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Sambiase di Lamezia Terme
Lamezia Terme
Lamezia Terme
chiesa
parrocchiale
S. Pancrazio
Parrocchia di San Pancrazio
Pianta; Coperture; Facciata
presbiterio - intervento strutturale (1965-1980)
878 - 878(fondazione carattere generale); 1594 - 1594(fondazione carattere generale); 1638 - 1638(demolizione intero bene); XVIII - XIX(fine lavori intero bene); 1735 - 1735(ricostruzione intero bene); 1769 - 1769(completamento intero bene); 1783 - 1783(completamento intero bene)
Chiesa di San Pancrazio
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Pancrazio <Sambiase di Lamezia Terme, Lamezia Terme>
Altre denominazioni S. Pancrazio
Ambito culturale (ruolo)
maestranze calabresi (costruzione)
Notizie Storiche

878  (fondazione carattere generale)

Della Chiesa di San Pancrazio, non si hanno notizie certe. Può essere di probabile costituzione basiliana, relazionando il suo titolo all'apostolo di Pietro inviato ad evangelizzare la Sicilia e che fu martirizzato a Taormina, città della quale ne divenne Vescovo. Il culto di questo Santo fu presumibilmente portato in questo luogo intorno all' 878 quando vi si insediarono i monaci bizantini in fuga dall'isola occupata dagli Arabi.

1594  (fondazione carattere generale)

La prima notizia riguardo questa Chiesa la si trova nel più antico "Bollario" conservato nell'archivio Vescovile della Diocesi di Nicastro, risalente all'anno 1594. In quell'anno, Sambiase aveva la sua chiesa Parrocchiale, intitolata a San Pancrazio

1638  (demolizione intero bene)

La Chiesa all'origine era ad una sola navata e di modeste dimensioni, fu danneggiata nel 1638 dal terremoto.

XVIII - XIX (fine lavori intero bene)

Nella seconda metà del settecento l'edificio fu completato nelle sue strutture architettoniche e Don Pietro Procopio, detto il Capomastro, tra il 1815 ed il 1818, sempre con le offerte dei fedeli, realizzò parte del parato decorativo a stucco, continuato in seguito, dopo la sua morte, da Mastro Gregorio Cianflone, che lo portò a termine. Il 6 agosto del 1668, Mons. Tommaso Perrone fondò una "Comunìa Ricettizia Innumerata", detta così perché poteva accogliere un numero indefinito di sacerdoti purché nati e battezzati nella terra di Sambiase. Questa Comunìa, denominata "SS. Corpo e Sangue di Cristo", funzionò per molto tempo dentro la chiesa di San Pancrazio. Essa possedeva un regolamento, composto da venti articoli che definivano i diritti e i doveri di tutti i componenti.

1735  (ricostruzione intero bene)

Fu riedificata nel 1735 per opera di alcuni filantropi sambiasini che, per sollevare dalla miseria la popolazione colpita negli anni precedenti da una terribile carestia, si impegnarono nella costruzione di un nuova chiesa a tre navate e d'ampia dimensione, per dare lavoro e pane al popolo affamato. I lavori però vennero interrotti, con grande dispiacere della popolazione e con non poco danno per il culto divino, infatti, tutte le funzioni sacre si svolgevano nell'angusta ala destra.

1769  (completamento intero bene)

Questa condizione venne rilevata da Mons. Paolino Pace, durante la visita pastorale che fece a Sambiase il 4 dicembre 1769, il quale ordinò all'arciprete Don Pasquale Nicotera, che si era impegnato nella gestione economica della ricostruzione, di riprendere e completare i lavori al più presto.

1783  (completamento intero bene)

Quando sopraggiunse il terremoto del 1783 l'edificio si trovava incompleto, per cui si rese necessario il concorso della Cassa Sacra per far fronte alle spese necessarie all'ultimazione dei lavori ed al riparo dei danni causati dal sisma.
Descrizione

La chiesa di San Pancrazio si presenta con una sobria facciata alla quale si innestano elementi decorativi provenienti dalla cultura neoclassica. Un aggettante ed elaborato cornicione la divide in due ordini inferiore e superiore. Nel piano inferiore, da un modesto podio dipartono quattro lesene con capitello che scandiscono il piano e sostengono un architrave lungo il quale si snoda un delicato decoro a rilievo. Le due lesene centrali enunciano, con quelle del piano superiore che si conclude con un sovrastante timpano, la dimensione del vano navata centrale. Il portale principale è timpanato ed è sormontato da finestra rettangolare mentre gli ingressi alle navate laterali sono molto più piccoli ed architravati ma anch'essi sormontati da finestre. Nell'ordine superiore, agli angoli, sono posizionati due vasi con coperchio ornamentali in ceramica di colore nero. Il sacrato con la scalinata a gradini semicircolari diventano elementi scenografici e si collegano con il centro urbano. La dimensione dell'edificio ed il particolare rapporto tra larghezza ed altezza realizzano un'architettura emergente e solenne. I diversi ambiti interni pur presentando ognuna soluzioni architettoniche proprie per rispondenza di simmetria polare e per un'organicità del tutto, concorrono a definire una costruzione di qualità che corrisponde ad una progettualità precisa, finalizzata alla rappresentazione di una misurata monumentalità. La planimetria dell'edificio è impostata su una forma rettangolare con ampia navata centrale e due più ristrette navate laterali ed una sacrestia lungo una parte del lato destro. Il presbiterio è risolto come prolungamento della navata centrale, infatti ne mantiene le dimensioni la larghezza e l'altezza, e le stesse decorazioni. Una gradinata continua lo rialza dalle navate ed una parete piana di fondo lo conclude. La navata centrale è ritmata da una serie di robusti pilastri a pianta quadrata che sostengono archi a tutto sesto. Su di essi corre un cornicione che fa da basamento ad un'ampia volta a botte in cui si intagliano lunette finestrate. Nella quinta campata della navata centrale, quattro robusti pilastri sostengono ampi archi sui quali poggia il tamburo della cupola di forma ottagonale, leggeri costoloni dividono la superficie della calotta in spicchi e si collegano all' occhio centrale. Le navate laterali si sviluppano simmetricamente, sono anch'esse coperte con volte a botte impostate ad un livello inferiore rispetto a quella centrale, mentre nelle campate affiancate a quella della cupola la copertura è risolta con volta a crociera. Nella facciata, sono presenti gli ingressi, il principale e i due secondari e nella prima campata della navata di destra vi è una porta laterale mentre nella quinta, l'ingresso alla sacrestia. All'essenziale facciata si contrappone un interno finemente decorato con lesene, capitelli, cornici, cornicioni, ornamenti e riquadri in stucco di pregevole fattura di gusto settecentesco.
Pianta
Pianta longitudinale a tre navate con presbiterio a pianta rettangolare.
Coperture
All'interno la navata centrale presenta una volta a botte, mentre le navate laterali sono scandite da volte a crociera. La copertura è a tetto.
Facciata
Presenta una sobria facciata divisa in due ordini, quello inferiore, scandito da quattro lesene con capitello al di sopra delle quali corre un'architrave con fregio decorato. L'ordine superiore, sviluppato soltanto in corrispondenza della navata centrale, è scandito da due lesene agli angoli al di sopra delle quali vi è il timpano. La facciata presenta tre ingressi in corrispondenza delle navate interne.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1965-1980)
L'arredo liturgico è adeguato al Concilio Vaticano II, con la realizzazione dei nuovi poli liturgici in marmo bianco e rosso verona.
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