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Casale Monferrato
Casale Monferrato
chiesa
parrocchiale
S. Domenico
Parrocchia di S. Domenico
Facciata; Portale; Pianta; Struttura; Interni; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Organo; Pavimenti e pavimentazioni; Sacrestia; Chiostro; Campanile; Coperture
altare - aggiunta arredo (1970); ambone - aggiunta arredo (1970); leggìo - aggiunta arredo (1970)
1469 - 1513(fondazione
consacrazione intero bene); 1481 - 1481(donazione stalli lignei coro); 1494 - 1693(costruzione sacrestia); XVI - XVI(realizzazione portale); 1675 - 1675(ristrutturazione intero bene); 1745 - 1748(funzione intero bene); 1748 - 1751(restauro intero bene); 1752 - 1752(demolizione affresco); 1802 - 1822(menzione intero bene); 1827 - 1834(sostituzione organo); 1849 - 1849(manutenzione
sostituzione intero bene); 1859 - 1887(restauro intero bene); 1904 - 1904(restauro facciata); 1940 - 1986(restauro intero bene); 1990 - 2000(restauro intero bene); 1997 - 1997(restauri paliotti); 1999 - 1999(restauro apparato decorativo); 2000 - 2000(restauro apparato decorativo); 2000 - 2002(restauro chiostro); 2001 - 2001(restauro apparato decorativo); 2002 - 2011(manutenzione straordinaria coperture); 2008 - 2008(restauro apparato decorativo); 2009 - 2009(restauro apparato decorativo); 2009 - 2009(restauro affreschi); 2011 - 2011(restauro organo); 2011 - 2013(restauro portale
sacrestia)
Chiesa di San Domenico
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Domenico <Casale Monferrato>
Altre denominazioni S. Domenico
Autore (ruolo)
Spanzotti, Giovanni Martino (affresco prima campata, navata sinistra)
Caroto, Giovanni Francesco (affresco prima campata, navata di destra)
Pelagatta, Giacomo (altare maggiore, balaustra)
Magnocavalli, Francesco Ottavio (restauro presbiterio)
Solari, Pietro Antonio (paliotti, altare maggiore e laterali)
Sanmicheli, Matteo (portale)
Cappa, Maria Rosa (progetto restauro chiostro, risistemazione tetto)
Rolfo, Raffaella (progetto restauro portale lapideo e sacrestia)
Suardi, Bartolomeo, Bramantino (progetto chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
gotico (costruzione facciata)
rinascimento (realizzazione portale)
Notizie Storiche

1469 - 1513 (fondazione, consacrazione intero bene)

Guglielmo VIII Paleologo, Marchese di Monferrato, nel 1469 ottenne da Papa Paolo II il permesso di edificare in Casale Monferrato un convento e una chiesa da destinare ai frati Domenicani. Nello stesso anno nacque il convento e nel 1472 venne posata la prima pietra della chiesa, la quale venne terminata nel 1506. Venne consacrata nel 1513 da Mons. Domenico Schellino, Vescovo di Acqui. Il complesso originario, progettato da Bartolomeo Suardi, comprendeva la chiesa e il convento, che si sviluppavano attorno ai due chiostri e al cortile posteriore. Il prolungamento della fase costruttiva ha fatto sì che il complesso subisse diverse influenze stilistiche, motivo per la quale troviamo accostati elementi di carattere fortemente gotico, quali i contrafforti, ad accorgimenti di stampo rinascimentale: questa differenza stilistica è anche attribuibile al cambio di committenza.

1481  (donazione stalli lignei coro)

Nel 1481 Guglielmo VIII Paleologo donò alla chiesa gli stalli lignei del coro, sostituiti successivamente con quelli in noce realizzati ex novo da Giovanni Battista Gasparini.

1494 - 1693 (costruzione sacrestia)

Per volere dei fratelli Facino e Francesco Bazzani venne costruita la prima sacrestia. L’ambiente venne edificato di grandi dimensioni, in modo tale che si potesse adibire al culto durante i periodi bellici, in sostituzione alla chiesa che in tali occasioni veniva allestita per ospitare l’ospedale militare. Al suo interno si trovavano tre sepolture per la loro famiglia. Nel 1693 vennero collocati nella sacrestia armadi e banchi. Parte di questo ambiente è ancora riconoscibile in una delle due stanze che costituiscono l’attuale, e vi si accede attraverso i corridoi che costeggiano l’area presbiteriale della chiesa.

XVI  (realizzazione portale)

La realizzazione del portale lapideo risalirebbe al XVI secolo. Storicamente questo viene attribuito a Matteo Sanmicheli o a Giovanni Battista De Paris. Ad avvalorare quest’ultima ipotesi vi sarebbe il ritrovamento di una targa in pietra di arenaria rinvenuta durante i lavori di restauro del 1890, sulla quale veniva riportato il nome dell’operaio (oggi non più in situ). Entrambe risultano verosimili, e farebbero pensare che i due abbiano collaborato, il primo nella definizione del disegno, il secondo nella realizzazione.

1675  (ristrutturazione intero bene)

Nel 1675 venne eliminata l'asimmetria originaria della chiesa, attraverso un intervento mirato a ridurre la profondità delle cappelle di destra per uniformarle a quelle della navata sinistra. Lo spazio di risulta venne definito la “quarta navata”, una galleria interposta tra la navata destra della chiesa e il chiostro. Contestualmente vennero spostati l’organo e il coro: il primo venne traslato dall’area presbiteriale, a lato dell’altare maggiore, al fondo della chiesa nella sua collocazione attuale; il secondo, che si trovava dove ora è il presbiterio, venne collocato in fondo all’abside, in luogo della cappella privata dei Marchesi Paleologi.

1745 - 1748 (funzione intero bene)

La chiesa e il convento, a seguito dell’entrata in città delle truppe Austro-Sarde del 1745, vennero requisiti e adibiti ad ospedale generale dei soldati feriti. La chiesa venne fatta spogliare di qualsiasi ornamento sacro per la collocazione degli ammalati. A termine della guerra di successione austriaca la chiesa e il convento rimasero ancora per un breve periodo occupati dai feriti delle truppe francesi, che lasciarono la città solo il 21 dicembre 1748.

1748 - 1751 (restauro intero bene)

Il complesso, a seguito della trasformazione in ospedale, aveva riportato numerosi danni. Nel 1748 vennero programmati i restauri della chiesa e del convento. Il danno maggiore venne riscontrato nella volta del coro e del presbiterio, per il quale venne decisa la demolizione e la ricostruzione su progetto del Magnocavalli. Vennero anche rifatte gran parte delle pareti del coro. Inoltre vennero eseguiti i seguenti interventi: -rimozione di travetti degli archi che servivano come chiavi di volta, sostituiti con chiavi di ferro; -ripavimentazione della chiesa, del presbiterio e del coro secondo uno schema a quadri a scacchiera bianchi e rossi; -riparazione delle cappelle; -realizzazione di una scalinata costituita da cinque gradini di marmo per l’altare maggiore; -rifacimento ex novo degli stalli in noce del coro opera di Giovanni Battista Gasparini; -i banchi vennero ridotti a 136. I lavori terminarono nel 1751.

1752  (demolizione affresco)

Guglielmo Caccia dipinse un affresco sulla facciata laterale, nel quale era rappresentata Santa Caterina da Siena rapita in estasi e sorretta da angeli. Nell'ottobre del 1752, sotto il priorato di Celso Lodovico Castelli, tale affresco venne rimosso.

1802 - 1822 (menzione intero bene)

Il 29 dicembre del 1802 venne istituita la Parrochia di S.Domenico; tale soluzione venne adottata a seguito delle soppressioni napoleoniche e al trasferimento in San Domenico dei Canonici di S. Maria di Piazza. Questi ultimi mantennero la sola proprietà del chiostro più adiacente la chiesa mentre il secondo, nel 1822, venne acquistato dai Missionari Vincenziani, per essere successivamente alienato a privati.

1827 - 1834 (sostituzione organo)

Sotto la guida spirituale di Don Salomone (parroco dal 1827-1834) venne sostituito l'antico organo con quello attualmente visibile e fabbricato dalla ditta F.lli Serassi. L’intervento venne finanziato dalla compagnia dell’Immacolata.

1849  (manutenzione, sostituzione intero bene)

Nel 1849 venne ripassata l’orditura lignea delle coperture e sostituiti i coppi.

1859 - 1887 (restauro intero bene)

Don Barriero commissionò una serie di interventi mirati al rinnovamento della chiesa tra cui le opere per la sistemazione dei tetti, delle volte, dei costoloni e la sostituzione della pavimentazione della chiesa, commissionando numerose opere artistiche ad autori importanti a livello locale.

1904  (restauro facciata)

Sotto la conduzione di Don Notte venne eseguito l’importante lavoro di restauro della facciata, terminato nel 1904. La direzione dei lavori venne affidata all’ing. Cesare Bertea su autorizzazione del soprintendente Alfredo D’Andrade. Si intervenne principalmente sulla facciata dove, a seguito della rimozione dell’intonaco, venne realizzato un restauro stilistico, concentrato in particolar modo sulle tre finestre. Vennero inserite delle nuove vetrate e consolidato il campanile, giudicato pericolante, per cui si rese necessario l’intervento del Genio Civile.

1940 - 1986 (restauro intero bene)

Mons. Rossi, dopo la fine della guerra, iniziò un lungo processo di rinnovamento del complesso. Tra i primi interventi venne eseguito il rifacimento dei tetti, danneggiati assieme al cortile durante i bombardamenti, il consolidamento della torre campanaria, la sostituzione delle vetrate infrante e del pavimento con quello attuale. Verosimilmente in questo periodo venne demolito il porticato collocato verso l’aula capitolare e riaperto il percorso coperto nella manica che divide i due chiostri, precedentemente tamponato.

1990 - 2000 (restauro intero bene)

Negli anni ’90 venne nuovamente restaurata la facciata, la quale accusava dissesti statici dovuti all’eccessivo peso dell’organo Ottocentesco. L’intervento comportò l’inserimento di tiranti metallici nella muratura, in modo da riportare in equilibrio statico la facciata. Nello stesso periodo venne sostituita la vecchia caldaia a carbone con il nuovo impianto a gasolio alloggiato nella quarta navata. Grazie ad un lascito testamentario viene installato un impianto illuminotecnico computerizzato all’avanguardia che sfrutta una nuova tecnologia di conduttori in soluzione minerale.

1997  (restauri paliotti)

Vengono restaurati due paliotti settecenteschi della chiesa, nello specifico quelli della navata sinistra raffiguranti “Motivi ornamentali e fitomorfi alternati a cariatidi” e “Santa Rosa”. Il restauro è stati eseguito dalla ditta Nicola Restauri s.r.l.

1999  (restauro apparato decorativo)

Viene restaurata la tela raffigurante San Pio V dalla ditta NOVARIA Restauri.

2000  (restauro apparato decorativo)

Viene eseguito il restauro della tela “Cristo e Sante”, del Peruzzini, dalla ditta Restauro Opere d'arte di Marello Angelo e Bianco Rita s.n.c.

2000 - 2002 (restauro chiostro)

Nel 2000, si è eseguito un intervento di restauro del chiostro (detto "Chiostro dei Morti") sotto il progetto e la direzione dell'architetto Rosa Maria Cappa. L'intervento ha visto la rimozione dell'intonaco a base cementizia che copriva le colonne; venne inolte rimossa la pavimentazione novecentesca e sostituita con una in pietra (aspetto medievale). Nel 2002 è stato effettuato un ripasso del tetto e della travatura a causa delle infiltrazioni d'acqua, sostituendo parti di orditura principale deteriorata. Viene inserito un un tavolato ligneo finalizzato ad una maggiore durabilità dell'intervento.

2001  (restauro apparato decorativo)

Viene restaurata la tela raffigurante “S. Maria Maddalena penitente”, ad opera della ditta Restauro Opere d’Arte Marello Angelo & Bianco Rita s.n.c.

2002 - 2011 (manutenzione straordinaria coperture)

Nel 2004, sotto la direzione dell’arch. Rosa Maria Cappa a causa delle forti infiltrazioni d’acqua dovute ad uno scivolamento della copertura dopo il terremoto, è stato ripassato il tetto e la travatura lignea. Inoltre venne inserito un tavolato ligneo composto da elementi non maschiati al di sotto dei coppi.

2008  (restauro apparato decorativo)

Viene restaurata la tela raffigurante la “Madonna col Bambino”, di proprietà della parrocchia.

2009  (restauro apparato decorativo)

Viene restaurato lo stendardo di Anna d’Alençon a cura della ditta ad opera della ditta Restauro Opere d’Arte Marello Angelo & Bianco Rita s.n.c.

2009  (restauro affreschi)

Vengono effettuati saggi ed eseguiti restauri sugli affreschi con interventi di discialbatura manuale, eseguiti dalla Dott. Francesca Regoli e dal Prof. Giovanni Bonardi.

2011  (restauro organo)

Viene eseguito il restauro dell’organo a cura dell’organaro Fabio Stocco di Valenza.

2011 - 2013 (restauro portale, sacrestia)

Tra il 2011 e il 2013 vengono eseguiti, con progetto e sotto la supervisione dell’arch. Raffaella Rolfo interventi di restauro, di manutenzione ordinaria e straordinaria, ed interventi finalizzati all’adeguamento impiantistico e normativo. Nel 2011 viene installato un sistema di deumidificazione nella quarta navata e vengono effettuati interventi di revisione dell’impianto elettrico. L’anno successivo è stata installata la linea vita. Gli interventi di restauro progettati e diretti dall’architetto Rolfo hanno interessato anche il restauro dell’arredo ligneo della sacrestia e il quello del portale lapideo, quest’ultimo eseguito dalla ditta Ferrari Restauri.
Descrizione

La chiesa di S.Domenico è ubicata all’interno del nucleo antico casalese. Fa parte del vecchio complesso monastico domenicano oggi costituito solo più dalla chiesa, dal chiostro dei religiosi (detto "Chiostro dei morti") dove ancora oggi si affaccia l'ambiente che un tempo era la sala del Capitolo ed il refettorio. La chiesa confina ad est con il "Chiostro dei morti", ad ovest con via Fratelli Caire, a nord con via Vidua e a sud con piazza S. Domenico. Emerge nel tessuto urbano grazie alla sua maestosa struttura in mattoni a vista controventata da possenti contrafforti posti sui prospetti laterali; gli elementi decorativi che la impreziosiscono sono gli archetti intrecciati posti a coronamento di tutte le murature, i rosoni posti nelle testate del transetto e il portale lapideo di facciata. La chiesa non si presenta più nella sua veste originaria, ma vede l’accostamento di due corpi architettonici di diversa matrice: la prima porzione, che comprende le tre navate fino al transetto, presenta ancora caratteri gotici nel suo sviluppo longitudinale e nel lessico architettonico; la seconda porzione, che comprende il transetto, il presbiterio e il coro, attinge al repertorio classico.
Facciata
La facciata, in laterizio, è scandita da quattro contrafforti che la suddividono in tre campi, coincidenti alle tre navate interne della chiesa. I contrafforti poggiano su un basamento continuo sempre in laterizio. Superiormente è definita da una cornice a fasce in pietra differente che si discosta dal resto del prospetto, e davanti la quale poggiano degli archetti pensili trilobati sempre in cotto. In corrispondenza dei contrafforti e del colmo del tetto si innalzano dei pinnacoli, di cui due posti verso l'esterno presentano sezione circolare, mentre i tre centrali sezione poligonale. Nella porzione centrale si colloca il portale ornamentale rinascimentale in pietra arenaria locale realizzato nel 1505, al centro del quale, nel registro superiore, si apre un rosone.
Portale
Il portale della chiesa è suddiviso orizzontalmente in due registri e riccamente decorato da bassorilievi e statue. Il registro inferiore è delimitato sui due lati da una coppia di lesene decorate sulle quali poggia un’alta trabeazione nella quale sono raffigurate le storie di S. Domenico. Nella lesena di destra troviamo raffigurati i simboli della “messa letta” (la patena, il messale e il calice, in un tondo la testa di Tommaso d’Acquino, il manipolo, la stola, un busto mitrato che dovrebbe essere S.Eusebio, le ampolline il cuscino per il messale e le carteglorie). Nella lesena sinistra invece i simboli della messa “solenne o cantata” (il pacificale, la navicella per l’incenso, l’organo, la testa di un frate domenicano, la stola del diacono, il busto del Vescovo S. Evasio, la tovaglia per la comunione, il turibolo, la croce). Al suo centro si colloca l’ingresso principale della chiesa, costituito da un portone ligneo a due battenti intarsiato con motivi geometrici. Questo è circondato da un’importante cornice decorata ed è sormontato da una lunetta con archivolto strombato, nella quale è collocato un gruppo di statue raffiguranti la Madonna con il Bambino e i committenti. Nelle strombature della porta si aprono due nicchie con le statue di S. Domenico e S.Caterina da Siena, sopra i quali vi sono due tondi rispettivamente di S. Agostino e S. Gregorio Magno sopra il primo e S. Girolamo e S. Ambrogio sopra la seconda. Il registro superiore, alla stessa maniera, è delimitato da due lesene decorate che sostengono la trabeazione e il timpano, all'interno del quale è collocata una statua di Dio Padre benedicente. Al centro di questa porzione si colloca un grande rosone, la cui importante cornice è costituita da dodici formelle rappresentati lo zodiaco intervallate da motivi floreali e le colorate vetrate riportano immagini di angeli serafini disposti in circolo. La base è fatta con pietre provenienti dall’acquese; le lesene, architravi e parte delle cornici con pietre di Frassinello d’Olivola; gli ornati e le figure con pietre di Villadeati.
Pianta
La pianta della chiesa è a croce latina. L’ingresso della chiesa è posto in asse con il presbiterio e si accede attraverso una bussola lignea. La prima porzione della chiesa si sviluppa su tre navate, una centrale più ampia e due laterali di larghezza ridotta, le quali sono suddivise in tre campate. Lungo i lati perimetrali delle navate laterali si attestano le cappelle, due per ogni navata. La seconda porzione, che si sviluppa dal transetto, comprende il presbiterio, il coro (una volta cappella marchionale) e le due cappelle collocate ai lati dell’area presbiteriale. Sopra la cappella di destra, dedicata a San Domenico in Soriano, si innesta la torre campanaria. La sacrestia, invece, è collocata nei corpi di fabbrica del chiostro e vi si accede attraverso un corridoio di collegamento che si sviluppa dal transetto e permette di uscire sul cortile retrostante. Un alto accesso alla chiesa è situato presso la testata sinistra del transetto. Dietro le cappelle situate lungo il lato destro si trova la quarta navata, uno spazio si risulta collocato tra la chiesa e il chiostro dovuto alle trasformazioni effettuate per rendere simmetrico il complesso.
Struttura
La struttura dell’intera chiesa è in laterizio pieno. Nella prima porzione troviamo pilastri polilobati lungo la navata centrale, con addossate semicolonne di altezza differente verso la navata centrale e all’interno delle arcate. La navata centrale è separata da quelle laterali da archi a sesto acuto, posti alla stessa altezza e generatrici delle volte a crociera che coprono le navate laterali. Anche la navata centrale e il transetto sono coperti da volte a crociera a base quadrata. Tutte le volte presentano costoloni lungo le nervature a sezione circolare. Le cappelle laterali, invece, anche per la loro ridotta profondità, sono coperte da volte a botte. Nella seconda porzione, invece, la struttura portante è costituita prevalentemente da setti portanti, su cui poggiano le volte, la cupola che sormonta l’area presbiteriale a base elissoidale e la calotta unghiata che copre l’abside.
Interni
All’interno la chiesa si presenta intonacata e dipinta con una tinteggiatura piatta a fasce alterne di due tonalità (ocra e verde). Le volte a crociera sono tinteggiate in blu intenso, quasi a voler simulare la volta celeste. Le restanti volte, dal presbiterio fino a giungere all'abside, conservano delle tinte piatte (ocra e verde).
Elementi decorativi
La chiesa presenta un ricco apparato decorativo, sviluppatosi nei secoli, costituito da altari, tele e apparato scultoreo. Entrando all’interno della chiesa troviamo sul retro della facciata a destra il sepolcro di Benvenuto S.Giorgio (conte di Biandrate, morto nel 1527) opera di Matteo Sanmicheli. Dello stesso autore le due pile dell’acqua collocate in prossimità dei primi pilastri dell’aula, nei cui apparati scultorei sono inseriti personaggi riconducibili alla dinastia paleologa. Lungo il perimetro della navata laterale destra si attestano sei cappelle. Procedendo dall’ingresso verso il transetto troviamo: -l’altare dedicato a San Lorenzo, la cui tela rappresenta il Santo con papa Callisto, dipinta da G. Soleri (XVI sec.); -l’altare dedicato alla Madonna delle Grazie, con dipinto di scuola fiamminga; -l’altare dedicato a S.Vincenzo Ferreri, con tela di G. Mellana (XVIII sec.); -l’altare dedicato a S.Pietro Martire, opera di P. Rotari; -l’altare di S.Anna; -l’altare dedicato all’Immacolata, con statua di G. Sezzano da Vercelli (XVIII sec.). Proseguendo lungo il transetto possiamo riconoscere il monumento funebre in memoria della contessa Luigia Incisa di Santo Stefano, opera di Abbondio San Giorgio (XIX secolo), e la tomba dei Paleologi traslata qui da San Francesco nel 1835. Accanto a questi si colloca la tela raffigurante la disfatta degli Albigesi di P.F. Guala del XVIII sec. Alla destra dell’altare con affaccio sul transetto, vi è una cappella con l’altare dedicato a San Domenico in Soriano, con tela di Orsolina Caccia. Parallelamente, a sinistra dell’altare vi è la cappella, della Madonna del Rosario, all'interno della quale è collocata un’importante statua lignea e una tela raffigurante l’incoronazione della Vergine del Caccia (XVII sec.) e il cui apparato decorativo, opera di Giorgio Alberini, richiama sul lato destro i “Misteri Dolorosi”, su quello sinistro i “Misteri Gaudiosi” e sulla volta i “Misteri Gloriosi”. Nel presbiterio, ai lati dell’altare maggiore, vi sono altre due tele del Guala, raffiguranti rispettivamente a dx la “Resurrezione del giovane Orsini imperatore” e a sx “Il miracolo del libro rimasto illeso nella disputa con gli Albigesi”. All’ingresso dell’abside troviamo sui due lati, sempre in senso antiorario, Fede e Religione di Bottani e, sul fondo, lungo l’asse maggiore della chiesa, l’opera di P.Frassi raffigurante S.Domenico. Nella controfacciata sinistra del transetto, sopra la bussola lignea in noce, vi è una tela raffigurante la battaglia di Lepanto, opera di Crosio del XVII sec. Lungo il perimetro della Navata laterale sinistra, invece, troviamo (dall’altare verso l’ingresso): -l’altare dedicato a S. Giuseppe (precedentemente alla Santa Croce, opera di Pietro Solari (XVIII sec); -l’altare dedicato a S. Teresa d’Avila, un tempo dedicata a Santa Rosa da Lima; -l’altare dedicata a S.Francesco di Sales, la cui tela è opera di F.Bianchi (XVII sec); -l’altare di San Pio V, con tela di Maria Clementi (XVIII sec.); -l’altare dedicato a S. Maria Maddalena; -Tela della Madonna con il Bambino, di Martino Spanzotti (XVI sec.). Di notevole pregio artistico, sono i paliotti di tutti gli altari che hanno decorazioni e figure ad intarsi in stucco colorato e marmi policromi, i eseguiti da Pietro Solari nel 1717.
Elementi decorativi
L’altare maggiore venne costruito nel 1770 a Brescia, caratterizzato da fini marmi policromi. Di difficile attribuzione, invece, è il crocifisso ligneo collocato sopra, verosimilmente una volta ancorato ad un’architrave lignea.
Organo
Degno di nota è l'organo realizzato da Carlo e Ferdinando fratelli Serassi (1827), ampliato successivamente (1878) da Giovanni Metasti.
Pavimenti e pavimentazioni
L’aula ha una pavimentazione costituita da cementine quadrate di diverse tonalità di griglio. Il presbiterio, invece, presenta una pavimentazione in tesserine a mosaico di differenti colori che concorrono a raffigurare vari motivi geometrici (al centro del mosaico vi è lo stemma gentilizio del Cardinale domenicano Enrietto Virginio Natta). Nell’area del coro la pavimentazione è contigua all’arredo del coro in noce scuro ed è costituito da un tavolato ligneo. Il presbiterio, è separato dalla chiesa per mezzo di una balaustra in marmo originale con cancello in ferro, e da cinque gradoni in marmo rosso di Verona. Gli altari laterali, sono preceduti da gradini in marmo grigio scuro. L'altare maggiore (costruito nel 1770) in marmi finissimi, è preceduto da quattro gradini anch'essi in marmo rosso di Verona.
Sacrestia
La sacrestia è collocata all’interno degli edifici del chiostro, nella zona del complesso più prossima alla chiesa, precisamente al piano terra dell'angolo ovest della manica settentrionale del chiostro, e vi si accede dal corridoio che si sviluppa lungo gli ambienti adiacenti il presbiterio. Probabilmente nata come un unico ambiente a base rettangolare coperto da due volte a crociera, venne successivamente suddivisa in due da un setto murario posto in corrispondenza della chiave della prima volta per ricavarne un vestibolo. Nel 1693 la sacrestia venne provvista di armadi e banchi lignei in noce intagliati, e nella seconda metà del Settecento si venne ampliata verso settentrione con la realizzazione del sopraddetto secondo ambiente a cui si accede attraverso una serliana in stile corinzio, con colonne ad alto fusto non scanalato. Questo locale risulta coperto da volta a botte ribassata; la parete di fondo presenta due alte finestre aperte all'interno delle campiture laterali di una seconda serliana, mentre le pareti laterali, suddivise in tre campiture da lesene anch'esse in stile corinzio, centralmente presentano una porta per parte contraddistinta da un'edicola dalle linee semplici.
Chiostro
In origine i chiostri del complesso dovevano essere verosimilmente tre; il secondo chiostro (quello collocato ad est e adiacente al primo) venne venduto a privati nel 1822. Il primo, detto "Chiostro dei morti", rimase alla chiesa parrocchiale. Esso è delimitato da un loggiato che corre su tre lati (est, ovest e sud) coperto da volte a crociera. Le colonne appoggiano su un basamento continuo che corre sui tre lati del perimetro, interrompendosi soltanto in corrispondenza degli assi pedonali di transito (in pietra) verso il centro del chiostro stesso. I vari elementi sono stati lasciati con finitura faccia a vista a seguito dell’intervento di restauro dell’anno 2000, quando venne rimosso l’intonaco a base cementizia e rifatta in pietra la pavimentazione del portico.
Campanile
Il campanile, alto circa 40 metri, ha un impianto a base quadrata. Esso è suddiviso in quattro registri scanditi da lesene, bifore e cornici con archetti pensili. L'ultimo registro a loggiato con bifore a tutto sesto risulta essere la cella campanaria.
Coperture
Le coperture, oggetto di intervento nel 2004, presentano una struttura lignea con manto di copertura in coppi e, in corrispondenza della navata centrale e del transetto a due falde con andamento a capanna, mente sulle navate laterali a falda singola. Nella pozione terminale le falde seguono l’andamento dell’abside.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1970)
Altare minore mobile in legno con decorazioni.
ambone - aggiunta arredo (1970)
Ambone in legno collocato a destra dell'altare minore appena dietro la balaustra.
leggìo - aggiunta arredo (1970)
Leggìo in legno collocato a sinistra dell'altare minore appena dietro la balaustra.
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