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edilizia di culto
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Pressano
Lavis
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Felice da Nola
Parrocchia di San Felice da Nola
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1997 circa)
XII - XIII(giurisdizione ecclesiastica carattere generale); 1163/04/25 - 1163/04/25(menzione intero bene); 1320 - 1320(dedicazione carattere generale); 1330 - 1330(menzione implicita cimitero); 1466/03/02 - 1468(costruzione cappella di San Giacomo); 1494 - 1494(riedificazione intero bene); 1494 - 1499(sopraelevazione campanile); 1499/12/16 - 1499/12/16(menzione esplicita cimitero); 1550 - 1599(decorazione campata terza a sinistra); 1576/01/17 - 1576/01/17(erezione a curazia carattere generale); 1579 - 1579(menzione cappella del cimitero); 1679 - 1679(riedificazione presbiterio); 1680 - 1689(rifacimento finestre intero bene); 1683 - 1683(menzione cappella laterale); 1698 - 1700(rifacimento cappella laterale); 1736 - 1736(restauro campanile); 1736 - 1736(erezione Via Crucis cimitero); 1752 - 1752(restauro cappella laterale); 1758 - 1758(decorazione sacrestia); 1770 - 1770(orologio campanile); 1807 - 1807(soppressione della prepositura di San Michele carattere generale); 1837 - 1837(traslazione cimitero); 1885 - 1885(rifacimento coperture campanile); 1899 - 1899(progetti di ampliamento intero bene); 1906 - 1908(ampliamento intero bene); 1907 - 1907(restauro cappella laterale); 1908 - 1908(benedizione intero bene); 1909 - 1909(restauro campata terza a sinistra); 1909 - 1909(decorazione presbiterio); 1919/05/15 - 1919/05/15(erezione a parrocchia carattere generale); 1958 - 1962(restauro intero bene); 1961 - 1961(pavimentazione sagrato); 1971 - 1971(adeguamento liturgico presbiterio); 1975 - 1975(restauro intero bene); 1984 - 1984(restauro intero bene); 1986 - 1986(impianti intero bene)
Chiesa di San Felice da Nola
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Felice da Nola <Pressano, Lavis>
Altre denominazioni S. FELICE da Nola vescovo e martire
S. Felice da Nola
Autore (ruolo)
Sola, Giovanni (ricostruzione presbiterio)
Sola, Antonio (ricostruzione presbiterio)
Sandonà, Mario (prolungamento chiesa e rifacimento facciata)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze tirolesi (ricostruzione chiesa)
maestranze lombarde (ricostruzione presbiterio)
architettura gotica (ricostruzione chiesa)
architettura neoclassica (rifacimento facciata)
Notizie Storiche

XII - XIII (giurisdizione ecclesiastica carattere generale)

Dal punto di vista della giurisdizione ecclesiastica, la chiesa di Pressano dipendeva dalla pieve mariana di Giovo, i cui beni a loro volta erano stati accorpati a quelli della prepositura di San Michele a partire dal 1177. La chiesa di San Felice da Nola, però, veniva rivendicata tra i benefici spettanti alla chiesa di San Lorenzo a Trento (1225), cosa che diede adito ad un contenzioso con il convento agostiniano di San Michele, sanato solo nella seconda metà del XIII secolo con un concordato per la spartizione delle decime.

1163/04/25  (menzione intero bene)

La prima menzione della chiesa di Pressano si riscontra in un documento di infeudazione fatta dal vescovo di Trento Adelpreto, risalente al 25 aprile 1163.

1320  (dedicazione carattere generale)

La dedicazione del tempio a San Felice da Nola è attestata a partire dal 1320.

1330  (menzione implicita cimitero)

Nel 1330 Enrico detto Mayer di Pressano faceva testamento e chiedeva di essere sepolto, preferibilmente, "apud ecclesiam S. Felicis de Prexano". Tale documento costituisce forse una prima menzione implicita del cimitero della chiesa (incerta), che fino al XIX secolo inoltrato occupava lo spiazzo circostante l'edificio sacro.

1466/03/02 - 1468 (costruzione cappella di San Giacomo)

Il 2 marzo 1466 i capifamiglia di Pressano si radunarono per eleggere tre sindaci incaricati di far edificare nella chiesa di San Felice da Nola una cappella dedicata a San Giacomo. Di tale sacello, realizzato negli anni immediatamente successivi e benedetto nel 1468, non si hanno ulteriori notizie. Secondo Moser (2008) è probabile che esso sia stato demolito già prima della visita pastorale del 1579, nei cui atti non viene annoverato. Più probabilmente, però, la cappella venne cancellata dall'intervento di ricostruzione della chiesa risalente alla fine del XV secolo (ndc).

1494  (riedificazione intero bene)

La chiesa venne ricostruita in forme tardo gotiche attorno al 1494, data ricordata da una piccola lapide in pietra arenaria murata al di sopra della terza finestra lunettata della fiancata sud dell'edificio. L'intervento è riconducibile all'attività di maestranze tedesche (o più propriamente tirolesi, ndc) attive nella valle dell'Adige.

1494 - 1499 (sopraelevazione campanile)

In occasione della riedificazione gotica della chiesa il campanile romanico venne sopraelevato. Secondo Moser (2008) le maestranze attive in questo cantiere devono riconoscersi in quelle responsabili della costruzione del campanile della parrocchiale di Sant'Udalrico a Lavis (1488 circa) e probabilmente dell'antica pieve di Giovo, demolita nel corso del XVIII secolo.

1499/12/16  (menzione esplicita cimitero)

La prima menzione esplicita del cimitero della chiesa di San Felice da Nola di Pressano si riscontra nel testamento di Sigismondo Tuschel del 16 dicembre 1499.

1550 - 1599 (decorazione campata terza a sinistra)

Lungo la parete sinistra della terza campata è presente un affresco assai rovinato, opera di un anonimo maestro d'ambito locale. La pittura, ora pressoché illeggibile, è stata messa in relazione al culto di Simone Unferdorben da Moser (Brugnara, Moser, 2006-2008, v. II), con una datazione tra la fine del XV e l'inizio del XVI. Recentemente (inventario diocesano) l'opera è stata assegnata alla seconda metà del XVI secolo.

1576/01/17  (erezione a curazia carattere generale)

A partire dal 17 gennaio 1576 la chiesa di Pressano fu eretta a curazia, dipendente dalla pieve di Giovo.

1579  (menzione cappella del cimitero)

Negli atti visitali del 1579 è attestata la presenza di una cappella del cimitero, identificabile come il primo nucleo dell'attuale chiesa di Sant'Anna.

1679  (riedificazione presbiterio)

Il presbiterio gotico della chiesa, ormai fatiscente, venne demolito nel 1679 e ricostruito nelle forme odierne dai maestri muratori lombardi Giovanni e Antonio Sola in epoca immediatamente successiva.

1680 - 1689 (rifacimento finestre intero bene)

L'inserimento dei finestroni lunettati lungo le fiancate a sostituzione delle antiche monofore gotiche venne realizzato contestualmente ai lavori di ricostruzione del presbiterio e risale al nono decennio del XVII secolo. L'intervento si deve probabilmente ai Sola, responsabili della ricostruzione del presbiterio.

1683  (menzione cappella laterale)

Si ignora l'epoca della costruzione della cappella laterale presente nella seconda campata della navata sinistra. Un sacello dedicato a Sant'Antonio da Padova, identificabile con quello presente, è menzionato negli atti visitali del 1683.

1698 - 1700 (rifacimento cappella laterale)

Verso la fine del XVII secolo la locale confraternita del Rosario promosse il rifacimento della cappella laterale. Il progetto architettonico venne elaborato tra il 1698 e il 1699 da Giuseppe Alberti, sul modello della cappella del Crocifisso del Duomo di San Vigilio a Trento. Il costo complessivo dell'impresa è di 5090 ragnesi, in parte coperti da lasciti testamentari come quello di Caterina Pompeati. Dell'Alberti sono pure gli affreschi, datati da Rasmo attorno al 1700 circa. Il ricco apparato stucchivo, contestuale, è stato attribuito all'attività della bottega dell'ormai defunto Giuseppe Aliprandi.

1736  (restauro campanile)

Nel 1736 sono documentati importanti lavori di restauro del campanile, comprendenti anche la sistemazione dell'orologio e la decorazione della torre con pitture a fresco (forse un San Cristoforo) realizzate da Gregorio Lorenzini e da un aiuto. Di tali pitture sono rimaste ad oggi solo piccole tracce.

1736  (erezione Via Crucis cimitero)

Il cimitero della chiesa di San Felice da Nola si trovava originariamente a est dell'abside. Nel 1736, su richiesta del fabbriciere Sigismondo Barbi, lungo il muro perimetrale del camposanto venne eretta una Via Crucis a edicole affrescate, alcune delle quali ancora parzialmente visibili nella piazzetta a nord del presbiterio.

1752  (restauro cappella laterale)

Un restauro delle pitture della cappella laterale venne eseguito già nel 1752 ad opera di Domenico Bonora, allievo dell'Alberti.

1758  (decorazione sacrestia)

La volta e le pareti della sacrestia vennero decorate a fresco con scene bibliche e finte decorazioni stucchive da Gioacchino Mayer nel 1758.

1770  (orologio campanile)

L'orologio del campanile, opera di Bartolomeo Bertola di Rumo, fu installato nel 1770.

1807  (soppressione della prepositura di San Michele carattere generale)

La prepositura agostiniana di San Michele all'Adige fu soppressa nel 1807; a partire da questa data i curati di Pressano furono sacerdoti provenienti dalle fila del clero secolare.

1837  (traslazione cimitero)

Nel 1837 il comune provvide alla realizzazione del terrazzamento posto in posizione ribassata davanti alla facciata della parrocchiale, dove fu traslato il camposanto.

1885  (rifacimento coperture campanile)

Nel 1861 un fulmine caduto sul campanile ne distrusse la cuspide. La sommità della torre fu rifatta nel 1885, introducendo l'elemento del tamburo ottagonale con tettuccio a sezione ottagonale. L'intervento è documentato da fotografie d'epoca pubblicate da Asson (1964).

1899  (progetti di ampliamento intero bene)

Verso la fine del XIX secolo venne deciso l'ampliamento della chiesa. Inizialmente fu interpellato l'ingegnere Giuseppe Untergasser, che realizzò vari progetti per l'edificio, tutti volti a valorizzarne le caratteristiche prettamente gotiche. In particolare Untergasser propose un prolungamento della navata con conseguente ricostruzione di una facciata a due spioventi, al centro della quale doveva essere ricollocato l'antico portale maggiore archiacuto (1899). Le finestre lunettate delle fiancate dovevano essere tamponate e rifatte in forma di monofore a luce ogivale. Lungo la fiancata sud, inoltre, doveva sorgere una cappella dedicata a San Felice in posizione simmetrica a quella della Madonna. Di tutti questi progetti, però, non si fece mai nulla e a Untergasser subentrò l'architetto Mario Sandonà.

1906 - 1908 (ampliamento intero bene)

L'ampliamento dell'edificio, con il prolungamento della navata e la costruzione dell'attuale facciata in stile neoclassico fu progettato dall'architetto Mario Sandonà e venne realizzato tra il 1906 e il 1908. In tale occasione le lastre tombali presenti sul pavimento vennero rimosse e venne posata la pavimentazione in seminato alla veneziana che è tutt'ora in opera.

1907  (restauro cappella laterale)

Nel 1907 venne condotto da Giuseppe Zilio un restauro dei marmi e degli stucchi della cappella laterale.

1908  (benedizione intero bene)

Nel novembre 1908 l'ordinariato vescovile concedeva facoltà di benedire la porzione dell'edificio sacro che era stata da ampliata.

1909  (restauro campata terza a sinistra)

Forse a causa di un precoce deterioramento della scena, la decorazione presente sulla parete sinistra della terza campata fu scialbata in epoca imprecisata. Le pitture riemersero solo nel 1909, nel corso dei lavori di ampliamento del tempio.

1909  (decorazione presbiterio)

Nel 1909 il pittore Camillo Bernardi dipinse l'immagine del santo titolare della chiesa sulla volta del presbiterio. Nella sua concezione originale tale opera costituiva un primo assaggio di una campagna decorativa più ampia che doveva interessare l'intero edificio che era stata progettata da un non meglio identificato F. Giustiniani di Roma. Il progetto non fu però portato a termine.

1919/05/15  (erezione a parrocchia carattere generale)

La chiesa di San Felice da Nola venne eretta a parrocchia dal vescovo Celestino Endrici con atto del 15 maggio 1919.

1958 - 1962 (restauro intero bene)

Nel 1958 venne avviata una campagna di restauro e manutenzione straordinaria del tempio che durò alcuni anni. I lavori cominciarono con le opere di restauro (degli intonaci?) e di tinteggiatura interna eseguiti da Luigi Battisti di Trento. Nello stesso anno vennero rinnovate le coperture della chiesa e furono installati l'impianto elettrico e audio. Nel 1960 e nel 1962 furono eseguiti la tinteggiatura esterna, il restauro degli affreschi della sacrestia e la riparazione delle porte. Nel 1962 anche i dipinti della cappella della Madonna del Rosario furono restaurati da Angelo Papetti di Crema.

1961  (pavimentazione sagrato)

Nel 1961 venne pavimentato il sagrato.

1971  (adeguamento liturgico presbiterio)

Un primo intervento di adeguamento liturgico venne attuato nel 1971 circa. I lavori attuati in questa sede compresero la traslazione delle balaustre alla base dei gradini d'accesso al presbiterio, l'introduzione nel presbiterio storico di una mensa al popolo di tipo a tavolo in legno (?) e la collocazione a sinistra del presbiterio di un leggio con funzione di ambone.

1975  (restauro intero bene)

Nel 1975 venne condotto un restauro degli intonaci esterni della chiesa, che venne ritinteggiata, e furono parzialmente rifatte le coperture. I restauri interessarono anche la struttura del campanile, dove fu ripristinata la cella campanaria romanica a quattro bifore.

1984  (restauro intero bene)

L'edificio fu sottoposto ad un intervento di restauro nel 1984. In quella sede lungo la facciata sud della chiesa riemersero i profili delle finestre ogivali gotiche, che furono però nuovamente celati.

1986  (impianti intero bene)

L'impianto di riscaldamento venne rinnovato nel 1986. Contestualmente fu installato il primo sistema antifurto.
Descrizione

Orientata a est, la chiesa di San Felice da Nola di Pressano con l'attiguo cimitero sorge su un terrazzamento costruito a picco sulla valle dell'Adige. Dell'edificio sacro d'epoca romanica, documentato a partire dal 1163, rimane solo la torre campanaria, pur sopraelevata e rimaneggiata a più riprese. Il tempio medievale fu infatti rifabbricato in forme gotiche attorno al 1494, data ricordata da un'iscrizione collocata sopra il portale laterale. L'impianto tardogotico a tre navate fu rispettato in pianta anche nel prolungamento della navata condotto tra il 1906 e il 1910 su progetto dell'architetto Mario Sandonà, che nel prospetto principale volle introdurre invece stilemi neoclassici. A questi spetta il disegno dell'imponente facciata impostata su quattro semicolonne poste su fondo a intonaco con stillature, sostenenti una trabeazione modanata e determinanti una tripartizione del prospetto con settore centrale di dimensioni maggiori rispetto ai laterali. Nel settore centrale si colloca il portale maggiore architravato, sormontato da una lunetta affrescata. Il frontone trapezoidale è interrotto al centro da un attico profilato in alto da un cornicione modanato e centrato da un oculo circolare. Scudi privi di armi si dispongono sopra il portale maggiore e alla sommità dell'attico con mera funzione decorativa. La fiancata destra, affacciata su un'ampia piazza, è percorsa in basso da una zoccolatura profilata da lastre di pietra calcarea ed è scandita dalle aperture di quattro finestre lunettate, disposte in corrispondenza delle campate interne, frutto di un rifacimento seicentesco. Sul medesimo lato, in corrispondenza della terza campata, si colloca un portale archiacuto. La fiancata sinistra, cieca, è caratterizzata dalla successione dei volumi emergenti della centrale termica (nel cui lato ovest è stato reimpiegato l'antico portale maggiore gotico della chiesa), della cappella della Madonna del Rosario (il cui corpo presenta due finestre laterali) e della sacrestia. Quest'ultima, affiancata al presbiterio, ha tre finestre. Il presbiterio, illuminato da due finestre laterali, reca un barbacane appoggiato alla parete di fondo, ove è presente anche una finestra lunettata murata. A destra del presbiterio, su una bassa scarpa bugnata, si erge la torre campanaria, con il fusto segnato dalle aperture di strette feritoie e definito da cantonali in pietra a vista. La cella campanaria romanica a quattro bifore centinate ripartite da colonnine (ripristinata con il restauro del 1976) è sormontata da un attico compreso tra cornici lapidee eminenti, nel quale è inserito l'orologio (lato sud). Questo settore è sormontato a sua volta da un'ulteriore cella campanaria a quattro monofore archiacute, abbellita in alto da una cornice ad archetti pensili, oltre la quale si eleva un tamburo ottagonale illuminato da piccoli oculi circolari disposti nei lati principali. L'interno si sviluppa a pianta rettangolare, ripartita in tre navate di quattro campate da tre coppie di pilastri ottagonali, dai quali si dipartono i costoloni della volta reticolata. Sulla terza campata della navata sinistra, inquadrata da un'arcata a pieno centro, si affaccia la cappella della Madonna del Rosario. Il sacello, che presenta un pregevole apparato decorativo a stucco e affresco, venne rifatto nella forma presente nel 1696-1698 su progetto di Giuseppe Alberti ispirato a quello della cappella del Crocifisso nella Cattedrale di Trento. La decorazione dello stesso Alberti e della bottega del defunto stuccatore Giuseppe Aliprandi risale al 1700 circa. Il presbiterio a tre campate, rialzato su due gradini e raccordato alla navata dall'arco santo a pieno centro, venne rifatto nelle forme presenti da Giovanni e Antonio Sola a partire dal 1679.
Pianta
Pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale; una cappella a pianta rettangolare si sviluppa all'altezza della quarta campata della navata sinistra. Presbiterio rettangolare.
Facciata
Facciata impostata su quattro semicolonne poste su fondo a intonaco con stillature, sostenenti una trabeazione modanata e determinanti una tripartizione del prospetto con settore centrale di dimensioni maggiori rispetto ai laterali. Nel settore centrale si colloca il portale maggiore architravato, sormontato da una lunetta affrescata. Il frontone trapezoidale è interrotto al centro da un attico profilato in alto da un cornicione modanato e centrato da un oculo circolare. Scudi privi di armi si dispongono sopra il portale maggiore e alla sommità dell'attico con mera funzione decorativa.
Prospetti
Fiancata destra percorsa in basso da una zoccolatura profilata in alto da lastre di pietra calcarea e scandita dalle aperture di quattro finestre lunettate, disposte in corrispondenza delle campate interne. Sul medesimo lato, in corrispondenza della terza campata, si colloca un portale archiacuto. Fiancata sinistra cieca, caratterizzata dalla successione dei volumi emergenti della centrale termica (nel cui lato ovest è stato reimpiegato l'antico portale maggiore gotico della chiesa), della cappella della Madonna del Rosario (con due finestre laterali) e della sacrestia. Quest'ultima, affiancata al presbiterio, reca tre finestre. Il presbiterio è rinforzato da una zoccolatura a barbacane; nelle fiancate laterali si apre una finestra per lato, mentre sulla parete di fondo è presente una finestra lunettata murata.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare, addossata alla fiancata destra del presbiterio, presso l'innesto con il corpo della navata laterale destra. L'accesso avviene dall'interno della chiesa. Su un basso zoccolo bugnato si innalza il fusto segnato dalle aperture di strette feritoie e definito da cantonali in pietra a vista. La cella campanaria romanica a quattro bifore centinate ripartite da colonnine è sormontata da un attico compreso tra cornici lapidee eminenti, nel quale è inserito l'orologio (lato sud). Questo settore è sormontato a sua volta da un'ulteriore cella campanaria a quattro monofore archiacute, abbellita in alto da una cornice ad archetti pensili, oltre la quale si eleva un tamburo ottagonale illuminato da piccoli oculi circolari disposti nei lati principali. Copertura piramidale ottagonale, con sfera e croce apicali.
Struttura
Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a intonaco tinteggiato (chiesa) e a raso sasso (campanile). Strutture di orizzontamento: navate coperte da volte reticolate costolonate; cappella laterale sormontata da cuopla ottagonale con tamburo; presbiterio voltato a botte unghiata.
Coperture
Chiesa: tetto a doppia falda (a tre falde sulla cappella laterale) con struttura in legno e manto di copertura in coppi. Campanile: tettuccio piramidale ottagonale rivestito in lamiera metallica.
Interni
Interno ripartito in tre navate di quattro campate da tre coppie di pilastri ottagonali rivestiti in pietra, dai quali si dipartono le nervature della volta reticolata. A sinistra della terza campata si apre la cappella della Madonna del Rosario, inquadrata da un'arcata a pieno centro. L'arco santo a pieno centro introduce al presbiterio, rialzato su due gradini, e ripartito in tre campate da coppie di paraste corinzie, raccordate tra loro da un cornicione marcapiano modanato.
Pavimenti e pavimentazioni
La navata presenta un pavimento in seminato alla veneziana. La pedana lignea realizzata per l'adeguamento liturgico occulta il pavimento del presbiterio.
Elementi decorativi
La cupola della cappella laterale presenta un raffinato apparato decorativo a stucco e affresco. Ulteriori dipinti murali sono presenti nella quarta campata della navata sinistra (affresco fortemente rovinato) e sulla volta del presbiterio (immagine del santo titolare della chiesa a tempera su intonaco).
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1997 circa)
L'adeguamento liturgico è stato effettuato in forma provvisoria, con l'aggiunta di arredi mobili in legno che vengono impiegati come poli liturgici. Il presbiterio storico, privo di balaustre, è stato prolungato verso la navata con la costruzione di una pedana lignea a due gradini, che collega anche gli altari laterali. Al centro del presbiterio, a raso pavimento, è stata collocata una mensa al popolo di tipo a tavolo, in legno, caratterizzata dalla presenza di un Agnus Dei a tutto tondo inserito tra le gambe incurvate della mensa stessa. A sinistra, presso l'arco santo, è presente un leggio in legno abbellito frontalmente da un bassorilievo con colomba dello Spirito Santo e spighe, che funge da ambone (dono di don Lorenzo Ferrai del 1997). Sui gradini dell'altare maggiore storico è presente una sedia in legno con seduta imbottita che viene impiegata come sede. Ad essa si accompagnano quattro sgabelli in stile. La custodia eucaristica permane nel tabernacolo dell'altare maggiore storico, che non ha subito modifiche.
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