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restauro
adeguamento liturgico
Trento
Trento
chiesa
rettoria
S. Chiara
Parrocchia del Santissimo Sacramento
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1983 circa)
XII - 1183/06/17(costruzione intero bene); 1229 - 1229(proprietà intero bene); 1626 - 1626(ampliamento intero bene); 1629/10/28 - 1629/10/28(consacrazione carattere generale); XVIII - XVIII(ristrutturazione interno); 1710 - 1710(costruzione penitenzieria); 1796/05/19 - 1799(variazione d'uso intero bene); 1799 - 1799(restauro intero bene); 1804/10/18 - 1810(variazione d'uso intero bene); 1810 - 1810(passaggio di proprietà intero bene); 1861 - 1861(rifacimento pavimento); 1928 - 1941(ristrutturazione intero bene); 1970 - 1979(passaggio di proprietà intero bene); 1979 - 1983/10/31(ristrutturazione intero bene); 2005 - 2006(ristrutturazione intero bene)
Chiesa di Santa Chiara
Tipologia e qualificazione chiesa rettoria
Denominazione Chiesa di Santa Chiara <Trento>
Altre denominazioni Chiesa di S. Michele
S. Chiara
Autore (ruolo)
Ghisi, Pietro Antonio (costruzione penitenzieria)
Caminada, Andrea (restauro chiesa e monastero)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
architettura romanica (costruzione)
architettura barocca (ampliamento)
Notizie Storiche

XII - 1183/06/17 (costruzione intero bene)

La prima chiesa, dedicata in origine a San Michele Arcangelo, venne edificata prima del 17 giugno 1183, data di un documento che la menziona con il titolo di "S. Michele fuori la Porta".

1229  (proprietà intero bene)

Nel 1229 il vescovo Gerardo Oscasali la donò alle Clarisse, che vi eressero intorno un convento e vi rimasero fino al 1804.

1626  (ampliamento intero bene)

Nel 1626 la chiesa subì un importante intervento di ampliamento, che comportò presumibilmente la sopraelevazione dell'aula e del campanile e l'ampliamento del presbiterio.

1629/10/28  (consacrazione carattere generale)

L'edificio venne riconsacrato dal principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo il 28 ottobre 1629.

XVIII  (ristrutturazione interno)

Nella prima metà del XVIII secolo la chiesa venne abbellita dalla decorazione a stucco che percorre il cornicione e coinvolge i capitelli delle paraste. Anche i tre altari risalgono a quest'epoca.

1710  (costruzione penitenzieria)

Nell'estate del 1710 le monache fecero fabbricare da Pietro Antonio Ghisi la penitenzieria, sul lato sinistro, presso il campanile.

1796/05/19 - 1799 (variazione d'uso intero bene)

Il 19 maggio 1796 le Clarisse dovettero abbandonare il convento, requisito per i soldati dell'armata tedesca battuta da Napoleone; si rifugiarono presso il convento di San Giuseppe delle Orsoline e rientrarono a Santa Chiara nel 1799.

1799  (restauro intero bene)

Nel 1799 Andrea Caminada restaurò la chiesa e il monastero.

1804/10/18 - 1810 (variazione d'uso intero bene)

Il 18 ottobre 1804 le Clarisse abbandonarono nuovamente il convento, sempre requisito dai militari e si trasferirono presso i Carmelitani alle Laste; la chiesa fu adibita a magazzino.

1810  (passaggio di proprietà intero bene)

Nel 1810 il monastero delle Clarisse venne definitivamente soppresso e la chiesa venne annessa all'ospedale cittadino, ospitato nei locali del convento.

1861  (rifacimento pavimento)

Il pavimento in seminato alla veneziana venne sostituito nel 1861; in quell'occasione fu elevata la quota d'ingresso.

1928 - 1941 (ristrutturazione intero bene)

La chiesa venne ristrutturata in due tappe dalla Soprintendenza ai Monumenti di Trento tra il 1928 e il 1941; si mise in luce, in quell'occasione, il nucleo originario dell'edificio.

1970 - 1979 (passaggio di proprietà intero bene)

Nel 1970, con il trasferimento dell'ospedale nel quartiere della Bolghera, l'edificio fu abbandonato per alcuni anni; fu quindi acquistato dall'Arcidiocesi di Trento.

1979 - 1983/10/31 (ristrutturazione intero bene)

Un ulteriore intervento di ristrutturazione generale venne eseguito tra la fine del 1979 e il 1983 su progetto degli architetti Elena Defant e Vittoria Wolf Gerola; la chiesa, eretta a rettoria, venne riaperta al culto il 31 ottobre e destinata all'adorazione perpetua dell'Eucaristia.

2005 - 2006 (ristrutturazione intero bene)

Nel 2005-2006 vennero restaurati gli stucchi, gli elementi lapidei e quelli lignei e venne rifatto l'impianto di riscaldamento, su progetto dell'architetto Antonio Marchesi.
Descrizione

La chiesa, eretta prima del 1183, era intitolata in origine a San Michele Arcangelo e si trovava appena fuori dalla porta di accesso alla città da sud. La tradizionale dedicazione a Santa Chiara si deve al fatto che, dal 1229 alla soppressione del convento (1810) fu di proprietà delle Clarisse. Dopo aver assolto il compito di cappella ospedaliera, dal 1810 al 1970, l'edificio, di proprietà dell'Arcidiocesi, è stato destinato, a seguito di un generale restauro, all'adorazione perpetua dell'Eucaristia ed è quindi molto frequentato. Sia all'esterno che all'interno è evidente dalle diverse finiture (in corsi di pietra a vista nella zona inferiore, a intonaco tinteggiato in quella superiore), oltre che dalla diversa forma delle finestre (monofore centinate in basso, a lunetta in alto) l'intervento di ampliamento e sopraelevazione subito dall'edificio nel Seicento. La facciata è a due spioventi e sul fianco sinistro si trovano l'ingresso laterale e il campanile, con due ordini di bifore sulla cella e copertura piramidale svasata. La quota del pavimento della navata, coperto da una bella palladiana con disegno geometrico prospettico, è inferiore di cinque gradini rispetto al livello stradale; una serie di paraste intonacate con capitelli corinzi in stucco parzialmente dorato scandisce le tre campate, coperte da volta a botte unghiata. Il cornicione aggettante, ornato da cartelle sempre in stucco, prosegue lungo le pareti laterali del presbiterio a pianta rettangolare, elevato di un primo gradino rispetto alla navata e di un secondo nella zona dell'altare maggiore. La parete di fondo e la volta a crociera sono ornate da dipinti murali della fine del XIX secolo.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare.
Facciata
Facciata a due spioventi, con finiture in corsi di pietra a vista nella parte inferiore e a intonaco tinteggiato nella parte superiore; portale architravato affiancato da due piccoli oculi e sormontato da una finestra a lunetta e da una luce ovale tamponata alla sommità.
Prospetti
Fiancate segnate a mezza altezza dalla cornice marcapiano; finiture in corsi di pietra a vista e monofore centinate nella parte inferiore, finiture a intonaco tinteggiato e finestre a lunetta nella parte superiore. Accesso secondario e volume del campanile sul lato sinistro.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare, sul fianco sinistro, in corrispondenza dell'innesto del presbiterio. Finiture in corsi di pietra a vista e a intonaco tinteggiato nella parte sommitale. Una finestra quadrata nella parte inferiore del fusto e due ordini sovrapposti di bifore con le due luci centinate separate da colonnine sulla cella campanaria. Tetto piramidale a quattro falde, leggermente svasato.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame. Strutture di orizzontamento: navata coperta da volte a botte unghiate; presbiterio voltato a crociera.
Coperture
Tetto a due falde; struttura in legno e manto di copertura in coppi. Campanile coperto da lamiera metallica.
Interni
Navata unica segnata come il parato esterno da un cornicione che separa la muratura inferiore finita in pietra a vista, da quella superiore e dalle volte a botte unghiata, finite a intonaco tinteggiato. Le tre campate, corrispondenti ad altrettante coppie simmetriche di finestre a lunetta, sono scandite da paraste sormontate da capitelli corinzi in stucco, sorreggenti il cornicione. Il piano pavimentale della navata è inferiore di cinque gradini rispetto al livello stradale, mentre il presbiterio si eleva rispetto ad essa di un primo gradino, fino all'accesso alla sacrestia e di un secondo nella parte terminale.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento della navata in seminato alla veneziana giocato sulle tonalità del bianco, del rosso e del nero, alternati regolarmente a formare cubi prospettici. Presbiterio pavimentato a quadrotte bianche e rosse di pietra calcarea, disposte in corsi diagonali; due inserti rettangolari in pietra calcarea bianca, ornati da girali vegetali in pietra calcarea rossa, si trovano a sinistra e a destra dell'altare maggiore.
Elementi decorativi
Decorazione in stucco parzialmente dorato presumibilmente di bottega lombarda costituita da capitelli, cartelle e dall'intero cornicione. Dipinti murali della fine del XIX secolo ornano la volta e la parete di fondo del presbiterio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1983 circa)
L'adeguamento liturgico è stato attuato con l'accostamento di elementi eterogenei e non ha dunque carattere di stabilità. L'altare verso il popolo è provvisorio, a tavolo, in legno, posto nel presbiterio a raso pavimento. Un leggio in legno con propria pedana posto nei pressi dell'arco santo, a sinistra, funge da ambone. La sede è una sedia savonarola a braccioli, sempre in legno, accostata alla parete destra del presbiterio. La custodia eucaristica è nel tabernacolo dell'altare storico; le balaustre sono andate distrutte.
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