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adeguamento liturgico
San Lazzaro
Trento
Trento
chiesa
sussidiaria
S. Lazzaro
Parrocchia di Sant'Udalrico
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1975-1999 circa)
1237/08/22 - 1431/02/16(menzione intero bene); 1250 - 1299(decorazione intero bene); 1390 - 1399(soppressione dell'ospizio-lebbrosario carattere generale); 1438 - XIV(ristrutturazione intero bene); 1505/11/21 - 1505/11/21(riedificazione intero bene); 1579 - 1579(degrado intero bene); 1626 - 1626(rifacimento intero bene); 1708 - 1751(sospensione carattere generale); 1751 - 1751(restauro intero bene); 1819 - 1819(restauro intero bene); 1843 - 1843(restauro intero bene); 1901/03/05 - 1901/03/05(cambio giurisdizione ecclesiastica carattere generale); 1919/10/07 - 1919/10/07(cambio giurisdizione ecclesiastica carattere generale); 1921 - 1921(restauro intero bene); 1930 - 1930(restauro facciata); 1986/12/30 - 1986/12/30(passaggio di proprietà carattere generale); 1988 - 1990(restauro intero bene)
Chiesa di San Lazzaro
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Lazzaro <San Lazzaro, Trento>
Altre denominazioni S. Lazzaro
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione chiesa)
architettura romanica (costruzione chiesa)
Notizie Storiche

1237/08/22 - 1431/02/16 (menzione intero bene)

Lungo la sponda sinistra dell'Avisio esisteva fin dal XIII secolo un lebbrosario dedicato ai Santi Lazzaro e Giuliana, la cui prima menzione si riscontra in un documento del 22 agosto 1237. Si ritiene che presso l'ospizio, allora gestito da una comunità monastica, esistesse già a questa data un piccolo luogo di culto dedicato ai due santi. La prima menzione di una "ECCLESIAM SANCTI LAZARI" si riscontra invece in un atto del 16 febbraio 1431.

1250 - 1299 (decorazione intero bene)

Nel corso della seconda metà del XIII secolo la chiesa fu sottoposta a una campagna decorativa di cui permangono alcune tracce nel presbiterio, sull'arco santo e in facciata. I dipinti sono attribuiti a un anonimo frescante d'ambito veronese.

1390 - 1399 (soppressione dell'ospizio-lebbrosario carattere generale)

Verso la fine del XIV secolo l'ospizio cessò la sua funzione di lebbrosario e fu convertito in beneficio ecclesiastico dipendente dalla pieve di Meano.

1438 - XIV (ristrutturazione intero bene)

Nel 1431 la chiesa di San Lazzaro giaceva in rovina ed era quasi distrutta, i suoi beni manomessi e l'ospizio mancava dell'economo. Pochi anni più tardi, nel 1438, Marco detto Caderolo di Lizzanella si presentava ai canonici e si offriva di assumere il priorato di San Lazzaro per riformarlo e ricostruire l'ospizio e la chiesa. Non è noto se l'auspicata ristrutturazione sia stata o meno attuata negli anni successivi.

1505/11/21  (riedificazione intero bene)

La chiesa venne rifabbricata nel 1505 su iniziativa di Bartolomeo Concini, il quale fondò sulla cappella un beneficio riservando il diritto di patronato per sé e i suoi eredi (21 novembre). A questo intervento risale la struttura gotica dell'abside attuale.

1579  (degrado intero bene)

Gli atti visitali del 1579 documentano una situazione di estremo degrado dell'edificio: il tetto era caduto e le murature minacciavano di crollare.

1626  (rifacimento intero bene)

L'iscrizione con la data 1626 dipinta sull'arco santo può essere riferita a un intervento di riedificazione, che comprese la ricostruzione delle volte e il rifacimento dell'arco santo (tracce di una precedente struttura sono visibili ai lati dell'attuale). I lavori coinvolsero anche la sacrestia dove fu messo in opera un nuovo portale d'accesso.

1708 - 1751 (sospensione carattere generale)

Gli atti visitali del 1708 riferiscono che la chiesa era dotata di tre altari, il maggiore dedicato a San Lazzaro, il laterale sinistro dedicato a Santa Caterina e quello destro a San Giobbe, ma questi ultimi non erano consacrati. Benché restaurato di recente, l'edificio mostrava svariati segni di degrado, come la presenza di muffe e fronti salini sulle murature. La situazione non migliorò e ancora nel 1718 i visitatori vescovili trovarono la chiesa sprovvista del necessario e in condizioni tanto precarie da ordinare al cappellano beneficiato di recarsi a Meano a leggere le messe fondate a San Lazzaro. Nel 1749 sorse una questione tra il parroco di Meano e il beneficiato di San Lazzaro per la manutenzione della chiesa. Dal momento che il cappellano si rifiutava di restaurare l'edificio sacro e di provvederlo del necessario, nel 1751 il vescovo coadiutore Ernesto Firmian sospese il culto divino e trasferì nella parrocchiale di Meano le messe fondate dal beneficio di San Lazzaro.

1751  (restauro intero bene)

La sospensione della chiesa dal culto divino del 1751 indusse il beneficiato di San Lazzaro a restaurare l'edificio (riparazione delle coperture, risanamento delle murature e sistemazione della pavimentazione).

1819  (restauro intero bene)

Un nuovo intervento di restauro si rese necessario nel 1819.

1843  (restauro intero bene)

Nuovi lavori di manutenzione furono svolti nel 1843.

1901/03/05  (cambio giurisdizione ecclesiastica carattere generale)

A partire dal 5 marzo 1901 la parrocchia di Meano, da cui dipendeva San Lazzaro, fu scorporata dal decanato di Civezzano e trasferita nel neo costituito decanato di Lavis.

1919/10/07  (cambio giurisdizione ecclesiastica carattere generale)

Con decreto del 7 ottobre 1919 la chiesa di San Lazzaro venne staccata dalla parrocchia di Meano e aggregata a quella di Lavis.

1921  (restauro intero bene)

Un nuovo restauro fu eseguito nel 1921.

1930  (restauro facciata)

Un intervento di restauro condotto nel 1930 sulla facciata riportò in luce parte della decorazione pittorica medievale dell'edificio.

1986/12/30  (passaggio di proprietà carattere generale)

Il passaggio di proprietà della chiesa di San Lazzaro dalla parrocchia di Santa Maria Assunta di Meano a quella di Sant'Udalrico di Lavis porta la data del 30 dicembre 1986.

1988 - 1990 (restauro intero bene)

Tra il 1988 e il 1990 l'edificio fu sottoposto a una campagna di restauro curata dall'architetto Andrea Bonazza.
Descrizione

La chiesa di San Lazzaro sorge al centro della contrada omonima posta lungo la sponda sinistra del torrente Avisio, con orientamento a sud. Il tempio, documentato a partire dal 1237, era originariamente collegato a un ospizio retto da una comunità di monaci che si occupava di dare assistenza ai lebbrosi. Lo spedale cessò le funzioni di lebbrosario attorno alla fine del XIV secolo, per divenire un beneficio ecclesiastico legato alla pieve di Santa Maria Assunta di Meano. Seguì un periodo di degrado prolungato fino al 1505, quando il nobile Bartolomeo de Concini promosse la riedificazione della chiesa di San Lazzaro con la costruzione dell'attuale abside gotica, che reca in chiave di volta l'arme del benefattore. Il tempio presenta una facciata a due spioventi con finitura a raso sasso e cantonali angolari in pietra a vista. Al centro si dispone un portale, affiancato da due finestre rettangolari sdraiate e sormontato da una bifora centinata e da un'apertura cruciforme apicale. Lungo la fiancata destra, in corrispondenza delle campate, si aprono due finestre rettangolari. Sul medesimo lato si riscontrano tracce di strutture preesistenti murate, costituite da un portale secondario centrale, parzialmente interrato, e da una monofora centinata posta in corrispondenza della seconda campata. La fiancata sinistra è cieca. Il presbiterio con abside poligonale definita da cantonali in pietra a vista, reca una finestra lunettata sul lato destro ed è affiancato a sinistra dal corpo della sacrestia. Quest'ultimo presenta sul lato nord una finestra lunettata, inquadrata da un'arcata a pieno centro murata d'epoca anteriore, che è stata riconosciuta come struttura portante di una seconda abside d'epoca romanica (incerta). L'interno a navata unica di due campate, fu rimaneggiato nel 1626 con la costruzione delle volte a crociera. Il presbiterio, rialzato su un gradino, si conclude in un'abside poligonale. Tracce di una decorazione a fresco risalente alla prima metà del XIII secolo si riscontrano in facciata e nel presbiterio.
Pianta
Pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale; presbiterio poligonale.
Facciata
Facciata a due spioventi, con finitura a raso sasso e cantonali angolari in pietra a vista. Al centro si dispone un portale, centinato, affiancato da due finestre rettangolari sdraiate e sormontato da una bifora centinata. Apertura cruciforme apicale.
Prospetti
Fiancate laterali lisce. Lungo il lato destro, definito da cantonali in pietra a vista, si aprono due finestre rettangolari che danno luce alle campate della navata. Al centro è presente un portale murato, parzialmente interrato; in corrispondenza della finestra della seconda campata è visibile parte di una cornice di monofora centinata murata. La fiancata sinistra è cieca. Il presbiterio con abside poligonale definita da cantonali in pietra a vista, presenta una finestra lunettata sul lato destro ed è affiancato a sinistra dal corpo della sacrestia. Quest'ultimo presenta sul lato nord una finestra lunettata, inquadrata da un'arcata a pieno centro murata d'epoca anteriore, che è stata riconosciuta come struttura portante di una seconda abside d'epoca romanica (incerta). Due feritoie sono aperte negli altri lati liberi.
Campanile
Campaniletto a vela in muratura, innestato sul colmo del tetto, in corrispondenza della facciata.
Struttura
Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a raso sasso (facciata) e a intonaco tinteggiato (fiancate, presbiterio e sacrestia). Strutture di orizzontamento: navata coperta da volte a crociera; presbiterio voltato a ombrello.
Coperture
Tetto a due spioventi, con struttura in legno a falde eminenti sui quattro lati e manto di copertura in coppi.
Interni
Navata unica, ripartita in due campate da lesene in pietra a vista. Lungo la parete sinistra della campata, presso la lesena, è presente un portale laterale murato. Presbiterio poco profondo, con pareti lisce, rialzato su un gradino e concluso da abside poligonale.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in mattonelle di cotto, comune a navata e presbiterio. Abside occupata da una pedana lignea.
Elementi decorativi
Brani di una decorazione pittorica a fresco si riscontrano in facciata, sull'arco santo e nel presbiterio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1975-1999 circa)
L'adeguamento liturgico è stato attuato in forma parziale, con l'introduzione di arredi mobili di tipo eterogeneo che fungono da poli liturgici e non ha carattere di stabilità. Le balaustre sono state rimosse. La mensa in muratura dell'altare storico è impiegata come altare al popolo. Presso l'arco santo a sinistra è collocato un leggio in legno che funge da ambone. Lungo la parete destra del presbiterio sono addossate delle sedie in legno, una delle quali funge da sede.
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