chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Catania
Catania
chiesa
cattedrale
S. AGATA V. e M.
Parrocchia di Sant'Agata Vergine e Martire
Planimetria; Coperture; Scale; Pavimenti e pavimentazioni; Preesistenze; Impianto strutturale; Preesistenze; Monumenti sepolcrali; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Altare maggiore; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Organo
altare - intervento strutturale (Ultimo decennio XX); ambone - intervento strutturale (Ultimo decennio XX)
IV - V(realizzazione preesistenza romana: Terme Achilliane); XI - XX(realizzazione altri ambienti connessi); 1078 - 1093(costruzione preesistenze normanne); 1495 - 1577(realizzazione preesistenze moderne: portali); 1675 - 1675(costruzione preesistenza moderna: sagrestia ); XVIII - XVIII(costruzione sacrario capitolare); XVIII - XVIII(realizzazione prospetti a N); 1709 - 1716(costruzione corpo longitudinale); 1731 - 1761(realizzazione facciata); 1795 - 1800(costruzione cupola); XIX - XIX(realizzazione altri interventi ottocenteschi); 1801 - 1807(realizzazione interventi di Antonino Battaglia); 1852 - 1857(costruzione campanile); XX - XX(esecuzione restauri di fine XX secolo e interventi migliorati); 1925 - 1926(realizzazione cantoria e coevi interventi migliorativi); 1950 - 1963(erezione canonica carattere generale); 1958 - 1959(esecuzione restauri del 1958-59 )
Cattedrale di Sant'Agata Vergine e Martire
Tipologia e qualificazione chiesa cattedrale
Denominazione Cattedrale di Sant'Agata Vergine e Martire <Catania>
Altre denominazioni Basilica Cattedrale di Sant'Agata Vergine e Martire
S. AGATA V. e M.
Autore (ruolo)
Freri, Antonello (progetto dei portali cinquecenteschi)
Mazzolo, Giovan Battista (progetto dei portali cinquecenteschi)
Mazzolo, Giandomenico (progetto dei portali cinquecenteschi)
Palazzotto, Girolamo (progetto del corpo longitudinale)
Longobardo, Giuseppe (progetto del corpo longitudinale)
Vaccarini, Giovanni Battista (progetto della facciata e dei prospetti a nord)
Battaglia, Carmelo (progetto della cupola)
Battaglia, Antonino (progetto della balaustrata esterna)
Sciuto Patti, Carmelo (progetto del campanile)
Sciuto Patti, Salvatore (progetto della cantoria)
Leone, Raffaele (progetto dei restauri del 1958-59)
Alberti, Salvatore (progetto dei restauri dell'ultimo novecento)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze siciliane (fondazione)
maestranze siciliane (ricostruzione)
maestranze siciliane (costruzione del campanile)
Notizie Storiche

IV - V (realizzazione preesistenza romana: Terme Achilliane)

La parte anteriore della Cattedrale insiste sulle terme Achilliane, uno dei tre edifici termali censiti a Catania, che si estendono al di sotto del contiguo Museo Diocesano a S e di parte della piazza Duomo ad O ed erano alimentate dalle acque del vicino Amenano. Risalenti al IV secolo (ed ancora attive nella prima metà del successivo, quando subirono modifiche), furono dapprima scavate dal principe Ignazio Paternò di Biscari nel XVIII secolo e presto visitate da viaggiatori e studiosi. La porzione al momento fruibile soggiace largamente alla Cattedrale e vi si accede da una scala posizionata all'estremità S del sagrato. Interventi di restauro e consolidamenti si sono avuti nel 1997 e nel 2004-06.

XI - XX (realizzazione altri ambienti connessi)

Distributivamente connessi e diversamente funzionali all'uso o al decoro del duomo sono i seguenti ambienti: le cripte (sottostanti una la Cappella della Madonna e due la nave sinistra); il salone sovrastante la cappella della Madonna, ripristinato nel 1959; l'antica sacrestia (tesoro) del XIV secolo, vano sito ad O di detta cappella, oggi peraltro integrato coi contigui ambienti di epoche diverse posti a S della nave destra, che si raccordano alla cappella del Sacro Cuore e in parte fungono da custodia della suppellettile sacra; detta cappella, infine, aperta al culto il 9 febbraio 1902.

1078 - 1093 (costruzione preesistenze normanne)

Contestualmente alla rifondazione della diocesi, Sant'Agata la Nuova fu eretta per volere del Gran Conte Ruggero negli ultimi anni della conquista (in sostituzione della Vetere, probabile cattedrale fino all'invasione saracena) da maestranze locali sotto direzione di progettisti normanni, coordinati dal bretone abate-vescovo Angerio. Realizzata nel 1078-93 ed aperta al culto nel 1094, si configurò come ecclesia munita con l'annessa abbazia benedettina (vescovo ne fu quell'abate fino alla metà del XVI secolo). Gravemente colpita dal sisma del 1169, risorse in sito (con l'innalzamento di circa un metro del piano delle navi) ma subì ulteriori danni per l'incendio ordinato da Enrico VI nel 1197. Alla fine del Trecento dal vescovo Simone del Pozzo ebbe affiancato l'alto campanile. Col sisma del 1693 esso crollò, distruggendo le navate, mentre si salvarono nuovamente le absidi normanne (officiate dal 1696) con il transetto (che un dipinto del 1708 mostra già coperto) e le relative cappelle.

1495 - 1577 (realizzazione preesistenze moderne: portali)

Alla devastazione del 1693 scamparono anche, oltre al romanico portale di facciata (del XIII secolo, poi rimontato in S. Agata al Carcere, ove tutt'oggi sussiste) e a diversi mausolei parietali, quattro portali marmorei, di cui uno esterno, quello rinascimentale sul fianco N, opera di Giandomenico Mazzolo (1577); i restanti tre sono all'interno: entro l'abside S quello di accesso al sacello di Sant'Agata, realizzato nel 1495 dal messinese Antonello Freri (autore nel medesimo sito dei coevi retablo e tomba del viceré Ferdinando de Acuña) e quelli che immettono nelle cappelle del Crocifisso e della Madonna, rispettivamente dei toscani Giovan Battista (1545) e Giandomenico Mazzolo (1563).

1675  (costruzione preesistenza moderna: sagrestia )

Fors'anche per l'ubicazione rispetto all'originario campanile resistette al sisma del 1693 pure l'attuale sacrestia, costruita a O della cappella del Crocifisso nel 1675 per volere del vescovo Bonadies, che vi fece rappresentare l'eruzione del 1669 in un affresco verosimilmente eseguito dell'acese Giacinto Platania. La breve facciata sarebbe del Vaccarini.

XVIII  (costruzione sacrario capitolare)

Nel corso del secondo quarto del secolo XVIII, sotto l'episcopato di Pietro Galletti, vennero realizzati, a ridosso della parete O della sacrestia, i due locali del sacrario capitolare.

XVIII  (realizzazione prospetti a N)

Pur se in assenza di una documentazione certa, si ritiene diffusamente che il prospetto settentrionale della cattedrale nonché quelli dei corpi di fabbrica attestati a N della nave sinistra (e che guardano sulla floretta e su via Vittorio Emanuele), riferibili alla metà del secolo XVIII, siano del Vaccarini, perlomeno a livello progettuale.

1709 - 1716 (costruzione corpo longitudinale)

Il vescovo Riggio scelse il progetto del ventiduenne e illetterato Girolamo Palazzotto: prima pietra il 19 giugno 1709. Si mantennero della pristina fabbrica orientamento e perimetro giusta ordinanza del plenipotenziario duca di Camastra del 28 giugno 1694, che imponeva l'utilizzo delle membrature architettoniche superstiti. Giuseppe Longobardo fu il capomastro titolare, affiancato dai lapidum incisores Vincenzo Bevilacqua, Antonio Biundo, Paolo Battaglia, Antonio Amato coi figli Tommaso e Andrea e infine dallo stesso Palazzotto. Nel 1711, mentre si provvedeva a "consare il riposto, dove sta S. Agatuzza" cioè a sistemare il sacello della Patrona, fu voltata la nave centrale; nel 1714 si completò la precedente cupola e nel 1716 si posò il pristino pavimento: alla morte del Riggio (1717) la struttura era completa, mancando solo la facciata.

1731 - 1761 (realizzazione facciata)

Nel 1730 il nuovo vescovo Pietro Galletti commissionò al conterraneo Vaccarini la progettazione e costruzione della facciata. La prima pietra fu posta il 27 marzo 1731, ma subito insorse l'opposizione del Senato, tanto che la Corona inviò un regio visitatore mentre Vaccarini trasmetteva il modellino all'Accademia di San Luca, che nel giugno 1734 approvò; pur se a rilento i lavori procedettero fino al completamento della porta grande (1736), ma poi si fermarono. Nel 1753, all'insaputa di Vaccarini, i disegni furono esaminati da Carlo III (e per sua richiesta anche dal Fuga e dal Vanvitelli) ed approvati. Nel 1757, mentre la corona ordinava la ripresa dei lavori, morì il Galletti: l'anno dopo, avendo il successore monsignor Ventimiglia appianato tutti i contrasti col Senato e avendo frattanto il titolare (assente da Catania) nominato come suo sostituto Francesco Battaglia, si avviarono -secondo il progetto vaccariniano appena lievemente ritoccato- i lavori, che si conclusero nel 1761.

1795 - 1800 (costruzione cupola)

La prima cupola, avviata sul finire del 1712, risultava compiuta a settembre 1714, forse la prima eretta in Sicilia occidentale dopo il terremoto del 1693; impostata su un tamburo cilindrico, era a calotta semisferica costolonata e con lanternino. Fors'anche perché meglio si adeguasse ai ben mutati orientamenti del gusto, monsignor Corrado Deodato ne volle una nuova. I lavori iniziarono nel gennaio 1795 con l'abbattimento della precedente e la trasformazione a tutto sesto delle quattro arcate di sostegno e si conclusero nel dicembre 1799. Il progetto fu di Carmelo Battaglia Santangelo, che diresse il cantiere; alla sua morte (1799) gli subentrò negli ultimi mesi il cugino Antonino Battaglia Amato, che curò solo gli ultimi lavori di finitura, essendo stato concluso il lanternino già nel 1798.

XIX  (realizzazione altri interventi ottocenteschi)

Nel 1824 fu realizzato l'altare nell'abside del SS. Sacramento. Nel corso del secolo XIX venne completata la grande balaustrata lapidea che recinge la floretta con la realizzazione dei quattro cancelli, dei grandi vasi e delle nove statue (otto a guardia dei cancelli stessi, la nona ad angolo): tali statue furono eseguite da artisti diversi (come Salvatore Grimaldi e Lorenzo Grasso) e in tempi diversi, le ultime nel 1896 mentre al centro del giardino era già una decima statua, la neoclassica allegoria della Fede. Le decorazioni in stucco a coronamento del prospetto N sono del secondo Ottocento. La Cattedrale fu solennemente consacrata il 10 aprile 1825.

1801 - 1807 (realizzazione interventi di Antonino Battaglia)

Completata la cupola, Antonio Battaglia Amato provvide dal 1801 a rivestire le murature interne di stucchi a simulare il marmo (poi rimossi nel 1958-59); il tempio venne riaperto al culto nell'agosto 1804. In quell'anno il Battaglia progettò ed avviò la balaustrata in pietra di Taormina (alta m 2,50 ed estesa 121 metri), che recinge il giardino (floretta) lungo l'antistante piazza Duomo e la via Vittorio Emanuele; realizzata dallo scultore catanese Gaetano Puglisi, l'opera fu ultimata nel 1807. Nello stesso anno il Battaglia realizzò anche la balaustrata marmorea dell'altar maggiore, poi rimossa.

1852 - 1857 (costruzione campanile)

Il Duomo normanno era stato dotato dal vescovo Simone del Pozzo di una torre campanaria, completata nel 1388 ed allineata a N (pianta quadrata con lato di 14 metri ed altezza di circa 70, poi elevata a quasi 90 intorno al 1630), che tuttavia crollò nel 1693. A sostituire quello provvisorio, realizzato ad inizio Settecento, il vescovo Regano volle l'attuale, progettato da Carmelo Sciuto Patti nel 1852 ed innalzato sopra la cappella del SS. Crocifisso; i lavori furono ultimati nel settembre 1857. Contemporaneamente l'architetto realizzava il coronamento a balaustrini del prospetto del Sacrario Capitolare. L'edificazione del campanile concluse la fase dei grandi interventi.

XX  (esecuzione restauri di fine XX secolo e interventi migliorati)

Alle ulteriori indagini della locale Soprintendenza ai BB.CC. e dell'Ateneo catanese (Osservatorio delle Patologie Edilizie e Dipartimento di Chimica) negli anni 1993-96, è seguito infine il complesso intervento conservativo della fine del Novecento, che è consistito in particolare nel restauro della facciata, della cupola e del campanile, curato dall'anzidetta Soprintendenza. Contestualmente si è modificato l'assetto del presbiterio, con il lieve innalzamento (due gradini) del suo diversificato piano e la nuova pavimentazione (progettista l'architetto Salvatore Alberti) nonché l'esecuzione dei nuovi altare, ambone e candelabro (scultore Dino Cunsolo).

1925 - 1926 (realizzazione cantoria e coevi interventi migliorativi)

Fu conclusa nel 1926 la grande cantoria, edificata dall'ingegner Salvatore Sciuto Patti sopra l'ingresso principale per volere del cardinale Francica Nava, onde alloggiarvi l'organo del 1877, di cui il cardinale Dusmet aveva voluto dotare il Duomo e che era stato dapprima posizionato al fondo dell'abside principale dietro l'altar maggiore, tuttavia con nocumento per la fruizione del relativo apparato pittorico. La struttura, in cemento armato, è retta da due coppie di pilastri pur essi in cemento rivestiti a mo' di colonne con superficie dipinta in marmoridea. Lo Sciuto Patti progettò altresì contemporaneamente la decorazione complessiva dell'organo, l'altare dell'abside di S. Agata (realizzato in marmo dal versiliese Luigi Tommasi) ed il cancello in ferro e bronzo che separa tale abside dal transetto, sul quale furono poi rimontate le dieci statuette bronzee del catanese Sebastiano Puglisi Condorelli (1798-1842), che già adornavano il cancello maggiore sul sagrato.

1950 - 1963 (erezione canonica carattere generale)

La Basilica cattedrale è stata eretta in parrocchia il 22.10.1950 ed elevata a Basilica Minore il 12.03.1963.

1958 - 1959 (esecuzione restauri del 1958-59 )

Alla composita identità architettonica del Duomo, data dalla stratificazione degli interventi costruttivi e migliorativi, è corrisposta nel Novecento una molteplice attività conservativa. Dopo una misurata campagna di restauri nel 1925-26, seguirono nel 1935 l'eliminazione delle superfetazioni neogotiche nella cappella del Crocifisso, quindi -dopo i danni bellici del 1943- saggi esplorativi fra il 1952 e il 57 a cura dell'architetto Raffaele Leone ed infine (nell'imminenza del XVI Congresso Eucaristico Nazionale, tenutosi a Catania) l'organica campagna di restauri del 1958-59 sotto la direzione del medesimo, peraltro autore del nuovo pavimento (che giace ad un piano più basso del precedente): furono in particolare rimossi ovunque gli stucchi del Battaglia e rimesse in luce nell'area absidale tutte le visibili strutture dell'XI secolo e varie tracce del XII.
Descrizione

La piana e simmetrica facciata, dal paramento in dominanti marmo grigio e calcare, è a doppio ordine di alzato ed alto attico. Essa presenta al primo ordine, scanditi da colonne poste su alti plinti obliqui, un centrale varco d'accesso architravato e timpanato e due varchi laterali anch'essi architravati, le mostre dei quali, dilatandosi superiormente, inglobano finestre ovali. Al second'ordine, in asse col portale maggiore, un'ampia finestra con assetto di serliana e, oltre il timpano ad omega che corona l'ordine, l'alto attico anch'esso timpanato. Volumetria prismatica rettangolare Spazio costruito ad andamento longitudinale. Alle estremità del transetto si attestano le due antiche cappelle del Crocifisso a sinistra e della Madonna a destra e, a sovrastare la cappella del Crocifisso, il campanile.
Planimetria
Schema planimetrico a croce commissa con tre navate divise da archi su pilastri. All'interno la cantoria, addossata al muro di controfacciata e sorretta da coppie di pilastri, determina idealmente una sorta di vestibolo; a conclusione dello spazio liturgico il transetto, triabsidato e serrato ai due estremi da cappelle funzionalmente connesse, costituisce la preesistenza romanica. A sovrastare la crociera è l'alta cupola. A ridosso della nave di sinistra in concomitanza del transetto si situano la sacrestia e, a seguire, l'aula capitolare.
Coperture
In coppi su orditure lignee: a tre falde sulla navata centrale, a due sul presbiterio e sul transetto sinistro, ad una sulle navate laterali; a terrazza sul transetto destro e sulle cappelle della Madonna e del Crocifisso; a più falde e displuvi sulle absidi.
Scale
Interne: una, situata a conclusione della navata di destra e addossata al transetto, con quattro rampe in muratura e rivestimento in marmo conduce alla copertura del tesoro ed al vano superiore della torre mozza di S (cappella della Madonna); situata nell'intercapedine muraria della cappella del Crocifisso e di età normanna, una a brevi rampe in pietra conduce al campanile; una elicoidale in pietra, situata nell'intercapedine del muro di facciata a N del portale maggiore, conduce alla cantoria.
Pavimenti e pavimentazioni
Lastre di marmo grigio e rosso con stella bianca in concomitanza dell'ingresso principale sul sagrato. Lastre di marmo bianco e bardiglio disposte obliquamente a scacchiera in sacrestia e nell'aula capitolare. Lastre policrome di marmo combinate a disegni geometrici in riquadri su fondo beige nelle navate, nel transetto e nel presbiterio. Lastre di marmo bianco arabescato di grigio nella cappella della Madonna. Lastre policrome di marmo nella cappella del Crocifisso. Cotto nei terrazzi di copertura. Legno grezzo in cantoria.
Preesistenze
Le absidi, il transetto e le torri-cappelle alle due estremità di esso (in origine era precipua la loro funzione difensiva) costituiscono le preesistenze normanne. Absidi e cappelle in esterno prospettano sulla corte d'ingresso dell'Episcopio e presentano, conforme all'originaria natura di ecclesia munita, il volume turrito e merlato delle coeve strutture militari, con solide murature in grossi conci di basalto lavico. La tipica mistione di stilemi arabi e normanni si coglie nel decoro esterno delle convessità absidali a lievi archi acuti. All'interno dello spazio liturgico l'abside sinistra costituisce la cappella del SS. Sacramento, la destra è riservata alla martire S. Agata.
Impianto strutturale
Muratura in conci di pietra lavica e malta con ricorsi di mattoni nonché cemento armato in alcune parti.
Preesistenze
Al momento fruibili di esse sono solo un grande vano quadrangolare, il cui soffitto a crociere è sorretto da quattro pilastri a sezione parimenti quadrangolare; il corridoio voltato a botte attraverso cui vi si accede ed una serie di parallele vasche ad ipocausto. Sussistono tracce dell'originaria pavimentazione in marmo.
Monumenti sepolcrali
Oltre al sarcofago romano del III secolo e quello e a quello di Costanza d'Aragona (secolo XIV), ubicati nella Cappella della Madonna, vanno ricordati i numerosi monumenti sepolcrali risparmiati dal terremoto del 1693: entro l'abside S la tomba del viceré Ferdinando de Acuña, realizzata nel 1495 dal messinese Antonello Freri (autore nel medesimo sito e tempo anche del superstite retablo) e gli anonimi mausolei parietali dei secoli XVII e XVIII nonché quelli realizzati nei secoli XIX e XX: questi ultimi si devono alla mano di scultori come il genovese Giovan Battista Tassara, il palermitano Antonio Ugo e i catanesi Sebastiano Puglisi Caudullo, Pietro Pappalardo e Antonino Brancato o al disegno di progettisti quali i catanesi Filadelfo Fichera e Raffaele Leone, architetti, ed Antonio Calì, scultore.
Elementi decorativi
Nell'abside maggiore è il grande coro intagliato del napoletano Scipione di Guido (notizie 1587-1604), con due ordini di stalli e 34 spalliere scolpite, eseguito nel 1590-97. L'alta porta centrale in legno (m 4 x 7,50), ripartita in 32 riquadri con storie della Santa e della Cattedrale, fu fatta eseguire dal vescovo Galletti nel 1738; a lui si devono pure le vaste e indorate cornici rococò delle pale d'altare. In sacrestia i grandi armadi parietali in legno intagliato furono eseguiti nell'ultimo quarto del XVII da fra' Angelo Caserta e scamparono al terremoto del 1693.
Elementi decorativi
Oltre la statuaria presente in facciata e sulla balaustrata che recinge la floretta, vanno segnalati la cinquecentesca statua marmorea della Vergine ed il Crocifisso ligneo del XVI secolo nelle rispettive cappelle omonime.
Altare maggiore
In sostituzione di quello fatto realizzare dal cardinal Nava sui disegni già forniti nel XVIII secolo da Stefano Ittar e dedicato il 31 gennaio 1915 (oggi rimontato nella cappella della madonna), l'attuale altare bronzeo, voluto dall'arcivescovo Bommarito nel quadro dell'adeguamento liturgico alle norme del Vaticano II in vista del Giubileo del 2000, è stato realizzato dallo scultore Dino Cunsolo (Biancavilla 1944) nell'ultimo decennio del secolo XX unitamente all'ambone e al candeliere per il cero pasquale.
Elementi decorativi
Affreschi del romano Giovan Battista Corradini e dell'acese Giacinto Platania (XVII secolo) e del messinese Giovanni Tuccari (XVIII); entro il Sacello di S. Agata, anonima Pietà del XV secolo. Affreschi del romano Giovan Battista Corradini e dell'acese Giacinto Platania (XVII secolo) e del messinese Giovanni Tuccari (XVIII); entro il Sacello di S. Agata, anonima Pietà del XV secolo.
Elementi decorativi
Nel quadro del vasto decoro pittorico si segnalano anche le tele (secoli XVII-XX) del fiammingo Guglielmo Borremans, del messinese Giovanni Tuccari; del toscano Filippo Paladini e dei catanesi Pietro Abbadessa, Emanuele Di Giovanni, Girolamo La Manna e Giuseppe Guarnaccia. Nell'abside centrale la vetrata raffigurante Agata è stata eseguita nel 1959 dal romano Duilio Cambelotti.
Organo
L'organo, voluto dal cardinale Dusmet e dotato di 2682 canne, fu realizzato nel 1877 dalla ditta francese Jaquot-Jampierre di Rambersville e restaurato nel 1958.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (Ultimo decennio XX)
Un prisma rettangolare con facce a rilievo in bronzo sorregge la mensa in marmo.
ambone - intervento strutturale (Ultimo decennio XX)
Un alto parapetto curvilineo in bronzo con rilievi scherma il leggio.
Contatta la diocesi