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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Finale Emilia
Modena - Nonantola
chiesa
parrocchiale
Santi Filippo e Giacomo
Parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo Apostoli
Coperture; Impianto strutturale; Pavimenti e pavimentazioni; Struttura
presbiterio - aggiunta arredo (1960-1970)
1224 - 1224(preesistenze intero bene); 1435 - 1444(preesistenze canonica); 1474 - 1474(preesistenze intero bene); 1504 - 1539(demolizione - ricostruzione intero bene ); 1542 - 1548(costruzione e consolidamento Cappella del Rosario e Facciata); 1565 - 1587(consolidamento e ampliamento intero bene); 1587 - 1770(descrizione intero bene); XVII - XVII(manutenzione intero bene ); 1724 - 1752(stato di fatto intero bene ); 1769 - 1770(consolidamento e progettazione intero bene); 1770 - 1770(descrizione intero bene ); 1771 - 1771(interventi interni intero bene ); 1772 - 1772(consolidamento facciata); 1800 - 1800(descrizione intero bene ); 1807 - 1807(ricostruzione facciata ); 1885 - 1885(restauro intonaci e pavimentazioni); 1923 - 1923(posa dei pavimenti presbiterio); 1942 - 1968(restauro volte e campane); 1985 - 1985(posa pavimenti sagrato); 2000 - 2000(consolidamento copertura); 2002 - 2002(passaggio di proprietà intero bene ); 2012 - 2012(danni da sisma intero bene)
Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo <Finale Emilia>
Altre denominazioni Chiesa parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo apostoli
Ambito culturale (ruolo)
neoclassico (costruzione)
Notizie Storiche

1224  (preesistenze intero bene)

La Chiesa parrocchiale di Finale Emilia, detta comunemente Duomo si trova all’interno del borgo sorto nel 1213 per iniziativa del Comune di Modena sulle rive del Canale Naviglio (oggi Panaro) in sostituzione di un precedente aggregato (Final Vecchio) posto a un chilometro più a occidente. Il nuovo centro munito di difese richiedeva la presenza di un edificio di culto del quale ci sono notizie certe a partire dalla seconda metà del XIV secolo sotto il titolo dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo) anche se da un documento trascritto del Frassoni risulta che la chiesa esisteva già nel 1224. Sulle caratteristiche della chiesa originaria non ci sono fonti documentali.

1435 - 1444 (preesistenze canonica)

Nel 1435 si decide la costruzione di una nuova canonica per il rettore ed il cappellano all’interno del centro fortificato a sostituzione di quella distrutta per fare posto al fossato della Rocca Grande (Castello delle Rocche) come risulta dai registri delle delibere della Comunità, ma non ci sono documenti che forniscano dettagli sulle strutture materiali e sulla forma architettonica del Duomo. Si è a conoscenza solo della costruzione nel 1444 da parte del Comune (che si assumeva tutti gli oneri pertinenti al mantenimento dell’edificio) di una tramezza nell’area liturgica per dividere gli uomini dalle donne.

1474  (preesistenze intero bene)

Dal 1474 iniziano una serie di lavori di miglioramento dell’edificio che si protraggono sino al XVI secolo e secondo il Frassoni la chiesa era “formata allora con archi alla gotica ed adornata di arabeschi in pietra, come abbiamo avuto luogo di discernere nell’ultimo riattamento fattone a’ nostri tempi (1770-1772)”. Il primo intervento è la sopraelevazione del campanile per circa 8 metri compresa una volta a crociera e una guglia sommitale e in seguito si ingrandisce l’aula “dal lato verso la strada” e si innalza il tetto dell’edificio (lavori eseguiti da Giacomo Vecchi e diretti da Nicolò de Avelino). In questo periodo si decide anche la riparazione dell’adiacente canonica.

1504 - 1539 (demolizione - ricostruzione intero bene )

Nel 1504 la chiesa minaccia di crollare e necessita di lavori di ristrutturazione i cui costi vengono sostenuti ancora dalla comunità e nel 1506 si decide di demolire una parte della vecchia chiesa fino alla porta piccola. Nel ventennio successivo l’occupazione delle truppe pontificie blocca i lavori che riprendono solo nel 1539 con l’autorizzazione a concedere la costruzione di cappelle e sepolcri all’interno della chiesa.

1542 - 1548 (costruzione e consolidamento Cappella del Rosario e Facciata)

Nel 1542 viene costruita la Cappella del Rosario, e vengono dotati di volte e cinti il presbiterio e il coro (cappella maggiore). Si procede anche al consolidamento della facciata e del campanile che risultavano essere pericolanti. Questi lavori vengono conclusi nel 1548 e si richiede al Vescovo di Modena di consacrare la “nuova chiesa”.

1565 - 1587 (consolidamento e ampliamento intero bene)

Tra il 1565 e il 1570 risultano necessari altri lavori al campanile ossia la costruzione di “un volto al suo interno” e nel 1569 la chiesa viene dotata di un organo di Giovanni Cipri acquistato con le elemosine che verrà poi restaurato nel 1662. Nel 1587 la Chiesa viene consacrata e si conclude una travagliata fase di interventi che conferiscono al “Duomo” l’aspetto documentato dalla cartografia storica (mappa di Finale del 1604) e lo sviluppo planimetrico che si può riscontrare fino ai nostri giorni.

1587 - 1770 (descrizione intero bene)

Infatti nella seconda metà del Cinquecento la Chiesa, orientata canonicamente verso est (costruzione sull’asse est-ovest: il fedele entra in chiesa ad ovest per andare incontro alla luce), presenta una pianta rettangolare con una lunghezza di metri 29,85 e una larghezza di metri 23,50; suddivisa in tre navate, quella centrale di ampiezza maggiore e separata da quelle laterali da tre pilastri cruciformi che sorreggono quattro arcate. I muri perimetrali delle navate minori sono scanditi da quattro paraste che delimitano gli spazi assegnai alle quattro cappelle con altari. Il presbiterio è profondo 7,90 mt. e termina con un’abside semicircolare chiusa da una muratura dello spessore di un metro. La copertura è a capriate per la navata centrale e con volte “reali” (spessore di una testa) nelle navate laterali, nel presbiterio e nel coro. In una relazione del 1770 verrà sottolineato che queste volte esercitavano una forte spinta sui muri perimetrali.

XVII  (manutenzione intero bene )

Nel corso del XVII secolo vengono eseguiti diversi lavori di manutenzione e riparazione come: imbiancatura delle pareti interne, messa in opera di catene di ferro nelle cappelle laterali per rendere più salde le navate, la sostituzione del castello delle campane, il rifacimento del muro del sagrato il controllo delle coperture e il controllo dello stillicidio delle acque piovane.

1724 - 1752 (stato di fatto intero bene )

Nel 1724 una perizia evidenzia nuovamente diversi cedimenti sia per effetto delle spinte dei volti di pietra delle navate laterali, che per la debolezza delle muraglie del sopralzo della navata centrale e per il cattivo stato delle travature del tetto. Una relazione del 1745 suggerisce di rifare le incatenature di legno, con legami di ferro sopra i volti delle due navate laterali, della facciata del coro e di consolidare i muri che formano un angolo della cappella del Rosario. Inoltre nella metà del Settecento non corrisponde più agli orientamenti stilistici dell’epoca come sottolineato anche nella Visita Pastorale del 1763. Il Frassoni nel 1752 la definisce “chiesa assai grande e di buona struttura, sebben per altro logora dall’antichità”.

1769 - 1770 (consolidamento e progettazione intero bene)

Nel 1769 si esegue il riordino del tetto e il consolidamento delle murature sopra le arcate interne e nel 1770 viene redatto un progetto per riformare l’interno della chiesa dall’architetto Angelo Marescotti che prevede una copertura della navata centrale con volta a botte lunettata con un incannucciato leggero di gesso e arelle sostenuto da fasce in muratura di una testa. I pilastri e le paraste sono risagomati con un rivestimento in mattoni, basi e capitelli, architrave con cornice, in modo tale da conferire alla chiesa un aspetto “moderno”. Le arcate originarie sono alzate di circa 30 cm. E le otto finestre laterali vengono risagomate con nuovi ornati.

1770  (descrizione intero bene )

I muri perimetrali laterali sono suddivisi da quattro paraste che delimitano quattro campiture rispondenti alle cappelle interne, presentano 8 finestre rettangolari sia sul lato nord che sul lato sud, e risultano completati da un cornicione con archi ciechi pensili. Stesso motivo si trova sull’abside nella quale si aprono due finestre rettangolari con strombatura e sul lato nord una finestra circolare La torre campanaria ha pianta quadrata e risulta perfettamente inserita nel disegno generale della chiesa. Presenta pilastri angolari, due diverse cornici marcapiano, una finestra a bifora nella cella campanaria.

1771  (interventi interni intero bene )

Si rifà la tribuna dell’organo posta sulla controfacciata creando nel contempo due vani sottostanti ai lati della porta maggiore per contenere il battistero e una scala a chiocciola per salire alla tribuna stessa. Si realizza una copertura delle navate laterali con volti a vela (di minor diametro) viene rifatto il tetto e il cornicione esterno, vengono chiuse le 16 finestre rettangolari (8 per lato). Viene inoltre rifatto un nuovo pavimento con quadroni di cotto (dimensione 40 cm), si procede ad una imbiancatura generale e alla ricollocazione delle “memorie lapidarie” più rilevanti. I lavori si concludono nel 1771 e vengono finanziati dalle offerte del parroco e dei privati e in parte dalla Comunità.

1772  (consolidamento facciata)

Successivamente vengono finanziati ulteriori interventi dal Municipio quali il consolidamento della facciata fino ad una altezza di mt. 4,50 con l’esecuzione e l’ammorsamento di un muro esterno e si realizza “attorno alle tre porte qualche poco di ornato, il tutto di pietra tagliata, con cimasa di sopra, e con maggior distinzione della porta maggiore”. Si procede anche al rifacimento della pavimentazione del sagrato eseguita con mattoni in coltello e alla demolizione di un edificio addossato al muro perimetrale per creare un passaggio diretto tra il sagrato e il cimitero. A conclusione dei lavori si colloca nel presbiterio un altare maggiore in marmo avuto in dono dalla soppressa chiesa dei Minori Osservanti di Finale, si sposta l’altare del S. Crocifisso in quello già intitolato alla Madonna del Rosario e si crea un altare dedicato al protettore della citta, San Zenone. Il primo marzo 1772 il Duomo viene riaperto al culto con una solenne cerimonia.

1800  (descrizione intero bene )

Nel 1800 il parroco don Orazio Paltrinieri scrive che “ gli altari sono dieci: due di marmo,tre di scagliola e cinque di stucco” e dopo la formazione del cimitero generale “non vi sono più nella chiesa Parrocchiale le sepolcri comuni o particolari, ed ogni proprietario portò a casa sua le lapidi sepolcrali. Solamente nella sagrestia vi è una gran lapide dove fu sepolto l’arciprete Frassoni. Solo dopo l’otturamento de’ sepolcri in generale, e dopo qualche anno fu permesso dal Governo a questo Capitolo e Consorzio il farsi un sepolcro nel coro con sopra una lapide che spiega l’uso del medesimo per detti sacerdoti e non per altri”.

1807  (ricostruzione facciata )

Nel 1807 l’arciprete Giovanni Battista Grillenzoni si assume l’onere della costruzione della nuova facciata della chiesa su progetto redatto da perito finalese Cesare Rossi. La proposta presentata al Comune viene accolta a condizione che si inserisca nel prospetto esterno dello stemma in marmo fornito da Comune. Don Grillenzoni descrive così la nuova facciata: “ ella è di pietre maestrevolmente lavorata con colonne, cornicioni, volute e quadri pietrati, come capitelli, basamenti, pedane, lapidaria in marmo, come pure l’arma della Municipalità di un berillo bianco stemmato, con corona di bronzo indorato; di marmo pure sono i due obelischi all’attica della facciata e due grand’urne all’etrusca superiormente poste che fano pala ed aleggiano la gran croce fitta anch’essa in piedistallo di marmo.

1885  (restauro intonaci e pavimentazioni)

Dopo l’Unità d’Italia l’attenzione del Municipio verso la Chiesa parrocchiale subisce l’influenza del diffondersi delle nuove ideologie liberali e laiche e pur facendo fronte agli oneri di manutenzione vengono rinviati interventi di restauro. Nel 1885, a fronte di una richiesta del parroco, si procede ad un parziale rifacimento degli intonaci e della pavimentazione.

1923  (posa dei pavimenti presbiterio)

- nel 1923 vengono posati i marmi del pavimento e dei rivestimenti delle pareti del presbiterio ed i rivestimenti delle colonne delle navate laterali rimossi nel 1998-99 a causa dell’umidità che ne provocava il distacco;

1942 - 1968 (restauro volte e campane)

- nel 1942 vengono ridipinte le volte sia della navata centrale che delle navate laterali ad opera di Giuseppe Busuoli - nel 1948, Mons. Cappellini ha provveduto all'attuale concerto di quattro campane della premiata fonderia De Poli di Vittorio Veneto a seguito della rimozione delle campane preesistenti dal 1561 della ditta Circulari Giovanni Francesco durante la seconda guerra mondiale; - negli anni 1967-68 il travaglio in legno è stato sostituito dall'attuale in ferro, ad opera del tecnico Bicocchi di Bologna;

1985  (posa pavimenti sagrato)

- nel 1985 viene rifatto il sagrato con lastre di marmo di Verona;

2000  (consolidamento copertura)

- nel 2000 il Duomo è rimasto chiuso alcuni mesi per completare i restauri ed il consolidamento sismico riguardanti la copertura lignea, la centinatura della volta in legno e gesso ed il risanamento dall'umidità ascendente, su progetto dell'Ing. Bringhenti.

2002  (passaggio di proprietà intero bene )

Nel 2002 la proprietà dell’edificio è passata dal Comune alla Parrocchia.

2012  (danni da sisma intero bene)

Nel 2012 due potenti scosse sismiche, il 20 e il 29 maggio, hanno causato gravi danni all'edificio che al momento è inagibile.
Descrizione

Chiesa ricostruita, la collegiata, chiamata “insigne” per dignità dei canoni e le prerogative ecclesiastiche. Resti della precedente costruzione quattrocentesca si vedono all’esterno, nei fianchi, nell’abside, ripartiti a lesene con archi pensili e nel campanile a finestre bifore. L’interno è a tre navate, arioso, slanciato nei decori di stucco di ordine corinzio, con la copertura a volta lunettata della navata maggiore. La decorazione degli anni 1942-43 è nel finalese Giuseppe Busuoli, mentre quella del presbiterio è ottocentesca. Quattro cappelle fiancheggiano le navate con altari e ancone in legno, scagliola, marmo e dipinti originari della chiesa o provenienti da altre di Finale chiuse al culto o attualmente in stato di abbandono. Sulla tribuna grandioso organo in cassa lignea decorata in stile barocco. In fondo alla navata lo spazio originario della chiesa è chiuso da un muro a formare una cappella invernale dedicata al Sacro Cuore del 1892.
Coperture
Il tetto della chiesa è tradizionale, a falde inclinate, con due spioventi a capanna sulla navata centrale, più alta, e con un unico spiovente sui corpi laterali più bassi. Manto in coppi laterizi.
Impianto strutturale
L’interno è a tre navate, arioso, slanciato nei decori di stucco di ordine corinzio, con la copertura a volta lunettata della navata maggiore
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione interna risulta in marmi policromi.
Struttura
La struttura portante perimetrale è in muratura continua di mattoni pieni di laterizio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1960-1970)
Tre gradini elevano la zona presbiteriale dall'aula; presenta l'altare originario in marmi policromi con mensa e tabernacolo. Davanti l'altare post concilio, sempre in marmi policromi.
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