Chiesa parrocchiale di San Lorenzo Martire S. Lorenzo Martire
Autore (ruolo)
Barberi, Carlo (Progettista della nuova chiesa di Marano (1889))
Ambito culturale (ruolo)
neobizantino (ricostruzione)
Notizie Storiche
1168 (preesistenze intorno)
il toponimo è un probabile prediale di età romana, dal gentilizio latino “Marius”, attestato anche a Modena, oppure dal cognomen “Maranus”. In una Bolla di quell’anno, emanata da Papa Alessandro III, Marano con la sua chiesa figura tra i possedimenti che l’Abbazia di Nonantola rivendicava a sé. In seguito alla denominazione Maranum viene aggiunto Campilii o de Campilio, dal vicino Campiglio, per distinguere la località da quella di Maranum Aldini, oggi Maranello.
1340 (preesistenze intorno)
il solo documento che sembra provare l’effettiva dipendenza della chiesa di San Lorenzo dalla Badia di Nonantola è la raccolta degli atti riferiti alla visita dell’abate Guglielmo, il 28 aprile a Marano, dove il rettore lo accoglie come suo superiore
1368 (preesistenze intorno)
il libro camerale registra le “quarte” versate dalla chiesa di Marano al vescovo di Modena, così come nei cataloghi delle chiese modenesi del XIII e del XV secolo quella di Marano è annoverata tra le chiese dipendenti dal vescovo di Modena, nella giurisdizione ecclesiastica della Pieve di San Martino in Cento Ripe (Vignola)
1500 (preesistenze intorno)
la chiesa subisce danni durante le frequenti incursioni belliche al castello e, crolla definitivamente durante lo spaventoso terremoto che devasta il territorio modenese. La necessità di edificare una nuova chiesa è sostenuta dai Signori Pio di Carpi, allora feudatari di Marano, i quali cedono l’area sulla quale si trovano le stalle di loro proprietà. Attualmente l’edificio di residenza padronale noto come Casa Mislej o Chiesa Vecchia, a pianta rettangolare, conserva nella muratura tracce della seconda chiesa e resti dell’acquasantiera e del fonte battesimale monolitico in arenaria.
1784 (preesistenze intorno)
la seconda chiesa di Marano versa in pessime condizioni di conservazione tanto che viene chiesto al marchese Montecuccoli Laderchi, feudatario di Marano, di poter destinare a nuova chiesa parrocchiale, sotto il titolo di San Lorenzo e San Rocco l’oratorio pubblico dedicato alla Beata Vergine e a San rocco, situato in luogo più comodo alla popolazione.
1786 (restauri intero bene)
viene inaugurato l’oratorio, sito nel luogo stesso dell’attuale Parrocchiale, dopo essere stato ampliato e allungato a spese della Comunità e della Parrocchia, mentre la vecchia chiesa viene trasformata in cimitero, come riportato in un’epigrafe: Heic ab Anno MD Ad Annum MDCCLXXXIV fuit Ecclesia Curiae Quae et Coemeterium erat.
1810 (inaugurazione campanile)
l’8 settembre viene inaugurato l’attuale campanile della chiesa costruito ex novo.
1889 (ampliamento intero bene)
il prevosto don Dionigio Bernardi promuove l’ampliamento della nuova parrocchiale, terza in ordine di tempo, con l’aggiunta di due parti laterali, poiché l’unica navata che costituiva la chiesa era ormai insufficiente a contenere la popolazione del paese. L’anno precedente viene eseguito il lato destro, l’anno dopo si realizza il lato sinistro con l’abbattimento di una parte della canonica, su disegno dell’architetto Carlo Barberi, nativo di Marano.
1891 (restauri intero bene)
continuano i lavori di rinnovamento della chiesa con la sistemazione del presbiterio, delle mense degli altari laterali e della balaustra in ghisa; poi si pensa alla sagrestia per i confratelli, al pavimento del coro e alla sagrestia per il Clero.
1892 (restauri interno)
i lavori di pittura e la decorazione della chiesa sono affidati al prof. Becchi di Modena
1910 - 1913 (restauri facciata)
viene rinnovata la facciata della chiesa; in precedenza esistevano tre porte d’ingresso: una centrale, più ampia, sovrastata da un finestrone e, due laterali più basse, sovrastate da due finestrelle. A lavori ultimati la nuova facciata risulta più alta, suddivisa da lesene in partiture verticali, coronata da timpano e pinnacoli, con un solo portale centrale sovrastato da un rosone a vetri colorati, ornata da due nicchie con bassorilievi in terracotta, opera del Bernabei di Marano, raffiguranti San Lorenzo e San Rocco.
1929 (restauri interno)
vengono rifatti il pavimento del presbiterio in marmo di Verona e i tre altari in marmo bianco di Carrara per una spesa totale di £ 10.000. Nei due anni successivi viene decorata la cappella principale, indorata la gloria della Madonna delle Grazie per mano del Bernabei, rinnovato l’impianto elettrico e rifatta la balaustra in marmi di Verona.
1932 (restauri interno)
viene rifatto il pavimento nel coro, nelle due sagrestie laterali e in tutta la chiesa
1941 (restauri interno)
si provvede al rinnovamento delle decorazioni di tutto l’interno della chiesa e al restauro dell’esterno
1954 (impianto elettrico interno)
un nuovo impianto d’illuminazione abbellisce tutta la chiesa
1973 (rinnovamento altare)
per rispondere devotamente alle indicazioni della riforma dettate dal Concilio Vaticano II, viene rimossa la balaustra per dare più ampio respiro al presbiterio e viene eretto un nuovo altare maggiore in marmo rivolto verso l’assemblea, ricavato da elementi dell’antica mensa dell’altare precedente.
1985 (impianto riscaldamento interno)
il 22 dicembre entra in funzione il nuovo impianto di riscaldamento della chiesa realizzato dalla ditta Technair di Formigine. Con le opere murarie complementari, necessarie per il rispetto delle norme di prevenzione incendi, si è raggiunta una spesa complessiva di 58 milioni di lire, sostenuta quasi interamente dai parrocchiani con generose offerte.
1986 (modifiche presbiterio)
in occasione della festa organizzata per celebrare i 200 anni della chiesa parrocchiale è stato sostituito il vecchio ambone di legno con uno nuovo in marmo.
1989 (opere interno)
per le celebrazioni della festa della Presentazione al Tempio della BV Maria del 21 novembre è stata realizzata una nuova cappella alla sinistra dell’altare maggiore, ricavata dall’allargamento della sagrestia previo abbattimento di una parete muraria. La cappella è stata dotata di un altare della fine del 1600, dono del dott. Corrado Mislej, ed è stata intitolata alla BV Addolorata, la cui statua è posta in una nicchia laterale.
1990 (opere facciata)
poiché l’antico orologio sulla torre campanaria non funzionava più si è provveduto all’installazione di un nuovo orologio, nella parte alta della facciata della chiesa e, contemporaneamente sono state automatizzate le campane. L’opera è stata eseguita dalla ditta Trebino di Genova.
1993 (ristrutturazioni intorno)
don Giorgio Panini promuove lavori di ristrutturazione e recupero di alcuni locali, adiacenti la chiesa, da destinare alle attività dei gruppi giovanili parrocchiali. Cinque le salette rese agibili e intitolate ai ragazzi locali deceduti in giovane età.
Descrizione
la Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo si affaccia su Piazza Matteotti, il cuore del centro storico di Marano. La facciata, completata nel 1913, presenta due nicchie con le statue di San Lorenzo e San Rocco, patroni di due antiche chiese di Marano non più esistenti. Il mattone a faccia a vista domina la superficie della facciata tripartita: la porzione centrale, scandita da quattro paraste che sorreggono il timpano triangolare, è arricchita dal portale centrale sormontato da un rosone e, ancora da un orologio. Due volute concave raccordano le due porzioni laterali più basse. Il Campanile a base quadrata, risale al 1810 ed è collocato in aderenza al lato settentrionale della chiesa; esso svetta in puro stile neoclassico, arretrato rispetto la facciata della chiesa, completamente intonacato e tinteggiato, con un bugnato isodomo liscio e squadrato fino alla cella campanaria. Le finestre sui quattro lati sono abbellite da colonne e balaustre di pietra, in copertura si erge una cuspide smussata e sul lato rivolto alla piazza cammina silenzioso un tradizionale orologio.
La costruzione risulta compatta in una forma semplice a capanna con tetto a falde e absidi semicircolari non visibili dall’esterno. L’interno è pervaso da un generale gusto bizantino dove le pareti, gli archi e i pilastri, rivestiti di marmo rosso Lepanto, rosa Portogallo e bianco Carrara, sorreggono maestose volte, a botte e a vela, riccamente decorate con tinte dorate e blu cobalto. La navata centrale è continua dall’ingresso fino al presbiterio, per concludere poi nel coro contenuto nel catino absidale: nel primo tratto è fiancheggiata da tre nicchie per lato con archi a tutto sesto ed è coperta con volta a botte, nel tratto intermedio, per due campate, è fiancheggiata da due navatelle laterali e due corridoi con matronei soprastanti più esterni ed è coperta con eleganti volte a vela, nel tratto finale è circoscritta al presbiterio ed è coperta nuovamente con volta a botte, mentre il catino absidale semicircolare è coperto con semicupola a tutto sesto.
Impianto strutturale
l’edificio religioso si presenta esternamente di medie dimensioni e forma semplice a capanna, con due corpi di fabbrica più bassi e stretti addossati lateralmente alla navata maggiore più alta al centro e altri fabbricati addossati sul lato ovest. La chiesa possiede un impianto planimetrico longitudinale, schematicamente a croce latina con due bracci laterali più corti e tozzi, tipologicamente a croce icona di S. Damiano (di origine orientale e introdotta in Umbria al tempo di Cimabue), che si ricollega al gusto bizantino delle decorazioni interne della chiesa. Sul fondo la navata centrale si conclude col catino absidale semicircolare coperto con semi-cupola a tutto sesto. Il soffitto dell’aula ecclesiastica è voltato a botte nel primo tratto, a vela nel tratto intermedio e, ancora a botte sul presbiterio. Sotto gli archi laterali si aprono tre cappelle per lato con statue di Santi.
Coperture
il tetto della chiesa è tradizionale a falde inclinate, con due spioventi a capanna sulla navata centrale, più alta, e con unico spiovente sui corpi laterali più bassi, quindi a guglia sul campanile
Struttura
muratura portante perimetrale continua in pillori di fiume (provenienti dal vicino Panaro) mista e listata con ricorsi di mattoni di laterizio, intonacata e rivestita di marmo verso l’interno e a faccia a vista verso l’esterno. Robusti pilastri centrali probabilmente a sacco con fodera in mattoni di laterizio e riempimento in misto calce e cocciopesto. Volte e archi in muratura rinforzati con catene metalliche. Copertura della chiesa a falde con capriate, terzere, travicelli di legno, tavolato in tavelle di laterizio e manto in coppi a canale
Pavimenti e pavimentazioni
battuto veneziano con graniglia di marmo tri-cromatico e mosaico nell’aula ecclesiastica; lastre di marmo rosso e giallo di Verona, con lastre di marmo rosa Portogallo in un disegno a scacchiera nel presbiterio; lastre squadrate di arenaria nelle soglie e nei gradini della chiesa
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1973)
per rispondere devotamente alle indicazioni della riforma dettate dal Concilio Vaticano II, nel 1973 viene rimossa la balaustra per dare più ampio respiro al presbiterio e viene eretto un nuovo altare maggiore in marmo rivolto verso l’assemblea, al centro del presbiterio, con la mensa sostenuta da eleganti colonnine di marmo bianco. L’altare maggiore originario, realizzato nel 1891 in stile barocco, rimane alle spalle del celebrante col tabernacolo al centro e sopra un’ancona riccamente decorata che incornicia l’immagine della Madonna col Bambino. L’ambone in marmo si trova alla destra del celebrante e la sede alla sinistra.