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Borgo d'Ale
Vercelli
chiesa
sussidiaria
Cella
Parrocchia di S. Michele
Campanile; Coperture; Facciata; Pianta; Struttura architettonica; Strutture di orizzontamento; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1970-1980)
1034 - 1034(preesistenze intero bene); 1151 - 1151(preesistenze intero bene); 1573 - 1573(preesistenze intero bene); 1597 - 1597(preesistenze intero bene); 1651 - 1651(preesistenze intero bene); 1686 - 1686(restauro intero bene); 1848 - 1848(ricostruzione intero bene); 1916 - 1916(restauro e decorazione intero bene); 1930 - 1930(realizzazione intorno); 1941 - 1941(costruzione campanile)
Chiesa della Cella
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa della Cella <Borgo d'Ale>
Altre denominazioni Santuario della Madonna della Cella
Ambito culturale (ruolo)
maestranze piemontesi (costruzione)
Notizie Storiche

1034  (preesistenze intero bene)

le fonti documentarie attestano la presenza della Cella di Meoglio tra i possedimenti del Monastero di Lucedio. Secondo la tradizione nel 1001 San Bononio vi operò un miracolo. Con il termine "Cella" si indicava una piccola casa retta da un monaco sacerdote coadiuvato da frati conversi e coloni per la coltivazione dei campi.

1151  (preesistenze intero bene)

nella bolla "Piae postulatio voluntatis" di papa Eugenio III si elenca tra i possedimenti del monastero dei Santi Michele e Genuario di Lucedio anche la chiesa di San Bononio "de Medulo" (Meoglio).

1573  (preesistenze intero bene)

mons. Giovanni Francesco Bonomi in occasione della Visita pastorale a Borgo d'Ale visita la chiesa di Meoglio, descrivendola come edificio mancante della copertura e con i muri perimetrali praticamente distrutti, così come altare e abside. A fianco dell'abside lungo il lato meridionale, sorgeva la casa parrocchiale anch' essa parzialmente distrutta. La chiesa veniva descritta larga dodici passi e lunga circa trenta, priva di coro e con l' abside rivolto a levante.

1597  (preesistenze intero bene)

dalla Visita pastorale si rileva che la chiesa è ancora intitolata a San Bononio, e si ritiene che il corpo del santo sia sepolto sotto la predella dell'altare.

1651  (preesistenze intero bene)

nella Visita Pastorale del 1651 condotta da mons. Asinari si fa riferimento alle rovine del convento di Meoglio e dei fabbricati circostanti, oltre allo stato di abbandono della stessa chiesa, coperta di arbusti con più solo la parete nord intatta, mentre quella posta a sud, cui davano accesso due grandi porte, completamente distrutta.

1686  (restauro intero bene)

nel 1686 don Francesco Ludovico De Luca, curato di Dorzano, fece restaurare la chiesa della Cella di Meoglio facendosi ritrarre nell'affresco raffigurante la Vergine con i Santi Pietro Apostolo, Dalmazzo di Erbario, Ludovico, Francesco e Luca. La chiesa restaurata viene intitolata a Maria Santissima.

1848  (ricostruzione intero bene)

dopo un nuovo periodo di decadenza Felice Bongianino si fece promotore della ricostruzione della nuova chiesa della Madonna della Cella di Meoglio, benedetta il 25 giugno del 1856.

1916  (restauro e decorazione intero bene)

risale al 1916 il progetto di restauro che include la decorazione degli interni, la collocazione del nuovo altare in marmo bianco di Carrara, l'abbassamento del pavimento di 25 cm, la costruzione del portico e lo sgombero del piazzale antistante l'ingresso. I due muraglioni che fiancheggiano la chiesa sono i resti dell'antico insediamento monastico.

1930  (realizzazione intorno)

Nel 1930 venne realizzata la nuova strada di accesso al Santuario, ospitante le stazioni della Via Crucis.

1941  (costruzione campanile)

risale al 1941 la costruzione del campanile della chiesa.
Descrizione

situata sulle preesistenze dell'antico abitato di Meoglio, la chiesa della Cella risulta accessibile mediante strada di campagna che attraversa una zona boschiva, raggiungendo il grande prato che accoglie al centro la chiesa e il sagrato, affiancati dalle rovine dell'antico complesso monastico: da qui si diparte il percorso della Via Crucis. L'edificio presenta impianto planimetrico a navata unica ed è disposto lungo l'asse est-ovest con ingresso da ovest preceduto da un portico non voltato con tetto a padiglione. La chiesa si presenta costituita da struttura muraria in pietra, fatta esclusione per il campanile in laterizio a vista. Gli interni sono in buone condizioni conservative, decorati a motivi vegetali e simboli cristologici. Si segnala la presenza dell'affresco seicentesco posto sull'altare maggiore raffigurante la Vergine Maria con alcuni Santi e benefattore.
Campanile
il campanile di pianta quadrata è ubicato all'angolo nord-est della sacrestia: di postuma realizzazione rispetto alla chiesa, presenta paramento murario in laterizio a vista e copertura a quattro spioventi rivestita con lastre metalliche. Su ciascun fianco sono presenti due coppie di bifore sovrapposte.
Coperture
tetto a doppio spiovente con manto di copertura in tegole di laterizio su orditura lignea; il portico non voltato ha tetto a padiglione.
Facciata
la facciata intonacata e tinteggiata si presenta preceduta da un portico tetrastilo con archi a sesto ribassato sorretti da colonne centrali con basamento e capitello in aggiunta ai pilastri angolari, coperto da tetto a padiglione. Il prospetto retrostante a capanna su cui è posta una croce metallica. presenta una fascia marcapiano al di sopra del portico e l'iscrizione "MADONNA/della/CELLA". Sotto il portico in posizione centrale vi è il portale d'ingresso fiancheggiato da finestrelle quadrate. Sul lato est una tettoia congiunge la chiesa al muro che un tempo faceva parte del preesistente complesso monastico.
Pianta
impianto planimetrico suddivisa in tre campate a navata unica priva di divisione fisica col presbiterio. Sul lato nord di quest'ultimo è addossato il corpo della sacrestia da cui si accede al campanile. L'ingresso è preceduto da un portico.
Struttura architettonica
la chiesa presenta struttura portante in pietra, mentre il campanile di postuma realizzazione è in laterizio a vista.
Strutture di orizzontamento
volte a vela su arconi ribassati.
Pavimenti e pavimentazioni
pavimento in cementine esagonali di colore beige e rosso alternato, con corridoio centrale in cementine grigio scuro quadrate con posa diritta.
Elementi decorativi
gli interni presentano decorazioni a festoni, motivi fitomorfi e simboli sacri. Degna di particolare nota è l'affresco secentesco sopra l'altare maggiore, raffigurante la Vergine Maria insieme a San Pietro apostolo, San Dalmazzo di Erbario, San Ludovico, San Francesco, San Luca e Don Francesco Ludovico De Luca, il benefattore che nel 1686 ne finanzio i restauri.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970-1980)
arredo liturgico mobile di semplice fattura (leggio) ligneo, collocato nel presbiterio.
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