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Flavon
Contà
Trento
chiesa
parrocchiale
Natività di S. Giovanni Battista
Parrocchia della Natività di San Giovanni Battista
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (2007)
1240 - 1260(preesistenze intorno); 1242 - XIV(menzione carattere generale); 1390 - 1410(decorazione cappella Spaur); 1450 - 1485(ricostruzione intero bene); 1485 - 1485(decorazione interno); 1558 - 1558(consacrazione carattere generale); 1579 - 1579(rifacimento tetto); 1616 - 1616(ristrutturazione intero bene); 1676 - 1676(ampliamento navata); 1740 - 1760(decorazione intero bene); 1795 - 1795(fusione campana); 1844 - 1844(ristrutturazione campanile); 1853 - 1854(lavori sagrato); 1863 - 1863(costruzione cimitero); 1874 - 1874(ristrutturazione intero bene); 1875 - 1875(fusione campane); 1877 - 1877(ristrutturazione tetto); 1882 - 1885(ristrutturazione intero bene); 1904 - 1906(ristrutturazione intero bene); 1912 - 1914(ristrutturazione intero bene); 1922 - 1929/09/08(fusione campane); 1932 - 1932(ristrutturazione esterno); 1937 - 1937(sostituzione vetrate); 1942 - 1945(ristrutturazione intero bene); 1961 - 1970(ristrutturazione intero bene); 1971 - 1971(ristrutturazione campanile); 1980 - 1999(installazione impianto antifurto e restauro intero bene); 2003 - 2008(restauro intero bene); 2006/06/25 - 2006/06/25(benedizione carattere generale)
Chiesa della Nativita di San Giovanni Battista
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa della Nativita di San Giovanni Battista <Flavon, Contà>
Altre denominazioni Natività di S. Giovanni Battista
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

1240 - 1260 (preesistenze intorno)

Gli scavi compiuti nel 2004-2005 hanno riportato alla luce, nell’area presbiteriale attuale, i resti dell’abside semicircolare della prima chiesa di Flavon e del suo altare in muratura, presumibilmente coevi alle prime attestazioni documentarie e risalenti alla metà del Duecento; la navata doveva corrispondere in larghezza a quella odierna, essendo forse di lunghezza minore.

1242 - XIV (menzione carattere generale)

La prima menzione della pieve risale al 1242, quando la formula “plebs Flaoni” viene usata per indicarne il territorio; il primo nome di un pievano, Tommaso, compare in un documento del 1290. La pieve era di libera collazione vescovile: a metà del Duecento Egnone di Appiano la assegnò al monastero di Santa Maria Coronata presso Cunevo, mentre nel 1283 il suo successore Enrico II liquidò il patrimonio del monastero in favore dell’Ordine Teutonico, riservandosi i diritti sulla chiesa. L’intitolazione a San Giovanni Battista è attestata dal 1309, mentre traccia di collegialità clericale si trova in documenti dell’ultimo quarto del Trecento.

1390 - 1410 (decorazione cappella Spaur)

Sempre gli scavi effettuati nel 2004-2005 hanno rivelato la presenza di una seconda abside semicircolare a sesto ribassato sotto l’attuale arco santo della “cappella Spaur”, a nord dell’edificio principale. Conservato per un’altezza di 80 cm, il setto murario reca le tracce di una decorazione ad affresco realizzata tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo.

1450 - 1485 (ricostruzione intero bene)

Nella seconda metà del Quattrocento la chiesa primitiva e la cappella Spaur vennero presumibilmente ampliate e collegate fra loro, con la costruzione del presbiterio e delle due absidi poligonali tangenti; l'edificio assunse così l’aspetto attuale. Il cantiere doveva essere concluso entro il 1485, data della decorazione ad affresco. A testimonianza indiretta di lavori in atto nella zona presbiteriale, il vescovo Hinderbach, postillando il Dittico Udalriciano, riportò la notizia del rinvenimento sotto l’altare maggiore dell’epigrafe di Massimino, tuttora patrimonio della chiesa, che egli ritenne appartenere al vescovo omonimo dell’VIII secolo, ma che gli studiosi moderni assegnano al IV d.C.

1485  (decorazione interno)

In base a un’iscrizione rinvenuta sulla cornice di un riquadro affrescato sulla parete destra della navata, è possibile datare l’intero ciclo pittorico, che ricopre anche le pareti e la volta dell'abside e il lato interno ed esterno dell'arco santo, attribuito ad Angelo Baschenis, al 1485.

1558  (consacrazione carattere generale)

La chiesa venne consacrata da Mariano Mano, suffraganeo del cardinale Cristoforo Madruzzo, nel 1558.

1579  (rifacimento tetto)

Nel 1579 la chiesa aveva sei altari; tra le altre disposizioni, i visitatori vescovili ordinarono di rinnovare il coperto.

1616  (ristrutturazione intero bene)

Il visitatore Pietro Belli dispose nel 1616 che fossero erette le balaustre ai gradini del coro, che fossero rimossi gli altari vicini al coro e quello a destra dell’ingresso, che fosse imbiancata la chiesa e rinnovato il muro di cinta del cimitero.

1676  (ampliamento navata)

Intorno al 1676 furono erette le due cappelle speculari nella seconda campata.

1740 - 1760 (decorazione intero bene)

A metà Settecento il trentino Giuseppe Poda realizzò dipinti murali sia all’esterno (sopra il portale maggiore) che all’interno (nella nicchia dell’altare della Madonna).

1795  (fusione campana)

Innocenzo Maggi di Brescia realizzò una delle campane della pieve nel 1795.

1844  (ristrutturazione campanile)

L’aspetto attuale del campanile, con copertura aguzza, si deve ad un intervento di ristrutturazione del 1844.

1853 - 1854 (lavori sagrato)

Nel 1853-1854 furono pagati i pilastri e le catene di delimitazione del sagrato.

1863  (costruzione cimitero)

Nel corso del 1863 iniziò l’utilizzo del nuovo cimitero e venne dismesso il camposanto intorno alla chiesa.

1874  (ristrutturazione intero bene)

La chiesa fu interessata da un intervento di ristrutturazione nel 1874.

1875  (fusione campane)

Essendosi rotte due campane tra la fine di marzo del 1874 e il 6 gennaio 1875, Bartolomeo Chiappani ne fuse di nuove. Furono obbligati a concorrere alle spese anche i comuni di Terres e di Cunevo; la vertenza che si aprì si chiuse soltanto nel novembre del 1877.

1877  (ristrutturazione tetto)

Il tetto della chiesa venne ristrutturato nel 1877.

1882 - 1885 (ristrutturazione intero bene)

L’ingresso indipendente alla cappella Spaur venne spostato di alcuni metri più a est nel 1882, e fu posto nel luogo attuale, sotto la monofora della navata della cappella stessa, che venne così fortemente ridimensionata. Nel 1885 venne realizzata una pavimentazione in piastrelle di cemento bicolori.

1904 - 1906 (ristrutturazione intero bene)

Nel 1904 fu realizzato l'organo, opera della ditta Rieger modificato nel 1907. Nel 1906 fu ampliata la sacrestia e venne innalzata la quota pavimentale nel tentativo di ovviare alle infiltrazioni d’acqua.

1912 - 1914 (ristrutturazione intero bene)

Secondo il vescovo Valussi, in visita a Flavon nel 1894, la facciata antica era “indecente, deplorevole, indecorosa, tutt’altro che artistica, e in grave pericolo di cadere, sfasciarsi e trascinar seco l’avvolto stesso della chiesa”. Nel 1912 si pose quindi mano ad un suo radicale restauro, con l’innalzamento dei contrafforti, trasformati in campaniletti, la messa in opera di chiavi in ferro di rinforzo e la modifica della muratura. Capomastro fu Vittorio Chierzi, aiutato dai muratori Davide e Luigi Giovannini e Gabriele Pedron. La nuova muratura venne tinteggiata da Romolo Berloffa e decorata dal pittore veneto Primon con quattro santi a monocromo. Nel 1913 si restaurò anche il muro di cinta del cimitero, demolendo le edicole sacre che vi si trovavano. Nel 1914, come richiesto dalle ultime visite pastorali, la cappella Spaur venne chiusa, separandola dalla chiesa con un muro, dotata di un nuovo accesso indipendente e destinata ad uso di sacrestia.

1922 - 1929/09/08 (fusione campane)

Dopo le requisizioni belliche, il concerto delle cinque campane venne ripristinato nel 1922 con nuovi bronzi fusi dai fratelli Ottolina di Seregno; per ragioni di intonazione del concerto, nel 1929 anche la campana piccola antica venne rifusa dalla ditta Colbacchini. I bronzi furono benedetti l’8 settembre.

1932  (ristrutturazione esterno)

Risale al 1929 il progetto di ristrutturazione della facciata, compiuto nel 1932 a cura della Soprintendenza ai monumenti di Trento cercando di riportarla alla sua forma primitiva e approfittando della necessità di rifare il tetto della chiesa.

1937  (sostituzione vetrate)

Nel 1937 si acquistarono nuove vetrate per la chiesa.

1942 - 1945 (ristrutturazione intero bene)

Nel 1942 furono scoperti gli affreschi absidali scialbati e iniziò il loro restauro; nel 1944 il tetto venne demolito e ricostruito. L’intervento sugli affreschi terminò nel 1945; nello stesso anno venne inaugurata la nuova cantoria realizzata sopra l’accesso alla sacrestia dalla ditta Giuseppe Franceschini marmi di Trento tra il 1944 e il 1945, in marmo verdello.

1961 - 1970 (ristrutturazione intero bene)

I banchi furono sostituiti in due riprese, nel 1961 e nel 1969 dai falegnami Luigi e Oreste De Romedis di Romeno. L’installazione dell’impianto di riscaldamento in chiesa risale al 1964, la sostituzione di quello audio al 1968. Le indicazioni della curia su un primo adeguamento liturgico sono del marzo 1969; l’altare verso il popolo venne realizzato utilizzando una mensa lignea settecentesca, frammento di un altare non identificato. Sono documentate nel 1970 spese per la sostituzione di sei vetrate.

1971  (ristrutturazione campanile)

Nel 1971 venne sostituito il castello delle campane con uno nuovo metallico e si provvide il campanile di orologio a componenti elettronici; le campane vennero elettrificate. Il 3 agosto dello stesso anno il campanile venne colpito e danneggiato dalla caduta di un fulmine; i danni furono riparati e la torre fu dotata da allora di un parafulmine.

1980 - 1999 (installazione impianto antifurto e restauro intero bene)

Il 18 dicembre 1980 la Provincia Autonoma di Trento stanziò un contributo per l’installazione di un impianto di allarme e antifurto in chiesa; un secondo contributo provinciale venne deciso il 4 febbraio 1982 a favore dei restauri all’edificio. In effetti nel 1981, su progetto del perito industriale Guido Bertò di Spormaggiore, venne risistemato il tetto sostituendo parzialmente la struttura portante e per intero la copertura precedente in tegole piane di cemento con scandole in larice; furono inoltre isolate le fondamenta mediante la formazione di un’intercapedine lungo parte del perimetro. Nel 1988 furono restaurati gli affreschi dell’abside e della navata e puliti gli elementi lapidei e le pareti (restauratrice Christine Mathà Busetti di Trento). Ileana Ianes restaurò l’altare maggiore ligneo nel corso degli anni Novanta.

2003 - 2008 (restauro intero bene)

Su progetto dell’architetto Patrizia Mazzoleni, tra il 2003 e il 2008 chiesa e campanile vennero sottoposti ad un restauro integrale, con interventi di riduzione dell’umidità nelle murature, parziale rifacimento degli intonaci, pulitura degli elementi lapidei e metallici, riapertura di aperture antiche tamponate, rimozione del deposito per i gonfaloni. Sul campanile solai e scala di accesso in legno furono messi in sicurezza, vennero rifatti la copertura in scandole, il castello campanario in legno e i quadranti di orologio e fu sostituito il parafulmine. Vennero sostituiti o messi a norma tutti gli impianti. All’interno, oltre allo scavo compiuto dalla Soprintendenza, venne riaperta e restaurata la navata minore, vennero ridefinite le quote pavimentali, furono restaurate o sostituite le vetrate, venne smontato il sacrario e sistemato il fonte battesimale, furono restaurati vari arredi e dipinti e fu realizzato l’adeguamento liturgico strutturale.

2006/06/25  (benedizione carattere generale)

Al termine dei principali lavori di restauro monsignor Luigi Bressan benedì la chiesa il 25 giugno 2006.
Descrizione

Orientata regolarmente ad est, la pieve di Flavon, dedicata alla Natività di San Giovanni Battista, sorge a oriente del nucleo abitativo, non lontano dalla strada principale che lo attraversa, ed è circondata dal terreno dell’antico cimitero, delimitato da un muretto e tenuto quasi interamente a prato. Le notizie documentarie e i resti archeologici rinvenuti durante l’ultimo restauro concordano in una datazione originaria del tempio alla metà del XIII secolo, mentre la chiesa nel suo aspetto attuale risente dei rifacimenti absidali anteriori al 1485 e di un successivo ampliamento seicentesco che ha originato le cappelle speculari della navata maggiore, oltre che del collegamento della struttura principale con il corpo di fabbrica alla sua sinistra, un tempo probabilmente indipendente, chiamato “cappella Spaur”. La facciata a due ripidi spioventi è rinforzata da una coppia di contrafforti emergenti a parallelepipedo; al centro si apre il portale maggiore architravato con finestra a lunetta inserita nell’attico e timpano affrescato. Isolato alla sua sinistra si eleva il campanile a pianta quadrata, con accesso sul lato sud, fusto intonacato con i cantonali sfalsati in pietra a vista, feritoie e mostre di orologio su ogni lato; quattro monofore centinate caratterizzano la cella, senza soluzione di continuità con il fusto, mentre la copertura a losanghe presenta frontoncini triangolari forati da aperture centinate allungate e cimati da sfere dorate. Il fianco sinistro della chiesa è caratterizzato dalla presenza di un largo contrafforte in corrispondenza della prima campata e dall’emergere del corpo della navata minore, con una finestra quadrata corrispondente al ripostiglio, accesso indipendente architravato sormontato da una piccola finestra e un contrafforte a parallelepipedo adiacente alla monofora dell’abside poligonale. Sul fianco destro si apre una finestra a lunetta nella prima campata, emerge poi la cappella della seconda campata con una coppia di finestre rettangolari e un ingresso con tettuccio a spiovente unico sul lato ovest e si addossa infine la sacrestia. Sul lato orientale si dispongono le due absidi poligonali, la minore illuminata da un oculo sulla parete di fondo, la maggiore da finestre acute sui lati obliqui e da una finestra a tutto sesto sul lato sud. L’interno è asimmetrico, con la navata maggiore coperta da volte a crociera costolonate e divisa in tre campate da coppie di pilastri in pietra calcarea a vista sorreggenti le arcate trasversali a sesto acuto; due cappelle simmetriche a pianta rettangolare irregolare, elevate di un gradino, si aprono in corrispondenza della seconda campata e ospitano gli altari laterali. Nella terza campata a sinistra un’arcata a pieno centro mette in comunicazione la navata principale con quella minore, corrispondente alla “cappella Spaur”, anch’essa coperta da volte a crociera costolonate, divisa in due campate da pilastri e arcate ogivali e terminante in un’absidiola poligonale con volta a ombrello e altare in pietra e muratura. Due gradini conducono allo spazio presbiteriale, avanzato oltre l’arco santo a sesto acuto, a cui si appoggiano altri due altari minori gemelli; le pareti e la volta a ombrello dell’abside poligonale, centrata dall’altare maggiore ligneo, sono ornate da graziosi affreschi di Angelo Baschenis del 1485 con storie della vita del santo titolare.
Preesistenze
Gli scavi compiuti all’interno del corpo principale e di quello secondario hanno rivelato la presenza delle due absidi primitive, di cui la principale databile presumibilmente alla metà del Duecento e appartenente quindi al primo edificio di culto, completato da una navata di larghezza corrispondente a quella odierna.
Pianta
Navata principale a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, comunicante in corrispondenza della terza campata a sinistra con una navata minore a pianta rettangolare, corrispondente alla “cappella Spaur”. Sia la navata principale che quella minore sono concluse da un’abside pentagonale.
Facciata
Facciata a due ripidi spioventi rinforzata da una coppia di contrafforti angolari emergenti a parallelepipedo; al centro si apre il portale maggiore architravato con finestra a lunetta inserita nell’attico e timpano affrescato, protetto da un tettuccio a due falde. Un’apertura centinata allungata è presente a livello del sottotetto; finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Fianco sinistro caratterizzato dalla presenza di un largo contrafforte in corrispondenza della prima campata e dall’emergere del corpo della navata minore, con una finestra quadrata corrispondente al ripostiglio, accesso indipendente architravato sormontato da una piccola finestra con luce trilobata e un contrafforte a parallelepipedo adiacente alla monofora dell’abside poligonale. Sul fianco destro si apre una finestra a lunetta nella prima campata, emerge poi la cappella della seconda campata con una coppia di finestre rettangolari e un ingresso con tettuccio a spiovente unico sul lato ovest e si addossa infine la sacrestia. Sul lato orientale si dispongono le due absidi poligonali, la minore illuminata da un oculo sulla parete di fondo, la maggiore da finestre acute sui lati obliqui e da una finestra a tutto sesto sul lato sud. Finiture a intonaco tinteggiato; cornici lapidee.
Campanile
Torre a pianta quadrata isolata a sinistra della facciata della chiesa, con accesso architravato sul lato sud della scarpa a parallelepipedo, fusto intonacato con i cantonali sfalsati in pietra a vista, feritoie e mostre di orologio su ogni lato. Quattro monofore centinate caratterizzano la cella, senza soluzione di continuità con il fusto e separata dalla copertura mediante una cornice orizzontale; doccioni angolari. Copertura a losanghe con frontoncini triangolari forati da aperture centinate allungate e cimati da sfere dorate. Il globo maggiore, con bandierina segnavento e croce apicale, è collocato in cima alla copertura.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: volte a crociera costolonate nelle navate, volte a botte nelle cappelle della seconda campata, volte a ombrello nelle due absidi.
Coperture
Tetto a due falde sopra la navata maggiore, a più falde sulle absidi, a falda unica sopra le cappelle della seconda campata, la sacrestia e la navata minore; struttura portante in legno, manto di copertura in scandole di larice, anche sul campanile.
Interni
Interno asimmetrico con la navata maggiore divisa in tre campate da coppie di pilastri in pietra calcarea a vista sorreggenti le arcate trasversali a sesto acuto; due cappelle simmetriche a pianta rettangolare irregolare, elevate di un gradino, si aprono in corrispondenza della seconda campata e ospitano gli altari laterali. Nella terza campata a sinistra un’arcata a pieno centro mette in comunicazione la navata con il corpo laterale corrispondente alla “cappella Spaur”, ora una sorta di navata minore, divisa in due campate da pilastri e arcate ogivali e terminate in un’absidina poligonale con altare in pietra e muratura. Due gradini conducono allo spazio presbiteriale, avanzato oltre l’arco santo a sesto acuto, a cui si appoggiano altri due altari minori gemelli; abside poligonale centrata dall’altare maggiore ligneo. Finiture a intonaco tinteggiato, ove non vi siano affreschi.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento delle navate e delle absidi di restauro, in lastre di pietra calcarea rosata e bianca; pavimento delle cappelle speculari della seconda campata a quadrotte alternativamente bianche e rosse disposte in corsi diagonali, antiche. Pavimento decorativo a mosaico intorno al fonte battesimale, realizzato con il restauro.
Elementi decorativi
Un ricco ciclo di affreschi assegnati ad Angelo Baschenis con storie di San Giovanni Battista orna le pareti dell’abside e l’arco santo; altri dipinti murali, in parte frammentari e di epoca precedente, si trovano lungo la navata maggiore.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (2007)
L’adeguamento liturgico strutturale del presbiterio è stato realizzato nel 2007 da Paul dë Doss Moroder con poli coordinati in pietra verdello di Trento e bronzo dorato, all’interno del progetto di restauro generale dell’edificio. Al centro della nuova area presbiteriale, in posizione avanzata oltre l’arco santo, è posto l’altare verso il popolo, a raso pavimento, ad ara, di forma quadrangolare, ornato da figure a bassorilievo sui quattro fronti. A sinistra dell’altare sono presenti l’ambone con pedana a sezione ovale e una coppia di figure in bronzo sul lato frontale e la base per il cero pasquale; a destra vi è la sede del celebrante, con seduta in pietra e schienale in bronzo dorato. E’ presente l’altare maggiore storico con il proprio tabernacolo che contiene la custodia eucaristica; lo stesso artista gardenese ha realizzato, a destra dell’altare storico, la lampada del Sacramento, con i medesimi materiali e decori dei poli liturgici. Non sono presenti le balaustre, probabilmente andate distrutte durante un intervento precedente.
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