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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Sant'Antonio
Piasco
Saluzzo
cappella
sussidiaria
Sant'Antonio
Parrocchia di S. Antonio
Pianta; Struttura; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture; Facciata principale; Presbiterio; Altare principale; Volte; Torre campanaria; Elementi decorativi; Portale; Scale
presbiterio - aggiunta arredo (anni '70 del XX secolo)
XVI - XVI(preesistenze intero bene); XVII - XVII(descrizione altare); 1882 - 1882(costruzione campanile); 1900 - 1900(restauro e ingrandimento lapide); 1900 - 1900(costruzione altare e balaustra); 1902 - 1902(dedicazione intero bene); 1902 - 1902(celebrazione messe durante le epidemie intero bene); 1903 - 1903(celebrazione messe intero bene); 1903 - 1903(celebrazione messe intero bene); 1908 - 1914(servizio di cappellano intero bene); 1914 - 1922(servizio dei Francescani di Saluzzo intero bene); 1922 - 1922(servizio dei Cappuccini di Busca intero bene)
Chiesa di Sant'Antonio
Tipologia e qualificazione cappella sussidiaria
Denominazione Chiesa di Sant'Antonio <Sant'Antonio, Piasco>
Altre denominazioni Chiesa di Sant'Antonio Abate
Chiesa di Sant'Antonio da Padova
Cappella di Sant'Antonio
Ambito culturale (ruolo)
maestranze cuneesi (costruzione campanile)
maestranze cuneesi (costruzione volte e modanature degli interni)
maestranze cuneesi (costruzione aperture finestrate polilobate)
Notizie Storiche

XVI  (preesistenze intero bene)

"dice infatti la tradizione che verso il 1500 sorgeva in quei pressi un pilone o una capelletta, sopra un costone della montagna, a pochi metri dalla strada, sul lato destro, per chi sale, al riparo da un possibile straripamento del Varaita (...) Un ramo del Varaita pare passasse proprio sul luogo ove sorge l'attuale nuova chiesa parrocchiale" (Ponso, 1984, p. 99)

XVII  (descrizione altare)

"all'altare maggiore una pala rappresentante la Madonna col Bambino e S. Antonio da Padova (del 1600-1700)" (Ponso, 1984, p. 99). Il dipinto, ancora oggi conservato e raffigurante la Madonna che porge il Bambino a Sant'Antonio da Padova, è assegnabile al pittore Lelio Scaffa (documentato dal 1644 al 1682) e attesta che ormai, a metà Seicento, la devozione prevalente è quella per Sant'Antonio da Padova (nota di compilazione dell'Ufficio BCE)

1882  (costruzione campanile)

"all'esterno della chiesetta si erge un basso e tozzo campaniletto, che riporta, sul lato nord, la data del 1882 e sul lato sud le iniziali del suo fondatore B.P. (cioè Bues Paolo, antenato degli attuali Deaglio)" (Ponso, 1984, p. 99)

1900  (restauro e ingrandimento lapide)

"in una lapide murata (...) si legge che Enrico Wild aveva restaurato ed ingrandito nel 1900 una chiesetta" (Ponso, 1984, p. 99)

1900  (costruzione altare e balaustra)

"non rimangono all'interno resti storici di rilievo, se si eccettua il bellissimo altare marmoreo, con la balaustra del 1900, fatti costruire da Wild" (Ponso, 1984, p. 99)

1902  (dedicazione intero bene)

"con ogni probabilità la cappelletta era già dedicata a S. Antonio Abate fin dal suo inizio, ma in seguito, forse anche per omonimia, nella nuova chiesetta, precedente all'attuale parrocchiale, si cominciò a venerare pure S. Antonio da Padova; a lui si diede addirittura il posto d'onore nell'icona dell'altare maggiore. (...) la festa esterna di S. Antonio da Padova, che divenne festa patronale, si cominciò a celebrare la terza domenica di giugno solo dall'anno 1902" (Ponso, 1984, p. 99)

1902  (celebrazione messe durante le epidemie intero bene)

"in questa cappella fin dal secolo scorso le singole categorie di lavoratori facevano celebrare le loro messe: i contadini in onore di S. Antonio Abate, specie in occasione delle epidemie (come avvenne nel 1902)" (Ponso, 1984, p. 99)

1903  (celebrazione messe intero bene)

"in questa cappella fin dal secolo scorso le singole categorie di lavoratori facevano celebrare le loro messe: (...) i lavoratori della calce in onore di S. Barbara loro protettrice (come ci risulta nel 1903)" (Ponso, 1984, p. 99)

1903  (celebrazione messe intero bene)

"in questa cappella fin dal secolo scorso le singole categorie di lavoratori facevano celebrare le loro messe: (...) le tessitrici dela Wild in onore di S. Agata" (Ponso, 1984, p. 99)

1908 - 1914 (servizio di cappellano intero bene)

"nel 1908 venne stabilito un cappellano fisso nella persona del teologo Filippo Faccio di Dronero, il quale vi rimase fino al 1914" (Ponso, 1984, p. 99)

1914 - 1922 (servizio dei Francescani di Saluzzo intero bene)

"in seguito al 1914, per interessamento dello stesso Wild, vennero a fare servizio alla cappella i Padri Minori Francescani di Saluzzo, fino al 1922" (Ponso, 1984, p. 99)

1922  (servizio dei Cappuccini di Busca intero bene)

"allorquando subentrarono i Padri cappuccini di Busca" (Ponso, 1984, p. 99)
Descrizione

L'edificio si trova all'incrocio fra via Venasca e via Isola Superiore e lungo il "Bedale dei Molini" che scorre parallelamente alla facciata sud. La facciata principale presenta un ingresso collocato tra due basse finestre di forma rettangolare, sormontato da una nicchia ovale in cui è affrescato S. Antonio da Padova e da una finestra polilobata, della stessa fattura di quelle che si aprono sulle facciate sud e nord. Il portale di ingresso è contornato da una cornice decorativa e protetto da una tettoietta. Sul lato ovest della chiesa si trova il campanile in mattoni a vista. Sulla facciata sud, addossato al corpo principale dell'aula, sorge un basso fabbricato che ospita la sacrestia; sempre sulla stessa facciata vi è una scala esterna in cemento, non accessibile date le sue precarie condizioni statiche, che attraverso una porta conduce alla tribuna.
Pianta
pianta rettangolare con navata unica con direzione ovest (presbiterio) – est (ingresso)
Struttura
le strutture, muri e volte, sono portanti e realizzate in muratura di pietrame e calce, la tribuna ha struttura lignea, il campanile ha muratura portante in mattoni
Pavimenti e pavimentazioni
pavimento in mattonelle di graniglia di cemento
Coperture
il manto di copertura principale è in lose con struttura lignea a doppia falda. Lattoneria in rame, come anche la cuspide del campanile
Facciata principale
intonacata ed orientata ad est, presenta un ingresso semplice con portone rettangolare ligneo a doppia anta in posizione centrale tra due finestre rettangolari; il portale è sormontato da una nicchia ovale affrescata ed una finestra polilobata
Presbiterio
a pianta rettangolare con volta a botte separato dall'aula da una balaustra in marmo e un gradino, sulla parete di sinistra si apre una porta che lo collega alla base del campanile ed alla sacrestia mentre sulla parete destra vi è una finta porta
Altare principale
l'unico altare è del tipo alla romana addossato alla parete di fondo del presbiterio, rivestito in marmo presenta un tabernacolo a tempietto in marmo chiuso da una portina in legno dorato
Volte
navata principale coperta con volta a crocera e presbiterio coperto con volta a botte
Torre campanaria
situato nell'angolo sud ovest del presbiterio, la sua costruzione risale al 1882 secondo la data riportata sul lato nord e sul lato sud le iniziali del suo fondatore B. P. (Bues Paolo)
Elementi decorativi
la volta a crocera dell'aula è affrescata con decorazioni floreali, sulla volta a botte che copre il presbiterio è rappresentato a fresco "il miracolo eucaristico di Rimini (o della mula)" all'esterno la parete ovest presenta una nicchia ovale in cui è rappresentata una croce
Portale
in legno a due ante, con cornicione in stucco e copertura a tettuccio sottolieata da cornicione a dentelli
Scale
scala in cemento esterna di accesso alla tribuna sulla parete sud
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (anni '70 del XX secolo)
si tratta di un semplice inserimento di arredo mobile che consente al celebrante di rivolgersi di fronte all'assemblea e consiste in un tavolo in legno posizionato di fronte all'altare in muratura con le gambe posteriori più corte perchè appoggiate sulla predella, di un leggio in legno posizionato a sinistra dell'altare ed una sedia in legno posizionata a destra dell'altare
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