chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Colle di Val d'Elsa Siena - Colle di Val D'Elsa - Montalcino chiesa parrocchiale Santi Marziale e Alberto Parrocchia dell'Arcipretura dei Santi Marziale e Alberto Elementi decorativi; Struttura nessuno XII sec. - XII sec.(preesistenze intero bene); 1242 - 1355(costruzione intero bene); 1602 - 1623(ricostruzione intero bene); 1833 - 1833(costruzione facciata)
Cattedrale dei Santi Marziale e Alberto
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Cattedrale dei Santi Marziale e Alberto <Colle di Val d'Elsa>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche
XII sec. (preesistenze intero bene)
Le prime notizie circa la presenza di una cappella di San Salvatoris de Colleveteri si hanno fin dall'inizio del XII secolo visto che tale cappella venne confermata il 27 novembre 1115 da parte di papa Pasquale II a Teuzzone arciprete di Colle e pievano d'Elsa. Altri documenti redatti tra il 1133 e il 1191 nominano Alberto da Chiatina quale arciprete pro plebe s. Salvatoris de Colle, et s. Johannis et Faustini de Elsa.
L'Alberto qui citato divenne in seguito il santo patrono di Colle, ma durante il suo plebanato si distinse per il notevole attivismo che portò la chiesa del castello di Colle prima ad affiancare e poi a sostituire nel ruolo l'antica pieve a Elsa.
1242 - 1355 (costruzione intero bene)
Il capitolo della pieve viene citato per la prima volta il 18 settembre 1242 ma doveva essere preesistente e aveva un notevole prestigio visto che il canonico Simone venne nominato legato pontificio l'11 febbraio 1237.
Nello stesso periodo il complesso plebano era composto dalla chiesa, dalla casa canonica, dall' hospitio Panfollie così denominato in onore di Filippo Panfolia canonico della pieve ed eletto giudice il 9 aprile 1278 e dal chiostro della pieve nel quale venivano stipulati atti notarili. Di fronte alla facciata della pieve di San Salvatore a partire dal 14 febbraio 1334 venne costruito il campanile che ancora il 10 agosto 1355 risultava privo delle campane.
1602 - 1623 (ricostruzione intero bene)
Nel 1602 le autorità colligiane decisero di abbattere la vecchia pieve per sostituirla, nello stesso luogo, con una nuova cattedrale. Usimbardo Usimbardi, primo vescovo della nuova diocesi, affidò all'architetto Fausto Rughesi di Montepulciano il progetto del nuovo Duomo; i lavori iniziarono il 17 aprile 1603 sotto la guida dell'ingegnere fiorentino Gherardo Mechini. La vecchia torre campanaria venne abbattuta nel 1623 e ricostruita subito dopo su disegno dell'architetto colligiano Renieri, anche se non venne mai completata. Il secondo vescovo Cosimo della Gherardesca dotò il nuovo edificio degli arredi necessari per l'esercizio del culto.
1833 (costruzione facciata)
La facciata rimasta per lungo tempo grezza fu completata nel 1833 su disegno di Agostino Fantastici.
Descrizione
La sobria facciata neoclassica è opera di Agostino Fantastici; essenziale nelle linee, è articolata da materiali diversi che ne sottolineano il disegno. Il paramento murario, prevalentemente in laterizio, è interrotto da due risaliti in arenaria su cui si aprono i portali laterali, e da cornici in travertino, che corrono alla base della facciata e all'altezza del secondo ordine; il timpano triangolare presenta una cornice dentellata.
L'edificio presenta una pianta a croce greca con tre navate divise in quattro campate da pilastri a sezione rettangolare con lesene aggettanti su cui si imposta una doppia cornice a membrature, che corre lungo la navata centrale e il transetto, chiuso lateralmente da due ampie cappelle.
Elementi decorativi
All'interno nella prima cappella di destra troviamo tele di Giovan Paolo Melchiorri sia all'altare che nei muri laterali; nella seconda cappella di destra l'altare è opera di Vincenzo Dandini e i dipinti sono stati realizzati nel 1673 da Deifebo Burbarini; nella quarta di destra il dipinto all'altare è di Rutilio Manetti mentre gli affreschi e i restanti dipinti sono di Astolfo Petrazzi. Nel transetto di destra si trova il fonte battesimale datato 1465 e la tela raffigurante la Natività opera del Poppi datata 1567. Dal transetto di destra si accede alla cappella del Sacro Chiodo, chiusa da una cancellata in ferro battuto realizzata nel XVII secolo, e qui è posto il marmoreo tabernacolo opera di Mino da Fiesole nel quale si conserva uno dei chiodi serviti per la crocifissione di Cristo; in particolare si tratterebbe di quello che reggeva la scritta INRI (per questo è piegato a "L") e proviene dal palazzo imperiale di Costantinopoli, acquistato dall'Ospedale di Santa Maria della Scala a Siena nel 1357 tramite l'intercessione di un mercante fiorentino e in seguito donato a Colle. Qui è collocato anche un elegante leggio in bronzo, opera di Pietro Tacca del 1629.
All'altare maggiore è collocato il Crocifisso in bronzo fuso anch'esso opera di Pietro Tacca su modello del Giambologna. Nella collocazione originaria sono ancora gli stalli lignei del coro, realizzati nel 1628 da Silvestro Ceramelli.
Nel transetto di sinistra si trova la tela raffigurante l'Ultima Cena realizzata nel 1636 da Ottavio Vannini e nel battistero vi sono due tele di Cosimo Gamberucci entrambe del 1619. Nella quarta cappella di sinistra tele di Filippo Tarchiani; nella terza all'altare opera di Niccolò Tornili e ai lati dipinti di Giovanni Rosi fatti tra il 1662 e il 1663; nella seconda cappella di sinistra affreschi di Giuseppe Nicola Nasini del 1690.
A metà della navata centrale si trova il pulpito in marmo con bassorilievi fatti nel XIV secolo e nel 1465.
Struttura
L'area presbiteriale, completata dal coro nella porzione absidale, è sovrastata da un tamburo privo di cupola, sostenuto da quattro pennacchi. La navata centrale e i bracci del transetto presentano una volta a botte; sulle navate laterali, coperte da volte a crociera, si aprono otto cappelle a pianta rettangolare con volta a botte.