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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Olina
Pavullo nel Frignano
Modena - Nonantola
chiesa
parrocchiale
Santi Pietro e Paolo Apostoli
Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo Apostoli
Coperture; Pianta; Pavimenti e pavimentazioni; Struttura
presbiterio - aggiunta arredo (1965-1980)
XV - XV(preesistenze carattere generale); XVII - XVIII(restauro e ampliamento intero bene); 1890 - 1899(elevazione campanile); 1954 - 1955(restauro intero bene); 1997 - 2002(restauro intero bene)
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo Apostoli
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Pietro e Paolo Apostoli <Olina, Pavullo nel Frignano>
Altre denominazioni Chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo apostoli
Ambito culturale (ruolo)
neoclassico (costruzione)
Notizie Storiche

XV  (preesistenze carattere generale)

Documentata con certezza a partire dal XV secolo, la piccola chiesa dei Santi Pietro e Paolo ad Olina mostra al visitatore un’identità sostanziale sei-settecentesca.

XVII - XVIII (restauro e ampliamento intero bene)

Gli episodi più significativi, sia a livello strutturale che decorativo, risalgono, infatti, alla prima metà del XVII secolo e all’inizio del XVIII, mentre pressoché nulle sono le testimonianze relative all’aspetto dell’edificio nel Quattro e nel Cinquecento. La modifica si innestava sulla già esistente pianta ad unica navata a croce latina, caratterizzata dalle due cappelle dedicate a San Geminiano e alla Madonna del Rosario collocate nel transetto: tale pianta era il risultato dei lavori che la comunità aveva intrapreso “a fundamentis” nel 1648, e che nel dicembre di quello stesso anno, risultano secondo scritture, non ancora del tutto conclusi. L’ampliamento dell’inizio del XVIII secolo, che portava da tre a cinque il numero degli altari presenti nell’edificio, segnala, insieme al rifacimento del soffitto in legno e alla realizzazione dell’oragano di Domenico Traeri, una fase di pieno sviluppo del sito, sviluppo arrestatosi, nei primi decenni dell’Ottocento, quando i documenti indic

1890 - 1899 (elevazione campanile)

Un breve momento di ripresa si colloca alla fine del XIX secolo, quando si interviene per accrescere l’elevazione del campanile e fondere nuove campane, mentre è proprio allo scadere del secolo, nel 1899, che si mette mano alla ridipintura di almeno una delle ancone lignee, quella dell’altare del Rosario.

1954 - 1955 (restauro intero bene)

Nell’ambito di una storia conservativa e lineare, fatta di limitati e di adeguamenti di gusto, è possibile identificare almeno un momento di forte discontinuità, individuabile nei lavori cui fu sottoposta la chiesa negli anni cinquanta del Novecento: è a questa data che furono inferte all’edificio le ferite più profonde, in un’ottica di rinnovamento persino comprensibile se collocata in uno spazio geografico e in una determinata congiuntura storica, ma non per questo più accettabile o meno lesiva nelle sue conseguenze effettive. La chiesa venne seriamente alterata dalla sostituzione (1954-1955) di tutte le strutture lignee degli altari con colonnette e mense in cemento e graniglia, e dall’esportazione ed eliminazione della cantoria e del pulpito, con l’effetto di ridurre l’organo settecentesco in un alloggiamento ottenuto sventrando la parete retrostante l’altare maggiore. La distruzione della pavimentazione originaria in cotto, sostituita con mattonelle in graniglia, è la cifra inconf

1997 - 2002 (restauro intero bene)

Per l’entità delle alterazioni subite della chiesa verso la metà del secolo scorso, il restauro effettuato dal 1997 al 2002 ha dovuto costantemente prestarsi ad una sorta di dialogo tra manomissione e tutela, per essere in grado di elaborare soluzione volte a recuperare la qualità storica e la piena funzionalità dell’edificio.
Descrizione

L’edificio è un semplice esempio di architettura rurale modenese del Settecento (1710), la facciata, rivolta a levante, è a capanna limitata da conci angolari a ricorsi alterni. L'ingresso architravato con timpano superiore è sovrastato da un rosone centrale. Il sagrato è un terrazzo raggiungibile da una scala in pietra laterale. Il campanile ha cella campanaria con bifore, guglie e una slanciata cuspide ottagonale. L'interno dell'edificio, a navata unica, presenta quattro cappelle laterali, coperte da volte a crociera. La navata, coperta nella prima zona da volta a botte, accompagna, dopo la seconda, zona coperta a volta a crociera, al presbiterio, priva di abside semicircolare, si conclude con vano rettangolare coperto da volta a crociera. I pavimenti dell'interno sono in cotto, sostituito nel restauro del 1997-2002. L'interno risulta poco illuminato dalle le piccole aperture delle cappelle laterali, dal il rosone della facciata ,oscurato dall'organo, e dalle aperture rettangolari che affacciano sul presbiterio.
Coperture
La copertura della chiesa è a falde inclinate, con struttura in capriate lignee, travetti, tavolato, guaina ardesiata e coppi laterizi.
Pianta
La pianta è a navata unica, con l'affaccio di quattro cappelle laterali, ingresso secondario nel fianco sinistro e concluso da abside rettangolare, coperta da volta a crociera.
Pavimenti e pavimentazioni
Le pavimentazioni dell'interno sono in cotto moderno, gradini in pietra arenaria.
Struttura
La struttura portante dell'edificio, si riconduce alla tipologia storica presente nell'appennino, in pietra arenaria sbozzata.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1965-1980)
L’impianto liturgico risulta classico, con la zona presbiteriale collocata tra il coro e l’aula ecclesiastica, rialzata di due gradini e ben visibile a tutta l’assemblea, con l'altare originario, privato di mensa, e la nuova mensa spostata centralmente in legno. Alla destra del celebrate è posizionato l'ambone ed alla sua sinistra la sede. Il tabernacolo è posizionato alle spalle del celebrante sopra all'altare originario.
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