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Descrizione |
La chiesa di S.Domenico è ubicata all’interno del nucleo antico casalese. Fa parte del vecchio complesso monastico domenicano oggi costituito solo più dalla chiesa, dal chiostro dei religiosi (detto "Chiostro dei morti") dove ancora oggi si affaccia l'ambiente che un tempo era la sala del Capitolo ed il refettorio. La chiesa confina ad est con il "Chiostro dei morti", ad ovest con via Fratelli Caire, a nord con via Vidua e a sud con piazza S. Domenico.
Emerge nel tessuto urbano grazie alla sua maestosa struttura in mattoni a vista controventata da possenti contrafforti posti sui prospetti laterali; gli elementi decorativi che la impreziosiscono sono gli archetti intrecciati posti a coronamento di tutte le murature, i rosoni posti nelle testate del transetto e il portale lapideo di facciata.
La chiesa non si presenta più nella sua veste originaria, ma vede l’accostamento di due corpi architettonici di diversa matrice: la prima porzione, che comprende le tre navate fino al transetto, presenta ancora caratteri gotici nel suo sviluppo longitudinale e nel lessico architettonico; la seconda porzione, che comprende il transetto, il presbiterio e il coro, attinge al repertorio classico.
Facciata |
La facciata, in laterizio, è scandita da quattro contrafforti che la suddividono in tre campi, coincidenti alle tre navate interne della chiesa. I contrafforti poggiano su un basamento continuo sempre in laterizio. Superiormente è definita da una cornice a fasce in pietra differente che si discosta dal resto del prospetto, e davanti la quale poggiano degli archetti pensili trilobati sempre in cotto.
In corrispondenza dei contrafforti e del colmo del tetto si innalzano dei pinnacoli, di cui due posti verso l'esterno presentano sezione circolare, mentre i tre centrali sezione poligonale.
Nella porzione centrale si colloca il portale ornamentale rinascimentale in pietra arenaria locale realizzato nel 1505, al centro del quale, nel registro superiore, si apre un rosone. |
Portale |
Il portale della chiesa è suddiviso orizzontalmente in due registri e riccamente decorato da bassorilievi e statue.
Il registro inferiore è delimitato sui due lati da una coppia di lesene decorate sulle quali poggia un’alta trabeazione nella quale sono raffigurate le storie di S. Domenico. Nella lesena di destra troviamo raffigurati i simboli della “messa letta” (la patena, il messale e il calice, in un tondo la testa di Tommaso d’Acquino, il manipolo, la stola, un busto mitrato che dovrebbe essere S.Eusebio, le ampolline il cuscino per il messale e le carteglorie). Nella lesena sinistra invece i simboli della messa “solenne o cantata” (il pacificale, la navicella per l’incenso, l’organo, la testa di un frate domenicano, la stola del diacono, il busto del Vescovo S. Evasio, la tovaglia per la comunione, il turibolo, la croce). Al suo centro si colloca l’ingresso principale della chiesa, costituito da un portone ligneo a due battenti intarsiato con motivi geometrici. Questo è circondato da un’importante cornice decorata ed è sormontato da una lunetta con archivolto strombato, nella quale è collocato un gruppo di statue raffiguranti la Madonna con il Bambino e i committenti. Nelle strombature della porta si aprono due nicchie con le statue di S. Domenico e S.Caterina da Siena, sopra i quali vi sono due tondi rispettivamente di S. Agostino e S. Gregorio Magno sopra il primo e S. Girolamo e S. Ambrogio sopra la seconda. Il registro superiore, alla stessa maniera, è delimitato da due lesene decorate che sostengono la trabeazione e il timpano, all'interno del quale è collocata una statua di Dio Padre benedicente. Al centro di questa porzione si colloca un grande rosone, la cui importante cornice è costituita da dodici formelle rappresentati lo zodiaco intervallate da motivi floreali e le colorate vetrate riportano immagini di angeli serafini disposti in circolo. La base è fatta con pietre provenienti dall’acquese; le lesene, architravi e parte delle cornici con pietre di Frassinello d’Olivola; gli ornati e le figure con pietre di Villadeati.
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Pianta |
La pianta della chiesa è a croce latina. L’ingresso della chiesa è posto in asse con il presbiterio e si accede attraverso una bussola lignea. La prima porzione della chiesa si sviluppa su tre navate, una centrale più ampia e due laterali di larghezza ridotta, le quali sono suddivise in tre campate. Lungo i lati perimetrali delle navate laterali si attestano le cappelle, due per ogni navata. La seconda porzione, che si sviluppa dal transetto, comprende il presbiterio, il coro (una volta cappella marchionale) e le due cappelle collocate ai lati dell’area presbiteriale. Sopra la cappella di destra, dedicata a San Domenico in Soriano, si innesta la torre campanaria. La sacrestia, invece, è collocata nei corpi di fabbrica del chiostro e vi si accede attraverso un corridoio di collegamento che si sviluppa dal transetto e permette di uscire sul cortile retrostante. Un alto accesso alla chiesa è situato presso la testata sinistra del transetto. Dietro le cappelle situate lungo il lato destro si trova la quarta navata, uno spazio si risulta collocato tra la chiesa e il chiostro dovuto alle trasformazioni effettuate per rendere simmetrico il complesso. |
Struttura |
La struttura dell’intera chiesa è in laterizio pieno. Nella prima porzione troviamo pilastri polilobati lungo la navata centrale, con addossate semicolonne di altezza differente verso la navata centrale e all’interno delle arcate. La navata centrale è separata da quelle laterali da archi a sesto acuto, posti alla stessa altezza e generatrici delle volte a crociera che coprono le navate laterali. Anche la navata centrale e il transetto sono coperti da volte a crociera a base quadrata. Tutte le volte presentano costoloni lungo le nervature a sezione circolare. Le cappelle laterali, invece, anche per la loro ridotta profondità, sono coperte da volte a botte. Nella seconda porzione, invece, la struttura portante è costituita prevalentemente da setti portanti, su cui poggiano le volte, la cupola che sormonta l’area presbiteriale a base elissoidale e la calotta unghiata che copre l’abside. |
Interni |
All’interno la chiesa si presenta intonacata e dipinta con una tinteggiatura piatta a fasce alterne di due tonalità (ocra e verde). Le volte a crociera sono tinteggiate in blu intenso, quasi a voler simulare la volta celeste. Le restanti volte, dal presbiterio fino a giungere all'abside, conservano delle tinte piatte (ocra e verde). |
Elementi decorativi |
La chiesa presenta un ricco apparato decorativo, sviluppatosi nei secoli, costituito da altari, tele e apparato scultoreo.
Entrando all’interno della chiesa troviamo sul retro della facciata a destra il sepolcro di Benvenuto S.Giorgio (conte di Biandrate, morto nel 1527) opera di Matteo Sanmicheli. Dello stesso autore le due pile dell’acqua collocate in prossimità dei primi pilastri dell’aula, nei cui apparati scultorei sono inseriti personaggi riconducibili alla dinastia paleologa.
Lungo il perimetro della navata laterale destra si attestano sei cappelle. Procedendo dall’ingresso verso il transetto troviamo:
-l’altare dedicato a San Lorenzo, la cui tela rappresenta il Santo con papa Callisto, dipinta da G. Soleri (XVI sec.);
-l’altare dedicato alla Madonna delle Grazie, con dipinto di scuola fiamminga;
-l’altare dedicato a S.Vincenzo Ferreri, con tela di G. Mellana (XVIII sec.);
-l’altare dedicato a S.Pietro Martire, opera di P. Rotari;
-l’altare di S.Anna;
-l’altare dedicato all’Immacolata, con statua di G. Sezzano da Vercelli (XVIII sec.).
Proseguendo lungo il transetto possiamo riconoscere il monumento funebre in memoria della contessa Luigia Incisa di Santo Stefano, opera di Abbondio San Giorgio (XIX secolo), e la tomba dei Paleologi traslata qui da San Francesco nel 1835. Accanto a questi si colloca la tela raffigurante la disfatta degli Albigesi di P.F. Guala del XVIII sec.
Alla destra dell’altare con affaccio sul transetto, vi è una cappella con l’altare dedicato a San Domenico in Soriano, con tela di Orsolina Caccia. Parallelamente, a sinistra dell’altare vi è la cappella, della Madonna del Rosario, all'interno della quale è collocata un’importante statua lignea e una tela raffigurante l’incoronazione della Vergine del Caccia (XVII sec.) e il cui apparato decorativo, opera di Giorgio Alberini, richiama sul lato destro i “Misteri Dolorosi”, su quello sinistro i “Misteri Gaudiosi” e sulla volta i “Misteri Gloriosi”.
Nel presbiterio, ai lati dell’altare maggiore, vi sono altre due tele del Guala, raffiguranti rispettivamente a dx la “Resurrezione del giovane Orsini imperatore” e a sx “Il miracolo del libro rimasto illeso nella disputa con gli Albigesi”. All’ingresso dell’abside troviamo sui due lati, sempre in senso antiorario, Fede e Religione di Bottani e, sul fondo, lungo l’asse maggiore della chiesa, l’opera di P.Frassi raffigurante S.Domenico.
Nella controfacciata sinistra del transetto, sopra la bussola lignea in noce, vi è una tela raffigurante la battaglia di Lepanto, opera di Crosio del XVII sec.
Lungo il perimetro della Navata laterale sinistra, invece, troviamo (dall’altare verso l’ingresso):
-l’altare dedicato a S. Giuseppe (precedentemente alla Santa Croce, opera di Pietro Solari (XVIII sec);
-l’altare dedicato a S. Teresa d’Avila, un tempo dedicata a Santa Rosa da Lima;
-l’altare dedicata a S.Francesco di Sales, la cui tela è opera di F.Bianchi (XVII sec);
-l’altare di San Pio V, con tela di Maria Clementi (XVIII sec.);
-l’altare dedicato a S. Maria Maddalena;
-Tela della Madonna con il Bambino, di Martino Spanzotti (XVI sec.).
Di notevole pregio artistico, sono i paliotti di tutti gli altari che hanno decorazioni e figure ad intarsi in stucco colorato e marmi policromi, i eseguiti da Pietro Solari nel 1717.
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Elementi decorativi |
L’altare maggiore venne costruito nel 1770 a Brescia, caratterizzato da fini marmi policromi. Di difficile attribuzione, invece, è il crocifisso ligneo collocato sopra, verosimilmente una volta ancorato ad un’architrave lignea. |
Organo |
Degno di nota è l'organo realizzato da Carlo e Ferdinando fratelli Serassi (1827), ampliato successivamente (1878) da Giovanni Metasti. |
Pavimenti e pavimentazioni |
L’aula ha una pavimentazione costituita da cementine quadrate di diverse tonalità di griglio. Il presbiterio, invece, presenta una pavimentazione in tesserine a mosaico di differenti colori che concorrono a raffigurare vari motivi geometrici (al centro del mosaico vi è lo stemma gentilizio del Cardinale domenicano Enrietto Virginio Natta). Nell’area del coro la pavimentazione è contigua all’arredo del coro in noce scuro ed è costituito da un tavolato ligneo. Il presbiterio, è separato dalla chiesa per mezzo di una balaustra in marmo originale con cancello in ferro, e da cinque gradoni in marmo rosso di Verona. Gli altari laterali, sono preceduti da gradini in marmo grigio scuro. L'altare maggiore (costruito nel 1770) in marmi finissimi, è preceduto da quattro gradini anch'essi in marmo rosso di Verona. |
Sacrestia |
La sacrestia è collocata all’interno degli edifici del chiostro, nella zona del complesso più prossima alla chiesa, precisamente al piano terra dell'angolo ovest della manica settentrionale del chiostro, e vi si accede dal corridoio che si sviluppa lungo gli ambienti adiacenti il presbiterio.
Probabilmente nata come un unico ambiente a base rettangolare coperto da due volte a crociera, venne successivamente suddivisa in due da un setto murario posto in corrispondenza della chiave della prima volta per ricavarne un vestibolo. Nel 1693 la sacrestia venne provvista di armadi e banchi lignei in noce intagliati, e nella seconda metà del Settecento si venne ampliata verso settentrione con la realizzazione del sopraddetto secondo ambiente a cui si accede attraverso una serliana in stile corinzio, con colonne ad alto fusto non scanalato. Questo locale risulta coperto da volta a botte ribassata; la parete di fondo presenta due alte finestre aperte all'interno delle campiture laterali di una seconda serliana, mentre le pareti laterali, suddivise in tre campiture da lesene anch'esse in stile corinzio, centralmente presentano una porta per parte contraddistinta da un'edicola dalle linee semplici. |
Chiostro |
In origine i chiostri del complesso dovevano essere verosimilmente tre; il secondo chiostro (quello collocato ad est e adiacente al primo) venne venduto a privati nel 1822. Il primo, detto "Chiostro dei morti", rimase alla chiesa parrocchiale. Esso è delimitato da un loggiato che corre su tre lati (est, ovest e sud) coperto da volte a crociera. Le colonne appoggiano su un basamento continuo che corre sui tre lati del perimetro, interrompendosi soltanto in corrispondenza degli assi pedonali di transito (in pietra) verso il centro del chiostro stesso. I vari elementi sono stati lasciati con finitura faccia a vista a seguito dell’intervento di restauro dell’anno 2000, quando venne rimosso l’intonaco a base cementizia e rifatta in pietra la pavimentazione del portico. |
Campanile |
Il campanile, alto circa 40 metri, ha un impianto a base quadrata. Esso è suddiviso in quattro registri scanditi da lesene, bifore e cornici con archetti pensili. L'ultimo registro a loggiato con bifore a tutto sesto risulta essere la cella campanaria. |
Coperture |
Le coperture, oggetto di intervento nel 2004, presentano una struttura lignea con manto di copertura in coppi e, in corrispondenza della navata centrale e del transetto a due falde con andamento a capanna, mente sulle navate laterali a falda singola. Nella pozione terminale le falde seguono l’andamento dell’abside. |
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