navata centrale leggermente sopraelevata. Soltanto le absidi sui lati nord e sud ricordano l’edificio a pianta centrale descritto sopra. Accompagnate da larghi contrafforti esse sono chiaramente più basse delle grondaie delle navate laterali. Architettonicamente quindi appaiono appena. La pareti longitudinali della chiesa sono ornate con archetti pensili che, come tutti gli elementi architettonici decorativi, sono composti di travertino bianco. Mentre nel lato nord il fregio si estende sotto la grondaia sia della navata centrale che di quella laterale, a sud si trova esclusivamente su quella laterale. Benchè le absidi laterali nord e sud siano otticamente soffocate, possiedono una decorazione particolarmente ricca. Coppie di lesene semicilindriche su una base a toro, con piccoli capitelli senza decorazione, sorreggono qui gli archetti pensili. Lo strombo esterno della finestra ad arco a tutto sesto è decorata con un toro che vi gira intorno. Le absidi orientali, che si differenziano in altezza e profondità, mettono in rilievo la forma basilicale della chiesa. Esse sono divise da contrafforti a forma di sperone, accompagnate però lateralmente da altri a base quadrangolare. Non hanno nessuna decorazione.
Facciata
La facciata a doppie torri, ricostruita, è concepita per un edificio longitudinale a sezione basilicale; la sua pianta è perfettamente coordinata con la parte rimanente della chiesa. Della facciata, sfigurata dalla canonica, resta la parte inferiore, percorsa da lesene, nella quale si apre l’atrio a pianta quadrata, e alla cui sinistra accoglie la superstite base del campanile cilindrico, con scala a chiocciola. Interessante il portale.
Avancorpo
Altro carattere distintivo e raro della chiesa è il suo avancorpo, che si protende per circa sette metri anteriormente alla chiesa vera e propria e nel quale si apre l’ingresso alla medesima caratterizzato da un interessante portale romanico-gotico. L’avancorpo è detto anche corpo occidentale o corpo di facciata e, pur deteriorato e sfigurato nella sua parte superiore, è una struttura molto interessante, coeva alla chiesa, di cui eguaglia la larghezza. Nella parte inferiore di tale avancorpo, che è costruita in blocchetti di pietra calcarea ed è scandita da lesene, si apre al centro un arco a tutto sesto che immette in un atrio di pianta quadrata, coperto da una crociera, in fondo al quale si trova il portale della chiesa: questo presenta tre archivolti a pieno centro, dei quali l’esterno e l’interno decorati a fogliame, di stile “palesemente gotico”, con capitelli ornati di volute ed intrecci, sorretti da stipiti e colonnine.
Ambiente interno
L’interno di Santa Maria delle Moie dà nuovamente l’impressione di una pseudo basilica. La navata centrale con la sua volta a botte leggermente appuntita, articolata per mezzo di archi trasversali bicromi, domina l’interno per la sua larghezza e soprattutto per la sua altezza. Benché nella zona voltata orientale siano ritagliate due piccole monofore, manca un vero e proprio piano delle finestre. Per questo motivo l’altezza dello spazio interno viene otticamente diminuita e assume un carattere depresso, maggiormente rinforzato dalla scarsa illuminazione. Le basse arcate, con i loro potenti pilastri, che per la maggior parte hanno basi attiche, impediscono lo sguardo verso le navate laterali, a volte a crociera. Così l’approssimativa equivalenza delle campate, ben riconoscibile in pianta, nell’alzato si risolve decisamente a favore di quelle della navata centrale; per questo anche all’interno le absidi laterali appaiono appena. Nonostante la pianta centrale, è stata realizzata una costruzione decisamente orientata in senso longitudinale. Le campate del coro delle tre absidi orientali sono costituite da volte a botte di uguale larghezza. Le imposte decorate delle absidi, formate da fregi dentellati o a cornice, più raramente scanalati, vengono condotte verso ciascun cilindro absidiale, dove si interrompono all’improvviso. Nella parte nord del corpo occidentale è installata una scala a chiocciola con volta a botte; la stanza della parte sud, che oggi è utilizzata come ufficio parrocchiale, ha una volta a crociera, i cui archi perimetrali poggiano su capitelli di pietra calcarea decorati ornamentalmente, e viene illuminata da due finestre a feritoia.
campanile
Dell’ antico campanile cilindrico, aggiunto nel secolo XVI, rimane solo la base, consistente in un piccolo ambiente con scala a chiocciola ubicato alla sinistra dell’entrata originale, recentemente ripristinata: l’ingresso della chiesa fu infatti spostato nel XVII secolo nella parte absidale, probabilmente per ovviare alla irrimediabile menomazione della facciata.
Crocefisso
Il crocefisso che si trova ancora nella chiesa venne portato a termine nel secolo XVIII presumibilmente per arredare la stessa. E’ stato restaurato nel 2007 dalla restauratrice Melissa Ceriachi e, a seguito dell’intervento, la croce appariva molto più chiara e lucente.
Fonte Battesimale
Il fonte battesimale, così come gli altari, vennero eretti all'epoca del cospicuo restauro all'inizio del secolo XX.
Ambone
L’ambone venne eseguito in pietra calcarea; vi è apposto un rilievo in bronzo dal titolo “Madonna della Missione” datato 1966.
Dipinto
La "Madonna della Misericordia" che si trova nell’Abbazia è probabilmente una copia, eseguita intorno al 1800 da pittore ignoto, dell’ opera conservata a Jesi nella Chiesa parrocchiale di S. Pietro Apostolo, eseguita nel 1755 dal pittore Giuseppe Azzi. Il 23 Novembre 2006 il quadro viene rubato dalla chiesa ed i ladri con la tela hanno asportato anche la cornice dorata. Pochi giorni dopo il quadro viene ritrovato ma senza la cornice. Nel 2007 viene eseguito il restauro dalla restauratrice Melissa Ceriachi. La preziosa cornice è stata riprodotta da Virgilio Contadini, artigiano specializzato nel settore cornici e dorature. Il 26 Agosto del 2007 sono state inaugurate e benedette l’immagine della Madonna con la nuova cornice.
Dipinto
"S. Antonio Abate" è un dipinto cinquecentesco collocato nell’abside laterale sud ed è l’unica testimonianza del tessuto pittorico che decorava la chiesa, pertanto rappresenta un documento di primaria importanza. Esso raffigura S. Antonio Abate vestito con abiti vescovili con la mitria ed il pastorale, seduto su di un trono creato da un’intelaiatura architettonica. Sullo sfondo si intravedono un maiale nero, un bue, un fuoco, una campanella e delle palme; tutti simboli tipici del Santo. Il restauro è iniziato nel 2000. Il degrado dell’ opera era talmente avanzato che gli stessi restauratori, Simone Settembrini ed Elisabetta Vinciguerra, nutrivano dubbi sull’effettiva possibilità di recuperarlo in modo soddisfacente. I lavori hanno dissipato ogni dubbio ed hanno restituito alla comunità l’unica testimonianza pittorica superstite in una delle più belle chiese romaniche marchigiane.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (2003)
Nel 2003 vennero sistemati, con un adeguato progetto redatto dall'architetto Giancarlo Graidi di Jesi, gli altari e vari elementi liturgici come adeguamento alle norme del Concilio Ecumenico Vaticano II sulla liturgia. La centralità è stata data all’altare e alla figura di Cristo.
tabernacolo - aggiunta arredo (2004)
Il tabernacolo è stato dislocato nell’abside di sinistra nel 2004.
navata - aggiunta arredo (2005/2006)
Il parroco Don Gianni Giuliani fece realizzare su misura, dalla Ditta "Cibiemme Arredamenti e Restauri" di Asolo (TV), le panche presenti nella chiesa.
spazio laterale - aggiunta arredo (2012)
Una moderna pianola è stata donata alla chiesa nel 2012 da una famiglia del luogo ed è stata posizionata alla sinistra dell'ingresso lungo la navata laterale.
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