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Fano
Fano - Fossombrone - Cagli - Pergola
chiesa
parrocchiale
Santa Maria Assunta
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Portale; Epigrafe; Pianta; Facciata; Struttura; Cappella; Elementi decorativi; Pulpito; Altare
presbiterio - intervento strutturale (1973); presbiterio - aggiunta arredo (1973)
VI - 924(preesistenze intorno); VIII - 1960(rifacimento campanile); 1124 - XII(rifacimento intero bene); XIV - XIX(demolizione parziale cappelle laterali); 1379 - 1942(rifacimento cappella); XV - XVIII(distruzioni intero bene); 1591 - 1928(ristrutturazione facciata); 1939 - 1941(rifacimento interno); 1967 - 1970(restauro intero bene); 1973 - 1973(ristrutturazione presbiterio); 1973 - 1973(ristrutturazione cappella); 2012 - 2013(restauro copertura)
Cattedrale di Santa Maria Assunta
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Cattedrale di Santa Maria Assunta <Fano>
Autore (ruolo)
Maestro Rainerio (opere scultoree)
Lamedica Gianni (adeguamento liturgico)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (rifacimento)
Notizie Storiche

VI - 924 (preesistenze intorno)

il duomo di Fano, sede della cattedra vescovile, fu costruito in un'area strategica della città, a poca distanza dalle mura romane e dalla porta di Augusto. Secondo alcune fonti sembra che in quest'area, in un arco di tempo compreso tra la seconda metà del VI e l'VIII secolo, fu edificato il primo complesso episcopale fanese, costituito dalla cattedrale, dalla residenza vescovile e da un battistero a pianta circolare. Gli Annali camaldolesi, inoltre, citano la chiesa nel 924.

VIII - 1960 (rifacimento campanile)

a sinistra dell'edificio si erge il campanile moderno, rifatto in laterizi e cemento armato negli anni Sessanta del secolo scorso dall'architetto romano Flavio Venturi. Il campanile si innesta sulla base circolare tronca dell'antica struttura, detta torre di Belisario, distrutta dalle truppe tedesche in ritirata nell'agosto del 1944. Si ritiene che il possente e severo manufatto vantasse veramente origini bizantine, come il suo nome fa supporre. La torre, nata quale opera di avvistamento e difesa, solo in seguito venne adattata a campanile. Più volte rimaneggiata nella zona cuspidale, nel 1860 vi fu aggiunta una cella campanaria neogotica su disegno di Giuseppe Ferroni. Dell'antica costruzione resta solo la base suddetta, di due metri di altezza e dieci di diametro.

1124 - XII (rifacimento intero bene)

distrutta da un incendio nel 1124, la chiesa viene ricostruita e dedicata a Santa Maria Assunta, al tempo del vescovo Rainaldo (1136-1159), in stile romanico, stile oggi riconoscibile, causa le ristrutturazioni e i rimaneggiamenti subiti nei secoli dall'edificio, solo nella facciata, nel portale e in qualche dettaglio architettonico interno. Le decorazioni scultoree sono dovute a tal maestro Rainerio che le eseguì dopo l'anno 1140. A informarci sulla ricostruzione della cattedrale, dopo l'incendio del 1124, è una importantissima epigrafe coeva, detta Epigrafe di Rainerio, murata sulla parete destra del presbiterio. Maestro Rainerio, espressione della cultura artistica dell'Italia settentrionale, è ritenuto da taluni anche l'architetto della cattedrale medesima.

XIV - XIX (demolizione parziale cappelle laterali)

la costruzione delle cappelle laterali, originariamente in numero di otto e ridotte poi a sei prima dell'ultima guerra mondiale per l'apertura di due porte laterali in fondo alla chiesa, ha inizio nel XIV secolo con il relativo sfondamento delle pareti della chiesa. Nei secoli le cappelle hanno mutato aspetto e titolo in base alle diverse famiglie fanesi a cui ne veniva affidata la cura. Lavori di notevole portata sono eseguiti anche nel XVI secolo, allorché, per volere del vescovo Cosimo Gheri, si abbattono le tre absidi presbiteriali, sostituite con altrettante cappelle quadrangolari, e si sopprime la cripta, abbassando il presbiterio al livello attuale.

1379 - 1942 (rifacimento cappella)

la prima cappella di cui si conosce la data sicura di fondazione, riportata in un'epigrafe, è la seconda a sinistra, voluta dal vescovo Leone nel 1379. Edificata interamente in laterizi, fu restaurata nel 1498 per volere del patrizio fanese Michelangelo Arnolfi e in seguito rimaneggiata più volte, fino all'ultimo intervento del 1942 quando vennero rifatte anche le monofore. Di un certo interesse il prospetto esterno in quanto presenta parti originali della primitiva edificazione e del restauro quattrocentesco.

XV - XVIII (distruzioni intero bene)

laconiche sono le notizie che riguardano l'edificio nei secoli XV-XVIII. Sembra che il vescovo Giulio Ottonelli (1587-1603) decorò una cappella di famiglia a Fermo con marmi provenienti da Fano e probabilmente dallo stesso duomo. Sappiamo che nel 1641 crollò la volta della quinta campata a destra e che nel 1672, in seguito a un terremoto, cadde la parte alta della torre campanaria distruggendo le campate sottostanti e la cappella del Ss. Sacramento. Nel 1749, quando era stato appena rifatto il coro andato in rovina per una combustione, esso andò distrutto in un nuovo incendio che arrivò a danneggiare anche gli affreschi del Domenichino nella cappella Nolfi.

1591 - 1928 (ristrutturazione facciata)

la facciata consente ancora di leggere quelle che erano le originarie linee romaniche della struttura, linee del tutto stravolte con le ristrutturazioni del 1591 volute dal vescovo Giulio Ottonelli, in seguito alle quali fu ribassato il prospetto e rimpicciolito il rosone; furono aperte due porte con relative sovrastanti finestrine in corrispondenza delle navate laterali; si otturarono le finte loggette e fu stuccata tutta la facciata, ormai bipartita in senso orizzontale da un pesante cornicione. Nel 1925 la facciata fu liberata dall'intonaco e successivamente, tra il 1926 e il 1928, ad opera di Edoardo Collamarini e poi di Cesare Selvelli, furono eseguiti i restauri che ripristinarono, nei limiti del possibile, l'aspetto originario del manufatto, ridisegnando tutto il profilo superiore che si presentava curvilineo e con pinnacoli piramidali. Il portale, il rosone, le loggette e le file di archetti pensili tornarono quindi ad essere gli elementi caratterizzanti la facciata.

1939 - 1941 (rifacimento interno)

nel 1939, in occasione dell'ottavo centenario della riedificazione della cattedrale, si svolsero i lavori miranti a dare nuovo lustro alla cattedrale. Promossi dal vescovo Del Signore e diretti dagli architetti Nardone e Gaetano Bartolucci, gli interventi furono molteplici e principalmente riguardarono: la chiusura delle due porte a fianco del portale e l'apertura di altre due porte lateralmente all'edificio, a ridosso della facciata; la sistemazione del fonte battesimale nel sito d'origine; il rifacimento della pavimentazione con la sostituzione dell'ammattonato con un pavimento in quarzite; la realizzazione del pulpito; la demolizione del parapetto in cemento che separava presbiterio e navata centrale e la costruzione al suo posto di una scalinata estesa tra i due muri perimetrali. Durante i lavori furono rinvenuti tre archi di imposta delle volte della perduta cripta e un muro di fondo che, probabilmente, risaliva alla ricostruzione dell'epoca di Rainerio.

1967 - 1970 (restauro intero bene)

tra il 1967 e il 1970 i tecnici del Genio Civile di Pesaro hanno provveduto al consolidamento delle strutture portanti dell'edificio e al rifacimento del tetto. Quest'ultimo intervento ha comportato la distruzione dell'antico sistema di copertura, nei tratti in cui ancora esisteva, realizzato secondo la tipica soluzione dell'architettura romanica lombarda che vuole i coppi direttamente allettati su volte di alleggerimento in calce e pietrame, costruite sull'intradosso delle volte delle navate.

1973  (ristrutturazione presbiterio)

nel 1973 furono eseguiti lavori di restauro e di adeguamento liturgico dall'architetto fanese Gianni Lamedica il quale, affinché risultasse meno netto il distacco fra la navata centrale e il presbiterio, procedette a un rinnovamento dell'intera scalinata di accesso al presbiterio. In seguito all'arretramento della gradinata centrale si rese necessaria la sostituzione delle due colonne posteriori del pulpito con altrettante della stessa lunghezza di quelle anteriori. Con l'intento di lasciare nel presbiterio solo le strutture nate con l'edificio o comunque ancora utili, l'architetto Lamedica eliminò, inoltre, la cattedra episcopale marmorea risalente al 1946, addossata al pilastro sinistro del presbiterio, e lo sfarzoso altare tardosettecentesco già ubicato sotto l'arco di accesso al coro. Sostituì, quindi, la cattedra e l'altare con un nuovo arredo ligneo sagomato appositamente per ospitare sculture medievali appartenenti alla cattedrale.

1973  (ristrutturazione cappella)

un altro importante intervento di ristrutturazione ad opera dell'architetto Lamedica riguardò la seconda cappella della navata destra, detta dell'Addolorata. Furono eliminati la balaustra, il recente rivestimento marmoreo che la ricopriva e l'altare; si lasciò in vista il paramento murario originale e al centro della cappella fu collocato a guisa di sarcofago il sepolcro del vescovo Del Signore, deceduto qualche anno prima, con la cosiddetta lastra del Citarista.

2012 - 2013 (restauro copertura)

tra il 2012 e il 2013 sono stati compiuti interventi di restauro conservativo riguardanti: una porzione della copertura della cattedrale con smontaggio del manto in coppi e risanamento strutturale del sottomanto; i pilastri in cemento armato posti sulla cella del campanile a fianco della chiesa.
Descrizione

di tutte le chiese fanesi la cattedrale è il monumento religioso più ricco di storia e di opere d'arte. Soffocato da costruzioni risalenti ad epoche diverse, attualmente l'edificio è godibile più che altro dalla via su cui si affaccia il prospetto principale, via corrispondente al decumano massimo dell'antico tracciato romano. Benchè la chiesa abbia subito nei secoli molteplici rifacimenti e manomissioni, diversi elementi strutturali e decorativi ne tradiscono l'origine romanico-lombarda. È soprattutto nella facciata che possiamo ritrovare questa origine se guardiamo al portale e agli archetti pensili al centro e che vi possiamo leggere anche l'organizzazione spaziale interna a tre navate di diversa altezza e larghezza che si aprono su cappelle di origine trecentesca. Altre tre cappelle concludono sul fondo l'area presbiteriale. Il campanile moderno, con struttura in cemento armato e paramento in laterizi, si innesta lateralmente alla chiesa, in posizione arretrata, su un'antica struttura circolare in mattoni.
Portale
arcuato a tutto sesto, strombato, ornato di motivi cosmateschi, con capitelli d'imposta scolpiti con esseri fantastici sulla sinistra, con fogliami sulla destra e con la raffigurazione dell'Agnello mistico al centro del liscio architrave, il portale è con ogni probabilità il risultato di interventi diversi eseguiti nel corso dei secoli XII-XIV. E' opera eclettica che presenta aspetti di derivazione lombarda insieme ad altri di ascendenza umbro-laziale, ascrivibile al periodo romanico. L'innesto di episodi scultorei ormai gotici, quali l'Agnello mistico, può ipotizzarsi come sostituzione di analoga figurazione preesistente, di certo ricca di decorazioni e in sintonia con quella dei capitelli laterali.
Epigrafe
importantissima epigrafe incisa su lastra calcarea, oggi murata nella parete presbiterale destra, sotto l'organo, dalla quale si ricavano l'anno di ricostruzione della chiesa e l'autore delle sculture, Maestro Rainerio, che ornavano e in parte ancora ornano la chiesa medesima.
Pianta
la pianta è di tipo basilicale con tre navate suddivise in cinque campate ciascuna, di cui quelle orientali sono più lunghe e rialzate delle altre. La navata centrale è larga il doppio delle altre, è più alta di 4 metri e riceve luce dalla grande ruota della facciata e dalle finestre del coro. Massicci pilastri polistili suddividono lo spazio interno e sorreggono volte a crocera cupoliformi, di cui quelle della navata centrale sono costolonate. Sulle navate laterali si affacciano tre cappelle per lato. Il presbiterio si innalza di quattro gradini sopra il livello delle navate e si estende per tutta la larghezza delle tre navate. Sulla parete di fondo si aprono tre cappelle quadrangolari: del Ss. Sacramento, del Coro e dei Santi Patroni Orso e Eusebio.
Facciata
la facciata ha struttura mista in arenaria e cotto. Tripartita da due contrafforti laterali e da due lesene centrali, ha profilo a capanna articolato su due altezze, quella del corpo centrale e quella delle ali laterali. Un ampio sagrato di quattro gradini conduce al portale romanico sormontato da un grande occhio centrale con vetro istoriato dal maestro vetraio Guido Polloni di Firenze con la figura dell'Assunta. L'occhio, privo dal 1591 se non da prima della raggiera, conserva gran parte della decorazione a bassorilievo con tralcio continuo di vite e grappoli d'uva del XII-XIII secolo. Privo ormai dei simboli degli evangelisti, al loro posto stanno quattro pietre in bella evidenza. Filologicamente corrette, per la presenza di significative tracce riemerse da sotto l'intonacatura cinquecentesca, sono le due bande in cotto sopra il rosone ricostruite negli anni '20 del secolo scorso. I settori laterali della facciata sono caratterizzati ciascuno da una fila di finte loggette che sfondano il paramento murario a oltre metà altezza; anche in questo caso la decorazione a baci, con ciotole in ceramica colorata, inserita soltanto sopra le loggette di sinistra, non sembra arbitraria, data la presenza degli appositi alveoli riapparsi nel 1925 sotto la scrostatura del vecchio intonaco. Moderna è invece la tamponatura con lastre di vetro istoriate di alcune delle loggette. Delle file di archetti pensili intrecciati che incorniciano in più punti la facciata, risulta di origine medievale parte di quelli collocati sopra il grande occhio; gli altri furono ricostruiti durante il rifacimento novecentesco della facciata.
Struttura
malgrado le evidenti manomissioni lo scheletro dell'edificio è ancora quello originario. Lo si deduce dal rinvenimento nei muri laterali delle cappelle a sud, innalzate nel XIV secolo, di massicci contrafforti e archi rampanti ribassati esattamente in corrispondenza degli attuali pilastri. Anche la struttura delle volte è da ritenersi originaria.
Cappella
la disposizione attuale delle cappelle è la seguente: a sinistra di chi entra si trova la prima cappella dedicata al Crocifisso, tutta rivestita di marmi, con due lapidi nelle pareti laterali in memoria dei personaggi di casa Rinalducci; la seconda cappella, eretta nel 1379, è dedicata alla Madonna Pellegrina; la terza cappella è quella del Battistero dove nel 1536 fu battezzato Ippolito Aldobrandini, poi papa Clemente VIII, e dove recentemente è stato ricomposto il monumento funebre del vescovo Alessandro Castracane (morto nel 1662). La prima cappella della navata destra è dedicata a San Paolo ed è ornata dalla pala d'altare raffigurante la Conversione di San Paolo; la seconda è la cappella sepolcrale dei vescovi, di recente istituzione, con al centro il sarcofago cementizio del vescovo Del Signore, mentre sotto l'arcata del contrafforte, su cui è affrescato un angelo del XV secolo, si trova la tomba del vescovo Costanzo Micci; la terza cappella è la seicentesca cappella Nolfi dove si trovano i monumenti funebri degli illustri nobili fanesi, Guido e Cesare Nolfi.
Elementi decorativi
tra le testimonianze artistiche più preziose del duomo fanese vi sono il pulpito e la cappella Nolfi. L'imponente pulpito è opera frammentaria liberamente composta nel 1941 mettendo insieme varie sculture appartenenti all'antica chiesa, parti di un probabile ciclo dell'Adventus Christi; la monumentale cappella Nolfi è arricchita dalla decorazione plastica di Pietro Solaro, dal ciclo di sedici affreschi con le Storie della Vergine del Domenichino e dalla pala d'altare con l'Assunta e il Paradiso del pittore anconetano Andrea Lilli. Nel presbiterio sono di notevole interesse: a destra la cappella dei Santi vescovi protettori con il dipinto di Ludovico Carracci raffigurante la Regina degli Angeli con i Santi Orso ed Eusebio; la cappella al centro con la tela dell'Assunta di Sebastiano Ceccarini e il coro settecentesco; la cappella del Ss. Sacramento, a sinistra, con la tela d'altare raffigurante Gesù col Ss. Sacramento del pittore fanese Giuseppe Luzi. Altrettanto degni di nota sono: il sarcofago con le ossa di San Fortunato incorporato nel nuovo altare; l'altorilievo con l'Annuncio dei Pastori, riadattato a schienale della cattedra vescovile; la cappella sepolcrale dei vescovi con la lastra scolpita del Citarista del XI-XII secolo.
Pulpito
il pulpito è dato da un insieme di lastre lapidee scolpite ad altorilievo e liberamente assemblate nel 1941 a formare una struttura quadrangolare, sostenuta da quattro colonne sorrette da altrettanti leoni stilofori. Le lastre sono elementi rilavorati di un'ara romana che sul retro portano scolpite immagini quali il bucranio, un festone, una patera e l'iscrizione "Dis Manibus/ Sacrun Publice". Sul versus le stesse lastre mostrano in sequenza non cronologica i seguenti episodi: Adorazione dei Magi, Sogno di San Giuseppe, Annunciazione, Visitazione, Fuga in Egitto. Verosimilmente le lastre, opere del maestro Rainerio, costituivano, in numero maggiore a quelle pervenuteci, le transenne del presbiterio e mostravano ai fedeli un ciclo di storie sull'Avvento. I leoni stilofori, in marmo rosso di Verona, erano collocati davanti alla facciata della chiesa, probabili basi per le colonnine di un protiro forse mai realizzato.
Altare
il nuovo altare-sarcofago che nel 1973 ha sostituito quello tardosettecentesco nasce come simbolo del rinnovato desiderio di semplicità e del ritorno alla spiritualità delle origini. Sormontato da una tavola lignea che funge da mensa e posto al centro dell'area presbiteriale su un'ampia pedana in rovere, il sarcofago è un semplice parallepipedo in pietra calcarea con tre superfici levigate e contornate da una sottile cornice, mentre la quarta rivolta verso la navata porta incisi, in minuscoli caratteri romani, il nome del santo vescovo San Fortunato, del quale si custodiscono le reliquie, e l'anno del rinvenimento del corpo del Santo, il 1113.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1973)
nel 1973, affinchè risultasse meno netto il distacco fra l'aula assembleare e l'area presbiteriale, si è proceduto a un rinnovamento dell'intera scalinata di accesso al presbiterio, arretrandone la parte centrale e allineandola alle scalinate delle navate laterali.
presbiterio - aggiunta arredo (1973)
il nuovo arredo ligneo del presbiterio, realizzato nel 1973 per esigenze di adeguamento liturgico, consiste dei seguenti elementi: altare, ambone, seggio vescovile con relativo leggio e sedili degli officianti.
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