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Lavis
Trento
chiesa
sussidiaria
Madonna di Loreto
Parrocchia di Sant'Udalrico
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni
nessuno
1700 - 1700(costruzione intero bene); 1705/06/28 - 1705/06/28(consacrazione carattere generale); 1710 - XVIII(devozione carattere generale); 1719 - 1719(inondazione intero bene); 1757 - 1757(inondazione intero bene); 1757 - 1757(menzione sacrestia); 1774 - 1774(manutenzione intero bene); 1778 - 1778/04/02(rifacimento coperture); 1787 - 1787(soppressione carattere generale); 1792 - 1792(successione diritto di patronato carattere generale); 1796/06/27 - 1796/06/27(restituzione al culto carattere generale); 1878 - 1883(costruzione ponte di ferro intorno); 1900 - 1910(descrizione intero bene); 1985 - 1995(restauro intero bene)
Chiesa della Madonna di Loreto
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa della Madonna di Loreto <Lavis>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione chiesa)
Notizie Storiche

1700  (costruzione intero bene)

La chiesetta fu costruita nel 1700 circa, a imitazione della Santa Casa di Loreto. Promotore dell'edificazione fu l'oste della locale osteria all'Aquila d'Oro, Giovanni Battista Svaldi, che vi si fece seppellire. Lo Svaldi provvide anche la dotazione per il mantenimento di un cappellano, riservando il diritto di patronato per sé e per i suoi eredi. La prima menzione dell'edificio risale al 1702.

1705/06/28  (consacrazione carattere generale)

Il tempio fu consacrato il 28 giugno 1705 dal vescovo di Trento Giovanni Michele Spaur.

1710 - XVIII (devozione carattere generale)

In pochi anni attorno alla chiesa si sviluppò una forte devozione e divenne invalsa l'usanza di presentare alla Madonna di Loreto i bambini nati morti, per ottenere qualche segno di vitalità e poterli battezzare. I bambini erano poi sepolti nel prato a sud dell'edificio sacro. Tali usanze sono documentate a partire dal 1710. Durante tutto il XVIII secolo, inoltre, la chiesetta funse da punti di riferimento per la comunità tedesca di Lavis, che qui veniva istruita nella dottrina cristiana dai canonici tedeschi della prepositura di San Michele all'Adige.

1719  (inondazione intero bene)

Per la sua vicinanza all'Avisio, l'edificio sacro fu spesso soggetto alle piene del torrente. Nel 1719 sono documentate, ad esempio, le spese per far rimuovere la sabbia depositata attorno all'edificio da un'inondazione.

1757  (inondazione intero bene)

Nel 1757 l'edificio fu danneggiato da una nuova piena dell'Avisio, cosicché fu necessario "far netar la Capella di Loretto rovinata nell'ultima Inondazione".

1757  (menzione sacrestia)

Il fabbricato della sacrestia con la sovrastante casa d'abitazione che si trova annesso al corpo della chiesa viene menzionato per la prima volta nel 1757. Rimane ancora incerto, però, se questa struttura fosse coeva all'edificio sacro o se sia stata realizzata in epoca successiva alla costruzione della chiesetta.

1774  (manutenzione intero bene)

Nel libro dei conti della chiesa di Lavis, alla data 1774 si trovano annotati i pagamenti al falegname Prosch e al muratore Giuseppe Grena per imprecisati lavori compiuti alla chiesetta della Madonna di Loreto.

1778 - 1778/04/02 (rifacimento coperture)

Le coperture furono rinnovate nella primavera del 1778 ad opera del muratore Vigilio Cova, che fu regolarmente pagato il 2 aprile dello stesso anno.

1787  (soppressione carattere generale)

Nel 1787 la chiesa fu soppressa per effetto delle disposizioni giuseppine.

1792  (successione diritto di patronato carattere generale)

Nel 1792 il diritto di patronato sulla chiesetta passò a Girolamo de Tonelli di Levico, che vi fondò un beneficio.

1796/06/27  (restituzione al culto carattere generale)

Il piccolo tempio fu riconsacrato il 27 giugno 1796.

1878 - 1883 (costruzione ponte di ferro intorno)

Nel luogo in cui sorge la piccola chiesa esisteva fin dalla prima metà del XIII secolo un ponte che attraversava il vicino torrente Avisio. Tale opera, variamente modificata nel corso dei secoli, fu sostituita nel 1878 con una struttura in ferro. Questa venne distrutta dall'inondazione del 1882 e sostituita nel 1883 con un ponte di ferro ad arco portante, sopra il quale transitarono per un periodo anche i convogli della ferrovia Trento-Malé (rimasto in opera fino al 1974 circa). La realizzazione di tali strutture, determinò la realizzazione di un terrapieno attorno alla chiesetta della Madonna di Loreto, che in tal modo venne a trovarsi in posizione ribassata rispetto al piano stradale.

1900 - 1910 (descrizione intero bene)

Fotografie d'epoca risalenti agli inizi del XX secolo documentano una decorazione della facciata a tempio classico definita da elementi architettonici dipinti. A questa data il campanile presentava una copertura in scandole.

1985 - 1995 (restauro intero bene)

Tra il 1985 e il 1995 la chiesetta fu sottoposta ad un intervento straordinario di restauro, promosso dal locale "comitato Spiazzi" appositamente costituito con il fine di promuovere la conservazione della chiesetta. I lavori eseguiti interessarono il rifacimento del tetto della chiesa (demolito e ricostruito e rivestito in embrici colorati) e della copertura del campanile (sostituzione della lamiera zincata con una in rame), la sostituzione dei canali di gronda, l'installazione di un nuovo impianto elettrico, l'intonacatura interna ed esterna dell'edificio, la riparazione e il restauro dei serramenti, la pulizia del pavimento e del cortile. Furono inoltre eseguiti alcuni interventi di impermeabilizzazione delle murature (1993) e una tinteggiatura completa dell'edificio (1995).
Descrizione

Edificata attorno all'anno 1700 per iniziativa personale dell'oste locale Giovanni Battista Svaldi, la chiesa della Madonna di Loreto sorge a est del paese di Lavis, presso il ponte sull'Avisio, con orientamento a est. I lavisani mostrarono da subito un forte attaccamento a questo tempio e fin dal 1710 perpetrarono l'usanza di presentare alla Madonna i bambini nati morti per ottenere un segno di vitalità che consentisse di battezzarli. Per tutto il XVIII secolo, inoltre, il tempio costituì un punto di riferimento per la comunità alemanna di Lavis, che qui veniva istruita nella dottrina cristiana. La piccola chiesa, costruita in continuità con i corpi della sacrestia e di una casa d'abitazione che fungeva da canonica per il cappellano designato, si trova fortemente ribassata rispetto al piano stradale. Il prospetto principale dell'edificio può essere considerato quello affacciato sulla piazza omonima, caratterizzato dalla presenza di una finestra rettangolare alla quale si sovrappone una nicchia centinata contenente l'immagine della Madonna lauretana, ma privo di portale d'accesso. Le fiancate, lisce, recano un accesso sul lato nord e due accessi sul lato sud. All'interno, la navata unica voltata a botte conclusa da un presbiterio rialzato su due gradini, riprende volutamente le misure della Santa Casa di Loreto.
Pianta
Pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale; sacrestia rettangolare posta in asse con la chiesa.
Facciata
Facciata a due spioventi, percorsa in basso da una zoccolatura in pietra a vista e occupata al centro da una finestra rettangolare, alla quale si sovrappone una nicchia centinata con statua.
Prospetti
Fiancate laterali lisce. Due portali gemelli si collocano ai due lati presso la facciata e un terzo ingresso è presente sul lato destro, in prossimità della sacrestia.
Campanile
Torretta a pianta ottangolare, insistente sul lato sinistro della facciata, illuminata da monofore centinate aperte sui lati principali. Copertura piramidale ottagonale con sfera e croce apicali.
Struttura
Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a intonaco tinteggiato. Strutture di orizzontamento: volta a botte.
Coperture
Chiesa: tetto a doppia falda con struttura in legno e manto in embrici colorati. Campaniletto: piramide ottagonale rivestita in lamiera metallica.
Interni
Navata unica con pareti lisce. Presbiterio rialzato su due gradini. Sulla parete di fondo, a sinistra, è presente l'accesso alla sacrestia.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione in mattonelle di ceramica a motivi floreali, disposte in corsi ortogonali.
Adeguamento liturgico

nessuno
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