chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Villa d'Almè Bergamo chiesa parrocchiale Ss. Faustino e Giovita Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita Martiri Impianto strutturale; Pianta; Coperture; Campane altare - aggiunta arredo (1970-1980) 1144 - 1144(preesistenze carattere generale); 1666 - 1666(parrocchialità carattere generale); 1711 - 1711(costruzione intero bene); 1766 - 1766(parrocchialità carattere generale); 1780 - 1780(parrocchialità carattere generale); 1796 - 1796(parrocchialità carattere generale); XIX - 1837(costruzione campanile); 1857 - 1857(rifacimento interno); 1925 - 1925(restauro esterno); 1926 - 1926(completamento esterno); 1936 - 1936(parrocchialità carattere generale)
Chiesa dei Santi Faustino e Giovita
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa dei Santi Faustino e Giovita <Villa d'Almè>
Altre denominazioni
Ss. Faustino e Giovita
Autore (ruolo)
Lazzari, Angelo (progetto chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze bergamasche (costruzione)
Notizie Storiche
1144 (preesistenze carattere generale)
una chiesa dedicata in luogo a San Faustino è menzionata in una bolla di papa Lucio II
1666 (parrocchialità carattere generale)
nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto dal cancelliere Marenzi, la chiesa parrocchiale sotto l’invocazione dei Santi Faustino e Giovita di Villa d’Almè risultava "nullius plebis". Vi erano erette le scuole del Santissimo Sacramento e del Rosario
1711 (costruzione intero bene)
costruzione della nuova chiesa parrocchiale in quanto l'antica risultava "troppo angusta, incapace e rovinosa"
1766 (parrocchialità carattere generale)
la chiesa parrocchiale, già a capo della pieve della Valle Brembana inferiore, con decreto del vescovo Pietro Priuli, fu elevata al rango di prepositurale
1780 (parrocchialità carattere generale)
in occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin avvenuta il 20 luglio, nella parrocchiale figuravano la scuola del Santissimo Sacramento presso l’altare maggiore, amministrata da quattro sindaci, tre dei quali del comune di Villa ed uno del comune di Bruntino, e la confraternita del Santissimo Rosario presso l’altare omonimo
1796 (parrocchialità carattere generale)
consacrazione della chiesa per mano del vescovo Gian Paolo Dolfin, che confermava l'antico titolo dei santi Faustino e Giovita
XIX - 1837 (costruzione campanile)
costruzione del campanile
1857 (rifacimento interno)
realizzazione di nuova pavimentazione in bianco Seravezza e nero Varenna
1925 (restauro esterno)
restauro e modifiche alla facciata principale
1926 (completamento esterno)
costruzione del protiro d'ingresso
1936 (parrocchialità carattere generale)
consacrazione dell'altare maggiore per mano dl vescovo Adriano Bernareggi, che vi sigillava le reliquie dei santi titolari e di S. Alessandro martire
Descrizione
rientata a sud, la chiesa posta lungo la strada all’interno del centro abitato di Villa d’Almè, è dotata di un ampio sagrato pavimentato in ciottoli. La facciata intonacata, è preceduta da un protiro aperto ad arco verso l’esterno e costituito da quattro colonne in pietra poggianti su alto basamento, che si innalzano fino ad incrociare la trabeazione su cui poggia il timpano triangolare concluso da statue di Angeli. La facciata vera e propria, è divisa in tre settori da lesene complete di trabeazione e cornicione che dividono ulteriormente la facciata in due ordini. Nel settore centrale è posto, il portale in pietra rialzato di sette gradini rispetto al sagrato ed ospita al centro uno stemma vescovile. Nei settori laterali sono collocate due nicchie con statue dei Santi Faustino e Giovita. L’ordine superiore è scandito come il primo ed ospita centralmente una finestra rettangolare avente alle estremità due lesene che sorreggono la trabeazione e il timpano curvo; nei settori laterali sono presenti altre due nicchie che ospitano i Santi Pietro e Paolo. Il timpano triangolare con al centro una scritta che ricorda la dedicazione della chiesa, conclude architettonicamente l’edificio. L’ interno è ad un’unica navata, divisa in cinque campate da lesene poggianti su alto basamento che si innalzano sino a incrociare la trabeazione sopra la quale si imposta la volta a crociera. Nella prima campata a sinistra è posto il Fonte Battesimale, a destra è collocato un ripostiglio. Nella seconda campata è collocato a sinistra l’altare dedicato a S. Francesco, a destra quello dedicato a S. Giuseppe. Nella terza campata sono posti a sinistra e a destra gli ingressi laterali. Nella quarta campata è posto a sinistra l’altare dedicato al S. Cuore di Gesù, mentre a destra quello dedicato alla Madonna di Fatima. Nella quinta campata sono posti due ingressi: quello di sinistra conduce al campanile, mentre quello di destra conduce alla sagrestia. Il presbiterio è rialzato di cinque gradini ed è coperto da tazza circolare. Il coro è coperto da catino. A sinistra della facciata, accanto al presbiterio, si erge il campanile in pietra con pianta quadrata e scandito in cinque settori
Impianto strutturale
edificio in muratura continua con volte e solai di forma articolata
Pianta
chiesa a navata unica con pianta rettangolare. Il presbiterio, rialzato di cinque gradini presenta anch'esso pianta rettangolare e si conclude con il coro absidato
Coperture
tetto a falde con struttura portante in legno e manto di copertura in coppi
Campane
un concerto di cinque campane, consacrato il 31 ottobre 1847 dal vescovo Carlo Gritti Morlacchi fu sostituito dopo solo tre anni con altro atro concerto di otto campane in "si b." fuso dalla ditta Bizzozero e consacrato il 27 ottobre 1850 dal vescovo di Lodi gaetano Benaglio. Nell'immediato dopoguerra esso venne reintegrato dalla ditta Ottolina con la fusione delle due campane maggiori, consacrate dal vescovo Adriano Bernareggi il 25 gennaio 1948
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (1970-1980)
in ottemperanza alle direttive dettate dal Concilio Vaticano II, viene posato al centro del presbiterio un altare rivolto verso il popolo. L'arredo, costruito con elementi ottocenteschi di reimpiego, è in legno intagliato e dorato