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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Pontida
Bergamo
chiesa
parrocchiale
S. Giacomo Magg.
Parrocchia di Santi Giacomo Apostolo e Giorgio Martire
Impianto strutturale; Pianta; Coperture; Campane
altare - aggiunta arredo (1982-1983); ambone - aggiunta arredo (1982-1983)
1095 - 1095(parrocchialità carattere generale); 1294 - 1310(ricostruzione intero bene); 1350 - XIV(parrocchialità carattere generale); 1491 - 1491(ricostruzione intero bene); XVI - XVII (ampliamento intero bene); 1575 - 1575(parrocchialità carattere generale); 1666 - 1666(parrocchialità carattere generale); 1828 - 1830(ricostruzione facciata ); 1910 - 1910(ristrutturazione intero bene); 1938 - 1938(restauro interno); 1943 - 1943(completamento interno); 1954 - 1954(completamento interno)
Chiesa di San Giacomo Maggiore
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giacomo Maggiore <Pontida>
Altre denominazioni S. Giacomo Magg.
Ambito culturale (ruolo)
maestranze bergamasche (costruzione)
Notizie Storiche

1095  (parrocchialità carattere generale)

le prime notizie della chiesa di San Giacomo di Pontida, sono da ricondursi alla fine del secolo XI. La chiesa, voluta dal monaco Alberto da Prezzate, venne consacrata sotto il titolo di San Giacomo apostolo maggiore, il 6 aprile, ad opera del vescovo di Imola

1294 - 1310 (ricostruzione intero bene)

la chiesa viene edificata, per volontà del cardinale Guglielmo Longo, commendatario del monastero

1350 - XIV (parrocchialità carattere generale)

il paese e cosi anche la chiesa subì nella seconda metà del XIV secolo, numerose devastazioni ad opera dei partitanti di Bernabò Visconti

1491  (ricostruzione intero bene)

la chiesa rimase praticamente abbandonata fino la fine del XV secolo, quando la Repubblica di Venezia comprò tutti i resti della distruzione con i possedimenti e, al posto dei monaci cluniacensi, fece venire monaci veneti della Congregazione di S. Giustina di Padova. Essi ricostruirono il monastero, innalzarono una facciata di mattoni a vista alla chiesa, abbandonando le due prime campate, prolungarono in stile rinascimentale tutto il presbiterio

XVI  - XVII  (ampliamento intero bene)

nella parete verso nord erano state aperte quattro cappelle: quella della Madonna con ricchi marmi e statue, quella dei Morti con la Deposizione di Giacomo Dolfino, la cappella di S. Giuseppe e la piccola cappella del battistero

1575  (parrocchialità carattere generale)

il 7 ottobre, l’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, visitando la chiesa di San Giacomo di Pontida, sede del priorato, annotò che la cura delle anime era affidata ai monaci della congregazione di Santa Giustina di Padova, dell’ordine di San Benedetto. L’unica confraternita registrata, era quella del Santo Spirito, eretta presso l’omonimo altare. Alla cura di questa parrocchia erano incaricati due monaci, di cui uno con il ruolo di coadiutore

1666  (parrocchialità carattere generale)

coem riporta lo storico Marenzi la chiesa parrocchiale aveva quattro altari a cui erano erette le scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario e del Suffragio per i morti

1828 - 1830 (ricostruzione facciata )

dopo la soppressione francese del 1798, grazie al primo parroco diocesano, D. Giuseppe Mangili, il monastero ebbe una nuova facciata,l'attuale, in stile neoclassico progettata dall’architetto Giuseppe Bovara di Lecco

1910  (ristrutturazione intero bene)

con il ritorno dei monaci, viene restaura a cappella terminale di sinistra, aperte le due pareti del presbiterio con due grandi trifore per contenervi l’organo, vengono ricostruite le volte di tutto il presbiterio in forme gotiche e sistemato il coro in forma absidale

1938  (restauro interno)

nuova pavimentazione della chiesa e restauro del fonte battesimale

1943  (completamento interno)

realizzazione del mosaico raffigurante Cristo nella zona absidale

1954  (completamento interno)

realizzazione degli affreschi nella cappella dei morti
Descrizione

anticipata da un sagrato pavimentato in pietra la chiesa è preceduta da una scalinata sempre in pietra. La facciata è anticipata da un portico in opera su colonne in pietra con trabeazione e cornicione. La facciata vera e propria ospita al centro l’ingresso con contorno in pietra, affiancato da due ingressi secondari. La facciata continua intonacata e divisa in due ordini, da un cornicione in pietra. Presenta al centro una finestra ad arco affiancata da altre due finestre ad arco con contorno in pietra. Il timpano triangolare conclude l’architettura dell’edificio. Internamente la chiesa presenta pianta rettangolare divisa in tre navate e quattro campate, da grosse colonne che sorreggono le volte a sesto acuto. Ogni cappella presenta apertura ad arco, con lesene addossate, poggianti su alto basamento, concluse da trabeazione e cornicione. Nella prima campata a sinistra è posto l’altare dedicato a S. Giuseppe. Nella seconda campata a sinistra è posto l’altare della Deposizione di Cristo, a destra quello dedicato alla Crocifissione. Nella terza campata a sinistra è posto l’altare della Madonna. Nella quarta campata a sinistra è collocata la statua di S. Antonio, a destra l’ingresso alla sagrestia. I due altari della navate laterali sono dedicati a S. Benedetto e a S. Mauro. Il presbiterio è rialzato di due gradini ed è coperto da volta a sesto acuto. Il coro è absidato e coperto da catino
Impianto strutturale
edificio in muratura continua con volte e solai di forma articolata
Pianta
chiesa a tre navate con pianta rettangolare. Il presbiterio, rialzato di due gradini presenta pianta rettangolare e si conclude con il coro a pianta semicircolare
Coperture
tetto a falde con struttura portante in legno e manto di copertura in coppi
Campane
il campanile fu sopraelevato nel 1816, e in quella occasione il vescovo Gian Paolo Dolfin benedisse un concerto di cinque campane. Il 15 luglio 1826 vi fu collocata la statua girevole di S. Giacomo, lavoro singolare dei fratelli Poletti di Verdello. L’attuale concerto di cinque campane in “si b.” venne fuso dalla ditta Pruneri di Grosio in Vatellina e consacrato dal vescovo di Como Pietro Carsana nel 1879
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1982-1983)
in ottemperanza alle direttive dettate dal Concilio Vaticano II, viene posato al centro del presbiterio un altare rivolto verso il popolo. L' arredo è in pietra scolpita e bronzo fuso. L'opera viene disegnata dall'architetto Sandro Angelini e realizzata dallo scultore Pietro Cattaneo. Sul davanti della mensa è invece un rilievo in bronzo con soggetto la vita monastica benedettina sottolineata dal motto Ora et Labora con libri e attrezzi di lavoro, attributi dei monaci. Sul basamento dell'altare sono murate due lastre in pietra della tomba di Sant'Alberto
ambone - aggiunta arredo (1982-1983)
nuovo ambone in pietra scolpita e bronzo fuso. L'opera viene disegnata dall'architetto Sandro Angelini e realizzata dallo scultore Pietro Cattaneo. I rilievi bronzei raffigurano i simboli dei quattro evangelisti.
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