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Lavis
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Udalrico
Parrocchia di Sant'Udalrico
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1983 circa)
1240 - 1240(menzione carattere generale); 1250 - 1299(giurisdizione ecclesiastica carattere generale); 1341 - 1341(menzione carattere generale); 1450 - 1450(ampliamento intero bene); 1488/07/10 - 1488/07/18(istituizone del beneficio carattere generale); 1488 - 1488(costruzione campanile); 1505/11/25 - 1505/11/25(diritto di patronato famiglia Concini carattere generale); 1579 - 1579(descrizione intero bene); 1591 - 1593(riedificazione intero bene); 1594/04/28 - 1594/04/28(erezione a curazia carattere generale); 1594 - 1600(completamento intero bene); 1600/01/01 - 1600/01/01(consacrazione intero bene); 1604 - 1604(sopraelevazione campanile); 1633 - 1638(diritto di patronato carattere generale); 1710 - 1720(costruzione cappella della Madonna del Rosario); 1716 - 1719(manutenzione coperture); 1734 - 1734(rifacimento coperture campanile); 1749 - 1749(fase preliminare alla ricostruzione intero bene); 1750 - 1762(inizio lavori intero bene); 1762/05/19 - 1774(sospensione lavori intero bene); 1773 - 1775(ripresa lavori intero bene); 1775 - 1775(spoliazione chiesa vecchia); 1775 - 1776(demolizione chiesa vecchia); 1775 - 1777(sospensione funzioni liturgiche carattere generale); 1776/09/03 - 1777(completamento intero bene); 1777/12/24 - 1777/12/24(benedizione carattere generale); 1777 - 1777(decorazione volte); 1780 - 1780(collaudo coperture); 1780 - 1781(pavimentazione intero bene); 1783 - 1789(decorazione volte); 1797 - 1798(traslazione cimitero); XIX - XIX(decorazione sacrestia); 1807 - 1807(soppressione della prepositura di San Michele carattere generale); 1833/09/10 - 1833/09/10(consacrazione carattere generale); 1835/05/12 - 1835/05/12(erezione a parrocchia carattere generale); 1837 - 1837(sostituzione orologio campanile); 1845 - 1845(scavo canale per acque meteoriche esterno); 1861 - 1861(decorazione presbiterio); 1870 - 1870(spostamento accesso al campanile); 1871 - 1871(messa in opera rivestimento interno); 1901/03/05 - 1901/03/05(istituzione del decanato carattere generale); 1905 - 1905(restauro intero bene); 1926/03/18 - 1926/03/18(erezione ad arcipretura carattere generale); 1927 - 1957(manutenzione intero bene); 1950 - 1969(restauro intero bene); 1970 - 1973(restauro intero bene); 1983 - 1983(restauro interno); 2001 - 2002(rampa disabili sagrato); 2008 - 2008(indagini sulle preesistenze intero bene); 2011 - 2014(restauro intero bene)
Chiesa di Sant'Udalrico
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Sant'Udalrico <Lavis>
Altre denominazioni S. UDALRICO vescovo
S. Udalrico
Autore (ruolo)
Sartori, Antonio Giuseppe (progetto ricostruzione chiesa)
Leporini, Isidoro (progetto ricostruzione chiesa)
Caminada, Carlo (ricostruzione chiesa)
Caminada, Giacomo (ricostruzione chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione chiesa)
Notizie Storiche

1240  (menzione carattere generale)

Una prima cappella dedicata a Sant'Udalrico (forse ancora una semplice edicola) è menzionata in un documento del 1240 con il quale venivano stabiliti i confini della città di Trento. La fondazione di questo luogo di culto venne attribuita da Casetti (1981) alle maestranze artigianali di origine bavarese che si erano stabilite nella località presso l'Avisio, alle quali si deve la scelta di dedicare il sacello al vescovo bavarese. Secondo una leggenda, però, il santo vescovo bavarese sarebbe morto nel 973 proprio a Lavis, durante il viaggio di dall'Italia e le sue viscere sarebbero state sepolte nel villaggio presso l'Avisio, mentre il corpo mummificato sarebbe stato ricondotto ad Augsburg. La cappella medievale sarebbe stata edificata come sacrario per le reliquie del santo (incerta).

1250 - 1299 (giurisdizione ecclesiastica carattere generale)

La cappella di Sant'Udalrico di Lavis sorgeva in territorio soggetto alla sfera d'influenza della prepositura agostiniana di San Michele all’Adige (fondata nel 1145) e del convento benedettino di San Lorenzo a Trento (fondato nel 1146). Dal punto di vista della giurisdizione ecclesiastica, infatti, la cappella di Lavis faceva parte della pieve di Giovo, i cui beni a loro volta erano stati accorpati a quelli della prepositura di San Michele a partire dal 1177, ma veniva rivendicata come beneficio dai monaci di San Lorenzo, dai quali dipendeva anche la cappella del vicino paese di Pressano. Per dirimere il contenzioso tra i due conventi nel corso della seconda metà del XIII secolo fu firmato un concordato per la spartizione delle decime.

1341  (menzione carattere generale)

Parallelamente allo sviluppo demografico di Lavis, che a partire dal 1320 cominciò ad essere definito propriamente "villa", la struttura del primo luogo di culto dedicato a Sant'Udalrico venne progressivamente ingrandita. Un contratto del 1341 relativo alla compravendita di una partita di legname documenta, infatti, la presenza in paese di una "Ecclesia sancti Odorici". A dispetto della definizione altisonante, è plausibile che a questa data l'edificio sacro fosse costituito da una semplice cappella di modeste dimensioni.

1450  (ampliamento intero bene)

Il documento di conferma del beneficio istituito dagli abitanti di Lavis nel 1488 (cfr. notizia successiva) fa riferimento a lavori di ampliamento della cappella di Sant'Udalrico e alla costruzione di una casa canonica, precisando che si trattava di opere già concluse che furono finanziate in proprio dagli abitanti di Lavis. L'esecuzione di tali lavori può essere collocata attorno al 1450 circa (Gorfer, 1977).

1488/07/10 - 1488/07/18 (istituizone del beneficio carattere generale)

In epoca medioevale il paese di Lavis era cresciuto dal punto di vista economico e demografico fino a superare per importanza il vicino abitato di Pressano. Tale sviluppo non aveva trovato una risposta adeguata dal punto di vista della cura d'anime, tradizionalmente affidata a sacerdoti incaricati dalla prepositura agostiniana di San Michele, cosicché il 10 luglio del 1488 gli abitanti di Lavis si riunirono per istituire un beneficio che potesse garantire la celebrazione di una messa quotidiana a Sant'Udalrico, riservandosi al contempo il diritto di patronato sulla cappella. La supplica fu inviata al principe vescovo di Trento senza che fosse stato interpellato il prevosto di San Michele. La conferma del beneficio fu concessa, non senza polemiche con gli agostiniani di San Michele, il 18 luglio dello stesso anno dal decano del capitolo di Trento, Giorgio de Fatis di Terlago, sede vescovile vacante.

1488  (costruzione campanile)

Secondo Moser (Brugnara, Moser, 2008) la costruzione del campanile di Lavis è riconducibile alle stesse maestranze responsabili della ricostruzione dell'antica pieve di Giovo (ora non più esistente) e della sopraelevazione della torre campanaria della chiesa di San Felice da Nola della vicina Pressano. Il cantiere di Lavis risalirebbe al 1488 circa, epoca della benedizione della ricostruita pieve di Giovo.

1505/11/25  (diritto di patronato famiglia Concini carattere generale)

Nel 1505 il nobile Bartolomeo Concini di Lavis aveva fatto restaurare a sue spese la vicina cappella di San Lazzaro. Il Concini aveva inoltre migliorato la dotazione del beneficio di Sant'Udalrico, ottenendo in cambio dal canonico Andrea de Facinis, sede episcopale vacante, il diritto di patronato sulla cappella del paese per sé e i suoi eredi, purché il sacerdote nominato avesse ricevuto il consenso degli abitanti di Lavis, oltre all'approvazione principesco vescovile. Il beneficiato di Lavis veniva incaricato quindi di tenere anche la cappella di San Lazzaro e assicurarvi la celebrazione di una messa mensile oltre a quelle stabilite in determinate feste patronali (San Lazzaro, Santa Giuliana, etc...). Il nuovo beneficio, confermato il 25 novembre 1505, dovette ricevere l'approvazione del pievano di Meano, sotto la cui giurisdizione insisteva la cappella di San Lazzaro.

1579  (descrizione intero bene)

Gli atti visitali del 1579 forniscono un'accurata descrizione dell'edificio sacro, dove erano presenti tre altari consacrati, di cui il maggiore dedicato a Sant'Udalrico, il laterale destro alla Madonna e il laterale sinistro ai Santi Fabiano e Sebastiano. Il tempio era dotato di un tabernacolo per conservazione del Santissimo Sacramento, del fonte battesimale e di una canonica. Attorno all'edificio era presente, inoltre, il cimitero. La chiesa veniva giudicata troppo piccola, in quanto gran parte della popolazione era costretta a rimanere fuori dalla chiesa durante le funzioni sacre.

1591 - 1593 (riedificazione intero bene)

A partire dal 1591 i lavisani intrapresero la ricostruzione e l'ampliamento della chiesa di Sant’Udalrico che nel 1593 viene definita "noviter fabricata". Questi lavori, che richiesero una parziale demolizione della parete rocciosa presente a settentrione della fabbrica, furono intrapresi al fine di ampliare l'edificio sacro e di adeguarlo alle esigenze della popolazione locale in vista della auspicata istituzione della curazia di Lavis, che avvenne puntualmente nel 1594.

1594/04/28  (erezione a curazia carattere generale)

A partire dalla seconda metà del XVI secolo i lavisani cominciarono a richiedere l’istituzione della curazia di Sant'Udalrico. Nel corso della visita pastorale del 14 dicembre 1579 fu stipulato un accordo tra il pievano di Giovo e gli uomini di Lavis riguardante la cura delle anime di Lavis, in base al quale il beneficiato di Sant'Udalrico poteva sostituire il pievano, qualora questi non si fosse potuto recare a Lavis per officiare. Nel documento, infatti, il sacerdote residente viene citato come "beneficiatus" e come "beneficiatus curatus substitutus". L'istituzione vera e propria della curazia di Lavis avvenne invece puntualmente a conclusione dei lavori di ricostruzione della chiesa, che a tale scopo erano stati intrapresi, e porta la data del documento di arbitrato del 28 aprile 1594 prodotto dall'ufficio spirituale di Trento. La sentenza conferiva alla prepositura di San Michele all'Adige il diritto di nomina del curato, con la clausola che questi fosse gradito ai lavisani.

1594 - 1600 (completamento intero bene)

I lavori di completamento della fabbrica proseguirono negli anni immediatamente successivi alla chiusura del cantiere. Nel 1594 il vicario di Trento Giuseppe Rovereti lasciava disposizioni per la sistemazione degli interni come segue: le armi dipinte dei benefattori dovevano essere mantenute e veniva data ai de Concini la facoltà di dipingervi la propria in luogo concordato con l'ordinariato principesco-vescovile. Inoltre la comunità veniva incaricata di ricostruire i quattro altari preesistenti, che avrebbero dovuto conservare le antiche dedicazioni, mentre il monumento funebre dei confratelli del Rosario poteva essere mantenuto, ma doveva venire collegato al cimitero con una scala. Si dava inoltre disposizione di costruire una nuova sacrestia. Contestualmente ai lavori di completamento venne anche ampliato il cimitero.

1600/01/01  (consacrazione intero bene)

Il nuovo edificio fu consacrato il 1 gennaio 1600.

1604  (sopraelevazione campanile)

In seguito alla costruzione del nuovo edificio si provvide alla sopraelevazione della torre campanaria, che fu ultimata nel 1604, come testimonia la data vergata alla sommità della torre (lato sud).

1633 - 1638 (diritto di patronato carattere generale)

A partire dal 1633 il diritto di patronato della famiglia Concini fu separato dalla curazia, il cui diritto di nomina viene concesso dal vicario generale esclusivamente alla prepositura di San Michele. Cinque anni più tardi l'accordo venne migliorato con l'aggiunta della clausola che i curati presentati da San Michele dovessero essere graditi agli uomini di Lavis, che in cambio si impegnavano a fornire una nuova canonica per il curato, essendo la vecchia legata al beneficio de Concini.

1710 - 1720 (costruzione cappella della Madonna del Rosario)

Gli atti visitali del 1710 descrivono la presenza in chiesa della cappella della Madonna del Rosario, definita come "noviter extructa". Il sacello che fu sede dell'omonima confraternita ci è noto solo attraverso i documenti e sorgeva probabilmente lungo la fiancata destra del tempio. Negli anni successivi all'edificazione la cappella era stata abbellita con gli stucchi di Ludovico e Carlo Bertali (saldati nel 1719) e con dipinti di Antonio Gresta (1720 circa).

1716 - 1719 (manutenzione coperture)

Tra il 1716 e il 1719 nel Libro Maestro dei conti della chiesa di Sant'Udalrico (1711-1782) conservato presso il locale archivio parrocchiale sono annotate ripetute spese per la manutenzione delle coperture.

1734  (rifacimento coperture campanile)

Libro Maestro dei conti della chiesa di Sant'Udalrico (1711-1782) documenta una spesa fatta nel 1734 per far realizzare la copertura in rame del campanile e per farne dorare la sfera apicale.

1749  (fase preliminare alla ricostruzione intero bene)

Nel XVIII secolo la popolazione di Lavis si era addirittura triplicata rispetto alla fine del XVI secolo, cosicché la chiesa eretta alla fine del Cinquecento era divenuta ormai insufficiente. L'idea di un ampliamento ebbe la prima formulazione nel 1749, ma il progetto venne ben presto accantonato, forse per assenza di mezzi finanziari o piuttosto perché si cominciava a pensare ad una ricostruzione completa dell'edificio.

1750 - 1762 (inizio lavori intero bene)

La ricostruzione dell'edificio sacro nelle forme attuali venne attuata su progetto di Giovanni Antonio Sartori a partire dal terzo quarto del XVIII secolo. Alla data del 1762 erano state realizzate le fondamenta della fabbrica, e la costruzione delle murature era già progredita fino ad una certa altezza.

1762/05/19 - 1774 (sospensione lavori intero bene)

Il 19 maggio 1762 all'osteria del Leone a Lavis è presente Giuseppe Antonio Sartori, che lamenta l'interruzione dei lavori di edificazione dovuti alla scarsità dei fondi. Ancora nel 1767 la fabbrica era ancora in corso e i lavori procedevano a rilento e così contrinuarono fino al 1774.

1773 - 1775 (ripresa lavori intero bene)

A più di un decennio dall'avvio dei lavori per la nuova chiesa, nel 1773 il mugnaio locale Giovanni Fransach dispose un lascito testamentario di 1000 fiorini a favore della fabbrica della chiesa, con l'obbligo che la somma venisse impiegata entro il termine perentorio di due anni, trascorsi i quali il denaro sarebbe dovuto essere destinato alla celebrazione di messe in suffragio del donatore. Tale somma diede nuovo impulso al cantiere di Sant'Udalrico, cosicché tra il 1774 e il 1775 si trovano registrate spese per l'acquisto di materiali da costruzione (legname, pietre, sabbia, calce) in preparazione della ripresa dei lavori, che ripartirono con il maggio del 1775. Il progetto di completamento della fabbrica fu predisposto dall'ingegnere Isidoro de Leporini di Pergine in collaborazione Giuseppe Antonio Sartori, mantenendo i tratti salienti del disegno originario del castionese. I lavori furono aggiudicati dai fratelli Carlo e Giacomo Caminada (contratto del 17 aprile 1775).

1775  (spoliazione chiesa vecchia)

Nel 1775 alla ripresa del cantiere dell'attuale tempio venne richiesto a un pittore di copiare gli stemmi nobiliari che erano sulla volta della chiesa tardo cinquecentesca, prima che questa fosse demolita. Al contempo fu predisposto lo smontaggio dell'altare della Madonna del Rosario, che doveva essere traslato nella nuova fabbrica (21-22 maggio 1775).

1775 - 1776 (demolizione chiesa vecchia)

La chiesa vecchia fu demolita, ad eccezione del presbiterio e di parte della facciata e campanile, tra il maggio del 1775 e il settembre del 1776. In quest'anno, infatti, la fabbriceria stipulava un nuovo contratto con Carlo Caminada che riguardava l'adeguamento delle strutture dell'antico presbiterio a quelle della nuova navata.

1775 - 1777 (sospensione funzioni liturgiche carattere generale)

Tra il 1775 e il 1777, mentre era in corso il cantiere di completamento della nuova chiesa, le funzioni sacre furono sospese e temporaneamente trasferite nel vicino oratorio della confraternita dei battuti, dedicato ai Santi Fabiano e Sebastiano. Tale chiesetta, che si affacciava lungo l'attuale via Roma, fu soppressa nel 1787 e non è più esistente.

1776/09/03 - 1777 (completamento intero bene)

Il 3 settembre 1776 la fabbriceria di Sant'Udalrico siglava un nuovo accordo con Carlo Caminada. Il costruttore veniva chiamato a "levar il volto dal Presbiterio, e ridurlo in buona simmetria, ed Arte d'Architettura per accompagnare 'l volto nuovo, e Fabbricha della Chiesa". Nel contratto venivano ulteriormente precisati i lavori che il Caminada avrebbe dovuto compiere a sue spese, cioè "alzare il volto del Presbiterio, ridurlo all'eguaglianza, ed unirlo al Volto novo della Ven. Chiesa secondo l'Arte d'Architettura (...) e rimettere, e fare di nuovo li Cornicioni col suo Architrave, farne li Capitelli, e stuccarli, e farne la rimoderazione delle fenestre, e muri (...)". I lavori furono compiuti entro il 1777.

1777/12/24  (benedizione carattere generale)

L'edificio sacro fu benedetto dal vicario generale di Trento, Simone Albano Zambaiti, il 24 dicembre 1777.

1777  (decorazione volte)

La decorazione stucchiva del tempio, comprendente i capitelli delle paraste e le cartelle roçaille presenti sulle volte, si deve alla bottega di Carlo e Giacomo Caminada e fu realizzata attorno al 1777.

1780  (collaudo coperture)

Il collaudo delle coperture venne effettuato dall'architetto Giacomo Schraffl (o Schraffl) nel 1780.

1780 - 1781 (pavimentazione intero bene)

La pavimentazione della chiesa a pietre bianche e rosse venne approntata tra il 1780 e il 1781 dal tagliapietra Giovanni Battista Antonini. La posa del pavimento venne supervisionata da Carlo Caminada.

1783 - 1789 (decorazione volte)

La decorazione pittorica delle volte con scene bibliche e allegorie è stata attribuita a Bartolomeo Zeni (con alcune figure riconducibili alla mano del figlio Domenico) con una datazione compresa tra il 1783 e il 1789.

1797 - 1798 (traslazione cimitero)

L'antico cimitero di Lavis, documentato a partire dalla visita pastorale del 1579, si trovava attorno alla chiesa (lato sud e lato est). Nel 1791 l'Imperial Regio Ufficio Circolare di Rovereto segnalava che il camposanto era divenuto troppo piccolo per le esigenze dei lavisani e che, trovandosi inserito nel tessuto urbano presso una roggia di cui gli abitanti si servivano per raccogliere l'acqua potabile, esso costituiva un grave pericolo per le condizioni igieniche dell'abitato. Trascorsero però alcuni anni prima che, in concomitanza con l'epidemia di tifo petecchiale del 1796-1797, il cimitero fosse dislocato nell'area attuale, allora detta "alla Madonnina" (1797-1798).

XIX  (decorazione sacrestia)

Nel corso del XIX secolo il soffitto della sacrestia venne abbellito con una finta cornice architettonica, dipinta da un anonimo maestro locale.

1807  (soppressione della prepositura di San Michele carattere generale)

La prepositura agostiniana di San Michele all'Adige fu soppressa nel 1807; a partire da questa data i curati di Lavis furono sacerdoti provenienti dalle fila del clero secolare.

1833/09/10  (consacrazione carattere generale)

La nuova chiesa fu consacrata solo il 10 settembre 1833, dal vescovo Francesco Saverio Luschin.

1835/05/12  (erezione a parrocchia carattere generale)

La chiesa di Sant'Udalrico di Lavis fu separata dalla pieve di Giovo ed eretta a parrocchia il 12 maggio 1835 dal vescovo di Trento Giovanni Nepomuceno de Tschiderer.

1837  (sostituzione orologio campanile)

L'orologio del campanile venne sostituito nel 1837 circa con quello attuale, opera dell'orologiaio trentino Pietro Zanon.

1845  (scavo canale per acque meteoriche esterno)

La chiesa soffriva di infiltrazioni d'acqua che avevano contribuito a rovinare la pavimentazione e avevano danneggiato l'altare del Crocifisso. Nel 1845, quindi, lungo il lato nord dell'edificio fu scavato un canale per convogliare le acque meteoriche.

1861  (decorazione presbiterio)

Nel 1861 il comune di Lavis dispose un finanziamento per realizzare la decorazione a marmorino delle pareti del presbiterio.

1870  (spostamento accesso al campanile)

Lo spostamento dell'accesso al campanile dall'interno all'esterno della chiesa venne finanziato grazie a un lascito di Caterina Dallago del 1870.

1871  (messa in opera rivestimento interno)

La zoccolatura in pietra calcarea rossa venne posta in opera nel 1871 grazie a una donazione fatta dalla signora Carolina vedova Campregher.

1901/03/05  (istituzione del decanato carattere generale)

Con atto formale del 5 marzo 1901 il vescovo di Trento Eugenio Carlo Valussi eresse la parrocchia di Lavis in decanato, nella cui giurisdizione ricadevano anche le parrocchie di Meano (scorporata dal decanato di Civezzano), di Giovo e San Michele all'Adige (queste ultime scorporate dal decanato di Cembra).

1905  (restauro intero bene)

All'inizio del XX secolo l'edificio fu oggetto di alcuni interventi di ristrutturazione promossi dall'allora parroco, don Simone Riz, comprendenti il rifacimento della pavimentazione con la messa in opera delle quadrotte marmoree attuali (realizzata nel 1905 con una spesa si 9000 corone) e la sostituzione delle vetrate, acquistate dalla Tiroler Glasmalerei di Innsbruck. Alla ingente spesa di 8000 corone necessaria per l'acquisto delle nuove vetrate contribuì generosamente la famiglia Melchiori, che vi appose il proprio stemma. Contestualmente furono ritinteggiati gli interni, le paraste furono decorate a marmorino da parte dello stuccatore Pasquale Bianchi, vennero rinnovati e puliti gli stucchi e gli affreschi delle volte.

1926/03/18  (erezione ad arcipretura carattere generale)

Con decreto del 18 marzo 1926 il vescovo di Trento Celestino Endrici elevava la parrocchia di Sant'Udalrico alla dignità di arcipretura. La richiesta di tale riconoscimento era partita dall'autorità civile di Lavis, interprete dei sentimenti della popolazione.

1927 - 1957 (manutenzione intero bene)

Sotto don Celestino Briga, parroco di Lavis tra il 1927 e il 1957, furono eseguite svariate opere di manutenzione della chiesa parrocchiale di cui risulta però difficile dare conto della datazione. I lavori eseguiti riguardarono: l'installazione dell'impianto elettrico e di un antifurto presso l'ingresso principale; il rinnovamento delle coperture e la sostituzione dei canali di gronda; la sostituzione delle vetrate distrutte dalla guerra (1948); l'installazione di un impianto di diffusione audio.

1950 - 1969 (restauro intero bene)

L'edificio sacro fu sottoposto a due imprecisati interventi di restauro nel corso del sesto e settimo decennio del XX secolo.

1970 - 1973 (restauro intero bene)

L'edificio fu restaurato nel 1970-1973. I lavori attuati in quella sede compresero il restauro dei cornicioni esterni, la sostituzione dei canali di gronda, la tinteggiatura esterna della chiesa, il rifacimento delle coperture, il risanamento delle volte colpite dall'umidità, la lucidatura del pavimento e il rifacimento dell'impianto di illuminazione.

1983  (restauro interno)

Nel 1983 fu condotta una campagna di restauro interno ed esterno dell'edificio, che riguardò il risanamento intonaci e il restauro dell'apparato stucchivo. Venne posata la nuova pavimentazione della sacrestia e contestualmente si provvide al restauro dei banchi, all'installazione di un nuovo impianto elettrico e di amplificazione.

2001 - 2002 (rampa disabili sagrato)

La rampa d'accesso per i portatori di handicap presente a sud dell'edificio sacro venne realizzata tra il 2001 e il 2002 su progetto dell'architetto Michele Condini. Tale opera ha richiesto l'apertura di un accesso secondario nella campata sud-est.

2008  (indagini sulle preesistenze intero bene)

Nel 2008 in chiesa sono state condotte delle indagini con il georadar che hanno messo in evidenza come sotto la chiesa esista un vasto ambiente voltato, ora interamente ostruito da detriti, il cui accesso si trova sul lato est. Questo ambiente sotterraneo, di difficile datazione perché mai stato scavato, si estenderebbe sotto la sacrestia, il presbiterio e per oltre metà della navata.

2011 - 2014 (restauro intero bene)

La chiesa è stata sottoposta recentemente ad un intervento di restauro interno ed esterno diretto dall'architetto Giorgia Gentilini. Le opere eseguite hanno riguardato il consolidamento e il restauro dei dipinti e degli stucchi delle volte della navata e del presbiterio, il restauro dei prospetti esterni (consolidamento e parziale rifacimento degli intonaci) e della meridiana presente sul lato sud dell'edificio, il rifacimento delle coperture (parzialmente con coppi di recupero) e il restauro delle mostre dell'orologio del campanile.
Descrizione

La parrocchiale di Sant'Udalrico sorge all'interno dell'abitato di Lavis con orientamento a est. La storia dell'edificio sacro è legata allo sviluppo economico e demografico del paese, cosicché la primitiva edicola o cappella dedicata al santo vescovo di origine bavarese, documentata fin dal 1240, fu più volte rifabbricata e ingrandita (XIV secolo, 1450 circa, 1591-1604). L'edificio attuale è frutto dell'ultimo rifacimento, avviato su progetto di Giuseppe Antonio Sartori almeno dal 1762 e portato a compimento, dopo una lunga pausa del cantiere, solo nel 1775-1777 dai costruttori Carlo e Giacomo Caminada. La facciata con attacco al cielo orizzontale, è tripartita orizzontalmente da cornici intonacate ed è preceduta al centro dalla struttura del campanile a cipolla. Quest'ultimo, innalzato fino alla presente quota nel 1604, presenta un fusto ripartito da cornici lapidee eminenti; il settore inferiore, intonacato, ospita un portale architettonico rialzato su sei gradini, che costituisce l'accesso principale dell'edificio sacro. I settori superiori del fusto, segnati da feritoie, recano una finitura a raso sasso; la doppia cella campanaria presenta rispettivamente tre bifore inquadrate da arcate archiacute nel livello inferiore, e quattro bifore centinate al livello superiore. A sinistra del campanile si dispone un corpo ribassato a pianta triangolare, nel quale trovano posto la scala d'accesso alla torre e la centrale termica. Le fiancate laterali si sviluppano simmetricamente e sono caratterizzate dall'emergere dei corpi delle sei campate esterne dell'aula a pianta quinconciale, di cui le quattro angolari ribassate. L'incrocio di lesene e cornici lisce determina una scansione a reticolo dei prospetti laterali dell'aula e del presbiterio. Sul lato sud, in corrispondenza dell'atrio, è presente un accesso secondario, preceduto da una scalinata di quindici gradini. A destra di tale gradinata un portale architettonico rialzato su tre gradini immette al sagrato recintato della chiesa, interamente attraversato da una scalinata e da una rampa a quattro tornanti, che consentono l'accesso alla chiesa da un secondo portale laterale, coperto da tettoia, posizionato in corrispondenza della campata sud-est dell'aula. Finestre a profilo mistilineo si dispongono in corrispondenza dell'atrio e delle campate laterali. A destra del presbiterio emerge il corpo ribassato della sacrestia, organizzato su due piani, ciascuno illuminato da quattro finestre. Il portale maggiore della chiesa immette a un vano voltato a botte, attraverso il quale si raggiunge l'atrio rettangolare della chiesa, nel quale è collocata la cantoria. L'interno si sviluppa ad aula quadrangolare a piano quinconciale definito da quattro pilastri liberi, che determinano una ripartizione in nove campate, di cui le tre centrali di ampiezza doppia rispetto alle laterali. Il presbiterio è rialzato su tre gradini. Le volte a vela della navata e del presbiterio presentano una ricca decorazione a stucco, opera della bottega dei Caminada (1777 circa), alla quale si accompagna un ciclo di storie bibliche e figure allegoriche attribuito a Bartolomeo Zeni, con la collaborazione del figlio Domenico (1783-1789).
Pianta
Aula a pianta quadrangolare, organizzata secondo un piano quinconciale, preceduta da atrio rettangolare con asse maggiore trasversale, al quale si antepone un vano scale rettangolare ricavato nella struttura del campanile. Presbiterio rettangolare.
Facciata
Facciata con attacco al cielo orizzontale, ripartita orizzontalmente in tre settori da cornici lisce, alla quale si antepone al centro la struttura del campanile. Alla base della torre campanaria, rialzato su sei gradini si apre un portale architettonico con frontone curvilineo interrotto, sorretto da colonne poggianti su alti plinti squadrati, che costituisce l'accesso principale dell'edificio sacro. A sinistra, tra facciata e campanile è addossata una bassa struttura a pianta triangolare, ospitante la scala d'accesso alla torre e la centrale termica.
Prospetti
Fiancate laterali simmetriche, caratterizzate dall'emergere dei corpi delle sei campate esterne, di cui le quattro angolari ribassate. L'incrocio di lesene e cornici lisce determina una scansione a reticolo dei prospetti laterali dell'aula e del presbiterio. Un cornicione sottogronda svasato percorre l'intero perimetro. Sul lato sud, in corrispondenza dell'atrio, è presente un accesso secondario, preceduto da una scalinata di quindici gradini. A destra di tale scalinata un portale architettonico rialzato su tre gradini immette al sagrato recintato della chiesa, interamente attraversato da scalinate e da una rampa a quattro tornanti, che consentono l'accesso alla chiesa da un secondo portale laterale, coperto da tettoia, posizionato in corrispondenza della campata sud-est dell’aula quinconciale. Finestre a profilo mistilineo si dispongono in corrispondenza dell'atrio e delle campate laterali. A destra del presbiterio emerge il corpo ribassato della sacrestia, organizzato su due piani, ciascuno illuminato da quattro finestre.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare, anteposta alla facciata e caratterizzata dalla presenza alla base del portale maggiore dell'edificio sacro. Il fusto, ripartito orizzontalmente da cornici lapidee eminenti, si presenta intonacato nel settore inferiore, mentre i settori superiori recano una finitura a raso sasso. La cella campanaria è organizzata su due livelli, di cui quello inferiore illuminato da tre bifore inquadrate da arcate archiacute, e quello superiore aperto da quattro bifore centinate. Copertura a cipolla.
Struttura
Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a intonaco tinteggiato (chiesa) e a raso sasso (campanile). Strutture di orizzontamento: atrio, campate centrali e angolari coperte da volte a vela raccordate da arcate trasversali; campate mediane esterne voltate a botte. Presbiterio sormontato da volte a vela e a botte unghiata (settore absidale).
Coperture
Chiesa: tetto a due spioventi con struttura lignea e manto di copertura in coppi. Campanile: cipolla rivestita in lamiera metallica, cimata da sfera e croce.
Interni
Aula a piano quinconciale, ripartita in nove campate (di cui le tre centrali di ampiezza doppia rispetto alle laterali) da coppie di pilastri liberi, ai quali sono addossate paraste corinzie. L'aula è preceduta da un atrio a pianta rettangolare, a sua volta collegato al piano stradale da un vano scale ricavato alla base della struttura del campanile. Il presbiterio, raccordato all'aula dall'arco santo a pieno centro, è rialzato su tre gradini e ha pareti scandite da coppie di paraste corinzie. Un cornicione marcapiano, modanato, eminente in corrispondenza delle paraste, percorre l'atrio, le campate centrali e mediane esterne e il presbiterio.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento a quadrotte di marmo bianche e nere, disposte in corsi diagonali, comune a aula e presbiterio.
Elementi decorativi
Una ricca decorazione stucchiva (capitelli delle paraste, cartelle e cornici dei dipinti delle volte) abbellisce l'aula e il presbiterio. Le paraste presentano inoltre una decorazione a marmorino nei toni dell'azzurro. La decorazione è completata nelle volte da affreschi con scene bibliche e figure allegoriche.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1983 circa)
L'adeguamento liturgico è stato attuato nel 1983 circa e non ha carattere di stabilità. La balaustrata è stata arretrata e sul primo, profondo, gradino di accesso al presbiterio è stata collocata una pedana lignea, al centro della quale è presente un altare al popolo di tipo a tavolo ottenuto dal reimpiego di elementi di un padiglione in legno intagliato e dorato (arredo ottocentesco di proprietà della parrocchiale) montati su gambe incurvate in ferro. L'ambone, realizzato in stile con la mensa al popolo di cui condivide la pedana, è posto sul lato sinistro, in posizione avanzata verso la navata. Oltre la balaustra è stata inserita una sedia in legno con seduta e schienale imbottiti, che viene impiegata come sede; a questa si accompagnano ulteriori due sedie e due sgabelli in stile. La custodia eucaristica permane nel tabernacolo dell'altare maggiore storico, che non ha subito modifiche.
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