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Arezzo
Arezzo - Cortona - Sansepolcro
chiesa
cattedrale
Santi Donato e Pietro
Parrocchia dei Santi Donato e Pietro in Cattedrale
Facciata; Prospetto laterale; Campanile; Struttura; Elementi decorativi; Cappella della Madonna del Conforto
presbiterio - intervento strutturale (2012); pavimentazione presbiterio - intervento strutturale (2012); altare - intervento strutturale (2012); cattedra - intervento strutturale (2012); ambone - intervento strutturale (2012)
1203 - XIII(situazione carattere generale); 1513 - XVI(rifacimento pavimentazione); 1518 - XVI(realizzazione rosone); 1518 - XVI(realizzazione vetrata); 1521 - 1527(realizzazione elementi decorativi); 1563 - 1573(realizzazione pulpiti); 1661 - XVII(realizzazione elementi decorativi); 1796 - 1823(realizzazione cappella della Madonna del Conforto); 1812 - XIX(monumento carattere generale); 2012 - 2012(rifacimento presbiterio)
Chiesa dei Santi Donato e Pietro
Tipologia e qualificazione chiesa cattedrale
Denominazione Chiesa dei Santi Donato e Pietro <Arezzo>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze aretine (costruzione)
Notizie Storiche

1203 - XIII (situazione carattere generale)

Con bolla del 26 aprile 1203, il pontefice Innocenzo III ordinò al vescovo Amedeo di trasferire dentro la città il duomo, la Canonica e la residenza vescovile. A tale scopo fu acquistata la chiesa di San Pietro Maggiore allora dei monaci benedettini posta su quel poggio che da quella chiesa traeva il nome. Tutti concordano nel dire che essa doveva trovarsi suppergiù su parte dell'area dell'odierna cattedrale e che venne distrutta appena si potè cominciare ad officiare una parte di questa.

1513 - XVI (rifacimento pavimentazione)

Nel 1513 si cominciò a rifare il pavimento della cattedrale interamente in travertino. Nel 1820 il vescovo Agostino Albergotti dovette rifarlo nuovamente perché consunto e malridotto da tre secoli di uso. Non scelse più il travertino ma volle il marmo: a quadroni di color bianco e nero azzurro.

1518 - XVI (realizzazione rosone)

Il rosone della facciata è opera di Guillaume de Marcillat, che lo realizzò nel 1518, e raffigura la Pentecoste. Con un diametro di 3,5 metri, venne commissionato dall'Opera del Duomo, il cui nome è presente nella parte inferiore della vetrata. Nella raffigurazione, si vedono gli Apostoli seduti in cerchio con al centro la Madonna affiancata da due angeli; in alto, vi è la colomba dello Spirito Santo.

1518 - XVI (realizzazione vetrata)

Nel 1518, nella parete interna della facciata, fu eseguita dal Marcillat la vetrata istoriata dell'occhio raffigurante la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, cioè la Pentecoste. Tale vetrata prese il posto di una precedente del 1511 eseguita da Domenico Pecori e raffigurante San Donato. Verso il 1830, infatti, una bufera di vento ne rovinò la parte superiore, circa un terzo dell'intera vetrata. Venne restaurata dalla buona volontà di tre persone: il pittore Raimondo Zaballi, il chimico Antonio Fabbroni e lo stagnino Francesco Magi.

1521 - 1527 (realizzazione elementi decorativi)

Le prime tre volte della navata centrale, cominciando dalla porta, e la prima della navata laterale di sinistra, furono affrescate da Marcillat. Si tratta di una vera e propria antologia di episodi di personaggi biblici. Nella prima volta della navata centrale, dipinta nel 1521-22, quattro episodi ispirati dai primi capitoli del libro della Genesi: creazione dell'uomo e della donna, creazione degli animali, il primo peccato, il diluvio. Nella seconda volta, dipinta nel 1523-24, quattro scene riprese dal libro della Genesi: apparizione dei tre messi ad Abramo, sacrificio di Isacco, sogno di Giacobbe, lotta di Giacobbe con l'angelo. Nella terza volta, dipinta nel 1524-25, i quattro episodi sono stati suggeriti dai restanti libri del Pentateuco: passaggio del Mar Rosso, castigo di Core, Datan ed Abiron, promulgazione della Legge, serpente di bronzo. Nella prima volta della navata sinistra dipinta nel 1526-27, il Marcillat passò al Nuovo Testamento con quattro storie dell'infanzia di Gesù.

1563 - 1573 (realizzazione pulpiti)

I due pulpiti cinquecenteschi della cattedrale sono opera di Bastiano e Antonio Bencivenni. Questi due fratelli, valenti intagliatori del legno, erano venuti ad Arezzo da Mercatello e si erano fatti cittadini aretini. Nel 1563 eseguirono il pulpito di destra e nel 1573 quello di sinistra.

1661 - XVII (realizzazione elementi decorativi)

A partire dal 1661 Salvi Castellucci, allievo di Pietro da Cortona, dipinse la quarta volta (il “fermati o sole” di Giosuè, vittoria di Sansone sui filistei, sacrificio della figlia di Iefte, consacrazione regale di David), la quinta volta (David e Golia, Susanna al bagno, Giuditta e Oloferne, giudizio di Salomone) e la sesta volta cioè quella della tribuna (trasporto dell'Arca Santa a Cariathaim, crisi del Profeta Elia, David ed Achimelech, David taglia il pane della proposizione, immolazione dell'Agnello Pasquale).

1796 - 1823 (realizzazione cappella della Madonna del Conforto)

Dopo il miracoloso evento del 15 febbraio 1796, gli aretini vollero erigere a Gloria della Madonna la grande cappella. La prima pietra venne posta dal vescovo Niccolò Marcacci il 5 agosto 1796 e terminata nel 1817. La parte mobile della cancellata di accesso, tutta in ferro battuto, è del 1805 e venne eseguita dall'anghiarese Domenico Miccioni, le parti fisse recingevano le cappelle minori ai lati dell'altare Maggiore della Cattedrale e sono quattrocentesche. Le vetrate furono eseguite nel 1822 da Francesco Moretti di Perugia, con le figure allegoriche della Vittoria e della Pace. Le 14 stazioni della Via Crucis sono di Ademollo. L'altar maggiore della cappella fu disegnato da Giuseppe Valadier e venne eseguito a partire dal 1823 con profusione di marmi pregevoli. All'interno della cappella si trova il monumento sepolcrale del Vescovo Niccolò Marcacci disegnato da Giuseppe Salvetti ed eseguito nel 1804, e, la statua del Vescovo fu scolpita dal Fiorentino Stefano Ricci: Marcacci vi è

1812 - XIX (monumento carattere generale)

Appena usciti dalla Cappella della Madonna del Conforto, sulla destra, in alto, vi è il monumento sepolcrale di Francesco Redi. Monumento e busto, in marmi policromi, vennero qui trasportati dalla Chiesa di San Francesco quando questa, nel 1812, oltre a trovarsi in condizioni precarie, corse il pericolo di venir trasformata in teatro. Si tratta di un'opera della fine del Seicento fatta erigere in onore di Francesco Redi dal nipote Gregorio Redi.

2012  (rifacimento presbiterio)

Dopo due mesi di lavori sotto la supervisione della Soprintendenza di Arezzo e la direzione artistica dell'architetto Gianclaudio Papasogli Tacca, verrà inaugurato il nuovo presbiterio della Cattedrale. Domenica 22 aprile, nella Messa delle 18 ci sarà la dedicazione del nuovo altare, opera del Maestro scultore Giuliano Vangi. Per la nuova pavimentazione del Presbiterio sono state impiegate le stesse cave di Carrara che fornirono il marmo al vescovo Agostino Albergotti, che a sue spese volle - nel primo ventennio dell'Ottocento - rinnovare il rivestimento dell'intera Cattedrale. Il disegno riprodotto è quello recuperato dall'antica pianta conservata nel Capitolo della Cattedrale.
Descrizione

La facciata fu costruita in arenaria tra il 1901 e il 1914 su disegno di Dante Viviani, in sostituzione di quella precedente, rimasta incompiuta. In stile neogotico, presenta una ricca decorazione scultorea che venne realizzata da Giuseppe Cassioli, Enrico Quattrini e dallo stesso Dante Viviani. Il prospetto è a salienti e segue la suddivisione interna in tre navate, marcata da pilastri rettangolari poco sporgenti. In basso, si aprono i tre portali, ognuno dei quali è strombato e decorato da una lunetta scolpita a bassorilievo; solo il portale centrale presenta anche una ghimberga sormontata da tre statue, ciascuna con proprio baldacchino: in alto Gesù redentore e in basso San Donato (a sinistra) e il beato Gregorio (a destra). In corrispondenza della navata centrale si apre anche un rosone circolare che raffigura la Pentecoste. Con un diametro di 3,5 metri, venne commissionato dall'Opera del Duomo, il cui nome è presente nella parte inferiore della vetrata. Nella raffigurazione, si vedono gli Apostoli seduti in cerchio con al centro la Madonna affiancata da due angeli; in alto, vi è la colomba dello Spirito Santo. Il coronamento della facciata è caratterizzato da una decorazione ad archetti pensili. Il fianco destro conserva la struttura trecentesca originaria, caratterizzata dal paramento in blocchi di arenaria. È anzi visibile, a qualche metro di distanza dalla facciata, una chiara linea di demarcazione tra i nuovi blocchi di arenaria del XX secolo e quelli antichi del XIV secolo. A metà del fianco destro si apre un ampio portale di gusto fiorentino (1319-1337), con due tronconi di colonne in porfido riutilizzate da un tempio pagano. La lunetta in terracotto, risalente al 1330, raffigura la Madonna col Bambino fra due angeli e san Donato e il beato Gregorio X ed è opera di Niccolò di Luca Spinelli. La torre campanaria attuale è a pianta esagonale ed è suddivisa in quattro ordini sovrapposti da cornicioni; mentre quello inferiore è privo di aperture, i due mediani presentano su ciascun lato un'alta monofora ogivale. Il quarto ordine, insieme alla cuspide, è frutto del completamento del campanile, realizzato nel XX secolo, ed è decorato da rosoni circolari strombate con elaborate intelaiature lapidee. L'interno della cattedrale dei Santi Pietro e Donato è a tre navate divise da due file di pilastri a fascio da cui partono le volte, ciascuna delle quali si articola in campate coperte con volte a crociera, ed è privo di transetto; le prime due campate partendo dalla porta sono di pari ampiezza tra di loro ma più ampie rispetto alle successive tre e ad esse fa seguito la stretta campata del presbiterio che termina con una sola abside semidecagona affiancata da due cappelle laterali; tre ambienti del piedicroce sono divisi fra di loro da grandi arcate a tutto sesto poggianti su pilastri polistili con i capitelli scolpiti. La navata centrale è illuminata da rosoni circolari in controfacciata e lungo la parete di destra (i rosoni della parete di sinistra sono murati). Il rosone della facciata è opera di Guillaume de Marcillat, che lo realizzò nel 1518, e raffigura la Pentecoste. Con un diametro di 3,5 metri, venne commissionato dall'Opera del Duomo, il cui nome è presente nella parte inferiore della vetrata. Nella raffigurazione, si vedono gli Apostoli seduti in cerchio con al centro la Madonna affiancata da due angeli; in alto, vi è la colomba dello Spirito Santo. Entrando a sinistra si apre la cappella della Madonna del Conforto. La pianta è a tre navate con abside e cupola. Prima di accedere all'interno della cappella è possibile ammirare la cancellata interamente in ferro battuto. Tutti gli affreschi interni che la ornano si riferiscono alla vita della Madonna e alla sua glorificazione. Nella cupola vi sono quattro affreschi che raffigurano la Visitazione, lo Sposalizio, l'Adorazione dei Magi e il Ritrovamento di Gesù nel tempio. Nella tribuna è raffigurata l'incoronazione della Madonna.
Facciata
La facciata fu costruita in arenaria tra il 1901 e il 1914 su disegno di Dante Viviani, in sostituzione di quella precedente, rimasta incompiuta. In stile neogotico, presenta una ricca decorazione scultorea che venne realizzata da Giuseppe Cassioli, Enrico Quattrini e dallo stesso Dante Viviani. Il prospetto è a salienti e segue la suddivisione interna in tre navate, marcata da pilastri rettangolari poco sporgenti. In basso, si aprono i tre portali, ognuno dei quali è strombato e decorato da una lunetta scolpita a bassorilievo; solo il portale centrale presenta anche una ghimberga sormontata da tre statue, ciascuna con proprio baldacchino: in alto Gesù redentore e in basso San Donato (a sinistra) e il beato Gregorio (a destra). In corrispondenza della navata centrale si apre anche un rosone circolare che raffigura la Pentecoste. Con un diametro di 3,5 metri, venne commissionato dall'Opera del Duomo, il cui nome è presente nella parte inferiore della vetrata. Nella raffigurazione, si vedono gli Apostoli seduti in cerchio con al centro la Madonna affiancata da due angeli; in alto, vi è la colomba dello Spirito Santo. Il coronamento della facciata è caratterizzato da una decorazione ad archetti pensili.
Prospetto laterale
Il fianco destro conserva la struttura trecentesca originaria, caratterizzata dal paramento in blocchi di arenaria. È anzi visibile, a qualche metro di distanza dalla facciata, una chiara linea di demarcazione tra i nuovi blocchi di arenaria del XX secolo e quelli antichi del XIV secolo. A metà del fianco destro si apre un ampio portale di gusto fiorentino (1319-1337), con due tronconi di colonne in porfido riutilizzate da un tempio pagano. La lunetta in terracotto, risalente al 1330, raffigura la Madonna col Bambino fra due angeli e san Donato e il beato Gregorio X ed è opera di Niccolò di Luca Spinelli.
Campanile
La torre campanaria attuale è a pianta esagonale ed è suddivisa in quattro ordini sovrapposti da cornicioni; mentre quello inferiore è privo di aperture, i due mediani presentano su ciascun lato un'alta monofora ogivale. Il quarto ordine, insieme alla cuspide, è frutto del completamento del campanile, realizzato nel XX secolo, ed è decorato da rosoni circolari strombate con elaborate intelaiature lapidee.
Struttura
L'interno della cattedrale dei Santi Pietro e Donato è a tre navate, ciascuna delle quali si articola in campate coperte con volta a crociera, ed è privo di transetto; i tre ambienti del piedicroce sono divisi fra di loro da grandi arcate a tutto sesto poggianti su pilastri polistili con i capitelli scolpiti. La navata centrale è illuminata da rosoni circolari in controfacciata e lungo la parete di destra (i rosoni della parete di sinistra sono murati).
Elementi decorativi
Di Guillaume de Marcillat e Salvi Castellucci sono anche gli affreschi che adornano la parte superiore delle pareti della navata centrale e le volte di quest'ultima. Le pitture delle volte della navata sono affrescate e rappresentano una vera e propria antologia di episodi e personaggi biblici. A ridosso dei pilastri tra la terza e la quarta campata, si trovano due pulpiti marmorei rinascimentali decorati con bassorilievi.
Cappella della Madonna del Conforto
Entrando a sinistra si apre la cappella della Madonna del Conforto. La pianta è a tre navate con abside e cupola. Prima di accedere all'interno della cappella è possibile ammirare la cancellata interamente in ferro battuto. Tutti gli affreschi interni che la ornano si riferiscono alla vita della Madonna e alla sua glorificazione. Nella cupola vi sono quattro affreschi che raffigurano la Visitazione, lo Sposalizio, l'Adorazione dei Magi e il Ritrovamento di Gesù nel tempio. Nella tribuna è raffigurata l'incoronazione della Madonna. Nelle volte laterali sono dipinte le storie dell'Antico e del Nuovo testamento. Le vetrate hanno figure allegoriche della Vittoria e della Pace.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (2012)
Realizzazione del nuovo presbiterio opera del Maestro scultore Giuliano Vangi. Il disegno riprodotto è quello recuperato dall'antica pianta conservata nel Capitolo della Cattedrale.
pavimentazione presbiterio - intervento strutturale (2012)
La nuova pavimentazione è in lastre di marmo bianco di Carrara, impreziosita da sottili fasce di pietra gialla di Gerusalemme; quella ai lati della zona presbiteriale è invece in quadri di marmo bianco e bardiglio, in continuità con l’impiantito ottocentesco del resto del duomo.
altare - intervento strutturale (2012)
L’altare, in posizione baricentrica, è formato da una scultura in bronzo-nichel argentato con finiture in oro, raffigurante un sinuoso angelo che regge la mensa di marmo bianco.
cattedra - intervento strutturale (2012)
La cattedra marmorea, in asse con l’arca, presenta preziosi motivi fitomorfi e bassorilievi con episodi della Vita di San Donato.
ambone - intervento strutturale (2012)
L’ambone polimaterico sulla destra, infine, è l’elemento più evidente dell’intervento. Il vuoto centrale, che evoca il sepolcro lasciato libero dal Cristo Risorto, è affiancato da un Angelo annunciante e dall’Albero della Vita. Su uno dei fianchi interni, invece, si scorge un bassorilievo raffigurante Gesù Morto.
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