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adeguamento liturgico
San Pietro Val Lemina
Pinerolo
chiesa
parrocchiale
Santi Pietro e Paolo
Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo
Aula liturgica; Presbiterio e altare; Pavimenti e pavimentazioni; Impianto strutturale; Coperture; Campanile; Cenni stilistici
presbiterio - aggiunta arredo (2000 ca.); presbiterio - aggiunta arredo (1958)
XII - XII(preesistenze intero bene); 1123 - 1123(preesistenza intero bene); 1131 - 1131(preesistenza intero bene); 1386 - 1386(preesistenza intero bene); 1591 - 1591(carattere generale campanile); 1591 - 1591(visita pastorale intero bene); 1659 - 1659(preessitenze intero bene); 1693 - 1712(danneggiamenti intero bene); 1712 - 1746(inizio lavori intero bene); 1749 - 1749(visita pastorale intero bene); 1761 - 1761(riedificazione intero bene); 1780 - 1782(stato di conserazione altare laterale); 1909 - 1909(aggiunta dipinti interni); 1953 - 1953(aggiunta dipinti interni); 1958 - 1958(pitture parietali interno)
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Pietro e Paolo <San Pietro Val Lemina>
Ambito culturale (ruolo)
barocco piemontese (costruzione intero edificio)
Notizie Storiche

XII  (preesistenze intero bene)

"sede del Priorato Benedettino (XII sec.)". (Signorelli, 2004, p.141)

1123  (preesistenza intero bene)

Esistente almeno dal 1123. (Caffaro, 1908, vol.1, p.56)

1131  (preesistenza intero bene)

"Questa chiesa risulta già il 1° marzo 1131 quando Amedeo di Savoia, con altre, la conferma, sotto certe riserve, all'abbazia di s. Maria di Pinerolo" (Caffaro, 1903, vol.6, p.205)

1386  (preesistenza intero bene)

Da una nota del 1386, risulta che non ha mai pagato il cattedratico al vescovo di Torino (Caffaro, 1908, vol.1, p.56)

1591  (carattere generale campanile)

«Il campanile era mal costrutto internamente ne’ solai» (Caffaro, 1903, vol.6, p.207)

1591  (visita pastorale intero bene)

Nella visita pastorale avvenuta il 30 giugno del 1591, fatta dall'ab. Tritonio, si ordinava che si traslocasse presso la porta il battistero con catino di rame , e se ne ricoprisse la piramide di panno verde. Vi era stata costruita di recente la cappella del Sacramento, nella quale esisteva una scala; gli altri altari erano: quello di s. Antonio, quello dei ss. Innocenti e di s. Agata, quello della Croce, quello della b. Maria Maddalena, quello di s. Giovanni. (Caffaro, 1903, vol.6, p.207)

1659  (preessitenze intero bene)

Nel 1659 esisteva nella chiesa la cappella di S. Anna, di S. Antonio, quella del Crocefisso, del Rosario e di s. Antonio. (Caffaro, 1908, vol.6, p.209)

1693 - 1712 (danneggiamenti intero bene)

«Per l’assedio di S. Brigida, nel 1693, la chiesa e la casa parrocchiali, il campanile e il cimitero vennero rovinati. Per cui nel 1712 si obbligavano la comunità di S. Pietro val Lemina ed i particolari di Costagrande a riparare gli edifici. (Caffaro, 1908, vol.6, p.211)

1712 - 1746 (inizio lavori intero bene)

Pare che intorno al 1712 all'antica chiesa di S. Pietro si sia sostituita l'attuale, anche mediante una gratificazione da parte del re nel 1746. Ma non perciò tale chiesa era compresa tra quelle di patronato regio. (Caffaro, 1908, vol.6, p.211) "caratterizzata ora da impostazioni barocche (1703-1746)." (Signorelli, 2004, p.141)

1749  (visita pastorale intero bene)

Nel 1749 compare la chiesa parrocchiale dedicata ai santi Pietro e Paolo, di cui si ha notizia dal 1131 (Documenti conservati presso Archivio Diocesano di Pinerolo)

1761  (riedificazione intero bene)

pare l’antica chiesa di S. Pietro si sia sostituita l’attuale di moderna costruzione, anche mediante una gratificazione da parte del re nel 1761». (Caffaro, 1908, vol.6, p.211)

1780 - 1782 (stato di conserazione altare laterale)

Nel 1780 l’altare di S. Giovanni Battista fu interdetto dal vescovo perché indecente e veniva ristabilito due anni dopo. (Caffaro, 1908, vol.6, p.211)

1909  (aggiunta dipinti interni)

"al suo interno dipinti del Calosso (1909)" (Signorelli, 2004, p.141)

1953  (aggiunta dipinti interni)

"al suo interno dipinti... e del Baretta (1953). Sulla facciata il Santo Protettore del Calosso." (Signorelli, 2004, p.141)

1958  (pitture parietali interno)

Nel 1958 Michele Baretta dipinge nel presbiterio la Madonna e Santi, a idropittura (buona conservazione). Sempre del 1958 la Coena Domini, a idropittura nel presbiterio (buona conservazione). (www.michelebaretta.it)
Descrizione

La chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo è situata nel centro storico del comune di San Pietro Val Lemina. L’edificio è orientato secondo l’asse est-ovest ed è libero su tre lati poiché a sud confina con la casa parrocchialedistaccatadal volume della chiesa. La sola facciata è finita ad arriccio tinteggiato di bianco avorio con campi tinteggiati di color crema. Il fronte, a salienti, ripartito secondo due ordini, è composto da quattro lesene distanziate da sfondati rettangolari, di cui le due centrali proseguono nella porzione più alta; in basso si può notare la zoccolatura continua realizzata in lastre di pietra, sulla quale si impostano le lesene. Quest’ultime terminano con capitelli lineari di chiaro rimando all’ordine dorico; segue la trabeazione mossa in corrispondenza delle lesene. Oltre il cornicione si erge il secondo registro che è raccordato agli estremi tramite volute impostate su pennacchi ornati da vasi in pietra scolpita. Esse confluiscono nelle lesene che sostengono la trabeazione seguita dal frontone che regge, alla sommità, il pennacchio in pietra. L’ingresso è costituito da un portone in legno a due battenti rifiniti da specchiature con ornamenti geometrici di grandi dimensioni; l’apertura è segnata da lineari elementi trilitici in pietra grigia. Nella parte superiore, in mezzeria, capeggia la raffigurazione di San Pietro del Calosso, contornata da una cornice in stucco e sormontata da un timpano triangolare sporgente. I fianchi presentano, in corrispondenza dei volumi più bassi, due finestre per lato e nella parte soprastante, tre finestre. Le superfici murarie dei restanti fronti sono finite a rinzaffo rustico a base calce, che in alcune aree risulta consumato e che lascia intravedere sul fronte nord la tessitura muraria di una parasta in laterizio. Sul cornicione, in corrispondenza del volume della sacrestia, è riportata la data 1787, mentre, al centro della parete curva absidale, campeggia il dipinto rappresentante i Santi Pietro e Paolo.
Aula liturgica
Sopra l’ambiente centrale insistono tre volte a botte, nelle quali si inseriscono ampie unghie per le finestre, mentre le navate laterali sono coperte da volte a crociera. Il presbiterio è sormontato da una cupola ribassata; l’abside da una volta emiciclica. I pennacchi della cupola sono decorati con raffigurazioni dei quattro evangelisti. I soffitti, inoltre, sono finemente lavorati mediante specchiature dai campi color crema, bordati di rosso e raffiguranti motivi fitomorfi pittati a somiglianza degli stucchi. Al centro delle volte risaltano gli ampi affreschi con scene sacre; gli archi sono ornati da lacunari stilizzati di color verde salvia. L’ambiente centrale presenta un cornicione continuo e sporgente di color bianco;si può notare anche una fascia decorata da stilizzazioni vegetali dipinte, seguite da angeli nell’atto di annunciare le Lodi Lauretane. La navata laterale sinistra ospita, accanto al presbiterio, l’altare in marmo dedicato alla Madonna del Rosario. Sul lato opposto è collocato l’altare del Sacro Cuore di Dio, realizzato in marmo e con dossale affrescato. Sulla parete di fondo è addossata la bussola, sormontata dalla cantoria che include un imponente organo a canne.
Presbiterio e altare
L’altare maggiore è composto da elementi sagomati e finiti a imitazione del marmo verde Issorie, rosso marezzato e giallo Siena. Il manufatto è completato dal tabernacolo centrale, sormontato dal crocifisso e dai numerosi candelabri argentati. Sulle pareti del presbiterio sono stati realizzati di recente, dal pittore Baretta, due affreschi che recano scene bibliche. Al centro della parete absidale si staglia l’imponente dossale che contiene la pala d’altare che raffigurante i Santi Pietro e Paolo, ai piedi della Madonna con in braccio il bambino. Fanno parte dell’arredo liturgico: il coro ligneo, il seggio, la mensa in legno piano coperto da un mantile bianco, l’ambone, due statue lignee dipinte. Completano l’arredo: il pulpito in legno, raffigurazioni sacri, il fonte battesimale, il confessionale e i banchi in legno.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell'aula è realizzata mediante lastre rettangolari di pietra di Barge, che segnano il corridoio centrale. A lato sono posate lastre quadrate in pietra di Luserna disposte diagonalmente. Il presbiterio è separato dal resto dell’aula dalla balaustra a semicerchio e relativi due gradini. Il pavimentato è in cementine esagonali prevalentemente di color beige, e altre color rosso e nero fumo formanti un disegno geometrico.
Impianto strutturale
L'edificio ha pianta composta con abside emiciclico; la sezione è formata dall’alto ambiente centrale coperto con tetto a capanna e da due volumi più bassi chiusi superiormente dai rispettivi spioventi. Le murature perimetrali sono costituite da pietre miste a laterizi, unite con malta di calce. Sono presenti tre catene di rinforzo della struttura installate in corrispondenza degli archi della navata centrale. Altre catene di rinforzo sono presenti in corrispondenza degli ambulacri laterali.
Coperture
La copertura della navata centrale e della sacrestia è in lose, mentre quelle delle navate laterali sono realizzate in coppi.
Campanile
Il campanile a base quadrata è collocato in corrispondenza del lato nord. Le superfici murarie sono intonacate a base calce, tuttavia oggi si presentano estremamente degradate e lacunose. La torre campanaria è formata da quattro livelli, separati da cornici lineari in laterizio, di poco sporgenti. Alla base si apre un’esigua feritoia cui segue un oculo da cui è visibile l’orologio. Il livello superiore è ornato da lesene angolari e ospita le quattro monofore per le campane; a chiudere vi è una cornice aggettante sagomata in laterizio e pietra. La cuspide è a pianta ottagonale, accoglie i quattro quadranti dell’orologio ed è coperta da una guglia rivestita in rame che all’apice sorregge la croce con banderuola.
Cenni stilistici
Tra le caratteristiche che denotano la progettazione degli edifici di culto voluti dal Regio Patronato sabaudo in porzioni di territorio nelle quali si doveva compiere il ristabilimento delle fede cattolica tra XVII e XVIII secolo, dopo gli anni delle aspre guerre di religione, vi sono l'estrema essenzialità degli esterni, ed il minimo ricorso agli ornati, anche negli interni. Ciò accadde con particolare evidenza proprio nelle valli Pellice, Chisone e Germanasca, mentre le coeve strutture sorte nella pianura tra Pinerolo e Torino assumono in parte forme più auliche e ricche, sull'onda dei cantieri della capitale e dei principali centri della regione. Tali costruzioni o ricostruzioni, promosse dai sovrani Luigi XIV prima (con l'attività emblematica per il Pragelatese dell'ingegnere del re Desbordes) e Vittorio Amedeo II con Carlo Emanuele III poi, sono tipiche di certo “barocco piemontese”, interpretato da architetti impegnati prevalentemente nelle fortificazioni di un'area che è stata di conteso confine. Le ricerche di Walter Canavesio, edite tra il 1999 ed il 2005, hanno definitamente chiarito come, a partire dagli anni Trenta del XVIII secolo, “iniziò una riflessione organica sui metodi della rioccupazione cattolica delle valli, alla quale contribuirono figure fondamentali […] come il teologo Pietro Manfredo Danna, la nobiltà locale e le strutture burocratiche ed istituzionali fino ai vertici dello Stato”. La normalizzazione dei cantieri degli edifici di culto, riflesso della normalizzazione dell'apparato statale in atto, ebbe tra gli interpreti Antonio Bertola e Michalangelo Garove (prima dell'affermazione di Filippo Juvarra e dei suoi collaboratori), Giacomo Plantery e Vittorio Amedeo Varino de La Marche, Giovanni Maria Vanelli, Pietro Audifredi, Ignazio Bertola, Giuseppe Gerolamo Buniva, tra i numerosi colleghi ed epigoni ancora nell'anonimato (cfr. P. Nesta, Itinerari barocchi, in Tra Dora Riparia e Chisone. Arte Natura Architettura, Torino 1997; W. Canavesio, Le chiese cattoliche nelle valli pinerolesi. L'opera del regio patronato nel Settecento, in Archeologia e arte nel Pinerolese e nelle Valli Valdesi, atti del convegno della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, Pinerolo 1999; S. Damiano, Forniture di arredi per le chiese del Pinerolese: testimonianze documentarie, in Il Settecento religioso nel Pinerolese, atti del convegno per il 250° anno dall'erezione delle Diocesi di Pinerolo, Pinerolo 1999; W. Canavesio, Le chiese cattoliche delle valli pinerolesi nel Settecento, in R. Genre (a cura di), Vicende religiose dell'alta Val Chisone, Roure 2005).
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (2000 ca.)
E' stato realizzata un'estensione della predella in legno amovibile sulla quale è stata posizionata un mensa anch'essa lignea.
presbiterio - aggiunta arredo (1958)
Michele Baretta dipinse due quadri direttamente su parete con tecnica dell'idropittura; adornano le pareti laterali del presbiterio: una rappresenta la Madonna con i Santi e l'altra la Coena Domini. (Repertorio delle opere d'arte sacra presente sul sito www.michelebaretta.it)
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