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Descrizione |
Schema planimetrico del tipo basilicale suddiviso in tre navate, scandite da colonne di riuso, concluso da un transetto, coincidente con l’area presbiterale, con tre absidi semicircolari; l’accesso principale e quotidiano all’edificio avviene attraverso uno dei portali presenti sul prospetto occidentale, tramite una bussola in legno e vetro.
Al di sotto dell’attuale quota del piano di calpestio della cattedrale, è presente una cripta, coperta da volte a crociera, sostenute da 24 colonne.
La navata centrale è divisa dalle laterali attraverso sedici colonne di riuso, sormontate da capitelli, su cui poggiano grandi archi sui quali si affacciano finti matronei; sugli archi sorretti da quattro robusti pilastri che delimitano il presbiterio poggia un tamburo a sedici facce con pennacchi sferici su cui è impostata una cupola emisferica con cornice decorata ed archetti pensili.
La facciata principale si presenta tripartita da lesene a tutta altezza, riportando all’esterno la suddivisione strutturale visibile all’interno; l’intera facciata è realizzata con conci in pietra squadrati e disposti a corsi regolari, bucata da alcune aperture presenti all’interno della superficie lapidea che determinano tre ordini orizzontali.
Quello inferiore contiene tre portali, di cui il principale è impreziosito dalle sculture di San Nicola, San Sabino ed al centro,dell’Assunta; i due portali laterali sono più piccoli e modesti, architravati; al di sopra del portale principale, si apre un grandioso rosone a diciotto bracci, coronato da archivolto aggettante e delimitato da quattro monofore ed un oculo circolare.
La facciata a Nord corrisponde al fianco del monumento ed è divisa in due porzioni dalla massiccia struttura della Trulla: la parte sinistra coincide con il transetto, quella destra, invece, si sviluppa per tutta la lunghezza della navata ed è composta, così come il prospetto meridionale, da profondi arconi ciechi, dall’esaforato che li sovrasta e dalle monofore dell'ordine superiore.
La facciata orientale, posta alle spalle del presbiterio, è caratterizzata da grande plasticità muraria ed aperta al centro dallo splendido finestrone absidale; il prospetto è delimitato da due campanili: uno risulta essere mozzato, l’altro si eleva con tre ordini di bifore, uno di trifore ed uno di quadrifore; l’elemento terminale è una piramide a base quadrata.
L’interno dell’edificio è completamente lasciato con la pietra faccia a vista, sia nelle navate dello spazio assembleare sia nel transetto, ovvero nell’area presbiterale.
L’integrità delle superfici verticali interne è interrotta da due portali laterali e da altri due varchi che conducono a sinistra alla cosiddetta Trulla, spazio circolare dell’antico Battistero, attualmente utilizzato come sacrestia, e a destra da un vano quadrangolare in cui è conservato il monumentale fonte battesimale in pietra.
Preesistenze |
Al di sotto della Cattedrale si sviluppa lo spazio del succorpo, che custodisce i resti dell'edificio paleocristiano, risparmiato dalla costruzione della nuova basilica. L'impianto corrisponde a quello del tempio superiore ed include evidenze archeologiche di epoca romana. |
Cripta |
Al di sotto dell’attuale quota del piano di calpestio della cattedrale, è presente una cripta, coperta da volte a crociera, sostenute da 24 colonne disposte su tre file e rivestite con pannelli marmorei baroccheggianti. All’interno della cripta sono presenti due absidi su cui restano visibili lacerti d’affreschi risalenti al XIV-XV secolo e tre altari di cui quello maggiore, delimitato da una balaustra in legno, è dedicato a San Sabino. |
Pianta |
Schema planimetrico del tipo basilicale suddiviso in tre navate, scandite da colonne di riuso, concluso da un transetto con tre absidi semicircolari, di cui quella in corrispondenza della navata centrale di dimensioni maggiori. L’area presbiterale, rialzata di sette gradini rispetto al piano di calpestio dell’aula liturgica, coincide con la parte centrale del transetto. Seppur la scansione degli elementi strutturali lascerebbe immaginare una suddivisione delle navate laterali in campate quadrangolari, le due navate minori, invece, consistono in grandi spazi aperti a tutta altezza, a conclusione dei quali sono presenti due scalinate, protette da balaustre in pietra traforata, che conducono al piano inferiore. L’accesso principale e quotidiano all’edificio avviene attraverso uno dei portali presenti sul prospetto occidentale, tramite una bussola in legno e vetro; un’ulteriore ingresso è presente a metà della navata laterale destra, che conduce direttamente all’interno del cortile dell’Arcivescovado. |
Impianto strutturale |
Muratura portante in conci di pietra locale di natura calcarea; la navata centrale è divisa dalle laterali attraverso due semicolonne e sedici colonne di riuso, otto per lato, sormontate da capitelli, su cui poggiano grandi archi al di sopra dei quali si affacciano finti matronei, inglobati in ampie arcate cieche, su entrambi i lati aperti da trifore.
Sugli archi sorretti da quattro robusti pilastri con semicolonne addossate, presenti ai vertici dalla porzione centrale del transetto, coincidente con l’area presbiterale, poggia un tamburo a sedici facce, raccordato alla parte inferiore tramite pennacchi sferici e scandito da nicchie ed aperture, su cui è impostata una cupola emisferica con cornice decorata ed archetti pensili. |
Coperture |
Tetto a due falde nel transetto e sulla navata centrale, a falda unica inclinata su quelle laterali e sull’esaforato con manto di finitura in tegole e coppi; il sistema di coperture al di sopra dell’area presbiterale, invece, è piano e rifinto con lastre di pietra di Corigliano; la grande cupola all’intersezione tra navata e transetto e la calotta che sormonta la cosiddetta Trulla, infine, hanno differente composizione del sistema delle coperture che si allinea alle sottostanti e particolari sagome curvilinee con strato di finitura rispettivamente corrispondente a guaina impermeabilizzante la prima e tegole e coppi la seconda.
La struttura portante è composta da capriate lignee ordite secondo lo sviluppo longitudinale della navata principale ed, ortogonalmente, al transetto.
L’inclinazione delle falde è tale da favorire il deflusso delle acque meteoriche, che vengono convogliate all’interno dei pluviali che discendono sui prospetti laterali. |
Prospetti |
La facciata principale, preceduta da un ampio sagrato poligonale, si presenta tripartita da lesene a tutta altezza, riportando all’esterno la suddivisione strutturale visibile all’interno; l’intera facciata è realizzata con conci in pietra squadrati e disposti a corsi regolari, bucata da alcune aperture presenti all’interno della superficie lapidea che determinano tre ordini orizzontali.
Quello inferiore contiene tre portali, di cui il principale è inquadrato da colonne in marmo con capitelli che sorreggono un cornicione dentellato su cui sono collocate le statue di San Nicola, di san Sabino ed al centro, in una nicchia absidata, la scultura dell’Assunta; i due portali laterali sono più piccoli e modesti, architravati ed inquadrati da colonnine, poggianti su plinti, sui cui capitelli è posta una trabeazione con timpano ad arco spezzato.
Sui portali sono presenti due monofore disposte simmetricamente negli scomparti laterali ed, al centro, una bifora con cornice decorata e colonnina tortile in asse. Al di sopra, si apre un grandioso rosone a diciotto bracci, coronato da archivolto aggettante e delimitato da quattro monofore con cornice, tra cui le superiori sono contenute all’interno di un doppio fregio scolpito, riconoscibile in più parti dei prospetti esterni.
Il registro superiore della facciata, concluso da archetti pensili disposti secondo gli spioventi e poggianti su mensole decorate con motivi vegetali o zoomorfi, è bucato da un piccolo oculo circolare.
La facciata a Nord corrisponde al fianco del monumento ed è divisa in due porzioni dalla massiccia struttura della Trulla: la parte sinistra coincide con il transetto, quella destra, invece, si sviluppa per tutta la lunghezza della navata.
La prima appare come un corpo architettonico autonomo, delimitato da una torre campanaria: su una base composta da tre arcate cieche con coppie di archi con piccole bucature quadrangolari, si aprono su due ordini quattro bifore e, più in alto, un rosone con cornice decorata con grani di rosario, sormontato da un oculo circolare.
La parte destra ha il basamento diviso in sei campate da archi che definiscono un portico esterno caratterizzato da fondali in parte ciechi, corrispondenti alle murature perimetrali della chiesa: due arcate presentano monofore che garantiscono luce naturale all’interno della navata laterale, mentre solo nella seconda è collocato un portale d’accesso laterale. Al di sopra del portico corre una splendida galleria di esaforati e tra la falda della navata laterale e quella più alta della navata maggiore sono visibili otto monofore, concluse da una fascia a girali vegetali.
Anche nella parte inferiore della facciata orientale, alle spalle del presbiterio, è evidente la plasticità muraria tramite arconi ciechi al di sopra dei quali si può ammirare lo splendido finestrone absidale: decorato con cornici a girali, è impreziosito da due mensole con elefanti che reggono colonnine ottagonali; sui capitelli si apprezzano un grifone ed una sfinge sui dorsi dei quali è originato un arco aggettante finemente scolpito nell’intradosso. Nel prospetto si aprono cinque bifore su due livelli, di cui una al centro è in asse con il finestrone absidale.
La facciata è delimitata ai fianchi da due campanili: uno risulta essere mozzato, l’altro si eleva con tre ordini di bifore, uno di trifore ed uno di quadrifore; l’elemento terminale è una piramide a base quadrata.
Il prospetto meridionale è del tutto simile a quello settentrionale, con i profondi arconi ciechi, l’esaforato superiore ed il fianco del transetto sul quale sono degne di nota quattro mensole zoomorfe aggettanti ai lati delle bifore dell’ordine inferiore. |
Scale |
L’accesso all’edificio avviene tramite sei gradini in pietra che, oltre il livello della piazza pubblica, conducono ad un sagrato sopraelevato che occupa tutta la porzione antistante la facciata principale. |
Pavimenti e pavimentazioni |
Il pavimento dell’intero edificio è realizzato con lastre di marmo venato di diverse cromie, variabili tra il bianco ed il grigio: il rivestimento dell’area presbiterale è semplice e lineare, mentre quello dello spazio assembleare riporta decorazioni a motivi geometrici. Degna di nota è senza dubbio la rosa mosaicata intarsiata in prossimità del presbiterio che riproduce per forma e proporzioni il rosone presente nell’impaginato della facciata principale: per un affascinante fenomeno determinato dai raggi solari che illuminano il prospetto occidentale nel giorno del solstizio d’estate, i due elementi per pochi attimi combaciano, rendendo l’effetto perfettamente visibile sul pavimento.
Pochi metri più avanti è inserito nella pavimentazione lo stemma mosaicato del vescovo Mazzella, realizzato con tessere di marmi policromi. |
interni |
L’interno dell’edificio è completamente lasciato con la pietra faccia a vista, sia nelle navate dello spazio assembleare sia nel transetto, ovvero nell’area presbiterale.
La navata centrale è divisa dalle laterali attraverso sedici colonne di riuso, otto per lato, sormontate da capitelli corinzi in stucco, su cui poggiano grandi archi a doppia ghiera al di sopra dei quali si affacciano finti matronei, inglobati in cinque ampie arcate cieche, su entrambi i lati aperte da trifore in asse con gli archi sottostanti.
L’unico elemento di discontinuità compositiva e strutturale si riconosce in prossimità della parete trasversale del transetto, ovvero dove sono presenti due bifore per lato, inglobate all’interno di un semiarco interrotto dalla presenza dei due imponenti pilastri a partire dai quali si sviluppa l’ampia area presbiterale.
La parte superiore delle superfici verticali della navata maggiore, conclusa da una serie di archetti pensili su peducci che sostengono le capriate lignee delle coperture, è bucata da otto monofore per lato.
Al di sotto delle trifore dei matronei sono visibili le tracce delle mensole che reggevano i camminamenti in quota che probabilmente correvano lungo tutto il perimetro interno della Cattedrale. Andati distrutti per far posto nel XVIII sec. all’apparato barocco, ne rimane traccia solo sulla contro facciata dove una sequenza di archetti pensili collega le due pareti laterali della navata centrale.
Malgrado la scansione degli elementi strutturali lasci immaginare una suddivisione delle navate laterali in campate quadrangolari, le due navate minori consistono di grandi spazi aperti a tutta altezza, illuminati naturalmente nella parte intermedia dalle aperture visibili nelle arcate dei prospetti settentrionale e meridionale e, nella porzione superiore, da otto piccole monofore, apprezzabili alle spalle del pregiato esaforato.
A conclusione delle due navate minori sono presenti due scalinate, protette da balaustre in pietra traforata, che conducono alla cripta inferiore.
La componente muraria del transetto, invece, è in gran parte piana ed uniforme, bucata esclusivamente dalle aperture presenti sui tre diversi prospetti: sono gerarchicamente rilevanti le tre absidi semicircolari, segnate da cornici ed archi a duplice ghiera e concluse da catini absidali corrispondenti ad un quarto di sfera.
Sugli archi sorretti da quattro robusti pilastri con semicolonne addossate, presenti ai vertici dalla porzione centrale del transetto, coincidente con l’area presbiterale, poggia un tamburo a sedici facce, raccordato alla parte inferiore tramite pennacchi sferici e scandito da nicchie ed aperture, su cui è impostata una cupola emisferica con cornice decorata ed archetti pensili.
L’integrità delle superfici verticali interne è interrotta da due portali laterali dai quali è possibile accedere direttamente all’esterno o al cortile dell’Arcivescovado, e da altri due varchi che conducono a sinistra alla cosiddetta Trulla, spazio circolare dell’antico Battistero ed attualmente utilizzato come sacrestia, e a destra da un vano quadrangolare, posto ad una quota inferiore rispetto all’aula liturgica, in cui è conservato il monumentale fonte battesimale in pietra. Da quest’ultimo locale è possibile raggiungere l’ufficio parrocchiale, un auditorium ed altri locali di servizio; alle spalle delle absidi, invece, due aperture mettono in collegamento l’aula liturgica con due vani tecnici delle torri campanarie. |
Elementi decorativi |
Ricchi sono gli elementi decorativi presenti all’interno dell’edificio: sono collocate, ad esempio, all’interno della chiesa due pregiate icone dell’Odegitria con riza e di San Sabino, copatrono di Bari; inoltre, sul presbiterio sono visibili lacerti di affreschi duecenteschi in corrispondenza dell’abside minore sinistra, mentre sul fianco destro del transetto sono custoditi frammenti del mosaico pavimentale datato all'epoca del vescovo Puteo e scoperto con gli scavi pavimentali effettuati al di sotto della navata centrale.
I resti mortali del vescovo Romualdo Arsione e di Santa Colomba di Sens sono altrettanto custoditi in sarcofagi posizionati all’interno dell’ampia area presbiterale. Lungo le pareti laterali dell’edificio prendono, infine, posto le sculture della Via Crucis, realizzate dallo scultore Francesco Nagni. |
Arredi |
Gran parte degli arredi è collocata nei pressi dell’area presbiterale, divisa dallo spazio assembleare da una scala delimitata in basso da due leoni in pietra e da una balaustra traforata e decorata con motivi vegetali: a sinistra è collocato un piccolo leggio metallico; a destra, invece, è posizionata la sede mobile del celebrante in legno.
Al centro del presbiterio è presente un podio composto da tre gradini decorati: il primo di essi ha formelle quadrangolari intagliate a motivi floreali, il secondo intrecci di forme geometriche con l’immagine di un pavone, sul terzo infine è riportato un testo in latino.
Sul gradino più alto del podio è collocato l’altare maggiore, corrispondente ad un blocco parallelepipedo impreziosito nella faccia anteriore da un paliotto in bronzo fuso ed inciso, ; sovrasta l’altare un monumentale ciborio, opera di Alfano da Termoli, ricostruito per anastilosi. Esso è formato da quattro colonne sui cui capitelli poggiano gli architravi lineari che, mediante colonnine, sorreggono due livelli di baldacchini a piramidi ottagonali su cui è collocata una croce metallica; sull’architrave posto in direzione dello spazio assembleare è incisa la scritta: “Obtulit hoc munus".
Alle spalle dell’altare e del ciborio, nella sagoma semicircolare dell’abside maggiore è presente un coro marmoreo dal quale emerge al centro la cattedrale episcopale con schienale a terminazione cuspidata; il ciborio è stato ricomposto nella seconda metà degli anni ’60 ad opera dell’arch. Franco Schettini, Soprintendente ai Monumenti della Puglia in quel periodo.
Mentre il tabernacolo è inserito nel gradino dell’altare laterale in pietra, in una struttura a forma di tempietto sormontata da una cupola simile a quella che sovrasta il presbiterio, in un vano quadrangolare, posto ad una quota inferiore rispetto all’aula liturgica, nei pressi della prima campata della navata destra, è conservato il monumentale fonte battesimale in pietra: è costituito da un una vasca in pietra scolpita ed incisa poggiata su una tozza colonna con toro di base collocata su un gradino circolare; la vasca è sormontata da un elemento terminale conico.
In corrispondenza della settima arcata destra della navata centrale è visibile un monumentale ambone: il manufatto, che presenta un’aquila sulla parete anteriore ed altri elementi decorativi degni di nota sulle facce laterali, corrisponde al risultato della ricomposizione per anastilosi di frammenti originari del XI e XII secolo, recuperati in seguito allo smantellamento dello stesso.
Poco più avanti prende posto un imponente candelabro, dono dell’Arcivescovo Francesco Cacucci, realizzato per mano dell’artista Albano Poli e raffigurante la storia della Salvezza, realizzata traendo ispirazione dall’Exultet I dell’XI secolo, custodito nel Museo Diocesano di Bari. |
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