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Ravina
Trento
Trento
cappella
sussidiaria
S. Nicolò
Parrocchia di Sant'Apollinare
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni
presbiterio - intervento strutturale (1966-1969); presbiterio - aggiunta arredo (1966-1969 circa)
1191/07/26 - XIX(preesistenze intorno); 1897/11/16 - 1899(costruzione intero bene); 1899/07/15 - 1899/07/15(consacrazione carattere generale); 1944/05/13 - 1945/04/02(danneggiamento intero bene); 1965 - 1966/10/10(ristrutturazione intero bene)
Cappella di San Nicolò
Tipologia e qualificazione cappella sussidiaria
Denominazione Cappella di San Nicolò <Ravina, Trento>
Altre denominazioni S. Nicolò
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
architettura neorinascimentale (costruzione)
Notizie Storiche

1191/07/26 - XIX (preesistenze intorno)

Una chiesa dedicata a San Nicolò vescovo di Mira e legata ad un ospedale per lebbrosi venne consacrata dal vescovo Corrado di Beseno il 26 luglio 1191. L'ospedale era in origine amministrato dai padri Benedettini, allora residenti nel monastero di Sant'Apollinare; venne quindi incorporato all'abbazia di San Lorenzo (1308), dove i frati si erano trasferiti. Con la soppressione del monastero, nel 1425, la chiesa venne incorporata alla Prepositura di Trento. E' documentata come chiesa stazionale nel XV e XVI secolo; durante un'epidemia di peste, nell'autunno del 1574, venne adibita a lazzaretto, con la costruzione annessa. Nel XVIII secolo la chiesa cadde progressivamente in abbandono e venne chiusa al culto e nel 1830, come già era avvenuto per il maso di San Nicolò, fu venduta a privati. La Mensa vescovile di Trento acquistò in fasi successive il maso nell'ultimo decennio del XIX secolo.

1897/11/16 - 1899 (costruzione intero bene)

La posa della prima pietra dell'attuale cappella di San Nicolò avvenne il 16 novembre 1897; due anni dopo la costruzione venne completata.

1899/07/15  (consacrazione carattere generale)

La consacrazione risale al 15 luglio 1899 e fu fatta dal vescovo Eugenio Carlo Valussi.

1944/05/13 - 1945/04/02 (danneggiamento intero bene)

La cappella subì dei danni (tetto, intonaci, infissi, vetri) per lo spostamento d'aria a seguito dello scoppio di bombe durante le incursioni aeree del 13 maggio 1944 e del 2 aprile 1945.

1965 - 1966/10/10 (ristrutturazione intero bene)

Dopo il Concilio Vaticano II il complesso di San Nicolò (compresa la cappella) venne ristrutturato perché fosse adattato a nuove finalità; al termine dei lavori, il 10 ottobre 1966, l'arcivescovo Gottardi riconsacrò l'altare in onore dei Santi Nicolò e Vigilio.
Descrizione

Posta a fianco della Residenza San Nicolò, nell'omonima località sul dosso che si affaccia sulla città, l'odierna cappella, anch'essa intitolata al vescovo di Mira, venne edificata tra il 1897 e il 1899 dopo l'acquisto del terreno, del maso e degli edifici di pertinenza da parte della Mensa vescovile di Trento. Tuttavia un edificio sacro con la medesima dedicazione esisteva nella zona già nel 1191, legato ad un ospedale per lebbrosi, prima gestito dall'Ordine Benedettino, poi dalla Prepositura, quindi venduto a privati. La cappella presenta facciata a due spioventi preceduta da un protiro a pianta quadrata, coperto da volta a crociera e sostenuto da quattro colonne lisce, raccordate da arcate a pieno centro. Due monofore centinate illuminano ognuna delle fiancate e l'abside semicircolare; uno zoccolo rivestito in lastre di porfido percorre il perimetro dell'edificio. Sul lato sinistro una scala in pietra colma il dislivello esistente tra la quota pavimentale della facciata e il cortile d'accesso retrostante; lungo la parete, al livello inferiore, si trova l'accesso alla sottostante cappella di Santo Stefano. L'interno a navata unica è coperto da capriate lignee; il catino absidale è preceduto da un gradino. Da alcuni anni presso la Villa San Nicolò risiede la "Fraternità Cena Domini", comunità di consacrate che si dedica all'evangelizzazione dei giovani e che si occupa anche della cappella.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; abside semicircolare.
Facciata
Facciata a due spioventi preceduta da un protiro a pianta quadrata, coperto da volta a crociera e sostenuto da quattro colonne lisce poste su alti plinti, raccordate da arcate a pieno centro; portale a luce rettangolare in pietra calcarea.
Prospetti
Zoccolo perimetrale in lastre di porfido. Fiancate illuminate ciascuna da due monofore centinate; altre due finestre simili illuminano l'abside semicircolare. Finiture a intonaco tinteggiato. Sul lato sinistro una scala in pietra colma il dislivello esistente tra la quota pavimentale della facciata e il cortile d'accesso retrostante; lungo la parete, al livello inferiore, si trova l'accesso alla sottostante cappella di Santo Stefano e la finestra a lunetta da cui essa prende luce.
Campanile
Campaniletto a vela in pietra posto al culmine della facciata, attraversato da due aperture centinate e coperto da tetto a due spioventi.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: capriate lignee nella navata e catino absidale in muratura.
Coperture
Strutture portanti in legno; manto di copertura in tegole in ceramica.
Interni
Interno a navata unica; lungo le pareti laterali e il catino absidale corre una seduta continua in legno, con una fascia soprastante sempre in legno che funge da schienale. Abside semicircolare elevata di un gradino. Finiture a intonaco tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
Navata caratterizzata da una pavimentazione in linoleum che copre un pavimento in piastrelle esagonali di cemento colorato, a cellette. Lungo le pareti laterali e nell'abside la pavimentazione è in legno, a listelli paralleli.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1966-1969)
L'altare verso il popolo è fisso, a tavolo, in marmo; è posto sul gradino in pietra che separa la navata dal presbiterio ed è a raso pavimento. La custodia eucaristica è in un tabernacolo quadrangolare di nuova realizzazione, in bronzo fuso, posto su di una mensola in pietra all'interno di una piccola nicchia nel catino absidale. E' firmato da Luciano Carnessali e datato 1969. Le balaustre e l'altare storico non sono presenti, presumibilmente andati distrutti.
presbiterio - aggiunta arredo (1966-1969 circa)
Un leggio in metallo e legno avanzato nella navata funge da ambone. La sede è in legno, con lo schienale fissato alla parete dell'abside, sulla sinistra ed dotata di una pedana mobile.
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