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Denno
Trento
chiesa
parrocchiale
Santi Gervasio e Protasio
Parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1965-1969); sede - aggiunta arredo (1965-1969)
XIII - XIII(menzione carattere generale); 1520 - 1542(ricostruzione intero bene); 1558 - 1558(consacrazione carattere generale); 1579/08/25 - 1579(lavori interno); 1670/07/14 - 1670/07/14(fusione campana); 1678 - 1678(restauro intero bene); 1695 - 1700(ristrutturazione intero bene); 1736/02/05 - 1736/02/05(danneggiamento sacrestia); 1744/03/25 - 1744(fusione campana); 1751 - 1751(ristrutturazione campanile); 1781 - 1781(sostituzione pavimento presbiterio); 1795 - 1796(fusione campane); 1811 - 1811(costruzione cimitero); 1827 - 1827(costruzione sacrestia sinistra); 1831 - 1831(restauro intero bene); 1837 - 1838(rifacimento tetto); 1842 - 1842(sostituzione pavimento navate); 1858 - 1858(rinvenimento affreschi presbiterio); 1871/07/16 - 1871/07/16(danneggiamento campanile); 1872 - 1888(ristrutturazione campanile); 1900 - 1907(ristrutturazione e decorazione intero bene); 1912/01/21 - 1912/01/21(erezione a sede decanale carattere generale); 1920 - 1929(decorazione navata centrale); 1921 - 1922/04/09(sostituzione campane); 1922/06/13 - 1922/06/13(erezione ad arcipretura carattere generale); 1942 - 1942(ristrutturazione
restauro e decorazione intero bene); 1960 - 1960(sostituzione manto di copertura); 1965 - 1969(adeguamento liturgico intero bene); 1972 - 1977(restauri intero bene); 1980 - 1980(restauro campanile); 1981 - 1981(installazione impianto antifurto intero bene); 2006 - 2009(restauro intero bene)
Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio <Denno>
Altre denominazioni Ss. GERVASIO e PROTASIO martiri
Autore (ruolo)
Redis, Rocco de (ricostruzione chiesa)
Tosane, Antonio de (ricostruzione chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (ricostruzione chiesa)
architettura rinascimentale clesiana (ricostruzione chiesa)
Notizie Storiche

XIII  (menzione carattere generale)

La prima menzione documentaria della pieve di Denno risale forse al 1210, quando si trova notizia di una rendita di vino “in plebe Enni” (a meno che non si tratti della pieve di Egna); nel 1276 compare una menzione simile e per la prima volta nel 1288 e 1289 il nome del pievano Trentino. La dedicazione della chiesa ai Santi martiri Gervasio e Protasio sarebbe comunque indice di un’origine molto antica, facendo ritenere agli studiosi che si tratti di una delle pievi di più antica fondazione. L’edificio antico, con tetto a due ripidi spioventi, oculo sopra il portale di facciata, tre finestre sul lato sud e campanile a destra, dove oggi è la sacrestia, nel Quattrocento aveva tre altari, il maggiore dedicato ai titolari e uno dei minori a Sant’Antonio Abate.

1520 - 1542 (ricostruzione intero bene)

Intorno al 1520 iniziò il lungo cantiere di ricostruzione della pieve, diretto dai maestri comacini Rocco de Redi e Antonio de Tosane che lasciarono memoria del proprio nome su di una targa in facciata, rinvenuta nel corso dell’ultimo restauro. Il cantiere si protrasse per anni con fasi alterne: sembra che fosse sospeso nel 1525 in occasione della “guerra rustica”, mentre i visitatori vescovili nel 1537 esortarono i fedeli a concludere la costruzione "magna ex parte iam de novo fabricata tamen nondum perfecta", mancante dell'avvolto e del tetto. L’edificio si compì nel 1542 (data riportata, oltre che sulla targa in facciata, anche in un’iscrizione che ricordava il pievano Gaspare Iosio, un tempo leggibile sull’arco santo), grazie anche al contributo di quattordici famiglie facoltose, che così ottennero, secondo la tradizione, di poter dipingere il proprio stemma sulle chiavi di volta del soffitto.

1558  (consacrazione carattere generale)

La chiesa, con i suoi cinque altari, venne consacrata da monsignor Mariano Mano, suffraganeo del cardinale Cristoforo Madruzzo, nel 1558.

1579/08/25 - 1579 (lavori interno)

Il 25 agosto 1579, nel corso della visita pastorale della valle, venne prescritta una trave fissa all’arco del presbiterio, su cui fissare un crocifisso, e altri miglioramenti e restauri.

1670/07/14  (fusione campana)

La campana minore della pieve, rottasi nel 1662, venne rifusa il 14 luglio 1670 nel cimitero di Nanno, dove il fonditore aveva realizzato un forno per il getto dei bronzi di quella chiesa, distrutti da un incendio l’anno precedente.

1678  (restauro intero bene)

L’edificio venne restaurato nel 1678 e un pittore di Mezzolombardo, forse Federico Weier, ornò la sacrestia.

1695 - 1700 (ristrutturazione intero bene)

Alla fine del XVII secolo la chiesa fu oggetto di vari interventi: nel 1695 vennero rinnovate le coperture del tetto; l’anno successivo si realizzarono le balaustre e la scalinata (presumibilmente del presbiterio). Carlo Prati di Trento realizzò l’organo nel 1699; lo strumento venne terminato alla sua morte da Giuseppe Bonatti di Desenzano, nel 1700. Il suo posizionamento sulla cantoria in controfacciata comportò il tamponato dell’oculo centrale e l’apertura di finestre a lunetta nella prima campata delle navate laterali.

1736/02/05  (danneggiamento sacrestia)

Il 5 febbraio 1736 un incendio scoppiato in sacrestia distrusse molte suppellettili liturgiche e la maggior parte dei registri e documenti della chiesa e del comune, qui conservati in un’apposita cassa.

1744/03/25 - 1744 (fusione campana)

La campana maggiore, rottasi nel 1743, venne consegnata il 25 marzo dell’anno seguente al fonditore Pietro Soleti di Trento, perché la rifondesse.

1751  (ristrutturazione campanile)

Nell’estate del 1751 il vescovo coadiutore e plenipotenziario Leopoldo Ernesto Firmian, ponendo fine ad una lite per la divisione delle spese durata anni, ordinò di far riparare subito il campanile, che era minato da fessure pericolose, demolendo e ricostruendo la copertura. L’anno successivo si aggiunse una quinta campana al concerto.

1781  (sostituzione pavimento presbiterio)

Il pavimento del presbiterio venne rinnovato nel 1781.

1795 - 1796 (fusione campane)

Nel 1795, essendosi rotta la campana maggiore, se ne fusero al suo posto altre tre; il lavoro fu affidato al bresciano Lorenzo Maggi, che però lo abbandonò dopo qualche mese per contrasti con il comune. Le campane vennero fuse l’anno successivo.

1811  (costruzione cimitero)

Nel 1811, obbedendo alla legislazione napoleonica, un nuovo cimitero venne costruito fuori dall’abitato; contestualmente fu dismesso il vecchio, che si trovava accanto alla pieve, demolendo il muro di cinta verso la piazza e i due portali d’accesso.

1827  (costruzione sacrestia sinistra)

Risale al 1827 la costruzione della sacrestia a sinistra del presbiterio, realizzata per riporvi gli argenti.

1831  (restauro intero bene)

La chiesa venne restaurata nel 1831.

1837 - 1838 (rifacimento tetto)

Tra il 1837 e il 1838 venne modificato il profilo superiore della facciata e fu rifatto il tetto, coperto di lastre d’ardesia a pendenza limitata, falsando le linee originali della costruzione. I lavori, realizzati su progetto dall’ingegnere Luigi de Eccher modificato poi dal’Ufficio del Genio, vennero finanziati da Lorenzo Parisi di Denno, ricordato in una targa apposta in facciata.

1842  (sostituzione pavimento navate)

Nel 1842 venne rinnovato il pavimento delle navate, rimuovendo le lapidi sepolcrali antiche, in parte collocate all’esterno.

1858  (rinvenimento affreschi presbiterio)

Nel maggio del 1858 si scrostarono le pareti del presbiterio, per renderle più regolari in occasione del montaggio del nuovo altare maggiore; comparvero allora, secondo una nota del parroco, tracce di affreschi cinquecenteschi e un’iscrizione del 1520 che ricordava il pievano Tomeo di Denno.

1871/07/16  (danneggiamento campanile)

Il 16 luglio 1871 un furioso incendio distrusse la contrada di Borghetto e si propagò al campanile, causando la perdita del castello e delle cinque campane. Nello stesso anno i tre altari lignei di San Rocco, di Sant’Antonio Abate e di Santa Caterina d’Alessandria vennero rimossi dalla chiesa e demoliti.

1872 - 1888 (ristrutturazione campanile)

I danni al campanile furono riparati nel giro di poco più di un anno; cinque nuovi bronzi della ditta de Poli di Vittorio Veneto furono benedetti e ricollocati, un sesto si aggiunse nel 1888, grazie ad offerte private.

1900 - 1907 (ristrutturazione e decorazione intero bene)

Ai primi del Novecento si riaprirono le antiche fessure del campanile, che venne restaurato nelle fondamenta, nella cella e nelle pareti con chiavi e serraglie in ferro. Nello stesso periodo la chiesa venne sottoposta ad un intervento di ristrutturazione: le finestre a lunetta aperte nella prima campata furono trasformate in monofore archiacute simili alle altre e nel 1907 Giovanni Battista Chiocchetti affrescò una serie di angeli sulla volta del presbiterio e dell’abside, ripassando, in quell’occasione, gli stemmi dipinti nei medaglioni al colmo dell’arco santo.

1912/01/21  (erezione a sede decanale carattere generale)

Il 21 gennaio 1912 la parrocchia di Denno fu elevata a sede decanale.

1920 - 1929 (decorazione navata centrale)

Presumibilmente negli anni Venti Francesco Giustiniani realizzò gli otto tondi con Evangelisti e Dottori della Chiesa sulle pareti della navata maggiore.

1921 - 1922/04/09 (sostituzione campane)

Tutte le campane tranne una furono requisite durante la prima guerra mondiale; nel dicembre del 1921 il concerto venne rifuso dalla ditta Luigi Colbacchini di Trento. I sei bronzi vennero benedetti dal decano don Fadanelli il 18 dicembre e collocati su un castelletto rinnovato dal signor Gelpi di Trento; suonarono per la prima volta il 9 aprile 1922, domenica delle Palme.

1922/06/13  (erezione ad arcipretura carattere generale)

Con decreto del 13 giugno 1922 il vescovo Celestino Endrici insignì la chiesa del titolo e della dignità di arcipretura.

1942  (ristrutturazione, restauro e decorazione intero bene)

Nel maggio del 1942 le pareti interne vennero rivestite da uno zoccolo in pietra, bocciardata nelle navate e lucida sul presbiterio; Matteo Tevini eseguì delle decorazioni sulle pareti e sulle volte, ripulendo e ripassando i dipinti già esistenti di Chiocchetti e Giustiniani. Verosimilmente in quest’occasione realizzò l’affresco con i santi patroni di Denno per la lunetta del portale maggiore (ora in canonica).

1960  (sostituzione manto di copertura)

Il manto di copertura della chiesa, in ardesia, venne sostituito con uno in tegole di cemento nel 1960. Venne rinnovata inoltre la lattoneria.

1965 - 1969 (adeguamento liturgico intero bene)

L'adeguamento liturgico della chiesa venne effettuato nella seconda metà degli anni Sessanta: l’altare maggiore venne privato delle decorazioni neogotiche in legno dipinto e in parte smembrato; con i pezzi ricavati si realizzarono l’altare verso il popolo e l’ambone. Le balaustre sono state arretrate di un paio di metri. Tra le disposizioni suggerite dalla curia nel febbraio del 1969 c’erano lo spostamento dell’altare maggiore in fondo all’abside, la rimozione delle scale di accesso al pulpito e alla cantoria e l’avanzamento dell’acquasantiera a colonna dal’ingresso nella navata centrale.

1972 - 1977 (restauri intero bene)

Nell’estate del 1972 vennero intrapresi urgenti lavori di ristrutturazione sul campanile, con la sostituzione del castello campanario, la rifusione di una campana fessa, la sostituzione dell’impianto elettrico di movimentazione dei bronzi. La sistemazione del tetto della chiesa fu operata tra il 15 ottobre del 1973 e il 18 febbraio 1974 dalla ditta di Enrico Pegoretti di Vigolo Vattaro, su progetto del geometra D. Mauro. Un restauro generale interessò l’edificio nel 1976; nel 1977 l’organo venne restaurato e trasferito nell’abside, spostando l’ancona maggiore sulla parete della navata sinistra. Una volta liberata la cantoria, fu riaperto l’oculo in facciata.

1980  (restauro campanile)

Nel 1980 venne restaurata la lanterna del campanile e la sua copertura.

1981  (installazione impianto antifurto intero bene)

Nel gennaio del 1981 l’Assessorato alle Attività culturali e sportive della Provincia Autonoma di Trento stanziò un finanziamento per l’installazione di un impianto di allarme e antifurto in chiesa.

2006 - 2009 (restauro intero bene)

Nel settembre del 2006 iniziarono i lavori di restauro generale della chiesa, su progetto dell’architetto Manuel Breda con l’alta sorveglianza dell’architetto Giorgia Gentilini. I lavori comportarono il completo rifacimento del tetto secondo l’assetto originario; vennero inoltre restaurate le superfici esterne, il portale maggiore con l’affresco originario sulla lunetta soprastante (Consorzio Ars, 2008) e le porte lignee (ditta Opera IV di Seregnano); fu sostituito l’impianto parafulmine risalente agli anni Ottanta e venne disposta l’illuminazione del quadrante dell’orologio sul lato nord del campanile. Nell’autunno del 2009 venne approvato il progetto dell’architetto Gentilini di sostituzione dei serramenti della sacrestia e di realizzazione di un servizio igienico. Nel settembre 2011 sono stati presentati progetti per il restauro di superfici e arredi interni.
Descrizione

Al centro dell’abitato di Denno sorge la pieve dei Santi Gervasio e Protasio, dedicazione unica in diocesi e indice di antichità; le prime notizie documentarie sulla sua esistenza sono del XIII secolo, ma l’edificio attuale, orientato regolarmente ad est, risale alla prima metà del Cinquecento, ed è opera dei maestri comacini Rocco de Redi e Antonio de Tosane che hanno lasciato memoria del proprio nome su di una targa in facciata. Il recente restauro, oltre a rivelare questa targa, ha restituito alla copertura la sua forma originaria, compromessa da un intervento ottocentesco. La facciata a due ripidi spioventi è parzialmente occultata a destra dal campanile (scandito orizzontalmente dalla presenza di chiavi in ferro e dotato di quadrante di orologio sul lato nord, quattro ampie monofore centinate nella cella, tiburio ottagonale con luci a centinatura rientrante alternativamente aperte e tamponate su ogni lato e copertura a bulbo) e rinforzata a sinistra da due contrafforti a parallelepipedo, corrispondenti alla suddivisione interna in tre navate; il portale maggiore architravato, con attico centrato da lunetta affrescata, è sormontato da un oculo strombato, sopra il quale corre una cornice modanata. Le fiancate simmetriche sono ritmate ciascuna da cinque contrafforti a parallelepipedo, corrispondenti alla suddivisione interna in quattro campate, e illuminate da tre ampie monofore archiacute con luci traforate; gli ingressi secondari gemelli si aprono in corrispondenza della terza campata. Il presbiterio a pianta rettangolare presenta una coppia di monofore simmetriche, è serrato tra i volumi più bassi della sacrestia (a destra) e del locale caldaia (a sinistra) e concluso dall’abside poligonale; anche qui si ripetono le monofore archiacute (nelle pareti oblique) e i contrafforti, posti per angolo, mentre un oculo si apre sulla parete di fondo. Le finiture sono a intonaco, con cantonali, contrafforti e cornici in pietra calcarea. L’interno è diviso in tre navate, ognuna di quattro campate, da dieci possenti pilastri ottagonali in pietra a vista, da cui si dipartono una serie di arcate longitudinali e trasversali a sesto acuto e le nervature della volta reticolata, sempre in pietra a vista. La controfacciata della navata maggiore è tagliata orizzontalmente dal parapetto della cantoria, mentre due altari laterali si appoggiano alla parete di fondo delle navate minori. Il presbiterio, elevato di un gradino e avanzato verso la navata centrale, è raggiungibile oltrepassando l’enorme arco santo a sesto acuto; diviso in due campate, è completato dall’abside poligonale; sul fondo è posizionato l’antico organo, mentre otto caratteristici peducci fogliati sostengono le nervature della volta. Tondi dipinti con Evangelisti e Dottori della Chiesa, opera di Francesco Giustiniani, ornano la navata maggiore; sulle vele del presbiterio e dell’abside vi sono invece figure angeliche realizzate da Giovanni Battista Chiocchetti nel 1907.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, divisa in tre navate; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da abside poligonale.
Facciata
Facciata a due ripidi spioventi, parzialmente occultata a destra dal fusto del campanile e rinforzata a sinistra da due contrafforti a parallelepipedo in pietra calcarea a vista, corrispondenti alla suddivisione interna in tre navate. Lo zoccolo di base è interrotto dall’inserimento del portale maggiore architravato con attico centrato da lunetta affrescata, sormontato da un oculo strombato, sopra il quale corre una cornice orizzontale modanata. Finiture a intonaco.
Prospetti
Fiancate profilate orizzontalmente dallo zoccolo di base e dalla cornice sottogronda, ritmate ciascuna da cinque contrafforti a parallelepipedo, corrispondenti alla suddivisione interna delle navate in quattro campate, tre delle quali illuminate da ampie monofore archiacute con luci traforate; gli ingressi secondari gemelli si aprono in corrispondenza della terza campata. Il presbiterio presenta una coppia di monofore simmetriche, è serrato tra i volumi più bassi della sacrestia (a destra) e del locale caldaia (a sinistra) e concluso dall’abside poligonale; anche qui si ripetono le monofore archiacute (nelle pareti oblique) e i contrafforti, posti per angolo, mentre un oculo si apre sulla parete di fondo. Finiture a intonaco; cantonali, contrafforti e cornici in pietra calcarea.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare addossata alla facciata sulla destra, con ingresso architravato sul lato nord e fusto intonacato, dotato di cantonali sfalsati in pietra a vista e scandito orizzontalmente dalla presenza di chiavi in ferro. Quadrante di orologio sul lato nord, appena sotto la cella, dotata di quattro ampie monofore centinate; tiburio ottagonale intonacato e tinteggiato, con cornici e lesene angolari e luci a centinatura rientrante alternativamente aperte e tamponate su ogni lato. Copertura a bulbo con globo e croce apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: volta reticolata costolonata nelle navate e sul presbiterio.
Coperture
Tetto a due spioventi sopra le navate e il presbiterio, a più spioventi sopra l’abside, a spiovente unico sopra la sacrestia; struttura portante in legno, manto di copertura in scandole lignee (sulla chiesa) e in lamiera metallica (sui locali di servizio e sul campanile).
Interni
Interno a tre navate, ognuna divisa in quattro campate da dieci possenti pilastri ottagonali in pietra a vista, da cui si dipartono una serie di arcate longitudinali e trasversali a sesto acuto e le nervature della volta, sempre in pietra a vista. La controfacciata della navata maggiore è tagliata orizzontalmente dal parapetto della cantoria, oggi priva di scala d’accesso, mentre due altari laterali si appoggiano alla parete di fondo delle navate minori. Il presbiterio, elevato di un gradino e avanzato verso la navata centrale, è raggiungibile oltrepassando l’enorme arco santo a sesto acuto; diviso in due campate, è completato dall’abside poligonale molto illuminata, per la presenza di ampie luci sulle pareti oblique e dell’oculo centrale. Sul fondo è posizionato l’antico organo, mentre otto caratteristici peducci fogliati sostengono le nervature della volta. Finiture a intonaco tinteggiato, ove non vi siano dipinti murali; la base delle pareti è rivestita in pietra calcarea.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento a quadrotte di pietra calcarea alternativamente bianche e rosse, disposte in corsi diagonali.
Elementi decorativi
L’interno è ornato da dipinti murali figurati e da stemmi gentilizi lungo le pareti della navata centrale, alla sommità dell’arco santo e sulla volta del presbiterio e dell’abside.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1965-1969)
L’adeguamento liturgico è stato attuato nella seconda metà degli anni Sessanta mediante il prolungamento dello spazio presbiteriale, avanzato verso la navata maggiore, l’arretramento delle balaustre lapidee e lo smembramento dell’altare maggiore storico, reimpiegato in alcune sue parti in marmo e legno dorato per realizzare l’altare verso il popolo, ad ara, a raso pavimento, al centro del presbiterio avanzato, e l’ambone, a destra, entrambi caratterizzati sul lato frontale da nicchie dal profilo ogivale ospitanti statuine. La custodia eucaristica si trova nel tabernacolo dell’altare maggiore storico.
sede - aggiunta arredo (1965-1969)
La sede del celebrante è costituita da una sedia a braccioli in legno con seduta e schienale imbottiti, posta entro il presbiterio, a sinistra, su di una pedana che la eleva di un gradino.
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