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Episcopio
Sarno
Nocera Inferiore - Sarno
chiesa
parrocchiale
S.Michele arcangelo
Parrocchia di San Michele Arcangelo
Pianta; Coperture; Elementi decorativi
altare - intervento strutturale (2005)
XV - 1629(preesistenze carattere generale); XVII - XVII(storia carattere generale)
Cattedrale di San Michele Arcangelo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Cattedrale di San Michele Arcangelo <Episcopio, Sarno>
Altre denominazioni Concattedrale di San Michele
Chiesa di San Michele Arcangelo
S.Michele arcangelo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze campane (costruzione)
Notizie Storiche

XV - 1629 (preesistenze carattere generale)

L'attuale chiesa, fu ricostruita dalle fondamenta sulle rovine dell'originario edificio medioevale eretto nel 1066 dal primo vescovo della diocesi il Salernitano RISO e dedicata a S. Michele Arcangelo. Dalle fonti storiche, la pianta dell'antico edificio si presentava con tre navate, una copertura bassa e tre porte di accesso che guardavano ad oriente. Di essa oggi si conserva solo il campanile a pianta quadrata collocato a destra della facciata seicentesca e una finestra a ogiva.

XVII  (storia carattere generale)

Al vescovo Antonio D'aquino dobbiamo lo splendido coro e la sacrestia fatti erigere nell'anno 1600.
Descrizione

La chiesa è ubicata sul lato Nord dell'omonima piazza, nella parte più declive dell'abitato di Episcopio. La pianta rettangolare è ad andamento longitudinale e disegna una navata unica senza transetto, con otto cappelloni laterali, quattro per lato, che si innestano sulla navata con archi a tutto sesto e raccordata al coro per mezzo di una scala e da un arco trionfale in pietra di tufo grigio. La struttura verticale è costituita da muratura portante anch'essa in tufo, mentre la fondazione è eseguita con conci di pietra dura. La struttura orizzontale e costituita, per tutta la navata centrale da capriate in legno sormontati da tegole del tipo coppi e controcoppi al di sotto del quale insiste un cassettonato ligneo. Poco al disopra della chiesa, dirigendosi verso nord-est, si trova il palazzo vescovile rappresentato da un ampio cortile al quale si accede dal portale in pietra lavorato; il corridoio coperto congiunge la residenza con la cattedrale. L'altro lato libero, verso est, scopre la torre campanaria che si innesta nel muro d'ambito sul prospetto principale. La facciata in stile Tardorinascimentale costruita in pietra tufacea è sormontata dal frontone decorato ed è costituita da due ordini sovrapposti di colonne. L’ordine ionico è utilizzato per il colonnato inferiore mentre l’ordine corinzio è utilizzato per il colonnato superiore. Essa è intervallata da quattro lesene giustapposte con relativo basamento. Le lesene disegnano i partiti laterali che racchiudono nella parte centrale il portale di ingresso in pietra di tufo grigio. La torre campanaria in conci di tufo, si compone di quattro ordini e presenta partiture differenti; il coronamento è una guglia piramidale.
Pianta
La pianta rettangolare ad andamento longitudinale, disegna una nave unica. Essa si presenta arricchita da otto cappelloni laterali, quattro pr lato, coperte con volta a vela innestati sulla navata con maestosi archi a tutto sesto, la navata è raccordata al profondo coro, per mezzo di un'ampia scala e da un elegante arco trionfale
Coperture
La copertura della navata è costituita da un cassettonato ligneo voluto dal Vescovo Mons. Nicola Antonio De Tura con i pregevoli dipinti dei Solimena (Angelo e Francesco).Esso è costituito da ventuno tele con cornici in oro raffiguranti le apparizioni di S.Michele e degli Angeli nell'antico e nel nuovo Testamento e nella tradizione. Le tre tele maggiori centrali furono eseguite dal Solimena e precisamente dal padre Angelo su disegni del figlio Francesco e rappresentano rispettivamente partendo dall'ingresso, < la peste di Roma>, raffigurante una catastrofica epidemia che si abbattè sulla città al tempo del Papa San Gregorio Magno; l'altra rappresenta < L'intercessione dell'Arcangelo in favore delle anime del Purgatorio>.
Elementi decorativi
L'attuale chiesa si deve a Mons. Stefano Sole di Castelblanco, Vescovo di Sarno, che la ricostruì in solo quattro anni per poi consacrarla nel 1627. Nello stesso secolo, un'altro illustre Vescovo Mons. Nicola Antonio De Tura completò l'opera del castelblanco arricchendo la chiesa di quel grande tesoro che è la Cona e la quadreria, con i pregevoli dipinti dei Solimena (Angelo e Francesco). La facciata in stile tardo rinascimentale costruita in pietra tufacea e dominata dal frontone, racchiude in una nicchia una statua di marmo raffigurante S.Michele Arcangelo con la spada sguainata a difesa della Diocesi, mentre ai lati del portale, racchiuse anch'esse in due nicchie due busti di marmo raffiguranti i due principi degli apostoli Pietro e Paolo; in bella mostra alla sommità del portale di ingresso in marmo bianco, lo stemma del Vescovo costruttore Mons. Stefano Sole di Castelblanco. A decoro della facciata due iscrizioni in latino, quello in alto recita: "AL PATRONO SAN MICHELE ARCANGELO PRINCIPE DELLA MILIZIA CELESTE". quella al centro invece "STEFANO SOLE DI CASTELBLANCO VESCOVO DI SARNO, RICOSTRUI' DALLE FONDAMENTA NELL'ANNO 1927". Internamente la prima impressione che si riceve è la solennità dovuta oltre che dalla maestosità e dall'imponenza quasi inaspettata, si riceve dalla luce che filtrata dai vetri dei finestroni laterali che rende ancora più solenne il tempio e le sue bellezze.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (2005)
Adeguamento liturgico del presbiterio con posizionamento del nuovo altare rivolto al popolo.
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