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Noto
Noto
basilica
cattedrale
S. Nicolò
Parrocchia di S. Corrado Nella Cattedrale
Facciata; Prospetto ovest; Pianta; Pavimenti e pavimentazioni; Scale; Campanile; Coperture; Struttura; Elementi decorativi; Arredi
presbiterio - intervento strutturale (1999-2007); navata - aggiunta arredo (1999-2007); presbiterio - aggiunta arredo (1999-2007)
XI - XI(fondazione antica chiesa); 1482 - 1482(costruzione antica chiesa
campanile); 1491 - 1491(ampliamento antica chiesa); 1494 - 1653(rifacimento antica chiesa
facciata); 1609 - 1609(erezione a parrocchia autonoma antica chiesa ); 1693 - 1693(distruzione antica chiesa); 1693 - 1693(costruzione baracca intero bene); 1694 - 1703(costruzione intero bene); 1703 - 1703(benedizione intero bene); 1722 - 1722(rifacimento facciata); 1727 - 1727(distruzione parziale intero bene); 1727 - 1742(restauri intero bene); 1745 - 1745(costruzione nuova chiesa intero bene); 1746 - 1776(lavori di costruzione intero bene); 1769 - 1769(demolizione chiesa esistente intero bene); 1770 - 1770(costruzione facciata); 1771 - 1771(costruzione scalinata); 1773 - 1775(costruzione tetto); 1776 - 1776(costruzione volte); 1776 - 1776(benedizione intero bene); 1776 - 1776(acquisto organo); 1778 - 1778(costruzione cupole laterali); 1780 - 1780(crollo cupola); 1781 - 1817(ricostruzione intero bene); 1796 - 1796(commissione statue statue della facciata); 1817 - 1817(riapertura intero bene); 1818 - 1818(danneggiamento cupola); 1831 - 1833(costruzione scalinata); 1844 - 1844(erezione a cattedrale carattere generale); 1845 - 1845(costruzione sacrestia); 1848 - 1848(distruzione parziale intero bene); 1849 - 1849(tramezzatura transetto); 1854 - 1854(ricostruzione presbiterio); 1855 - 1857(ricostruzione tamburo); 1860 - 1862(ricostruzione cupola); 1862 - 1862(riapertura intero bene); 1899 - 1899(costruzione cappella); 1906 - 1906(riparazioni intero bene); 1950 - 1950(sostituzione solaio); 1950 - 1959(decorazioni intero bene); 1990 - 1990(chiusura intero bene); 1996 - 1996(distruzione parziale intero bene); 1996 - 2007(ricostruzione intero bene); 2007 - 2007(riapertura intero bene); 2009 - 2010(primo intervento decorativo intero bene); 2012 - 2012(elevazione a Basilica minore intero bene); 2013 - 2014(secondo intervento decorativo intero bene)
Cattedrale di San Nicolò
Tipologia e qualificazione basilica cattedrale
Denominazione Cattedrale di San Nicolò <Noto>
Altre denominazioni Basilica Cattedrale di S. Nicolò
Chiesa Cattedrale S. Nicola
Chiesa di San Nicolò
S. Nicolò
Ambito culturale (ruolo)
barocco netino (costruzione)
Notizie Storiche

XI  (fondazione antica chiesa)

Nella vecchia città di Noto sita sul monte Alveria, la chiesa Madre di San Nicolò fu fondata dai normanni che portarono il culto del vescovo di Mira in tutti i loro domini. La chiesa sorgeva al centro della città, sulla Piazza Maggiore, ed era di dimensioni notevoli (m 67 x 34). Il tempio ebbe sempre posizione di preminenza nella città, attestata dalle sepolture di personaggi illustri, e dal 1351 custodì il corpo di San Corrado Confalonieri, patrono della città e della Diocesi.

1482  (costruzione antica chiesa, campanile)

La torre campanaria venne costruita nel 1482 ed era coronata da due statue in pietra raffiguranti un angelo e la Vergine.

1491  (ampliamento antica chiesa)

Nei quasi sei secoli della sua storia la chiesa fu sottoposta a varie modifiche strutturali, la più importante delle quali consiste nell'ampliamento delle navate laterali, avvenuto nel 1491.

1494 - 1653 (rifacimento antica chiesa, facciata)

La facciata subì una rilevante modifica con il rifacimento della porta maggiore in marmi bianchi nel 1494; la stessa fu sostituita con una nuova facciata barocca nel 1653.

1609  (erezione a parrocchia autonoma antica chiesa )

Nel 1609 la chiesa madre fu eretta a parrocchia autonoma con giurisdizione su tutta la città.

1693  (distruzione antica chiesa)

La chiesa subì la totale distruzione durante il terribile terremoto del 9 e 11 gennaio 1693.

1693  (costruzione baracca intero bene)

La chiesa madre di Noto nel 1693 venne costruita in forma di baracca sul pendio del colle Meti, luogo scelto per la ricostruzione della città.

1694 - 1703 (costruzione intero bene)

Nel 1694 iniziò la costruzione della chiesa madre in muratura che si protrasse fino al 1703.

1703  (benedizione intero bene)

La chiesa venne benedetta il 6 giugno 1703

1722  (rifacimento facciata)

Nel 1722 furono fatti i primi lavori di abbellimento della facciata. Date le difficoltà finanziarie, la costruzione dovette essere condotta con materiali e sistemi costruttivi scadenti e ciò provocò gli ingenti danni che la chiesa subì nel terremoto del 1727.

1727  (distruzione parziale intero bene)

Il 7 gennaio 1727 un terremoto provocò gravi danni alla chiesa causandone il crollo della porta maggiore.

1727 - 1742 (restauri intero bene)

Dopo il terremoto iniziarono i successivi lavori di restauro che interessarono, oltre la porta maggiore, anche archi finestre e pilastri. Gli interventi di restauro durarono fino al 1742.

1745  (costruzione nuova chiesa intero bene)

Nel 1745 si decise di ricostruire totalmente la chiesa madre di Noto. Le motivazioni di questa scelta furono molteplici: la chiesa era in cattivo stato; nel "piano alto" di Noto si stava completando la nuova fabbrica della colleggiata del Crocifisso; un'opera più grande e maestosa della chiesa. Nell'intero Val di Noto, la ricostruzione delle chiese madri avvenne a partire dal quarto decennio del Settecento.

1746 - 1776 (lavori di costruzione intero bene)

Nel 1746 iniziarono i lavori di costruzione; furono pagati i pirriatori, i mastri, i muratori, i manovali, i fornitori di frumento e calce per la fabbrica della nuova chiesa "nuovamente principata". Nel 1753 Rosario Gagliardi, ingegnoso architetto netino, scrive una relazione sui difetti costruttivi della vecchia chiesa e sulla necessità di costruirne una nuova. Nonostante la risposta negativa del vescovo di Siracusa, si procedette ugualmente con i lavori fino a circa il 1776.

1769  (demolizione chiesa esistente intero bene)

Nel 1769 venne demolita la chiesa esistente. Da questo momento in poi, per tutta la durata dei lavori si officiò in altre chiese, sopratutto in quella di San Carlo.

1770  (costruzione facciata)

In aprile-maggio del 1770 si gettarono le fondamenta della nuova facciata.

1771  (costruzione scalinata)

Nel 1771 venne costruita la scalinata.

1773 - 1775 (costruzione tetto)

Dal 1773 fino al 1775 si lavorò al tetto; furono acquistate 40.000 tegole.

1776  (costruzione volte)

Nel 1776 furono ultimate le volte della navata maggiore e dell'abside.

1776  (benedizione intero bene)

Il 5 marzo 1776 la chiesa fu considerata "in una decente situazione di potervi officiare". Il vescovo concedette quindi l'autorizzazione a procedere alla sua benedizione.

1776  (acquisto organo)

Il 21 giugno 1776 fu acquistato l'organo.

1778  (costruzione cupole laterali)

Nel 1778 vennero costruite le cupole delle navate laterali.

1780  (crollo cupola)

Il 1780 fece registrare diverse scosse di terremoto durante il mese di aprile. Fu probabilmente a causa di queste ultime che, nel giugno di quell'anno, crollò la cupola della chiesa madre e con essa la copertura dell'abside. Solo dopo quattro anni dalla sua inaugurazione, la nuova chiesa dovette essere chiusa ed il culto trasferito altrove.

1781 - 1817 (ricostruzione intero bene)

Dal 1781 iniziò la ricostruzione della chiesa che durò, in fasi alterne fino al 1817. Dal 1781 al 1791 si lavorò alla ricostruzione delle coperture, come testimonia l'acquisto di più di 55.700 tegole. Dal 1796 al 1817 la ricostruzione interessò la cupola, la facciata, i campanili e le finiture interne. Nel 1812 e 1813 venne realizzata la scalinata ed il sagrato, mentre nel 1816 si procedette alla pavimentazione.

1796  (commissione statue statue della facciata)

Nel 1796 vennero commissionate le quattro statue della facciata all'artista catanese Giuseppe Orlando.

1817  (riapertura intero bene)

La chiesa madre di S. Nicolò venne riaperta al culto il 15 febbraio del 1817.

1818  (danneggiamento cupola)

Neanche un anno dopo la sua riapertura, la chiesa dovette subire nel febbraio del 1818 un terremoto che danneggiò la cupola provocando "notabili lesioni e separazioni". Nello stesso anno venne redatta dal canonico Antonio Mazza una relazione riguardante i restauri da effettuare nella cupola ma, probabilmente, i lavori non vennero mai effettuati.

1831 - 1833 (costruzione scalinata)

Dal 1831 al 1833 venne realizzata una nuova scalinata su progetto del perito D. Bernardo Labisi.

1844  (erezione a cattedrale carattere generale)

Nel 1844 venne istituita la Diocesi di Noto; la chiesa madre venne eretta a cattedrale con la bolla "gravissimum sane" di papa Gregorio XVI del 15 maggio 1844.

1845  (costruzione sacrestia)

Nel 1845 venne realizzata la sacrestia.

1848  (distruzione parziale intero bene)

Il terremoto del 11 gennaio 1848 causò il crollo della cupola, del presbiterio,del transetto, delle cappelle di San Corrado e del SS. Sacramento.

1849  (tramezzatura transetto)

Un anno dopo il crollo, nel 1849, per permettere l'utilizzo provvisorio della chiesa, venne realizzata una tramezzatura all'altezza dell'arco trionfale per escludere dall'uso la zona presbiteriale poichè inutilizzabile. Vennero inoltre appaltati i lavori di rifacimento delle coperture del transetto.

1854  (ricostruzione presbiterio)

Nel 1854 vennero appaltati i lavori per il prolungamento e la ricostruzione dell'area presbiteriale.

1855 - 1857 (ricostruzione tamburo)

I lavori per la demolizione del tamburo e dei suoi quattro contrafforti furono appaltati nel 1855 e nel 1857 si iniziò la ricostruzione dello stesso.

1860 - 1862 (ricostruzione cupola)

Nel 1860 vennero appaltati i lavori di costruzione della cupola che si conclusero nel 1862 quando venne abbattuto il tramezzo che aveva diviso il presbiterio dal resto della chiesa durante i lavori.

1862  (riapertura intero bene)

La fu chiesa riaperta e benedetta da monsignor Mirone, vescovo di Noto, nel 1862.

1899  (costruzione cappella)

Nel 1899 venne costruita la cappella del SS. Sacramento.

1906  (riparazioni intero bene)

L'arch. Francesco Cassone nel 1906 effettuò dei lavori di riparazione alla cappella del SS. Sacramento, alle vele della cupola, ai cupolini delle navate laterali, al tetto della navata centrale e all'esterno della cupola.

1950  (sostituzione solaio)

Nel 1950 venne sostituita la copertura originaria con un solaio in calcestruzzo.

1950 - 1959 (decorazioni intero bene)

Dal 1950 fino al 1959 furono realizzati lavori di decorazione e abbellimento della chiesa.

1990  (chiusura intero bene)

In seguito al terremoto del 13 dicembre 1990 la chiesa venne chiusa perchè subì alcuni danni strutturali.

1996  (distruzione parziale intero bene)

La notte del 13 marzo 1996, il cedimento del quarto pilone della navata destra provocò il crollo della navata stessa, del tetto e di parte della cupola. Le cause furono individuate nell'appesantimento strutturale degli anni '50 del secolo XX e in difetti costruttivi dei pilastri.

1996 - 2007 (ricostruzione intero bene)

Nell'aprile 1996 iniziarono i lavori di messa in sicurezza della struttura rimasta in piedi; da gennaio a settembre 1997 vennero sgomberate le macerie ed effettuati i relativi lavori di catalogazione. Il cantiere venne aperto il 3 novembre 1999 e i lavori si conclusero il 30 maggio 2007.

2007  (riapertura intero bene)

Il 18 giugno 2007 la cattedrale è stata riaperta al culto con una solenne celebrazione eucaristica presieduta del cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della congregazione per i vescovi, alla presenza dei Presidenti del Consiglio dei ministri e della Regione Siciliana.

2009 - 2010 (primo intervento decorativo intero bene)

Nel 2009 iniziò l'intervento pittorico della cupola e dei pennacchi affidato all'artista russo Oleg Supereco. Nel contempo furono realizzati dall'artista romano Giuseppe Ducrot l'altare, l'ambone, il crocifisso. Le vetrate istoriate della cupola e dei transetti vennero realizzate da Francesco Mori.

2012  (elevazione a Basilica minore intero bene)

Il 19 marzo 2012 papa Benedetto XVI insignì la cattedrale di Noto con il titolo di Basilica Pontificia Minore.

2013 - 2014 (secondo intervento decorativo intero bene)

Tra il 2013 e il 2014 si portarono a compimento gli altri interventi decorativi: il dipinto ad olio su tela della volta della navata centrale per opera dell'artista Lino Frongia; le statue dei santi Apostoli, di San Francesco d'Assisi e di Santa Caterina da Siena realizzati da vari artisti; la Via Crucis di Roberto Ferri.
Descrizione

La Cattedrale di San Nicolò è ubicata sulla sommità di una monumentale scalinata composta da tre rampe, sul lato nord di Piazza Municipio. Essa presenta uno sviluppo longitudinale di circa 64 metri verso nord e rivolge la sua facciata principale, larga 40 metri, a sud-ovest. Il prospetto, leggero e stratificato, è caratterizzato dalla fusione di elementi barocchi e classici e presenta due ordini e tre elementi principali: un nucleo centrale e le due torri campanarie ai lati. Presenta un modello frontale di colonnato a due piani con colonne libere e una strutturazione su tre piani delle paraste d’angolo nei due campanili. L’edificio presenta un impianto basilicale: croce latina a tre navate con cappelle laterali e transetto eccedente i muri longitudinali.
Facciata
La facciata rappresenta l’ampiezza della varietà espressiva nel fiore del tardo barocco netino. Essa non si manifesta come una massiccia muratura, piuttosto si presenta come una struttura leggera e assai stratificata. È larga quasi 40 metri e, con la sua parete a colonne dal forte effetto plastico, ha un ruolo preminente nel panorama urbano per dimensioni, energia e ricchezza di elementi. Si compone di tre elementi: la parte centrale e i due campanili, questi sporgono lateralmente, contribuendo alla creazione di un centro di grandiosità urbana. Il corpo centrale è in posizione avanzata rispetto ai campanili e ad esso sono collegate le campate dei portali laterali, su un piano leggermente arretrato. Il prospetto, presenta nel primo ordine tre grandi portali e otto colonne con capitelli corinzi. Il portale centrale è sormontato dallo stemma della città e ospita un portone in bronzo in cui sono rappresentati episodi della vita di San Corrado Confalonieri da Piacenza, opera dello scultore siciliano Giuseppe Pirrone. La facciata è arricchita da quattro nicchie decorate: due sormontano i portali laterali, le altre due sono posizionate alla base delle torri campanarie. Il secondo ordine della facciata ospita una grande finestra sormontata dall’imponente timpano spezzato e fiancheggiata da due coppie per lato di colonne corinzie, prosecuzione delle colonne del portale centrale del primo ordine. Le due torri campanarie conferiscono al prospetto lo slancio verso l’alto.
Prospetto ovest
Il prospetto ovest è articolato con pilastri corinzi uniformemente spaziati. Presenta un portale con un architrave ad arco ribassato. Sopra l’architrave si trova una zona decorata con rilievi raffiguranti soggetti vegetali. Ad una visione frontale, questo riempimento appare convesso, così come lo è il cornicione a segmenti della struttura aggettante del portale e la parte centrale della base del cornicione. L’intera struttura non sporge oltre il piano costituito dal portale, l’arco ribassato e il coronamento ad arco spezzato realizzano una struttura convessa finta. L’intero prospetto è riccamente decorato attraverso nicchie sormontate da timpani triangolari, pilastri con capitelli di ordine corinzio e finestre ad arco ribassato con coronamento ad arco spezzato.
Pianta
L’edificio presenta un impianto basilicale: croce latina a tre navate con cappelle laterali e transetto eccedente i muri longitudinali. La chiesa occupa un’area di circa 2300 metri quadrati. La navata centrale ha una larghezza maggiore rispetto alle navate laterali e la suddivisione avviene mediante pilastri cruciformi. Il transetto è sormontato dalla cupola alta circa 76 metri e avente un diametro di 16 metri circa.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è uniforme ed è realizzata in mattonelle quadrate di pietra di Modica.
Scale
L’accesso alla chiesa avviene mediante una scalinata monumentale composta da tre rampe composte da 14 gradini ciascuna. In ogni ingresso laterale è presente una scalea composta da 6 gradini, necessaria a colmare il dislivello creato dalla pendenza della strada. Il presbiterio si presenta su un piano rialzato rispetto a quello della navata e vi si accede attraverso tre scalini, il quarto scalino permette di accedere al piano del solo altare maggiore. Una scala a chiocciola in cemento armato permette di accedere al campanile.
Campanile
La fabbrica mostra due torri campanarie, sporgenti in avanti e lateralmente rispetto alla parte centrale, nucleo della facciata principale. Presentano una forma cubica e sono attorniati da paraste, con capitelli di ordine corinzio, su più piani retrogradanti. Le due torri sono disposte a guisa di ali, lateralmente al prospetto. Poste trasversalmente all’asse principale della chiesa, sporgendo lateralmente acquisiscono in pianta una posizione di rilievo. La parte basamentale, ottenuta mediante pianificazione all’indietro, presenta paraste d’angolo con tessitura a quadriglioni. La parte sommitale è perforata sui quattro lati tramite aperture ad arco a tutto sesto che ospitano le campane nella torre di sinistra. Nella torre di destra l’apertura del prospetto principale è inscenata, ed ospita un orologio circolare.
Coperture
La cupola ha uno stile a fasce sovrapposte, è neoclassica con tracce di neo-barocco ottocentesco. La copertura della navata centrale è a due falde ed è stata realizzata in legno. Esternamente è completata con un manto di coppi siciliani, internamente le volte e l’abside sono realizzate in canne e gesso.
Struttura
La struttura attuale, realizzata in seguito ai lavori di restauro successivi al crollo del 1996, presenta gli stessi materiali e le stesse tecniche delle fabbriche antiche, ma si adatta alle attuali conoscenze della scienza delle costruzioni. Le fondazioni presentano un sistema di collegamento in muratura armata tra i plinti di fondazione e una sottomurazione lungo i muri perimetrali. I pilastri sono realizzati secondo il modello di muratura regolare “a cassa”, con giunti sfalsati all’interno, con conci esterni spessi e con frequenti ammorsamenti. Per l’intera sezione dei pilastri è realizzata una listatura in pietra squadrata, ad intervalli regolari. Il tetto presenta una struttura lignea a falde, con arconi trasversali e le volte sono realizzate in canne. Le spinte degli arconi e degli arcarecci del tetto sono assorbite dagli speroni. Questi sono costituiti da muratura intonacata di pietrame calcareo grossolanamente sbozzato ed apparecchiato secondo piani orizzontali. Tra gli speroni e la parete sono presenti ammorsature in pietra e catene metalliche trasversali come presidio anti-ribaltamento. La cupola presenta un inspessimento delle murature alla base e tre cerchiature metalliche lasciate a vista. La lanterna in muratura presenta un telaio metallico resistente alle forze orizzontali e una cerchiatura.
Elementi decorativi
Esternamente, in facciata si evidenziano otto colonne dello stesso diametro. Di esse, quattro sono disposte ai due lati del portale centrale e sono riunite in gruppi di due, distanziate da un intervallo significativo. Le colonne della struttura centrale aggettante, si innestano poi nelle campate laterali, ma non sui prospetti delle torri. I portali delle campate laterali presentano una coppia di colonne libere per ogni lato, queste oltrepassano l’architrave, il grande cornicione e la fascia basamentale del rinfascio, terminando con le statue degli evangelisti che vi poggiano sopra. L’insieme restituisce un prodotto dell’architettura sacra dell’epoca, tra manierismo e tardo barocco. La trabeazione presenta vivaci interruzioni a spigolo e contribuisce, insieme all’architrave e alla fascia basamentale, a dare l’effetto di una fasciatura che circonda l’intera facciata. Le coppie di colonne delle campate intermedie sono un esempio di “intersezione qualificata”, esse infatti, svolgono una doppia funzione: fanno da contorno ai portali e allo stesso tempo fanno da elemento di estremità del colonnato centrale, con lo schema c-b-a-b’-c’. I due piani più avanzati del prospetto si agganciano l’uno con l’altro mediante modanature d’angolo vivacemente articolate. Internamente la chiesa mostra un aspetto puro, dato dalla lucentezza dell’intonaco bianco. I pilastroni, il transetto e l’abside presentano un ritmo scandito da coppie di paraste corinzie. Il portale centrale internamente è sormontato da un timpano ad arco spezzato e incorniciato da due lesene corinzie. La volta lunettata della navata centrale, è stata decorata con una tela polilobata di circa 100mq realizzata dal maestro Lino Frongia, raffigurante l’Assunzione della madonna e le quattro virtù cardinali: giustizia, fortezza, prudenza e temperanza. La superficie della cupola è stata decorata con la Pentecoste, opera del pittore russo Oleg Supereco realizzata nel 2011, mentre nei pennacchi sono raffigurati i quattro evangelisti. Nel catino absidale è presente l’affresco del Cristo Pantocratore realizzato dal pittore marchigiano Bruno D’Arcevia. La figura centrale di Cristo è affiancata da San Giovanni Battista e dalla Vergine Maria, su di essi una fiamma con la colomba simbolo dello Spirito Santo e la figura dell’Eterno Padre. Sotto sono rappresentati i dottori della chiesa: al centro Sant’Agostino e Sant’Ambrogio, realizzati nel 2013. Tra il catino absidale e la cupola, nella volta del presbiterio è affrescata “L’attesa del Giudizio Universale” o “Etimasia”, che fa da raccordo tra due superfici pittoriche. L’affresco realizzato anch’esso da Bruno D’Arcevia rappresenta un trono vuoto, con un cuscino con il mantello da giudice, un libro chiuso, la Croce e gli strumenti della Passione ovvero la corona di spine, la lancia, la canna con la spugna; ai piedi del trono sono presenti un vasetto nel quale sono contenuti i quattro chiodi della crocifissione. Le vetrate sono state realizzate da Francesco Mori: quelle della navata centrale, che raffigurano i Santi Patroni delle città della Diocesi, del transetto e dell’abside sono tutte di recente fattura, mentre la vetrata collocata sul portone centrale che ritrae San Corrado è precedente al crollo.
Arredi
All’interno, nella cappella in fondo alla navata destra, è conservata una preziosa arca d'argento cinquecentesca contenente le spoglie di Corrado Confalonieri, santo patrono della città e della diocesi di Noto. La cappella in fondo alla navata sinistra è dedicata al SS. Sacramento ed è ornata da raffinati stucchi e fregi dorati eseguiti dagli scultori Giuliano da Palazzolo e Senia da Noto. Percorrendo dall’ingresso verso l’abside la navata di destra, si evidenziano: nella prima cappella un fonte battesimale in marmi policromi e un dipinto olio su tela del sec. XVIII dell’“Immacolata con Santi Martiri”; nella seconda cappella è presente “l’Adorazione dei pastori”, un dipinto ad olio su tela di Giovanni Bonomo del 1783. Accanto all’ingresso laterale è presente un mausoleo in marmi policromi del preposito Giovanni Di Lorenzo. Nella terza cappella sono contenuti: un bassorilievo in marmo dipinto del sec. XVI della “Madonna delle Grazie” e decorazioni in stucco e sculture di Santa Lucia e Sant' Agata di Assenza (1924). Nella quarta cappella è collocato il dipinto: “Consegna delle chiavi a S. Pietro”, olio su tela di G. Patania del 1827. Nel braccio destro del transetto si trova una scultura in legno dipinto e dorato di San Nicolò del secolo XVIII. Nella navata di sinistra: la prima cappella ospita il “Miracolo di S. Francesco di Paola", dipinto ad olio su tela di Costantino Carasi (sec. XVIII); nella seconda cappella è collocato il dipinto “Spasimo di Sicilia”, olio su tela di Raffaele Politi (1809); nella terza cappella è presente la scultura lignea dipinta del “Sacro Cuore”; nella quarta cappella sono presenti: il dipinto "Madonna e anime purganti" di Costantino Carasi (sec. XVIII) e una scultura in marmo di San Michele di scuola gaginiana (sec. XVI). Nel braccio sinistro del transetto si trova un Crocifisso, scultura in legno dipinto trasferita in Cattedrale nel sec. XIX dall’Eremo di Noto Antica. Nell’abside si trovano due troni vescovili con sgabelli in legno scolpito e dorato (secc. XVIII-XIX), un coro ligneo e al centro della pavimentazione lo stemma in marmo del vescovo Angelo Calabretta e i due stemmi in marmo dei vescovi Malandrino e Staglianò. L’altare maggiore è in marmi policromi e alle sue spalle è presente un trittico con tele della metà del sec. XX raffiguranti San Nicolò al centro, San Corrado a sinistra, e San Guglielmo, a destra. Nella navata di destra sono seppelliti i vescovi Vizzini e Calabretta, mentre in quella di sinistra sono sepolti i vescovi Mirone e Nicolosi. Nel presbiterio sono presenti un altare, una croce e un ambone in bronzo argentato con basi in diaspro di Sicilia, opera di Giuseppe Ducrot. Le navate laterali contengono delle nicchie, all’interno delle quali nel 2013 sono state collocate dodici sculture in gesso bianco raffiguranti gli Apostoli e due raffiguranti i santi patroni d’Italia Santa Caterina e San Francesco. Le navate laterali ospitano anche delle tele di Roberto Ferri che rappresentano le stazioni della Via Crucis.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1999-2007)
Durante le opere di restauro il piano del presbiterio è stato ampliato e la parte ottagonale collocata sotto la cupola ha subito un cambiamento di quota rispetto al piano delle navate, essendo stato sollevato di di quattro alzate.
navata - aggiunta arredo (1999-2007)
Sono stati realizzati 60 nuovi banchi in legno progettati apposta per la cattedrale.
presbiterio - aggiunta arredo (1999-2007)
Sono stati realizzati un altare, una croce e un ambone in bronzo argentato con basi in diaspro di Sicilia.
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