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Manfredonia
Manfredonia - Vieste - San Giovanni Rotondo
chiesa
cattedrale
San Lorenzo Maiorano
Parrocchia San Lorenzo Maiorano
Struttura; Coperture
nessuno
1270 - 1620(costruzione intero bene); 1624 - 1677(ricostruzione intero bene); 1731 - 1780(completamento intero bene); 1780 - XXI(completamento intero bene); 1780 - XXI(completamento nucleo centrale); 2017 - 2017(manutenzione intero bene)
Chiesa di San Lorenzo Maiorano
Tipologia e qualificazione chiesa cattedrale
Denominazione Chiesa di San Lorenzo Maiorano <Manfredonia>
Altre denominazioni Chiesa di San Lorenzo Maiorano - Cattedrale
Ambito culturale (ruolo)
maestranze pugliesi (edificazione)
Notizie Storiche

1270 - 1620 (costruzione intero bene)

Il Duomo di Manfredonia è dedicato a San Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto del V secolo, ed è stato ricostruito nel sec. XVII sulle rovine dell'antico tempio che il re Carlo I D'Angiò fece edificare nel 1270, come successore del Re Manfredi che aveva progettato la sua realizzazione come "magnifico Duomo, cornpresavi un'ammirevole tribuna". La prima pietra è posta il 7 febbraio 1270 dall'Arcivescovo Giovanni VII (Freccia di Ravello) nella ricorrenza liturgica di San Lorenzo Maiorano, e la sua costruzione fu eseguita su disegno di un ingegnere di corte angioina, a tre navate con una maestosa cupola e tribuna.

1624 - 1677 (ricostruzione intero bene)

ll tempio venne distrutto dai Turchi nel 1620 (ad oggi ne rimane solo qualche traccia) e solo nel 1624 si diede iniziò alla sua ricostruzione a spese delle pubbliche rendite, quando era arcivescovo Bernardino Buratto. I lavori continuarono sino al 1640 per poi riprendere nel 1644 per opera dell'Arcivescovo Antonio Marullo e furono portati a termine nel 1677 dall'Arcivescovo Fr. Vincenzo Maria Orsini

1731 - 1780 (completamento intero bene)

Il terremoto del febbraio 1731 non arrecò seri danni alla città; solo il Duomo ebbe la facciata sulla piazza principale lesionata per cui l'Arcivescovo Marco Antonio De Marco, da Otranto, (1725-1742), si impegnò perché si procedesse agli opportuni lavori di rafforzamento consistenti nella costruzione di due grandi pilastri ed una robusta muratura a scarpa ben solida.L'Arcivescovo Tommaso Francone, napoletano, dei Principi di Ripa, (1777-1792) nel 1779 diede incarico all'ingegnere Giuseppe Gimma di compilare il progetto per un nuovo magnifico Duomo e nel contempo per il rimodernamento dell'abitazione arcivescovile, progetto che riscosse il suo pieno gradimento. La costruzione del Duomo non fu eseguita ed il disegno, sembra, sia andato smarrito. Nel 1780, il Capitolo Sipontino con le sue rendite annue «sopravvanzanti» le spese di riparazione della chiesa, dotò il Duomo di un ricchissimo ombrello ricamato interamente in oro e rimodernò l'ostensorio di argento del Santissimo Sacramento.

1780 - XXI (completamento intero bene)

L'Arcivescovo Vitangelo Salvemini di Molfetta, (1832-1854), e il Re Ferdinando II, compiangendone la morte, ricordava come uno dei più dotti ecclesiastici del suo Regno, «provvide al decoro del culto divino con l'ampliamento della Chiesa e Metropolitana, in cui fece costruire un altro altare di marmo ed eseguire non poche riparazioni, la cupola e tutti gli ornati di stucco con la spesa di oltre quattordicimila ducati: lavori che, iniziati nel 1843, durarono, per difficoltà finanziarie, più di dieci anni e che lui non vide completati». L'Arcivescovo Vincenzo Taglialatela (1854-1869), mandava a termine i lavori della Cattedrale che riapriva al culto il 21 novembre 1855. Vi riconsacrava l'altare maggiore e gli altri quattro altari laterali di marmo, di cui due furono donati da Lui.

1780 - XXI (completamento nucleo centrale)

L'Arcivescovo Pasquale Gagliardi di Tricarico (1897-1929) attese devotamente al maggior decoro della Chiesa Metropolitana a cui vi apportò delle innovazioni; vi costruì, in occasione dell'Anno Santo 1900, una nuova Cappella con altare di marmo bardiglio, ornato di teste d'angeli di bronzo; dedixò a S. Giustino, I° Vescovo di Siponto, l'antico sacello della Congrega del SS. Sacramento, collocandovi il fonte battesimale; rinnovò la pavimentazione e pose nuovi confessionali e l'artistico pergamo, finemente intagliato con bassorilievi colorati.

2017  (manutenzione intero bene)

Il 16/01/2017 sono iniziati i lavori di manutenzione straordinaria e restauro dei prospetti. Si e' intervenuto sui cornicioni e pilastri con rimozione delle parti non aderenti o poco resistenti del copriferro, pulizia dei ferri dall’ossidazione, eliminazione totale di ruggine con sabbiatura o spazzolatura meccanica, passivazione dei ferri mediante l'applicazione di due mani di prodotto cementizio per la protezione attiva e passiva,ripristino localizzato a spessore centimetrico di elementi di strutture in calcestruzzo degradato e successiva rasatura della superficie a spessore millimetrico. Spicconatura dell’intonaco in corrispondenza dei fenomeni di risalita e sostituzione delle lastre in travertino che presentano fenomeni di distacco. Inoltre con l’utilizzo dei ponteggi previsti per i lavori sul cornicione, il rivestimento in pietra della facciata sulla piazza sarà interamente soggetto a pulizia, come pure saranno pulite le quindici statue di santi presenti in sommità della facciata.
Descrizione

Varcato il vestibolo, delimitato da due gruppi di colonne corinzie che sorreggono la cantoria ove è collocato l'organo, si accede nella grande unica navata che accoglie La navata centrale è coperta da una imponente volta semicilindrica lunettata che, interrotta dalla cupola, prosegue sull'abside. Essa ha le pareti ornate da sei coppie di lesene scanalate che si fronteggiano fra loro, con capitelli compositi e soprastante trabeazione che gira tutt'intorno alla chiesa.Lungo le pareti della navata si aprono sei arcate a destra ed altrettante a sinistra, di cui alcune danno accesso alle cappelle, altre sono murate offrendo spazio per gli altari, le nicchie, i dipinti. A rompere la monotonia del bianco delle pareti sono state applicate delle Croci in ferro battuto, di forma greca, in armonia con le Croci marmoree dell'altare maggiore che sino al 1586 servì per il rito greco. La cupola, che si eleva su quattro pennacchi sferici secondo la tradizione rinascimentale, è sorretta da arcate che impostano sui fasci di pilastri molto decorati, di stile composito, pilastri che rendono evidente il concetto della robustezza delle masse che reggono la cupola.Nella proiezione della cupola si sviluppa l'area presbiterale al cui centro è collocato l'altare, di notevole fattura, di stile basilicale. Ed infine l'abside, a pianta rettangolare, delimitata dal suo muro frontale, ave è addossato il coro finemente lavorato ad intaglio, con i suoi stalli di legno noce, opera dell'Arcivescovo Antonio Marullo (1643-1648).
Struttura
Muratura
Coperture
copertura ad archi
Adeguamento liturgico

nessuno
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