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restauro
adeguamento liturgico
Cunevo
Contà
Trento
chiesa
sussidiaria
S. Maria Maddalena
Parrocchia del Santissimo Redentore
Pianta; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni
nessuno
1264 - 1264(menzione carattere generale); 1283 - 1283(passaggio di proprietà intero bene); 1450 - 1549(decorazione interno); 1579 - XVI(lavori intero bene); XVII - XVII(riduzione a cappella intero bene); XVIII - 1616(cambio di dedicazione carattere generale); 1742 - XVIII(ristrutturazione intero bene); 1782 - 1940(passaggi di proprietà intero bene); 1826 - 1826(ristrutturazione intero bene); 1923 - 1923(decorazione interno); 1940 - 1940(passaggio di proprietà intero bene); 1976 - 1976(ristrutturazione intero bene); 2002 - 2003(ristrutturazione intero bene)
Chiesa di Santa Maria Maddalena
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Santa Maria Maddalena <Cunevo, Contà>
Altre denominazioni S. Maria Maddalena
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

1264  (menzione carattere generale)

Il complesso monastico agostiniano di Santa Maria Coronata, situato presso Cunevo, sul dosso detto anticamente “Preda Cuca”, è menzionato dai documenti a partire dal 1264; era legato ad un secondo monastero dello stesso ordine e dalla medesima intitolazione esistente a Trento.

1283  (passaggio di proprietà intero bene)

Nel 1283, data l’estrema povertà e decadenza dei due monasteri, il priore Gennaro (Ianuarius) suggerì al principe vescovo di Trento Enrico II di cederli con tutti i loro beni e possedimenti all’Ordine Teutonico di Bolzano. Dopo tale annessione sembra che Santa Maria Coronata in Val di Non, ancora largamente provvista di beni, fosse convertita in ospizio sotto la direzione di un sacerdote.

1450 - 1549 (decorazione interno)

I frammenti di affresco esistenti nella chiesa presso l’arco santo si possono datare almeno in parte tra la seconda metà del XV secolo e la prima metà del successivo.

1579 - XVI (lavori intero bene)

La chiesa venne visitata nel 1579 e, benché luogo molto frequentato, di forte devozione e ricco di terreni e di rendite, fu trovata in cattivo stato, con i due altari della Madonna e di Santa Maria Maddalena consacrati ma spogli e il tetto minacciante rovina; all’epoca l’edificio sacro era officiato ogni prima domenica del mese e nelle feste delle titolari degli altari.

XVII  (riduzione a cappella intero bene)

Nel corso del XVII secolo la struttura subì un drastico ridimensionamento dello spazio sacro, ridotto al solo presbiterio antico con la chiusura dell’arco santo mediante un muro, il cambio di orientamento, la realizzazione di una nicchia per ospitare l'ancona e la pala dell’unico altare sulla parete sud e l’apertura di un ingresso indipendente sul lato nord.

XVIII - 1616 (cambio di dedicazione carattere generale)

Nella visita del 1616 la chiesa-cappella è detta “di Santa Maria Maddalena”: ciò indica un avvenuto cambio di dedicazione.

1742 - XVIII (ristrutturazione intero bene)

Nel 1742 la cappella era sotto il patronato dei conti Spaur (questo diritto era stato esercitato fino a metà Quattrocento dalla famiglia Ricci, poi dai Thun, e nel Seicento dagli Alberti d’Enno); la custodia era affidata a due eremiti, che vivevano separatamente in due ambienti voltati adiacenti la chiesa, usati anche come cucina e quindi anneriti dal fumo (presumibilmente da identificare con quelli ancora esistenti a destra della chiesa, con essa e tra loro comunicanti). La visita pastorale di quell’anno, oltre a lamentare la sporcizia di tali ambienti, trovò che la volta dell’edificio sacro era sostenuta da due tronchi di larice perché non cadesse, il pavimento era rotto, la porta era priva di “portadora” (cardine) e aveva scalini danneggiati; vi si celebrava la messa alcune volte all’anno. Si prescrisse che la chiesa fosse meglio provvista e che fossero rifatti il tetto, i muri e il pavimento.

1782 - 1940 (passaggi di proprietà intero bene)

Gli eremiti custodirono il sito fino al 1782, quando tali figure religiose vennero soppresse da un decreto cesareo. In seguito la proprietà del complesso de La Santa passò per qualche decennio ai nobili Job di Cunevo, poi, nella prima metà del XIX secolo, alla famiglia Cabrini originaria di Pinzolo, quindi, per parentela, giunse ai nobili Ferrari.

1826  (ristrutturazione intero bene)

Secondo una targa dipinta all’interno, nel 1826 la cappella fu sottoposta ad un intervento di ristrutturazione.

1923  (decorazione interno)

Sempre sulla medesima targa è ricordata una campagna decorativa realizzata nel 1923.

1940  (passaggio di proprietà intero bene)

Nel 1940 il complesso de La Santa fu acquistato dal Seminario Maggiore Arcivescovile di Trento.

1976  (ristrutturazione intero bene)

La cappella venne ristrutturata e adeguata alle norme liturgiche del Concilio Vaticano II nel 1976; fu utilizzata per alcuni anni dal Movimento vedovile diocesano.

2002 - 2003 (ristrutturazione intero bene)

Gli ultimi interventi sulla chiesa risalgono al 2002-2003 circa, quando venne demolito il setto murario non originale, restituendo al luogo sacro la sua antica spazialità, venne rimossa la pavimentazione a piastrelle rettangolari color marrone, venne riparato il tetto, furono realizzate le isolazioni, furono evidenziate le tracce di affreschi Quattro-Cinquecenteschi presso l’arco santo, venne realizzata nella porzione ovest della navata una sorta di soppalco ligneo ad uso di cantoria. I lavori vennero però sospesi senza restituire l’ambiente al culto.
Descrizione

Il complesso La Santa, circondato da frutteti e formato da palazzo, casa colonica e strutture di servizio, si trova a circa 1 Km dal paese di Cunevo, su di un dosso panoramico sulla bassa Val di Non detto anticamente “Preda Cuca”; un tempo monastero agostiniano dedicato a Santa Maria Coronata, presto ceduto con tutti i suoi beni e possedimenti all’Ordine Teutonico di Bolzano, è citato dai documenti a partire dalla seconda metà del XIII secolo. Dal Quattrocento gestito da nobili patroni della zona e custodito da eremiti nel XVIII secolo, è dal 1940 di proprietà del Seminario Maggiore Arcivescovile di Trento. La chiesa al suo interno, orientata regolarmente ad est e dedicata a Santa Maria Maddalena, fu ornata da affreschi oggi appena individuabili tra XV e XVI secolo e nel Seicento venne ridotta a cappella orientata a sud chiudendo il presbiterio e creando un accesso indipendente sul lato nord della villa. Lavori di ristrutturazione interna compiuti nel 2002-2003 circa hanno riportato il luogo di culto al suo volume originario, ma si sono interrotti senza restituire all’ambiente la sua funzione. Essendo interna alla villa, la chiesa non possiede una facciata vera e propria e indipendente dalla struttura di cui fa parte: è accessibile sul lato ovest mediante un ingresso con arcata parzialmente tamponata, affiancato a sinistra da una finestra rettangolare chiusa da una grata; l’altezza del volume interno corrisponde a quello delle finestre del primo piano. Un secondo accesso è sul lato nord, nella porzione sinistra della muratura, nell’area corrispondente alla cappella seicentesca, con portale marmoreo a centinatura rientrante, due finestre quadrangolari simmetriche e una superiore centrale a lunetta. In questa porzione muraria la finitura è a intonaco raso sasso; altrove le finiture sono a intonaco tinteggiato. Un campanile-torretta esagonale è innestato sul tetto della villa in corrispondenza del presbiterio, con fusto ligneo dotato di aperture sui lati obliqui e cella a pianta quadrata forata da coppie di finestre centinate schermate da persiane; il tetto piramidale svasato a quattro falde è completato da un’asta centrale e un globo apicale. All’interno la navata unica, coperta da travature lignee, è illuminata da varie aperture asimmetriche sulle pareti ovest e nord, mentre, sul lato sud, un setto murario interrotto la separa dai due ambienti voltati a crociera adiacenti, forse gli originari luoghi di ricovero degli eremiti; un ballatoio ligneo realizzato presumibilmente con funzione di cantoria taglia orizzontalmente la zona ovest. Il presbiterio a pianta rettangolare e voltato a crociera è elevato di circa 40 cm e introdotto dall’arco santo a pieno centro, recante ancora tracce di affreschi figurati; qui si aprono due finestre centinate asimmetriche sulla parete di fondo, mentre una nicchia centinata sfonda la parete sud, dove un tempo era l’unico altare della cappella seicentesca, di fronte all’ingresso. Tutto l’interno è privo di finiture.
Pianta
La chiesa, corrispondente alla porzione settentrionale della villa, è composta da navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale e presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, dotato di un piccolo vano a pianta rettangolare al centro della parete destra.
Prospetti
La chiesa, essendo interna alla villa, non possiede una facciata vera e propria e indipendente dalla struttura di cui fa parte; è accessibile sul lato ovest mediante un ingresso con arcata parzialmente tamponata, affiancato a sinistra da una finestra rettangolare chiusa da una grata (il volume interno corrisponde a quello delle prime due finestre del primo piano) e sul lato nord, nella porzione sinistra della muratura, nell’area corrispondente alla cappella seicentesca, con portale marmoreo a centinatura rientrante e soglia elevata dal suolo, due finestre quadrangolari simmetriche e una superiore centrale a lunetta. In questa porzione muraria la finitura è a intonaco raso sasso; altrove le finiture sono a intonaco tinteggiato.
Campanile
Campanile-torretta esagonale innestato sul tetto della villa in corrispondenza del presbiterio, con fusto ligneo dotato di aperture sui lati obliqui e cella a pianta quadrata forata da coppie di aperture centinate schermate da persiane; tetto piramidale svasato a quattro falde con asta centrale e globo apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata coperta da una travatura in legno a vista, presbiterio voltato a crociera.
Coperture
Tetto del complesso a più falde, con struttura portante in legno e manto di copertura in coppi; campanile-torretta coperto da lamiera metallica.
Interni
Navata unica illuminata da varie aperture asimmetriche sulle pareti ovest e nord, separata dai due ambienti voltati a crociera adiacenti mediante un setto murario interrotto, sul lato sud; un ballatoio ligneo realizzato presumibilmente con funzione di cantoria taglia orizzontalmente la zona ovest. Presbiterio a pianta rettangolare elevato di circa 40 cm, introdotto dall’arco santo a pieno centro, recante ancora tracce di affreschi figurati; qui si aprono due finestre centinate asimmetriche sulla parete di fondo, una nicchia centinata sfonda la parete sud, mentre su quella settentrionale si trova l’ingresso. L’interno è privo di finiture.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in battuto di calce.
Adeguamento liturgico

nessuno
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