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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Coredo
Predaia
Trento
chiesa
cimiteriale
RITROVAMENTO della CROCE
Parrocchia del Ritrovamento della Santa Croce
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
nessuno
1272 - 1348/08/11(menzione carattere generale); 1426 - 1426(ristrutturazione intero bene); 1468 - 1468(ricostruzione intero bene); 1510 - 1510(danneggiamento intero bene); 1579 - 1579(modifica arredi interno); 1611 - 1611/04/16(danneggiamento intero bene); 1611/04/16 - 1682(ricostruzione intero bene); 1650 - 1799(cambio di dedicazione carattere generale); 1695 - 1695(manutenzione cimitero); 1698 - 1699(riparazione tetto); 1711 - 1724(ampliamento intero bene); 1745 - 1768(ristrutturazione interno); 1798 - 1798(rinnovo arredi interno); 1802 - 1802(ampliamento cimitero); 1807 - 1807(tinteggiatura interno); 1826 - 1826(rifacimento parziale tetto); 1828/04/28 - 1828/04/28(spogliazione sacrestia); 1840 - 1840(riparazione tetto); 1849 - 1849(tinteggiatura interno); 1855 - 1855(ampliamento cimitero); 1872 - 1875/07/14(lavori campanile); 1883 - 1883(modifica arredi interno); 1887 - 1887(rifacimento parziale tetto); 1907 - 1907(installazione impianto elettrico intero bene); 1922 - 1923(rinnovo campane e arredi intero bene); 1929 - 1929(erezione ad arcipretura carattere generale); 1969/09/04 - 1970/08/26(spogliazioni intero bene); 1970/07/31 - 1970/07/31(danneggiamento campanile); 1977 - 1977(ristrutturazione esterno); 2002 - 2002(restauro intero bene); 2006/08/08 - 2006(ristrutturazione cimitero); 2014 - 2014/10/22(manutenzione campanile)
Chiesa del Ritrovamento della Croce
Tipologia e qualificazione chiesa cimiteriale
Denominazione Chiesa del Ritrovamento della Croce <Coredo, Predaia>
Altre denominazioni Invenzione della Croce
Invenzione di Santa Croce
Autore (ruolo)
Brusinelli, Antonio (ampliamento chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
architettura barocca (costruzione)
Notizie Storiche

1272 - 1348/08/11 (menzione carattere generale)

Coredo, una delle più piccole circoscrizioni ecclesiastiche della diocesi, di libera collazione vescovile, risulta tra le pievi che facevano parte dell'arcipresbiterato d'Anaunia nel 1272, all'interno del documento di nomina ad arciprete di Nicolò da Sanzeno; qui era ricordato il nome del predecessore: ciò ha portato a retrodatare la prima menzione della pieve di una ventina d'anni, al 1250 (Endrici 1911, Weber 1938). All'interno dell'archivio parrocchiale è conservata la più antica memoria della chiesa in un testamento su pergamena datato 11 agosto 1348, dal quale si evince la presenza di ben sei altari.

1426  (ristrutturazione intero bene)

Un primo intervento di ristrutturazione sarebbe avvenuto nel 1426, testimoniato da una pergamena con cui si concedevano indulgenze a quanti avessero offerto denaro o lavoro a favore dell'opera; tale pergamena, menzionata in un opuscolo di metà Ottocento, risultava tuttavia irrintracciabile già nel 1911 (incerta).

1468  (ricostruzione intero bene)

Secondo Endrici (1911), in una pergamena dell'archivio comunale risalente al 1468 è scritto che i regolani di Coredo pagarono ad Antonio, massaro delle valli di Non e Sole, marche 96 e lire 2, quali restanze a lui dovute per il pagamento fatto ai muratori "ad faciendam, raedificandam et costruendam ecclesiam Beatae Mariae Virginis de Coredo".

1510  (danneggiamento intero bene)

In una relazione fatta dai regolani di Coredo al vescovo di Trento nel 1714 essi scrissero che nel 1510 un incendio danneggiò la chiesa e parte del paese, ma di tale avvenimento non esistono altre conferme (incerta).

1579  (modifica arredi interno)

Secondo la visita pastorale del 1579 gli altari in chiesa allora erano 7, quasi tutti privi di pala e di convenienti ornamenti. Si prescrisse di porre un crocifisso sulla trave che attraversava la chiesa, di livellare la tomba pavimentale dei Capitani della valle e di arredare gli altari.

1611 - 1611/04/16 (danneggiamento intero bene)

Nel 1611 un altro incendio danneggiò gravemente il castello di Coredo e la vicina chiesa con il campanile, fondendo le campane. I vicini del paese scrissero al vescovo il 16 aprile chiedendo di poter alienare e impegnare proprietà comunali per far fronte alle spese di ricostruzione e di restauro; qualche giorno dopo, ottenuta l'autorizzazione, la Regola nominò un comitato per la ristrutturazione dell'edificio e la fornitura di una nuova campana. Il contratto per quest'ultima fu steso l'8 maggio successivo con Lodovico Simoneto (o Simonati), campanaro di Trento.

1611/04/16 - 1682 (ricostruzione intero bene)

Il cantiere per la ristrutturazione o il rifacimento della chiesa iniziò presumibilmente poco dopo l'avvenuta concessione vescovile e proseguì negli anni seguenti: il 26 dicembre 1614 i soprastanti alla fabbrica stipularono un contratto con Bartolameo Biasi di Sfruz e Michele Tedesco di Taio, marangoni, per la travatura del tetto; nel 1616 venne fusa una seconda campana e il 1° novembre un certo Puecher, falegname tedesco abitante a Dambel, ricevette una quietanza di 45 ragnesi per lavori fatti per la collocazione dei bronzi. La visita pastorale dello stesso anno aveva ordinato di rimuovere alcuni altari laterali ritenuti indecenti, di intonacare le pareti scrostate, imbiancare l'intera chiesa e realizzare il soffitto. Nei decenni seguenti si costruirono l'altare del Rosario (1626), l'altare maggiore tuttora esistente (1661-1670), il pulpito (1677-1682) e si fuse una terza campana (1641).

1650 - 1799 (cambio di dedicazione carattere generale)

La chiesa era dedicata in origine a "Santa Maria", poi individuata come "Santa Maria Assunta"; anticamente compare anche come chiesa di San Silvestro, per la presenza di una confraternita omonima con il suo altare all'interno dell'edificio. Il titolo attuale alla Santa Croce iniziò a comparire insieme a quello alla Madonna a metà del XVII secolo e divenne unico dalla fine del Settecento in poi.

1695  (manutenzione cimitero)

La visita pastorale del 1695 raccomandò di sradicare ortiche e spine dal cimitero.

1698 - 1699 (riparazione tetto)

Tra il 1698 e il 1699 fu riparato il tetto della chiesa.

1711 - 1724 (ampliamento intero bene)

Tra il 1711 e il 1724 l'edificio venne ristrutturato, ampliato e dotato di sei cappelle: il 3 maggio 1711 fu redatto il contratto con il capomastro Antonio Brusinelli e nei pagamenti sono registrati qualche anno dopo i nomi degli stuccatori valsoldani Lodovico e Carlo Bertalli, autori delle decorazioni interne. Nel 1719 iniziò la costruzione della nuova sacrestia e nell'estate del 1725 vennero chiamati muratori e falegnami a stimare e valutare l'opera compiuta.

1745 - 1768 (ristrutturazione interno)

Tra il 1745 e il 1749 fu ampliato e arricchito l'altare maggiore esistente ad opera di Georg Mosmair del Tesino e di Matthias Lamp; ulteriori interventi di un intagliatore gardenese dovrebbero aver interessato la struttura tra il 1751 e il 1765. Nel 1753 il pulpito venne trasferito sulla lesena di fronte a quella dove si trovava in origine; il tagliapietra Andrea Filippi ricevette una somma per lavori eseguiti nel presbiterio, il pavimento in pietra e le balaustre, nel 1768.

1798  (rinnovo arredi interno)

Nel 1798 venne dismesso il battistero antico e se ne realizzò uno nuovo, insieme ad un'acquasantiera.

1802  (ampliamento cimitero)

L'antico cimitero fu ampliato verso nord nel 1802.

1807  (tinteggiatura interno)

La chiesa fu imbiancata nel 1807.

1826  (rifacimento parziale tetto)

Nel 1826 venne rifatta la falda sud e parte del tetto dell'abside.

1828/04/28  (spogliazione sacrestia)

Un furto avvenuto la notte del 28 aprile 1828 privò la pieve dei suoi argenti più antichi e preziosi.

1840  (riparazione tetto)

Il tetto dell'abside fu riparato nel 1840.

1849  (tinteggiatura interno)

L'interno fu nuovamente imbiancato nel 1849.

1855  (ampliamento cimitero)

Nel 1855 il cimitero fu ampliato; con l'occasione vennero demolite le edicole della Via Crucis realizzate nel 1741, abbellite da dipinti del pittore Rizzardi di Coredo e restaurate nel 1763.

1872 - 1875/07/14 (lavori campanile)

Il comune fece fondere 5 nuove campane alla ditta Chiappani di Trento nel 1872; benedette il 14 luglio 1875 dal decano di Taio, don Celestino Rizzardi, furono collocate sopra un nuovo castello in ferro battuto, opera del fabbro-meccanico Giacinto Tommazzoli di Cles.

1883  (modifica arredi interno)

Gli altari della terza campata furono rimossi nel 1883 e sostituiti da due confessionali.

1887  (rifacimento parziale tetto)

Nel 1887 venne rifatta la falda settentrionale del tetto e fu acquistato un armonium per la chiesa.

1907  (installazione impianto elettrico intero bene)

La luce elettrica fu introdotta in chiesa nel 1907.

1922 - 1923 (rinnovo campane e arredi intero bene)

Tutte le campane tranne la minore furono requisite dal governo austriaco nel 1916; vennero rifuse nel 1922 a spese del governo italiano. Nel 1923 il parroco fece rinnovare i banchi.

1929  (erezione ad arcipretura carattere generale)

Nel 1929 la chiesa fu elevata al titolo di arcipretura.

1969/09/04 - 1970/08/26 (spogliazioni intero bene)

La chiesa subì la parziale spogliazione degli arredi lignei a seguito di due distinte incursioni ladresche, una prima volta tra il 4 e il 5 settembre 1969 e nuovamente il 26 agosto 1970.

1970/07/31  (danneggiamento campanile)

Il 31 luglio 1970 un fulmine colpì il campanile, provocando un incendio che distrusse la copertura.

1977  (ristrutturazione esterno)

La Provincia Autonoma di Trento provvide a finanziare il rifacimento del tetto del campanile nel 1977; con l'occasione vennero sostituite anche le scandole dell'abside, si eseguirono dei rappezzi all'intonaco e furono sistemate le lapidi esterne.

2002  (restauro intero bene)

Nel corso del 2002 la chiesa fu sottoposta ad una prima fase di restauri. Il 22 aprile dello stesso anno l'Ufficio Arte Sacra dell'Arcidiocesi di Trento espresse parere favorevole al secondo lotto del progetto, redatto dall'architetto Paolo Neri di Trento e riferito alle superfici esterne. Vennero consolidate le murature, risanati e parzialmente rifatti gli intonaci ammalorati dall'umidità e furono ripuliti e restaurati gli elementi lapidei, in ferro e in legno (serramenti).

2006/08/08 - 2006 (ristrutturazione cimitero)

L'8 agosto 2006 l'Ufficio Arte Sacra espresse parere favorevole al progetto di sistemazione dell'area cimiteriale, redatto dallo Studio Tecnico Associato di Denno dell'architetto Manuel Breda e del geometra Giancarlo Toniatti, con la ristrutturazione della porzione a monte della chiesa, il livellamento del terreno, la costruzione di nuovi muri di contenimento, un nuovo impianto di illuminazione e di irrigazione. I lavori iniziarono a settembre e interessarono la particella edificiale della chiesa per quanto concerne la parziale pavimentazione in cubetti di porfido della zona ad essa adiacente, con la predisposizione di una nuova grata per la raccolta dell'acqua piovana.

2014 - 2014/10/22 (manutenzione campanile)

Nel corso del 2014 è stato regolato il meccanismo dell'orologio e della movimentazione delle campane.
Descrizione

Circondata dal camposanto, orientata a sud-est ed elevata sul pendio del colle che ospita il castello di Coredo, l'antica pieve dedicata al Ritrovamento della Santa Croce, rivolta verso il paese, è documentata a partire dal 1272, ma deve il suo aspetto attuale ad un ampliamento realizzato tra il 1711 e il 1724 dall'architetto e maestro costruttore Antonio Brusinelli. All'esterno la semplice facciata a due ripidi spioventi reca il portale in pietra calcarea architravato, dotato di coronamento spezzato ed elevato di alcuni gradini, un riquadro affrescato e un'ampia finestra a lunetta. Alla sua sinistra si eleva il campanile, con fusto sostenuto da una serie di tiranti in ferro e dotato di conci angolari sfalsati in pietra a vista, quadrante di orologio sul fronte principale, quattro monofore archiacute nella cella, senza soluzione di continuità con il fusto, e tetto piramidale a quattro spioventi svasati, sormontato da globo e bandierina segnavento. Lungo il fianco sinistro della chiesa si trovano due monofore antiche tamponate, strombate e dal profilo a centina ribassata, e l'accesso secondario, architravato e protetto da un tettuccio a tre falde; una terza monofora è presente sul fianco destro, sul quale emergono, addossati al muro di contenimento del camposanto, i volumi del deposito (sacrestia antica) e della sacrestia (nuova), dotata di finestre quadrate e di un ingresso indipendente; in corrispondenza dell'abside semicircolare si aprono due finestre simmetriche nella parte bassa della muratura e altre cinque nella parte alta. All'interno la navata unica coperta da volte a botte è divisa in tre campate da coppie di paraste specchiate, sormontate da ricchi capitelli fogliati in stucco e raccordate in alto dal marcapiano modanato e dentellato; lungo le pareti si aprono altrettante coppie di cappelle a pianta rettangolare, introdotte da arcate a pieno centro sormontate da cartelle in stucco e anch'esse voltate a botte, ospitanti gli altari laterali, l'ingresso secondario (nella seconda cappella a sinistra) e l'accesso alla sacrestia vecchia (nella terza campata a destra). Tre gradini elevano lo spazio presbiteriale, delimitato dalle balaustre marmoree e dotato sui fianchi di una coppia di arcate. L'imponente macchina dell'altare maggiore ligneo segna l'ingresso nel catino absidale, fortemente illuminato dalla corona di finestre aperte sulle cinque unghie della volta. Tutto l'interno è impreziosito da stucchi realizzati dai valsoldani Lodovico e Carlo Bertalli intorno al 1714-1716; coevo è il fregio perimetrale dipinto con motivi di vasi, festoni e cartelle.
Preesistenze
La presenza di monofore cieche e di tracce di affreschi sulle fiancate della chiesa databili intorno al 1468, anno della ricostruzione dell'edificio, portano a ritenere che la navata, insieme al campanile, siano le porzioni più antiche della struttura.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da abside semicircolare.
Facciata
Semplice facciata a due ripidi spioventi, intonacata e tinteggiata; portale in pietra calcarea architravato, dotato di coronamento spezzato ed elevato di alcuni gradini, sormontato da un riquadro affrescato e da un'ampia finestra a lunetta con cornice dipinta in finta pietra a vista. Una piccola apertura sommitale cruciforme illumina il sottotetto; una serie di lapidi sepolcrali sono murate lungo la superficie muraria.
Prospetti
Lungo il fianco sinistro si trovano due monofore antiche tamponate, strombate e dal profilo a centina ribassata e l'accesso secondario, architravato e protetto da un tettuccio a tre falde coperto di scandole; una terza monofora è presente sul fianco destro, sul quale emergono, addossati al muro di contenimento del camposanto, i volumi del deposito (sacrestia antica) e della sacrestia (nuova), dotata di finestre quadrate e di un ingresso indipendente. Lungo l'abside semicircolare si aprono due finestre simmetriche nella parte bassa della muratura e altre cinque nella parte alta. Finiture a intonaco tinteggiato; tracce di decorazioni ad affresco.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare affiancata alla facciata sulla sinistra, con alto zoccolo di base intonacato a sbriccio, fusto intonacato e tinteggiato sostenuto da una serie di tiranti in ferro e dotato di conci angolari sfalsati in pietra a vista e del quadrante di orologio sul fronte principale, quattro monofore archiacute nella cella, senza soluzione di continuità con il fusto, e tetto piramidale a quattro spioventi svasati, sormontato da globo e bandierina segnavento.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata, presbiterio e cappelle laterali coperte da volte a botte, abside da cinque volte unghiate.
Coperture
Tetto a due ripidi spioventi sopra la navata e il presbiterio, dotato di globo e croce apicali sul colmo; copertura semiconica sopra l'abside e a spiovente unico sopra gli ambienti di servizio. Struttura portante in legno e manto di copertura in scandole lignee, anche per il campanile.
Interni
Navata unica divisa in tre campate da coppie di paraste specchiate, sormontate da ricchi capitelli fogliati in stucco e raccordate in alto dal marcapiano modanato e dentellato; lungo le pareti si aprono altrettante coppie di cappelle a pianta rettangolare alla stessa quota pavimentale della navata, introdotte da arcate a pieno centro sormontate da cartelle in stucco, ospitanti gli altari laterali, l'ingresso secondario (nella seconda cappella a sinistra) e l'accesso alla sacrestia vecchia (nella terza campata a destra). Tre gradini elevano lo spazio presbiteriale, delimitato dalle balaustre marmoree e dotato di arcate sui fianchi. L'imponente macchina dell'altare maggiore ligneo segna l'ingresso nel catino absidale, fortemente illuminato dalla corona di finestre aperte nella volta. Finiture a intonaco tinteggiato ove non vi siano decorazioni.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento della navata in lastre rettangolari di pietra calcarea rossa; quadrotte alternativamente bianche e rosse disposte in corsi diagonali ricoprono il presbiterio. Nelle cappelle e dietro l'altare maggiore è presente il battuto di cemento.
Elementi decorativi
L'interno è ornato di stucchi realizzati dai valsoldani Lodovico e Carlo Bertalli intorno al 1714-1716; coevo è il fregio perimetrale dipinto con motivi di vasi, festoni e cartelle.
Adeguamento liturgico

nessuno
L'adeguamento liturgico non è attuato; un tavolo in legno posto al centro del presbiterio funge da mensa al popolo all'occorrenza e una semplice sedia funge da sede per il celebrante.
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