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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Verla
Giovo
Trento
chiesa
sussidiaria
Madonna dell'Aiuto
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1984 circa)
1706 - 1724/04/13(fase preliminare alla costruzione intero bene); 1724 - 1733/10/08(costruzione intero bene); 1733 - 1775(variazione dell'intitolazione carattere generale); 1737 - 1737(consacrazione carattere generale); 1779/04/28 - 1779/09/05(funzioni liturgiche carattere generale); 1785 - 1785(rischio di soppressione carattere generale); 1836 - 1836(installazione dell'orologio campanile); 1877 - 1877(ristrutturazione intero bene); 1906 - 1906(restauro intero bene); 1982 - 1982(restauro intero bene); 2006 - 2006(ristrutturazione coperture)
Chiesa della Madonna dell'Aiuto
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa della Madonna dell'Aiuto <Verla, Giovo>
Altre denominazioni Madonna delle Grazie e S. Antonio Abate
S. Antonio
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

1706 - 1724/04/13 (fase preliminare alla costruzione intero bene)

A causa della loro distanza dalla chiesa matrice, tutte le frazioni di Giovo avevano da tempo provveduto a costruire delle cappelle che potessero servire più comodamente i vari abitati. L'erezione di una chiesa all'interno della frazione di Verla venne proposta dal sindaco del colomello di Verla-Mosana, Valentino Sebastiani, in sede alla pubblica assemblea della regola del 1706. Le cose andarono per le lunghe e l'autorizzazione alla costruzione venne data dal vescovo di Trento Giovanni Michele Spaur solo il 13 aprile 1724.

1724 - 1733/10/08 (costruzione intero bene)

Poche sono le informazioni disponibili riguardanti la costruzione della chiesa della Madonna dell'Aiuto, che probabilmente fu avviata fin dal 1724, dato che nel già citato documento dell'autorizzazione vescovile si fa accenno alla possibilità di eseguire la posa della prima pietra della "cappella pubblica" per il paese di Verla nel luogo detto "l'orto del forno". Nel 1729 la fabbrica era certamente in corso, come si evince dal testamento di Giovanni fu Cristano Sartori di Verla del 24 giugno. Il tempio fu ultimato nel 1733, anno in cui i sindaci dei colomelli di Giovo si riunirono per assicurare "la dote alla chiesa della Beata Vergine dell'aggiunto di nuovo eretta nella prefatta villa di Verla" (3 ottobre). L'autorizzazione vescovile alla celebrazione nell'oratorio pubblico ormai "ridotto a perfezione e provvisto di utensili necessari" risale all'8 ottobre dello stesso anno.

1733 - 1775 (variazione dell'intitolazione carattere generale)

Il tempio è dedicato alla Madonna dell'Aiuto, immagine molto venerata nel territorio alpino, non da ultimo nella vicina Segonzano, dove sorge anche il santuario ad essa dedicato. Nell'atto di dotazione della chiesa del 3 ottobre 1733 il tempio e detto semplicemente "della Beata Vergine". A partire dal 1775 si riscontra anche l'intitolazione parallela a Sant'Antonio (Abate), probabilmente aggiunta spontaneamente dalla popolazione locale, molto devota al santo anacoreta.

1737  (consacrazione carattere generale)

Il tempio fu consacrato nel 1737.

1779/04/28 - 1779/09/05 (funzioni liturgiche carattere generale)

Tra il 28 aprile e il 5 settembre 1779 la chiesa della Madonna dell'Aiuto ospitò temporaneamente le funzioni liturgiche della pieve, per consentire l'ultimazione dei lavori della neo edificata chiesa dell'Assunta e la traslazione nella nuova sede pievana dei materiali e degli arredi (tetto, portale, altari, etc...) provenienti dall'antica chiesa matrice di Giovo che sorgeva nella valletta dei Molini e che fu allora dismessa.

1785  (rischio di soppressione carattere generale)

Nel 1785 la chiesa della Madonna dell'Aiuto rischiò di essere soppressa a causa di una dichiarazione del parroco di Giovo, che la definiva poco necessaria. La popolazione locale si oppose strenuamente a tale possibilità, dal momento che la chiesa era stata costruita dalla comunità e da essa veniva mantenuta. Dall'elenco delle motivazioni addotte per il suo mantenimento si evince che la chiesa era allora officiata giornalmente a favore degli scolari, che durante la quaresima vi si recitava la terza parte del Rosario e che incidentalmente durante l'inverno vi si tenevano anche le funzioni parrocchiali; oltre a ciò i vicini di Verla facevano presente che nei giorni festivi interveniva nel tempio "numeroso concorso di popolo per visitare la Via Crucis, che nella parrocchiale non esiste".

1836  (installazione dell'orologio campanile)

Nel 1836 il campanile della chiesa fu dotato di un orologio, ivi installato da parte dell'orologiaio Pietro Zanon.

1877  (ristrutturazione intero bene)

Nel 1877 il geometra locale Quintilio Brugnara stese un preventivo per la ristrutturazione del tempio, datato 28 agosto. Tra le opere previste vi erano la sopraelevazione delle murature perimetrali (circa 1,20 m), con conseguente rifacimento delle volte, nonché della struttura e della copertura in coppi del tetto. I lavori furono probabilmente eseguiti negli anni immediatamente successivi. In seguito a tale intervento la finestra a mezza luna della facciata fu trasformata in un oculo circolare.

1906  (restauro intero bene)

Un imprecisato intervento di restauro venne eseguito nel 1906.

1982  (restauro intero bene)

L'edificio fu restaurato nel 1982; i lavori, progettati dallo studio tecnico Callegari & Frismon ed eseguiti dalla ditta Giovanni Erler di Verla, compresero il restauro degli intonaci, la tinteggiatura interna ed esterna, la sostituzione delle vetrate e il rifacimento della copertura in coppi della navata e del cupolino del campanile. Contestualmente a tali lavori venne installato un impianto di riscaldamento a pavimento.

2006  (ristrutturazione coperture)

Nel 2006 circa è stata ristrutturata la copertura in coppi della navata lesionata da infiltrazioni delle acque meteoriche. L'intervento, progettato dal geometra comunale di Giovo Diego Erler, ha compreso la rimozione e il parziale recupero del manto di copertura in coppi, la realizzazione di un tavolato grezzo sull'intero impalcato del tetto che è stato protetto con una guaina impermeabile. Contestualmente si è provveduto alla pulizia dei canali di gronda. L'intero intervento è stato offerto dal gruppo Alpini di Verla di Giovo.
Descrizione

La piccola chiesa della Madonna dell'Aiuto, detta popolarmente di Sant'Antonio (Abate), si affaccia su una piccola piazza all'interno del tessuto urbano di Verla di Giovo situata lungo l'antica via che collegava il paese alla val di Cembra. L'edificio, orientato a nord, fu costruito su iniziativa della popolazione locale tra il 1724 e il 1733 come primo oratorio pubblico del paese, dal momento che l'antica pieve di Giovo situata nella valletta dei Molini era allora ancora in funzione. Nell'estate del 1779 il piccolo tempio ospitò temporaneamente le funzioni liturgiche della pieve, per consentire la traslazione dei materiali e degli arredi dell'antica chiesa matrice nel tempio da poco edificato su progetto di Pietro Bianchi all'imbocco del paese. La chiesa presenta una facciata impostata su due lesene laterali in pietra a vista e coronata da un frontone triangolare modanato, profilato da una cornice ad archetti pensili. Al centro della facciata, rialzato su tre gradini, si trova l'elegante portale maggiore settecentesco, affiancato da due finestre rettangolari e sormontato da un oculo circolare. Nel timpano del frontone si trova una mostra d'orologio. Le fiancate, lisce, si sviluppano simmetricamente e recano ciascuna due finestre lunettate aperte in corrispondenza delle campate interne; due ulteriori finestre analoghe sono ricavate ai lati del presbiterio, oltre il quale si sviluppa il corpo della sacrestia. Sul lato destro della facciata insiste la torre campanaria con cella ottagonale a quattro monofore centinate e cupolino in lamiera metallica. L'interno si sviluppa a navata unica, ripartita in due campate da coppie di lesene intonacate e raccordata al presbiterio, rialzato su un gradino, dall'arco santo a pieno centro. Un cornicione modanato, eminente in corrispondenza delle lesene, percorre l'intero perimetro.
Pianta
Pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale; presbiterio quadrangolare.
Facciata
Facciata stretta tra due lesene in pietra a vista e coronata da un frontone triangolare, profilato da una cornice ad archetti pensili. L'elegante portale maggiore, rialzato su tre gradini rispetto al livello stradale, è affiancato da due finestre rettangolari chiuse da inferriate ed è sormontato da un oculo circolare. Nel timpano del frontone è posta una mostra d'orologio.
Prospetti
Fiancate laterali lisce, simmetriche, ciascuna recante due finestre lunettate aperte in corrispondenza delle campate della navata. Sul lato destro è presente un barbacane di rinforzo. Dietro al presbiterio, illuminato su ambo i lati da una finestre a lunetta, si sviluppa il corpo leggermente disassato a sinistra della sacrestia.
Campanile
Piccola torre a pianta quadrangolare, insistente sul lato destro della facciata. Cella campanaria ottagonale, aperta sui lati principali da strette monofore centinate. Cupolino ottagonale con croce apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a intonaco tinteggiato. Strutture di orizzontamento: navata voltata a botte ribassata, unghiata; presbiterio voltato a crociera.
Coperture
Chiesa: tetto a doppia falda con struttura in legno e manto di copertura in coppi in laterizio. Campanile: cupolino ottagonale in lamiera metallica.
Interni
Navata unica, ripartita in due campate da coppie di lesene intonacate. L'arco santo a pieno centro introduce al presbiterio, rialzato su un gradino. Un cornicione modanato, eminente in corrispondenza delle lesene, percorre l'intero perimetro.
Pavimenti e pavimentazioni
Navata e presbiterio presentano un pavimento in cemento.
Elementi decorativi
In facciata è presente una meridiana affrescata. Ulteriori dipinti murali eseguiti a tempera su intonaco sono presenti in controfacciata (cartella con iscrizione) e sull'arco santo (cartella con iscrizione e decorazione floreale dell'intradosso).
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1984 circa)
L'adeguamento liturgico è stato eseguito solo in forma provvisoria, mediante l'introduzione di arredi mobili non coordinati tra loro, impiegati come poli liturgici. Al centro del presbiterio storico, a raso pavimento, è stata collocata una mensa al popolo di tipo a tavolo in legno. Sul lato destro, presso l'arco santo, è collocato un leggio in legno che funge da ambone. Una sedia in legno con braccioli, addossata alla parete sinistra del presbiterio è impiegata come sede. La custodia eucaristica permane nel tabernacolo dell'altare maggiore storico che è stato mantenuto.
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