chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Finale Emilia
Modena - Nonantola
chiesa
sussidiaria
S. Agostino
Parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo Apostoli
Coperture; Impianto strutturale; Pavimenti e pavimentazioni; Struttura
presbiterio - aggiunta arredo (1960-1970)
1607 - 1624(preesistenze intero bene ); 1708 - 1708(preesistenze intero bene); 1708 - 1708(costruzione cappella laterale destra); 1722 - 1722(costruzione torre campanaria); 1798 - 1798(informazioni storiche intero bene); XIX - XX(realizzazione decorazioni interne); 1821 - 1821(sopraelevazione corpo a ridosso della chiesa); 1885 - 1913(informazioni storiche intero bene); 1913 - 1913(riapertura e restauro intero bene ); 1933 - 1933(informazioni storiche di gestione intero bene ); 1994 - 2012(restauro cappelle laterali e esterno)
Chiesa di Sant'Agostino
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Sant'Agostino <Finale Emilia>
Altre denominazioni Chiesa di San Nicola da Tolentino
Chiesa di Sant'Agostino, detta del Seminario
S. Agostino
Ambito culturale (ruolo)
tardo barocco (facciata)
Notizie Storiche

1607 - 1624 (preesistenze intero bene )

La Comunità del Finale decise di assegnare all’ordine dei Minori Osservanti o Zoccolanti un appezzamento di terreno per costruirvi una Chiesa ed un Ospizio sin dal 1601, ma in un primo momento non fu possibile prendere possesso del terreno prescelto. La richiesta di donazione viene rinnovata da Padre Raffaele da Bologna e nel 1606 il Pubblico del Finale dona un’area libera di fronte all’Arsenale Ducale per fondare l’Ospizio dei Minori Osservanti e la posa della prima pietra avvenne il 1 di luglio del 1607. L’edificazione fu realizzata grazie all’ausilio dei Marchesi Arrigoni di Mantovaattraverso Padre Cesare Arrigoni e terminata sotto il Cardinale Alessando d’Este, cioè entro il 1624. Secondo la descrizione di Flaminio da Parma Padre Arrigoni condusse felicemente a fine la nuova Chiesa dedicandola alla Santissima Trinità e creò un ospizio organizzato su due livelli (con celle per i frati dimoranti al primo piano e celle per i religiosi forestieri al piano terreno).

1708  (preesistenze intero bene)

Nel 1708, la situazione del complesso appare sostanzialmente distinta. Il corpo lungo la strada del Convento ha chiaramente assunto una forma prossima all’esistente, con anche i due finestroni ad arco sulla testata ovest. Un corpo più basso, apparentemente cieco sul fronte esterno si allunga sul fronte ovest e probabilmente indica la presenza di un portico o di un chiostro; un nuovo corpo su due livelli (forse con portico al pian terreno) si addossa al fianco sinistro della chiesa, senza però occludere i finestroni della navata. Un campanile apparentemente a vela si eleva sul fianco sinistro del presbiterio in una posizione coerente con quella della torre oggi esistente.

1708  (costruzione cappella laterale destra)

Il Padre Giambattista del Finale citato nel volume di Flaminio da Parma sarebbe quindi il il Padre Bricci che molto si adoperò per l’ampliamento del convento e che forse diede anche l’avvio all’importante opera della grande cappella posta sul fianco destro della chiesa, sicuramente conclusa entro il 1708.

1722  (costruzione torre campanaria)

La Cappella di S.Antonio da Padova viene indicata come opera del Padre Luca di Carpi, cui vengono ascritti importanti lavori nel convento e nel 1722 anche l’erezione dell’attuale torre campanaria.

1798  (informazioni storiche intero bene)

Non risultano altre modifiche nell’edificio prima dell’allontanamento dei Padri Agostiniani da parte dell’amministrazione napoleonica nel 1798 e l’incameramento del complesso.

XIX - XX (realizzazione decorazioni interne)

La maggior parte delle decorazioni delle volte sono ascrivibili al XX secolo ma alcuni elementi sono forse ottocenteschi. Si tratta in particolar modo di decorazioni floreali e geometriche, di compendiaria fattura, sul fregio e sulle volte della navata. Lo stile severo potrebbe far pensare ad un intervento risalente alla prima metà del XIX secolo, anche se non è possibile escludere una datazione più tarda.

1821  (sopraelevazione corpo a ridosso della chiesa)

Nel periodo tra il 1821 e il 1824 è presumibile la sopraelevazione del corpo orientale che occlude i finestroni della navata sul fianco sinistro.

1885 - 1913 (informazioni storiche intero bene)

Con la creazione del Regno d’Italia sorsero annose questioni sulla proprietà del complesso (di proprietà pubblica –comunale o statale- o ecclesiastica), che terminarono solo nel 1885 quando il Demanio rinunciò alla pretesa di incameramento del bene e la sua proprietà venne riconosciuta all’arcivescovato. Durante questo periodo di incertezza il seminario rimase in disuso, così come accadde per la chiesa che era rimasta orfana dei religiosi che la officiassero. Solo nel 1913 due salesiani prendono dimora nel Seminario edinizia il recupero del complesso.

1913  (riapertura e restauro intero bene )

La chiesa viene riaperta nel 1913 e ridecorata sicuramente in più fasi ‘nello spirito salesiano delle missioni e dell’Ausiliatrice’.

1933  (informazioni storiche di gestione intero bene )

Nel 1933 viene istituito nell’ex-convento il Seminario Diocesano che cessa l’attività durante la guerra ed il complesso passa sotto la gestione della Parrocchia di Finale Emilia. La storia recente della chiesa è praticamente interamente legata alla storia di Ettore Rovatti, amatissimo e stimatissimo parroco di Finale Emilia per ben 44 anni. Don Rovatti era quello che potremmo definire un uomo d’azione,

1994 - 2012 (restauro cappelle laterali e esterno)

Nel 1994, riportato nelle cronache del giornale parrocchiale, sono stati ‘completati i lavori nelle navate laterali’, nel secondo, di poco anteriore al sisma del 2012 si è provveduto ad una ridipintura completa e, apparentemente, ad una rimozione dell’intonaco e sostituzione con intonaco traspirante per un’altezza di circa tre metri per l’intero sviluppo della chiesa.
Descrizione

È posta all’estremità settentrionale del paese. Era stata costruita, unitamente al convento, come sede dei Minori Osservanti che vi restaurano dal 1606 al 1770. Dal 1771, in seguito alle soppressioni ducali, vi si trasferirono gli Agostiniani fino al 1798, anno del loro allontanamento. Gli Agostiniani a Finale erano presenti dal 1494. Nel 1911 fu affidata ai Salesiani che vi istituirono un convitto, poi ai Padri Bianchi e dal 1948 alla Congregazione di don Orione. Si chiama del Seminario in quanto nel periodo della Restaurazione Austro-Estense, il duca Francesco IV vi insediò nel 1812 la sede periferica del Seminario Metropolitano di Modena. Sobrio è l’esterno. Di lato si allunga l’ex convento francescano. L’interno è a navata unica, voltata a botte, con cinque cappelle per lato. Si tratta infatti di un edificio di struttura molto semplice a navata unica con cappelle laterali di ridotto spessore e sporgenti rispetto al filo della facciata. La navata è cadenzata da un ordine architettonico di carattere chiaramente tardo manierista, semplice volta in cannicciato a botte lunettata. L’ordine architettonico è una variazione del tuscanico, con fusti sensibilmente più snelli e basi derivate dal dorico.Stucchi decorano l’interno, dovuti alla ricostruzione della chiesa avvenuta nel 1756, mentre la pesante ed impropria decorazione è novecentesca. Ogni cappella è ornata di ancone in stucco a bassorilievo, provviste di paliotti in scagliola plasticata, contemporanei al rinnovo di metà Settecento.
Coperture
Il tetto della chiesa è tradizionale a falde inclinate, con due spioventi a capanna sulla navata centrale, più alta. Manto in coppi in laterizio antichi.
Impianto strutturale
Sobrio è l’esterno. Di lato si allunga l’ex convento francescano. L’interno è a navata unica, voltata a botte, con cinque cappelle per lato.
Pavimenti e pavimentazioni
I pavimenti interni risultano in granigliato, quelli della sagrstia in cotto.
Struttura
Muratura perimetrale portante continua in mattoni pieni in laterizio. Copertura della chiesa a falde con capriate, terzere, travicelli di legno, tavolato in tavelle di laterizio e manto in coppi a canale.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1960-1970)
La zona presbiteriale, sopraelevata dall'aula da due gradini presenta due altari, quello originario con mensa e tabernacolo in marmo policromo alle spalle del celebrante, l'altare in travertino per la funzione, la sede tra i due altari e l'ambone in travertino alla destra del celebrante.
Contatta la diocesi