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Fabriano
Fabriano - Matelica
chiesa
parrocchiale
S. Venanzio M.
Parrocchia di Cattedrale Basilica di San Venanzio Martire
Struttura; Elementi decorativi; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (1969)
XI metà - XI metà(prima edificazione intero bene); 1260 - 1260(ampliamento intero bene); 1365 - 1365(rifacimento zona absidale e tribuna); 1607 - 1617(rifacimento intero bene); 1875 - 1875(demolizione e ricostruzione campanile); 1913 - 1920(restauro intero bene); 1997 - 2001(ristrutturazione post-terremoto intero bene)
Cattedrale Basilica di San Venanzio Martire
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Cattedrale Basilica di San Venanzio Martire <Fabriano>
Altre denominazioni S. Venanzio M.
Autore (ruolo)
Oddi, Muzio (architetto)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (prima edificazione della chiesa)
maestranze marchigiane (ampliamento)
maestranze marchigiane (ricostruzione della zona absidale)
maestranze marchigiane (rifacimento)
maestranze marchigiane (demolizione e ricostruzione del campanile)
maestranze marchigiane (restauro della chiesa)
maestranze marchigiane (ristrutturazione post-terremoto)
Notizie Storiche

XI metà  (prima edificazione intero bene)

Alcuni documenti della metà dell'anno 1000 attestano la partecipazione di nobili e feudatari del luogo alla edificazione di un complesso architettonico dedicato a San Venanzo, protettore di Camerino. La vicenda iniziale della costruzione della fabbrica appare inoltre legata anche al volere dello stesso vescovo di Camerino cui faceva capo, a quel tempo, l'intera diocesi.

1260  (ampliamento intero bene)

L'importanza della chiesa di San Venanzio crebbe notevolmente nel 1253 a seguito del trasferimento nell'edificio del fonte battesimale della pieve di Attiggio. Per questo l'edificio fu sottoposto a lavori di modifica e ampliamento.

1365  (rifacimento zona absidale e tribuna)

I lavori di ristrutturazione della fabbrica interessarono in questo periodo la zona absidale, tracce di tali interventi sono ancora visibili nell'abside di pianta poligonale, nel grosso tabernacolo e negli affreschi di Allegretto Nunzi.

1607 - 1617 (rifacimento intero bene)

Dopo anni di decadenza dovuti alle lotte cinquecentesche fra ecclesiastici e chiavelleschi, grazie all'impulso controriformistico di Clemente VII, fu decisa la ricostruzione totale della fabbrica. Il progetto architettonico fu ultimato nel 1601 dall'architetto urbinate Muzio Oddi e approvato nel 1607. I lavori furono ultimati nel 1617, come attesta l'epigrafe visibile sopra il portale maggiore all'interno della chiesa.

1875  (demolizione e ricostruzione campanile)

L'antico campanile fu demolito qualche anno prima perchè pericolante, fu ricostruito nel 1875 su disegno dell'architetto fabrianese Ermogaste Bonfili.

1913 - 1920 (restauro intero bene)

La Cattedrale è soggetta a lavori di restauro che interessano, ad esempio, la sopraelevazione del pavimento della tribuna e la liberazione della navata centrale da decorazioni di carta.

1997 - 2001 (ristrutturazione post-terremoto intero bene)

La chiesa è stata chiusa quattro anni a seguito dei danni alle strutture e alle volte causati dal terremoto del 1997. In occasione dei lavori di ristrutturazione la chiesa è stata dotata anche di un impianto di riscaldamento a pavimento.
Descrizione

La prima edificazione della chiesa, di cui oggi non rimane alcuna traccia, risale probabilmente alla metà dell'XI secolo e consisteva in un piccolo edificio disadorno. Nel corso degli anni l'edificio fu più volte modificato, la struttura oggi visibile risale al 1607, anno in cui la chiesa, ormai fatiscente, fu ricostruita con stile classico su progetto dell'architetto urbinate Muzio Oddi e terminata nel 1617. Il campanile fu demolito nel 1859, perché pericolante, e ricostruito, nel 1875, su disegno dell'architetto fabrianese Ermogaste Bonfili. Una delle caratteristiche che rende il complesso di particolare interesse è la sua struttura esterna e interna espressione dell'evoluzione storica che l'edificio ha subito nel corso degli anni. L'ingresso alla chiesa avviene da un sagrato al quale si accede attraverso un'ampia scalinata sulla cui sommità si erge l'imponente facciata di sobrio impianto tardo-rinascimentale. Il disegno della facciata riprende, in versione semplificata, il prototipo della chiesa della Controriforma esemplificata dalla chiesa del Gesù a Roma. La scansione del prospetto rispecchia l'organizzazione interna: la parte centrale, con tetto a capanna, corrisponde alla navata centrale ed è avanzata rispetto alle porzioni laterali che corrispondono, all'interno, alle cappelle e sono raccordate da due vele con voluta all'avancorpo centrale. In orizzontale la facciata è divisa in due da due ordini sovrapposti. Al livello superiore, lesene in stile ionico inquadrano l'unica finestra del prospetto, in asse col portone principale, e sorreggono un frontone con timpano privo di ornamenti. Al livello inferiore, delle lesene in stile dorico inquadrano i tre portali di ingresso e sorreggono una trabeazione che alterna triglifi a bassorilievi con stemmi. I portoni sono a loro volta inquadrati da ordini e cornici: il portale centrale è più alto degli altri due ed è caratterizzato da un un timpano triangolare sorretto da semicolonne, i laterali sono circondati da cornici sormontate da un timpano semicircolare. La facciata è in mattoni di laterizio lasciati a vista con gli elementi decorativi in blocchi di pietra bianca scolpita. L'interno è a croce latina ad unica navata ed è caratterizzato da profonde cappelle, sei per lato, la cui ricchezza decorativa, fatta di stucchi e fregi dorati, contrasta con la semplicità della volta della navata, le cui decorazioni posticce sono state eliminate nel restauro del 1920. Le ultime due cappelle laterali danno virtualmente luogo ai due bracci del transetto. La chiesa è caratterizzata da lesene di ordine dorico che scandiscono la parete in corrispondenza delle cappelle e sono sormontate da una trabeazione completa che gira intorno a tutto il perimetro della chiesa. I vari ambienti sono coperti con delle cupole, la navata centrale riceve la luce da finestroni laterali ricavati nelle lunette della volta a botte unghiata. In fondo, l'arco trionfale introduce al presbiterio, rialzato di alcuni gradini, che termina con l'emiciclo absidale arredato dagli scranni lignei del coro. Ai lati dell'abside due porte conducono alla capppella di S. Lorenzo e a quella di S. Croce, entrambe di origine trecentesca perchè ricavate nell'interstizio fra l'antico abside gotico a pianta poligonale, ancora visibile all'esterno, e quello attuale che ha dimensioni più contenute. Dal presbiterio si accede anche alla alla sagrestia, ampio e severo locale di struttura seicentesca, con copertura a padiglione lunettato arricchito con dipinti murali. Questo locale comunica esternamente con il chiostro, la cui epoca di realizzazione si può far risalire nel 1192, quando la chiesa era riconosciuta come la principale del territorio.
Struttura
La struttura verticale dell'edificio è in muratura di laterizio. Fanno eccezione alcune parti: una porzione del lato destro della chiesa, che è realizzato in muratura mista di blocchi di pietra e laterizio, e la parte posteriore dell'edificio dove è visibile l'abside poligonale realizzato in pietra con paramento grezzo nella zona superiore, unica testimonianza esterna del fabbricato tardo-trecentesco.
Elementi decorativi
La chiesa internamente è molto ricca di fregi dorati e stucchi alcuni dei quali attribuiti al milanese Francesco Selva nel 1620. Importanti anche le pitture murali che ornano i vari ambienti della chiesa. Le più antiche si trovano nelle cappelle trecentesche di S. Corce e S. Lorenzo e appartengono a Giovanni Di Corraduccio Da Foligno e ad Alegretto Nuzi. Nella tribuna troviamo opere eseguite nel 1743 da Giovanni Loreti, nel resto della chiesa, in particolare nelle cappelle, affreschi e tele prevalentemente cinquecenteschi e seicenteschi eseguiti da vari artisti, come Orazio Lomi detto Gentileschi, Giuseppe Sebastiani, Lazzaro Baldi e molti altri.
Coperture
Gli ambienti interni sono tutti voltati: la navata centrale è coperta da una volta a botte con unghie e lunette; le cappella laterali da volte a botte, alcune della quali cassettonate; il presbiterio è coperto da una volta a vela e l'abside semicircolare da una volta a catino. La struttura del tetto è in legno rivestita da un manto di coppi in laterizio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1969)
Nel 1920 la chiesa subì un restauro che aveva in parte già modificato la zona presbiteriale rialzandola di alcuni gradini ed eliminando le balaustre che la dividevano dall'aula. Nel 1969 si riorganizzò la disposizione degli arredi fissi del presbiterio. L'altare fu recuperato dall'antica struttura di cui rimane il paliotto in intarsi marmorei datato 1634. L'ambone, di fine 1800, è coevo ai confessionali lignei posti ai lati della navata ed è recuperato dal vecchio pulpito che era addossato al centro di una delle pareti dell'aula. La cattedra vescovile fu ricavata nello scranno centrale del coro ligneo che riveste l'abside.
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