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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Miradolo
San Secondo di Pinerolo
Pinerolo
chiesa
parrocchiale
Santa Maria Assunta
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Aula liturgica; Presbiterio e altare; Cappelle laterali; Pavimenti e pavimentazioni; Impianto strutturale; Coperture; Campanile
altare - intervento strutturale (1990 ca.)
1064 - 1064(esistenza precedente edificio); 1122 - 1122(preesistenza intero bene); XVI - XVI(consistenza precedente edificio); 1568 - 1656(carattere generale precedente edificio); 1592 - 1592(distruzioni precedente edificio); XVII - XVIII(aggiunta arredi interni); 1655 - 1655(distruzioni precedente edificio); 1659 - 1661(aggiunta arredo e finestre precedente edificio); 1663 - 1663(distruzioni precedente edificio); 1669 - 1671(carattere generale precedente edificio); 1676 - 1679(restauri precedente edificio); 1686 - 1686(distruzioni precedente edificio); 1732 - 1732(preventivo restauri precedente edificio); 1732 - 1732(progetto rifacimento intero bene); 1733 - 1733(progettista intero edificio); 1738 - 1738(ricostruzione intero bene); 1738 - 1738(finanziamenti per la costruzione intero edificio); 1738 - 1740(costruzione intero bene); 1749 - 1749(visita pastorale intero bene); 1911 - 1911(decorazione pittorica interni); 1944 - 1944(altare arredo); 1944 - 1944(altare arredo); 1946 - 1946(rifacimento tetto); 2004 - 2004(manutenzioni intero bene); 2004 - 2004(attribuaizone arredo liturgico)
Chiesa di Santa Maria Assunta
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta <Miradolo, San Secondo di Pinerolo>
Autore (ruolo)
La Marchia, Vittorio Amedeo (progettazione restauro prima chiesa)
Giovanni Maria Vercelli (progettazione nuova chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
barocco (costruzione intero edificio)
Notizie Storiche

1064  (esistenza precedente edificio)

Di una chiesa di Miradolo si fa cenno fin dal 1064 nell’atto di donazione della contessa Adelaide alla Abbazia di S. Maria, ed in molti documenti successivi. Ancor oggi, dietro l’abside sono presenti gli avanzi di una massiccia costruzione e un pilastro con cornice che dovevano appartenere certamente ad una chiesa anteriore. (Documenti dell'archivio parrocchiale Sac. Rostagno Carlo, 1947)

1122  (preesistenza intero bene)

Già ricordata nel 1122. (Notizie raccolte da don Grietti per uno studio in fase di elaborazione)

XVI  (consistenza precedente edificio)

L’antica chiesa di Miradolo era a una sola navata, senza volta per cui apparivano visibili le capriate del tetto coperto da rustiche lavagne. La ornavano quattro altari, ciò che fa supporre fosse di notevoli dimensioni. (Documenti dell'archivio parrocchiale Sac. Rostagno Carlo, 1947)

1568 - 1656 (carattere generale precedente edificio)

Nel 1568 il visitatore Abbaziale ordinava di provvederla almeno di un solaio. Nel 1591 l’abate Tritorio ordinava, fra l’altro, di munire le finestre d’intelaiature e d’impannate; di mettere in regola il battistero, e che infine le pareti fossero intonacate di buona calce, otturandone i buchi… Il Nunzio di Torino il 12 luglio 1656 ordinò alla comunità di S. Secondo di provvedere alla ricostruzione della chiesa e la congregazione romana concorse con 50 ducatoni. (Documenti dell'archivio parrocchiale Sac. Rostagno Carlo, 1947)

1592  (distruzioni precedente edificio)

Cent’anni dopo l’attacco del 1592 da parte del capitano del Re di Francia Lesdigueres il pievano Francesco Cravello, facendo una lacrimevole storia delle condizioni della chiesa di Miradolo, ricorderà ancora le distruzioni “degli ugonotti di monsu Lesdigueres”. (Documenti dell'archivio parrocchiale Sac. Rostagno Carlo, 1947)

XVII - XVIII (aggiunta arredi interni)

"Sculture lignee del XVII-XVIII sec." (Signorelli, 2004, p.143)

1655  (distruzioni precedente edificio)

Il marchese di Pianezza nella Pasqua del 1655 operò misure repressive nei confronti dei valdesi. Questi appena ricacciati nelle loro valli, ridiscesero furibondi e condotti dall’aefferato Jahier misero a ferro e fuoco S. Secondo e stando alle notizie di Don Francesco Cravello la chiesa di Miradolo fu dai valdesi di Luserna saccheggiata, bruciata e distrutta. Se ne atterò il tetto e molti abitanti furono uccisi. Il danno materiale fu valutato a 418 doppie. (Documenti dell'archivio parrocchiale Sac. Rostagno Carlo, 1947)

1659 - 1661 (aggiunta arredo e finestre precedente edificio)

Il 15 novembre 1659 il superiore ecclesiastico dell’Abbazia compiva un’altra visita, decretando che il comune di S. Secondo provvedesse la chiesa di Miradolo dell’icona, del tabernacolo, del fonte battesimale, dei candelieri e che le finestre fossero protette da inferriate. Nel 1661 il Comune di S. Secondo venne citato dal Nunzio di Torino per non aver ancora provveduto a riparare la chiesa di Miradolo. (Documenti dell'archivio parrocchiale Sac. Rostagno Carlo, 1947)

1663  (distruzioni precedente edificio)

Otto anni dopo, in un’altra sollevazione degli eretici, il 3 dicembre 1663, venivano nuovamente danneggiate la chiesa, la casa e la cascina parrocchiale. Il danno oltrepassò le 945 lire d’argento come da testimoniale del 1664. Sua Altezza Reale a mano dell’intendente generale alle finanze Trucchi, elargiva per le riparazioni lire 511 nel 1666 e lire 1000 nel 1667. Finchè nel 1665 patì ancora un furto di lingeria e argenterie. (Documenti dell'archivio parrocchiale Sac. Rostagno Carlo, 1947)

1669 - 1671 (carattere generale precedente edificio)

Nel 1669 la chiesa viene visitata da Mons. M. Broglia, il quale la trova in condizioni pietose per causa dei danni subiti e ordina che i redditi della confraternita dello Spirito Santo siano devoluti per i restauri della chiesa. Nella visita del 1671 Mons. M. Broglia la trova ancora senza volta e pavimento e con muri da intonacare. (Documenti dell'archivio parrocchiale Sac. Rostagno Carlo, 1947)

1676 - 1679 (restauri precedente edificio)

Nel 1676 Madama Reale offriva lire 600 per i restauri della chiesa, che per l’incuria della comunità di S. Secondo andavano molto a rilento, tanto che ancora nella visita del 1677 si dava ordine di portar fuori dalla chiesa le travi e gli altri materiali ivi esistenti e di non riporre per l’avvenire cosa alcuna profana, ma di tenere la chiesa nel modo che si deve, di mettere le inferriate alle finestre, di coprire la vasca battesimale con un padiglione e di dipingervi sopra l’immagine del Battista sotto pena d’interdetto. Da una memoria dell’epoca il battistero risulterebbe già fatto nel 1679. È chiamato di bosco, di forma triangolare, con scolpite in rilievo le figure di Cristo e del Battista, ciò che fisserebbe senz’altro la data di costruzione. (Documenti dell'archivio parrocchiale Sac. Rostagno Carlo, 1947)

1686  (distruzioni precedente edificio)

La chiesa subì altre rovine nel 1686 in conseguenza di una battaglia tra francesi e piemontesi e ancora nel 1692 ad opera delle soldatesche di Vittorio Emanuele, che asportarono perfino le spranghe di ferro della volta. (Documenti dell'archivio parrocchiale Sac. Rostagno Carlo, 1947)

1732  (preventivo restauri precedente edificio)

Nell’anno 1732 il pievano di Miradolo Teol. Avv. Benedetto Desjoyaux presentava un memoriale al Re, per informarlo delle disastrose condizioni della chiesa di Miradolo. E il Re decretava di riparare detta chiesa, accordando 4000 L. (poi 3500 L.) e incaricando l’ing. La Marchia di fare un calcolo preventivo delle spese. Il risultato dell’inchiesta constatava che la chiesa minacciava rovina ed era irreparabile, bisognava quindi demolirla e costruirne una nuova. (Documenti dell'archivio parrocchiale Sac. Rostagno Carlo, 1947)

1732  (progetto rifacimento intero bene)

Incaricato di preparare l’opportuno disegno fu l’esperto Giovanni Maria Vercelli. Il calcolo preventivato della spesa fu di L. 5566. Siccome la spesa era superiore alla somma stanziata dal regio decreto, si diede ordine all’esperto di restringere il disegno. Mentre ciò stava per eseguirsi comparve il pievano a far viva istanza perché il disegno si eseguisse così com’era impegnandosi in nome proprio e dei sui parrocchiani “a contribuire alla costruzione, offrendo le condotte dei materiali, al legname per il tetto e delle assi di noce per le porte e finestre”. (Sac. Rostagno Carlo, 1947)

1733  (progettista intero edificio)

Con il 1733 i lavori erano passati completamente nelle mani di La Marche, l'istruzione, con i calcoli e i disegni per il rifacimento per la parrocchiale di Miradolo, di cui era prevista la ricostruzione totale al 28 luglio dello stesso anno. (Canavesio 2005 p.217)

1738  (ricostruzione intero bene)

assunse l’attuale forma negli anni 1738-1740 [Notizie raccolte da don Grietti per uno studio in fase di elaborazione]

1738  (finanziamenti per la costruzione intero edificio)

il 2 aprile 1738 un regio biglietto di Carlo Emanuele III stabilì nuovi finanziamenti per lire 46'593 destinati alla chiesa e casa parrocchiale di Inverso di Pinasca, a Miradolo (interrotta durante il periodo bellico a favore della chiesa di Luserna San Giovanni), per la casa di Bobbio, chiesa e casa di Pramollo e per la chiesa di Massello. (Canavesio 2005 p.218)

1738 - 1740 (costruzione intero bene)

Nel 1738 risultarono vincitori del bando per la costruzione della nuova chiesa G. Casella e G. B. di Piazza, residenti a Torino, i quali praticarono sulla cifra di lire 3500 il ribasso di L 200. Durante gli anni 1738-39 furono innalzati i muri perimetrali e nell’inverno tra il 1739 al 1740 si posò il tetto. Nel 1740 vennero tolte le impalcature esterne. (Documenti dell'archivio parrocchiale Sac. Rostagno Carlo, 1947)

1749  (visita pastorale intero bene)

A Miradolo nel 1749 compare la chiesa parrocchiale intitolata a Maria Assunta. (Notizie raccolte da don Grietti per uno studio in fase di elaborazione)

1911  (decorazione pittorica interni)

"Decorazione pittorica del 1911." (Signorelli, 2004, p.143) Elegante decorazione pittorica eseguita nel 1911 dal Felli e dal Gennaro. (Documenti dell'archivio parrocchiale Sac. Rostagno Carlo, 1947)

1944  (altare arredo)

Nell’aprile 1944 venne ordinato il nuovo altare realizzato dalla ditta Rotelli di Pinerolo in marmi policromi e porticina in bronzo fuso e cesellato per il tabernacolo prodotto dalla ditta Siaga di Torino. La lavorazione dei marmi avvenne in mezzo a non poche difficoltà, causa la frequente interruzione dell’acqua potabile dovuta ai bombardamenti aerei e ai sabotaggi dei partigiani che facevano saltare ponti e strade in val Chisone per ritardare i furiosi rastrellamenti dei nazifascisti. (Documenti dell'archivio parrocchiale Sac. Rostagno Carlo, 1947)

1944  (altare arredo)

Rimozione del vecchio altare. Il 17 settembre 1944 veniva celebrata sul vecchio altare l’ultima S. Messa. Subito dopo le funzioni parrocchiali del mattino si diede mano al martello ed al piccone per demolire la sovrastruttura in legno e la sottostante costruzione di calce e mattoni. Il lunedì seguente, fatta piazza pulita, si iniziò la collocazione del nuovo altare. Il 24 settembre 1944 S. E. Mons. Gaudenzio Binaschi consacrava solennemente il nuovo altare includendo nella pietra sacra le reliquie dei Ss. Lucio e Clemente. (Documenti dell'archivio parrocchiale Sac. Rostagno Carlo, 1947)

1946  (rifacimento tetto)

Rifacimento del tetto della chiesa nel giugno 1946 tranne che sopra il presbiterio e la sacrestia. (Documenti dell'archivio parrocchiale Sac. Rostagno Carlo, 1947)

2004  (manutenzioni intero bene)

"il tetto coperto con coppi alla piemontese è stato ristrutturato quasi totalmente in anni recenti (...) il pavimento è stato rifatto pochi anni fa in pietra di quazite mentre quello del presbiterio in serpentino, una croce nella pavimentazione segna l'accesso murato della cripta" (Relazione Gilli, 2004)

2004  (attribuaizone arredo liturgico)

"in una nicchia della parete sinistra è conservata una statua della Madonna del Rosario donata dalla Casa Savoia, al centro dell'abside una pala d'altare datata 1680 raffigurante l'assunta, l'ambone di legno è stato recuperato reimpiegando il pulpito, in prossimità del presbiterio è collocato l'antico fonte battesimale costituito da un bacino in marmo sormontato da una piramide di legno" (Relazione Gilli, 2004)
Descrizione

La chiesa di Santa Maria Assunta si trova nella frazione denominata Miradolo che occupa una zona rurale facente parte del comune di S. Secondo di Pinerolo. L’edificio fa parte del complesso religioso storico organizzato a corte; è orientato sull’asse est-ovest con il fronte principale rivolto verso est. La facciata è in mattoni a vista, composta da due registri ornati da due coppie di lesene poggianti su piedistalli; superiormente terminano con capitelli lineari che precedono la trabeazione che termina con la sporgente cornice in mattoni sagomati, sostenuta da lastre di pietra e protetta da coppi. Nel registro superiore si apre al centro la finestra rettangolare con spigoli raccordati da quarti di cerchio e vi è istallato un vetro recente e semplice. I capitelli delle lesene sono alquanto semplificati e sfociano in una cornice aggettante in laterizi protetta da coppi. Il fronte è sormontato dal frontone triangolare che culmina con la croce metallica. Il portone di ingresso è in legno a due battenti contornato da un bordo intonacato color giallo paglierino; sopra campeggia il riquadro intonacato che riporta la scritta della dedicazione. I fronti secondari sono finiti a intonaco rustico a base calce dal quale affiorano i mattoni e le pietre che compongono la tessitura muraria. Il fronte nord presenta parti in aggetto e rientranze corrispondenti ai volumi dei corti bracci della navata, del campanile e della sacrestia. Due finestre si aprono dei fianchi e due illuminano il presbiterio, sul fianco sud vi è una meridiana che riportava la frase: “Sicut umbra dics nostri” (i nostri giorni sono come ombra).
Aula liturgica
L’aula è coperta da una volta a botte sopra l’ingresso, seguita dalla cupola impostata su pennacchi, mentre il presbiterio è chiuso superiormente da una volta a botte con unghie per le finestre di cui solamente quella a sud è aperta. I corti bracci laterali hanno volte a botte e tutti i soffitti sono affrescati con specchiature, simboli e figure sacre. Le pareti sono scandite da lesene che insistono su una zoccolatura continua dipinta a marmo verde marezzato, in alto terminano con capitelli semplificati e lineari con modanatura a Kyma ionico; segue la trabeazione con fregio ornato da motivi floreali dipinti e oltre corre la cornice ornata da un motivo a Kyma. I campi color verde sono contornati da una fascia color rosa antico.
Presbiterio e altare
La parete di fondo ospita la bussola lignea sormontata dalla cantoria, costruita nel 1839 a cura della Compagnia del SS. Sacramento. Dietro l’altar maggiore, sopra il coro, c’è il quadro di Maria SS. all’interno del dossale e sopra traluce una vetrata raffigurante Cristo Re. L’altare è in marmo di Carrara, esso dà efficace risalto alle sei colonnine in Portasanta, e alle specchiature in giallo Siena, verde Issoria e breccia policroma. Il paliotto è arricchito da un pannello di onice del Marocco con sigla di bronzo. Al centro dell’altare campeggia il tabernacolo in reppen del Carso con lesene di rosso porfirio, impreziosito dalla porticina di bronzo fuso, cesellato e dorato. L'attuale mensa poggia su colonnine in marmo e il piano è coperto con un mantile bianco ricamato. Fanno parte dell''arredo liturgico l'ambone, il seggio, due statue lignee, il confessionale e i banchi in legno. Il battistero in marmo è arricchito da una preziosa ed elaborata opera di scultura lignea del 1669.
Cappelle laterali
Nella cappella di destra vi è posizionato l’altare di S. Giuseppe, sovrastato dalla tela che si trova già notata negli inventari anteriori al 1700. Il quadro di forma ovale raffigura S. Giuseppe con in braccio il divin Fanciullo. Dalla parte opposta l’altare della Madonna del Rosario, adornato dalla tela rettangolare con raffigurata la Madonna nell’atto di consegnare il Rosario a S. Domenico, mentre il Bambino che le sta in braccio lo offre a S. Chiara. Tutto attorno in ben disegnate scene figurano i 15 Misteri del S. Rosario.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell'aula e del presbiterio è realizzata in bargioline quadrate disposte in diagonale. L’ambiente laterale destro è ricoperto con una predella in legno alta un gradino. Il presbiterio, sopraelevato di un gradino, è rivestito in marmo beige striato.
Impianto strutturale
L'edificio ha la pianta a croce greca, che termina con l'abside piatto. La sezione è composta dal volume della navata sormontato dalla cupola e coperto da un tetto a capanna; su fianchi vi sono gli ambienti più bassi dei corti bracci laterali definiti superiormente dai rispettivi spioventi. Le murature sono costituite da laterizi inframmezzati a pietre, unite con malta di calce. Sono presenti più catene metalliche di rinforzo della struttura, in corrispondenza degli arconi delle volte.
Coperture
Le coperture sono realizzate in coppi adagiati su orditure in legno.
Campanile
Il campanile a pianta quadrata ha sezione rastremata ed è composto da quattro livelli inchiavardati e separati da fasce in mattoni. In basso vi è una piccola monofora seguita da un ovale e da un’apertura rettangolare, tutte poste all’interno di sfondati rettangolari. La sommità è ornata da lesene angolari tra le quali si aprono le monofore delle campane. Alla sommità è posta una massiccia cornice sporgente sagomata, seguita dalla copertura a padiglione in coppi.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1990 ca.)
E' stata avanzata la mensa dell'altare tridentino in marmo già realizzato in marmi policromi nel 1944.
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