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Casale Monferrato
Casale Monferrato
chiesa
cattedrale
S. Evasio
Parrocchia di Sant'Evasio
Pianta; Impianto strutturale; Elementi decorativi; Facciata
mensa - aggiunta arredo (1978); ambone - aggiunta arredo (1978); cattedra - aggiunta arredo (1978)
1107 - 1107(prime notizie e consacrazione intero bene); XIII sec. - XIII sec.(restauro intero bene); 1636 - 1642(costruzione sagrestia); 1670 - 1672(costruzione deambulatorio); XVIII sec. - XVIII sec.(restauro intero bene); 1731 - 1808(costruzione cappella S. Evasio); 1785 - 1786(costruzione sala capitolare); 1786 - 1787(ampliamento sagrestia); 1857 - 1889(restauro intero bene); 1995 - 2001(restauro intero bene)
Cattedrale di Sant'Evasio
Tipologia e qualificazione chiesa cattedrale
Denominazione Cattedrale di Sant'Evasio <Casale Monferrato>
Altre denominazioni S. Evasio
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (costruzione)
Notizie Storiche

1107  (prime notizie e consacrazione intero bene)

La Cattedrale di S. Evasio fu consacrata nel 1107 da Papa Pasquale II. A quell’epoca viene fatta risalire la fase costruttiva più antica della chiesa conservatasi sino a oggi, sebbene si sia a conoscenza della fondazione di un edificio precedente dedicato a S. Lorenzo. Nonostante le numerose modifiche susseguitesi nel corso del tempo, risalgono probabilmente a quest’epoca le fondamenta e l’atrio, (per molto tempo definito “nartece”) originariamente aperto su tre lati e destinato alla vita pubblica.

XIII sec.  (restauro intero bene)

La chiesa di Sant’Evasio fu frequentemente oggetto di danneggiamenti e di distruzioni nell’ambito delle lunghe contese perpetrate con le città vicine che culminarono nel 1215 quando l’esercito coalizzato di Alessandria, Milano e Vercelli mise a ferro e fuoco la città di Casale e asportò le reliquie del santo patrono dal duomo. In questa fase l’edificio fu restaurato sebbene sia difficile comprendere l’entità delle operazioni

1636 - 1642 (costruzione sagrestia)

Originariamente collocata alla base della torre campanaria, l'attuale sagrestia fu costruita a partire dal 1636 su «dissegno del signor Faciotti», identificato dalla critica come Gerolamo Facciotto (Casale Monferrato 1569-1648), figlio del più noto Bernardino (Casale Monferrato 1540-1598), attivo nel cantiere della cittadella e, in qualità di Prefetto delle Fabbriche dello Stato del Monferrato anche nel castello cittadino. La nuova sacrestia fu, inizialmente, poco utilizzata a causa della difficoltà di collegamento con il presbiterio, problema che fu risolto solo nel 1670 mediante la costruzione del deambulatorio. Al progetto originario di Faciotto, che consisteva in un ambiente rettangolare ad aula unica, fu aggiunta l’abside semicircolare costruita intorno al 1786-1788 su progetto del capomastro Bernardo Lombardi.

1670 - 1672 (costruzione deambulatorio)

Il deambulatorio fu realizzato quale ambiente di collegamento tra il palazzo vescovile, la sagrestia nuova e il presbiterio a partire dal 1670. In questo spazio, in seguito ai restauri ottocenteschi, furono murati gli antichi mosaici pavimentali rinvenuti nella zona presbiterale.

XVIII sec.  (restauro intero bene)

Nel corso del XVIII secolo ebbero luogo importanti modifiche soprattutto dell’aspetto decorativo dell’interno e degli altari secondo un gusto barocco che portò a un progressivo occultamento degli elementi medievali e tardo-gotici

1731 - 1808 (costruzione cappella S. Evasio)

La volontà di costruire una nuova cappella dedicata a S. Evasio fu manifestata dal Capitolo della Cattedrale e dai confratelli della Compagnia dedicata al santo patrono già nel 1684. Il proposito fu rinnovato nel 1706 quando la comunità casalese fu esaudita dalla richiesta di proteggere la città dall’assedio del duca Vittorio Amedeo II di Savoia. Tuttavia, nonostante il voto espresso in tale occasione da Mons. Pietro Secondo Radicati, furono iniziati solo nel 1731 e trovarono completamento definitivo con la consacrazione avvenuta il 3 ottobre 1808. Il progetto originario fu affidato a Benedetto Alfieri che non riuscì a veder completato il proprio progetto che fu ripreso e portato a termine con alcune modifiche dall’ingegnere Luigi Barberis di Torino. La parte dell’altare della cappella fu invece realizzata su disegno del marchese Bellone di Altavilla.

1785 - 1786 (costruzione sala capitolare)

Con tredici voti a favore e cinque contrari, il 13 aprile 1785 i canonici approvarono la costruzione della nuova aula capitolare su uno spazio, in parte di proprietà vescovile e gentilmente concesso da Mons. Giuseppe Luigi Avogadro. Il nuovo fabbricato, adiacente alla sacrestia, fu costruito probabilmente già a partire dalla metà del 1785 dalle maestranze coordinate dal capomastro Bernardo Lombardi. La nuova fabbrica fu probabilmente terminata nel corso dei primi mesi del 1786, in quanto a luglio risalgono i pagamenti al signor Giuseppe Marmori, stuccatore di Torino che realizzò il fregio che corre tutt’intono alla Sala Capitolare.

1786 - 1787 (ampliamento sagrestia)

Tra il 1786 e il 1787 fu costruita dalle maestranze del capomastro Bernardo Lombardi l'abside della sagrestia originariamente a pianta rettangolare

1857 - 1889 (restauro intero bene)

Le cattive condizioni dell’edificio e i gravi problemi di stabilità della facciata resero necessarie importanti operazioni di restauro a partire dal 1857. A soprintendere tali lavori fu chiamato l’architetto vercellese Edoardo Arborio Mella che progettò una riplasmazione dell’edificio in stile neomedievale che coinvolse l’architettura, le decorazioni e gli arredi interni. Se nell’aula ecclesiastica vera e propria l’intervento di Mella mutò radicalmente l’aspetto interno dell’edificio, nell’atrio le operazioni furono soprattutto di tipo strutturale.

1995 - 2001 (restauro intero bene)

Tra il 1999 e il 2000 furono operate le operazioni di restauro dell’intera cattedrale. Nella chiesa vera e propria si operò un restauro di tipo conservativo mantenendo gli interventi ottocenteschi, mentre nell’atrio fu possibile riportare alla luce, per quanto possibile, l’antica struttura medievale.
Descrizione

La Cattedrale di Casale M.to sorge nel cuore del centro abitato nel luogo in cui, secondo la tradizione trovò il martirio S. Evasio, patrono della città e della diocesi. L’edificio attuale, esito di una riplasmazione in stile della II metà dell’800 mantiene nell’atrio la sua origine medievale. Nel 1474, per volontà di Guglielmo VIII Paleologo, marchese del Monferrato, nacque la Diocesi di Casale e il duomo venne eretto a sede vescovile. Attorno a questa chiesa fu istituito un collegio di canonici, istituzione, ancora oggi esistente che si prese cura dell’edificio a partire dall’VIII secolo circa. La facciata a capanna mantiene in parte l’originario aspetto sebbene anticamente ospitasse un portico aperto su tre lati, chiuso nel corso dei lavori ottocenteschi. Il primo ambiente che si incontra, infatti, è l’atrio, caratterizzato da un camminamento sopraelevato posto in contro facciata e sui due lati brevi illuminati da finestre riccamente decorate e da alte volte costolonate. Sulla parete di separazione dell’atrio dal resto della chiesa sono visibili rilievi rappresentati allegorie cristiane e un lacerto di affresco di epoca medievale. Scendendo i gradini che conducono alle navate è evidente la differenza tra l’atrio ed il resto dell’edificio completamente disegnato dal restauro ottocentesco. Sotto le volte dipinte di blu stellato, si aprono le cinque navate sorrette da pilastri polilobati. A destra si aprono sei cappelle laterali, tra cui la grande cappella di S. Evasio, mentre a sinistra si incontrano quattro altari e la bussola lignea dell’unico ingresso laterale della cattedrale. Dietro all’altare maggiore realizzato nel corso del XVIII secolo mediante l’uso di pregiati marmi policromi, è collocato il coro ligneo. Eccezion fatta per l’altare maggiore, alcuni altari laterali e alcune opere risalenti all’epoca precedente, la maggior parte degli arredi sia fissi che mobili (pulpito, cantoria, balaustra, vetrate) risalgono alla seconda metà dell’800 e furono realizzati su disegno dell’architetto Edoardo Arborio Mella progettista del restauro architettonico.
Pianta
L’edificio presenta una pianta rettangolare con abside semicircolare suddivisa in due ambienti: l’atrio e l’aula ecclesiastica quest’ultima a sua volta suddivisa in cinque navate. Sul lato destro si aprono quattro cappelle di forma regolare e una grande cappella di forma ellittica dedicata al santo patrono. Un sesto altare è collocato in fondo alla navata destra a fianco del presbiterio. Nella navata sinistra si aprono cinque ambienti laterali di forma regolare i primi tre dei quali sono occupati da cappelle, il quarto ospita l’ingresso laterale e il quinto un confessionale. In fondo alla navata di sinistra si trova l’altare del Santissimo Sacramento posto in corrispondenza del presbiterio in un ambiente più profondo rispetto al corrispettivo sul lato destro. Tra il presbiterio e l’ultima cappella di destra si entra nel deambulatorio, struttura costruita per permettere un più agevole accesso alla Sacrestia. A partire da questo ambiente si sviluppano gli ambienti accessori della Cattedrale nei quali è ospitato il Museo del Duomo: il deambulatorio, la Sacrestia nuova, il corridoio dei vescovi, la Sala Capitolare, la torre campanaria che si congiunge alla cappella di S. Evasio.
Impianto strutturale
La muratura portante della chiesa è in laterizio intonacato a fasce orizzontali. Gli orizzontamenti risultano suddivisi in sei campate nella quinta delle quali si trova la cupola a pianta ottagonale. Eccezion fatta per l’area absidale voltato a botte, l’edificio presenta sia nella parte dell’atrio che nel resto dell’aula volte a crociera.
Elementi decorativi
L’atrio presenta una sobria intonacatura dalla quale emergono in maniera rilevante i motivi architettonici in laterizio e pietra scolpita. Sono presenti numerosi capitelli fitomorfi e un lacerto di affresco raffigurante la Vergine sul lato sinistro dell’apertura maggiore che conduce in chiesa. Nel 2006, per volontà di Mons. Germano Zaccheo, furono collocati in atrio tre sculture realizzate dall’artista Guido Lodigiani e rappresentanti il fonte battesimale, il porta cero pasquale e il simbolo della Trinità. L’interno dell’aula ecclesiale è interamente decorato: i pilastri sono intonacati a strisce orizzontali, mentre le volte rappresentano una decorazione che evoca il cielo stellato. Nel catino absidale si trovano le pitture murarie a finto mosaico del casalese Costantino Sereno, autore anche dei simboli del tetramorfo sull’innesto della cupola e della decorazione della Cappella del SS. Sacramento. Partendo dalla navata destra si incontra: la cappella della Maddalena con l’altare policrono di Stefano Bottinelli e il gruppo scultoreo in marmo bianco della “Maddalena in estasi” dello scultore torinese Giovanni Battista Bernero; la Cappella della Vegine Consolata con altare e mosaici del 1940; la Cappella di San Giuseppe con dipinto su tela di “San Giuseppe e Gesù Bambino venerati da S. Biagio”; la Cappella di San Lorenzo con altare in marmo di Bottinelli e dipinto che raffigura S. Lorenzo tra S. Evasio e S. Natale; la Cappella di S. Evasio contenente l’urna con le reliquie del santo patrono e decorata con le scene della vita del santo martire realizzata su rilievi marmorei da Giovanni Battista Bernero e nella decorazione murale di Giovanni Battista Ronchelli; la Cappella della Madonna delle Grazie con l’altare un tempo intitolato a S. Evasio che custodisce la Madonna delle Grazie di Agostino Busti detto il Bambaia. A fianco di questo altare si trova il monumento funerario di Monsignor Bernardino Gambera, casalese, vescovo di Cavaillon attribuito a Matteo Sanmicheli. Il presbiterio ospita l’altare maggiore in marmi policromi del XVIII secolo, la mensa ricavata da un sarcofago in arenaria del XII secolo e l’ambone risalente alla stessa epoca. La cattedra fu realizzata a Vicenza su disegno di Padre Costantino Ruggeri e dell’architetto Luigi Leoni nel 1978. Appeso all’arco del presbiterio è collocato il grande crocifisso ligneo rivestito di lamina argentata raffigurante “Cristo triumphans” A sinistra del presbiterio si trova la cappella del SS. Sacramento con i dipinti murali di Costantino Sereno, la Cappella di Sant’Apollonia e di Sant’Agata con altare in marmo del Bottinelli e un dipinto raffigurante le due sante; la Cappella di S. Lucia con dipinto su tela XVII secolo che rappresenta “Santa Lucia tra i santi Crispino, Crispiniano, Carlo Borromeo e Ambrogio”; la Cappella della Madonna di Fatima con l’altare settecentesco in marmi policromi e dipinto del XX secolo.
Facciata
La facciata, a capanna, è asimmetrica e presenta due campanili laterali. È suddivisa in cinque parti che anticipano la divisione interna in cinque navate. Ai lati del portone d’ingresso vi sono sue colonne su cui sono collocate le copie ottocentesche di due statue raffiguranti il re longobardo Liutprando e la regina Teodolinda. Sopra l’ingresso principale la lunetta ottocentesca raffigura Gesù in trono tra Sant’Evasio col modello della chiesa e San Lorenzo con la graticola.
Adeguamento liturgico

mensa - aggiunta arredo (1978)
aggiunta della mensa ricavata mediante l'utilizzo di un sarcofago di arenaria del XII sec.
ambone - aggiunta arredo (1978)
aggiunta dell'ambone in pietra scolpita raffigurante l'Agnus Dei del XII secolo
cattedra - aggiunta arredo (1978)
aggiunta della cattedra realizzata a Vicenza su progetto di padre Costantino Ruggeri e dell'architetto Luigi Leoni
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