Descrizione |
Schema planimetrico del tipo basilicale suddiviso in tre navate e sei campate, scandite da pilastri e colonne, concluso da un transetto con tre absidi semicircolari; al di sotto dell’attuale quota del piano di calpestio, è presente una cripta, con volte a crociera. Dalla cripta si accede all'area che conserva i resti di una chiesa precedente, presumibilmente edificata nel V-VI secolo e in uso almeno fino al XI.
L’edificio è in muratura portante in conci in pietra locale di natura calcarea; nelle navate laterali si innestano volte a vela, sorrette da archi a tutto sesto poggianti su colonne. Sulla navata centrale sono presenti capriate lignee decorate su cui si imposta un tetto a due falde, completato con un manto di tegole e coppi.
La facciata principale si presenta tripartita da paraste a tutta altezza, riportando all’esterno la suddivisione strutturale visibile all’interno: la parte centrale richiama la navata principale di dimensione maggiore rispetto alle altre due porzioni, percepite come contrafforti alti sino al piano degli spioventi delle falde inclinate delle navate laterali. L’intera facciata è realizzata con conci in pietra squadrati e disposti a corsi regolari: le bucature presenti all’interno della superficie lapidea determinano tre ordini orizzontali: quello inferiore contiene tre portali, dei quali il principale, con leoni stilofori e archivolto e lunetta riccamente scolpiti; i due portali laterali sono più piccoli e più modesti, ma entrambi presentano stipiti ed architrave scolpiti e lunetta ad arco lunato. Nel registro superiore della facciata, incorniciato da archetti pensili, si apre un grandioso rosone a sedici bracci, di finissima fattura, coronato da un archivolto leggermente aggettante.
Gli altri prospetti seguono in linea di massima le stesse regole compositive, ma si distinguono per alcune emergenze architettoniche: la facciata meridionale è scandita da sei campate divise da archi a tutto sesto che formano un portico esterno, sovrastato dalla splendida galleria di esaforati; nella parte destra invece è presente un rosone a 23 raggi.
Nella continuità muraria della parete ad est è possibile ammirare due bucature, corrispondenti al grande finestrone absidale in onice e al cosiddetto arco moresco. La facciata orientale condivide con quella settentrionale, che affaccia sul cortile dell’episcopio, la torre campanaria quadrangolare, ingentilita da tre coppie di bifore poste in asse tra loro.
All’interno dell’edificio sono collocati, nella navata centrale, un imponente fonte battesimale ed un grandioso ambone in marmo; inoltre da un foro nella pavimentazione è visibile un tappeto mosaicato raffigurante un grifone, ritrovato al momento degli scavi all’interno del soccorpo.
Preesistenze |
Al di sotto dell’attuale quota del piano di calpestio della cattedrale, è presente una cripta, coperta da volte a crociera, sostenute da 36 colonne di riuso con capitelli decorati con motivi zoomorfi e fitomorfi. Dalla cripta si accede all'area che conserva i resti di una chiesa precedente, presumibilmente edificata nel V-VI secolo e in uso almeno fino al XI. |
Pianta |
Schema planimetrico del tipo basilicale suddiviso in tre navate, scandite da pilastri e colonne, concluso da un transetto con tre absidi semicircolari, di cui quello in corrispondenza della navata centrale di dimensioni maggiori. L’area presbiterale, rialzata di quattro gradini rispetto al piano di calpestio dell’aula liturgica, coincide con la parte centrale del transetto. La scansione degli elementi strutturali definisce una suddivisione delle navate laterali in sei campate quadrangolari, a conclusione delle quali sono presenti due scalinate, protette da balaustre in pietra, che conducono al piano inferiore. L’accesso principale e quotidiano all’edificio avviene attraverso uno dei portali presenti sul prospetto occidentale, tramite una bussola in vetro; un’ulteriore uscita è presente in corrispondenza della sesta campata della navata sinistra, che conduce direttamente all’interno del cortile dell’episcopio. |
Impianto strutturale |
Muratura portante in conci in pietra locale di natura calcarea; nelle navate laterali si innestano volte a vela, sorrette da archi a tutto sesto poggianti su colonne, isolate o addossate alla muratura perimetrale, concluse con capitelli con decorazioni liturgicamente simboliche. L’unico elemento costruttivo di provenienza diversa pare essere la cosiddetta stele di Lucanius, posta quale zoccolo del terzo pilastro della navata laterale sinistra. |
Coperture |
Tetto a due falde sulla navata centrale e nel transetto, a falda unica inclinata su quelle laterali. La struttura portante è composta da capriate lignee ordite secondo lo sviluppo longitudinale della navata principale ed, ortogonalmente, del transetto e coperte con un manto di tegole e coppi. |
Scale |
Un accesso all’edificio avviene tramite una scala in pietra che occupa una porzione della facciata settentrionale. |
Prospetti |
La facciata principale, preceduta da un recinto che si configura come sagrato, si presenta tripartita da paraste a tutta altezza, riportando all’esterno la suddivisione strutturale visibile all’interno: la parte centrale richiama la navata principale di dimensione maggiore rispetto alle altre due porzioni, percepite come contrafforti alti sino al piano degli spioventi delle falde inclinate delle navate laterali. L’intera facciata è realizzata con conci in pietra squadrati e disposti a corsi regolari: le bucature presenti all’interno della superficie lapidea determinano tre ordini orizzontali: quello inferiore contiene tre portali, dei quali il principale, con leoni stilofori e archivolto e lunetta riccamente scolpiti; i due portali laterali sono più piccoli e più modesti, ma entrambi presentano stipiti ed architrave scolpiti e lunetta ad arco lunato.
Come attestano i resti d'imposte d'archi sulle paraste della facciata, il portale centrale avrebbe potuto essere coperto da un portico, che in realtà non fu mai costruito. Nella parte intermedia sono presenti quattro bifore: le due della porzione centrale sono arricchite da colonnine che sostengono il rispettivo sovrarco.
Nel registro superiore della facciata, incorniciato da archetti pensili, si apre un grandioso rosone a sedici bracci, di finissima fattura, coronato da un archivolto leggermente aggettante.
L’angolo Nord-Ovest della facciata principale si collega al palazzo De Lerma adiacente, attraverso la cosiddetta Loggia delle Benedizioni, disposta secondo una giacitura obliqua.
La facciata meridionale corrisponde alla parte esterna più importante del monumento ed è divisa in due porzioni: quella di sinistra si sviluppa per tutta la lunghezza delle navate; quella a destra coincide con il transetto. La parte a sinistra ha la zona basamentale scandita da sei campate divise da archi a tutto sesto che formano un portico esterno, oggi separato dalla piazza da cancellate metalliche e fondali in pietra, corrispondenti alle murature perimetrali: ognuna delle pareti presenta una monofora che garantisce luce naturale all’interno della navata laterale destra; soltanto la sesta campata si distingue perché caratterizzata dal cosiddetto Portale della Scomunica. Al di sopra del portico corre una splendida galleria di esaforati e infine, tra la falda della navata principale e quella più bassa della navata laterale, sono presenti quattro monofore, concluse da archetti pensili.
La parte destra dello stesso prospetto meridionale appare quasi come un corpo architettonico autonomo, alto e sobrio, concluso da una torre campanaria: su una base composta da arconi ciechi, si aprono due coppie di bifore poste su due livelli e sormontate da un rosone a 23 raggi.
La facciata orientale corrisponde alla superficie esterna posteriore al presbiterio, ma nulla mostra delle tre grandi absidi semicircolari, incassate all’interno di una imponente muratura piana. Nella parte inferiore, così come accade per il prospetto meridionale, resta intatta la scansione muraria definita da arconi ciechi, al di sopra dei quali si possono ammirare due splendidi elementi decorativi: il grande finestrone absidale in onice e, più in alto, il cosiddetto arco moresco.
Infine, il prospetto settentrionale, che affaccia sul cortile dell’episcopio, presenta nella parte ad est la torre campanaria quadrangolare, ingentilita da tre coppie di bifore poste in asse tra loro. Anche in questa porzione di facciata, sono visibili alla base tre arconi ciechi e, superiormente, due coppie di bifore ed un piccolo rosone circolare, posizionato all’interno della cuspide degli spioventi delle coperture del transetto. Nella parte occidentale del prospetto nord si trovano sei arcate, una volta tamponate ed utilizzate come cappelle, ed oggi riaperte in seguito a restauri; nel primo degli arconi si apre l’accesso secondario alla chiesa. |
Pavimenti e pavimentazioni |
L’intero pavimento è realizzato con “chianche” in pietra locale: il rivestimento della navata centrale è composto da elementi quadrati disposti a 45 gradi rispetto all’asse principale di percorrenza; le lastre presenti all’interno delle navate laterali e sul presbiterio, invece, hanno forme quadrangolari variabili e sono posate ortogonalmente. L’alzata del gradino più alto del presbiterio è intarsiata con decori a motivi vegetali; mentre i gradini che conducono alla sede del celebrante, posta davanti ad un altare fisso in marmo, sono rivestiti lateralmente da lastre in marmi policromi e frontalmente completati da pedate mobili in legno.
Nei pressi della prima campata della navata principale è presente all’interno della pavimentazione un foro circolare che mostra uno splendido mosaico realizzato in tessere policrome, raffigurante il mitico mostro detto grifo, simbolo della duplice natura di Cristo. |
Interni |
L’interno dell’edificio è completamente lasciato con la pietra faccia a vista, sia nelle navate sia nel transetto. La navata centrale è divisa da quelle laterali, più piccole, da tre imponenti pilastri con colonne addossate; tra i pilastri si ergono due colonne, così da comporre sei archi per lato, corrispondenti ad altrettante sei campate nelle navate laterali. Al di sopra della parte inferiore delle arcate, corre una cornice modanata in pietra che forma l’appoggio al parapetto dei matronei, composti da trifore, perfettamente in asse con gli archi sottostanti. La parte superiore, conclusa da una serie di archetti pensili che sostengono le capriate lignee delle coperture, è caratterizzata dalla presenza di quattro monofore per lato.
Le navate laterali sono composte da sei campate con volta a vela, libere su tre lati e tamponate sul quarto con muratura in conci squadrati di pietra: all’interno delle pareti perimetrali, su cui sono addossate semicolonne con capitelli decorati, si aprono monofore con imbotte strombata e due accessi verso l’esterno.
La componente muraria del transetto, invece, è completamente piana ed uniforme, bucata esclusivamente dalle aperture presenti sui vari prospetti; sono gerarchicamente rilevanti le tre absidi semicircolari, segnate da cornice modanata ed archi a duplice ghiera, concluse da catini absidali corrispondenti ad un quarto di sfera. L’integrità della parete interna settentrionale è interrotta da due varchi arcuati, che mettono in collegamento l’aula liturgica con due vani tecnici delle torri campanarie. |
Elementi decorativi |
La facciata principale è caratterizzata dal portale centrale: esso presenta un doppio archivolto ornato con figure animali e vegetali, su cui si erge un sovrarco decorato con foglie d'acanto e sormontato da un pellicano. Il sovrarco è retto da una coppia di grifoni, poggianti su colonne con capitelli corinzi, erette su due leoni in pietra.
Sull'architrave sono scolpite a bassorilievo le scene dell’Annunciazione, della visita di Maria a Elisabetta, dell’adorazione dei Magi e della presentazione di Gesù al Tempio.
Nella lunetta sono rappresentati personaggi del Vecchio e del Nuovo Testamento e l'Anastasis.
In asse con il portale principale si trova un rosone decorato all’interno e all’esterno con foglie di acanto: è coronato da un archivolto aggettante, impostato su due leoni stilofori e concluso con una sfinge posta sulla chiave d’arco.
In corrispondenza della sesta arcata del prospetto meridionale, è il "Portale della Scomunica", chiamato così perché di qui venivano lette le bolle Pontificie: opera scultorea di epoca angioina, è riferibile alla scuola di Mastro Consiglio. Questa porta viene chiamata anche dei Masculi, perché dava accesso alla piazza Cattedrale, dove si svolgeva il pubblico mercato frequentato prevalentemente dai maschi. Al centro del timpano a transenna, su di una trave intarsiata con grovigli di pampini, spicca l’immagine del Cristo trionfante, opera di Mele di Stigliano.
Al centro del prospetto orientale sono posti in asse tra loro il grande finestrone absidale e il cosiddetto arco moresco. Il primo richiama il portale e il rosone della facciata principale: l’archivolto è sostenuto da due grifi, collocati su due leoni stilofori; al di sotto si trova un pluteo, raffigurante l’Annunciazione.
L’arco moresco ha una forma che appare forse per la prima volta nell’architettura medievale: l’arco è sostenuto da più colonnine tozze, poste a formare una specie di strombatura.
Riguardo il presbiterio sono collocate, all’interno delle due absidi minori, a sinistra una statua di San Giuseppe e a destra una rappresentazione della Beata Vergine Immacolata. Sono presenti all’interno dell’edificio, inoltre, sei pregevoli sepolcri barocchi. Due sono ai lati del portale principale, in memoria del Vescovo Barba e del Vescovo Cornelio Musso. Il primo è in marmo mischio intarsiato, opera dello scultore Colombo; quello del Musso è stato realizzato dal napoletano Nicola Lamberti.
Gli altri quattro sepolcri sono collocati nel transetto: due ai lati dell’abside centrale, gli altri addossati alle pareti opposte. I primi ricordano i vescovi Giovanni Battista Capano e Domenico Maria Cedronio, dei quali in corrispondenza di ciascuno dei cenotafi, ai lati dell’altare, ci sono le lastre sepolcrali; i secondi fanno memoria di Francesco Antonio Gallo, attraverso l’opera di Nicola Vincenzo Rosa, e di Fabrizio Carafa, con il mausoleo, detto anche sepolcro degli scheletri, progettato dall’architetto Michele Costantino.
Sul secondo pilastro a sinistra della navata centrale è visibile un lacerto di dipinto murale con l’immagine di un santo vescovo; nel vano campanario Sud è un affresco ovale cinquecentesco raffigurante la Madonna delle Grazie.
Nel pavimento del soccorpo della Cattedrale si trova un tappeto pavimentale raffigurante un grifo, collocato in un corpo di fabbrica quadrato. L'opera è realizzata con tessere policrome bianche, nere e rosse che circondano gli intarsi marmorei giallo-arancio che campiscono il corpo del grifo. |
Arredi |
Molti degli arredi presenti all’interno della Cattedrale sono posti in corrispondenza delle colonne a destra della navata centrale. A cavallo tra seconda e terza colonna è posizionato su due gradini circolari un maestoso fonte battesimale, composto da una base cilindrica gigliata che sostiene la semisfera cava, monolitica, ornata con elementi arcuati di elegante effetto plastico. Sulla parete perimetrale, è presente una nicchia incassata con la rappresentazione delle ampolle dei sacri oli.
Qualche metro più avanti è presente un monumentale pulpito: fu creato durante i lavori di rinnovamento della chiesa eseguiti tra il 1721-1722 dal Vescovo Cedronio, con elementi di spoglio, provenienti dallo smembramento di alcuni elementi decorativi già presenti all’interno dell’edificio. Le due formelle frontali della cassa e le quattro colonne di sostegno, infatti, appartenevano all’ambone di Nicolaus Magister, mentre i marmi dei fianchi e del prospetto posteriore hanno sicura corrispondenza stilistica con gli altri elementi del ciborio di Gualtiero da Foggia, come le paraste scanalate dei cantonali e le fasce piane, i cui bassorilievi rispecchiano la memoria classicheggiante di Gualtiero. Il manufatto così composto dal grande napoletano Anaclerio, sembra un’autentica opera d’arte duecentesca elaborata dalle mani di Nicolaus.
Il magnifico ambone è addossato al pilastro destro dell’arco di trionfo che divide le navate dal transetto: è costituito da una cassa sorretta da due colonne corinzie di epoca barocca e da una scala di accesso che si sviluppa sul lato destro con unica e ripida rampa, il cui parapetto è decorato con pannelli delimitati da fasce lavorate a bassorilievo. Nei due pannelli del fronte laterale sono rappresentati gli alberi del bene e del male e della vita; sul prospetto posteriore è collocata una lastra di marmo trapezoidale in cui sono presenti quattro figure a bassorilievo. Ai loro piedi è raffigurata la fenice, simbolo di immortalità e documento genealogico della potestas temporale della casa Sveva.
Al centro del presbiterio è posto l’altare in legno intarsiato, alle spalle del quale, davanti ad un altare barocco in marmi policromi, è posizionata la sede del celebrante e degli altri ministri.
Il Santissimo Sacramento è custodito all’interno di un tabernacolo presente in un altare barocco, addossato alla parete sinistra del transetto.
Molti frammenti e sculture provenienti dall’interno della Cattedrale, in particolare elementi dell’originaria iconostasi e del ciborio monumentale attribuito a Gualtiero da Foggia, sono conservati nel lapidario del palazzo vescovile, all’interno di locali ubicati nei pressi della Cattedrale. |
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