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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Spormaggiore
Trento
chiesa
sussidiaria
S. Vigilio
Parrocchia della Natività di Maria
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1981 circa)
XIII - 1288(preesistenze intorno); 1443 - 1443(consacrazione carattere generale); 1500 - 1537(costruzione intero bene); 1579 - 1579(riparazioni intero bene); 1616 - 1616(manutenzione intero bene); XVIII - XVIII(cambio di dedicazione carattere generale); 1719 - 1719(costruzione cappella della Madonna); 1766 - 1766(modifiche finestre); 1868 - 1868(demolizione abside); 1909 - 1913(restauro intero bene); 1913/12/26 - 1913/12/26(benedizione carattere generale); 1974/04/30 - 1976/09/09(spogliazione cappella della Madonna); 1983 - 1985(restauro intero bene); 2002 - 2005(restauro intero bene); 2007/11/30 - 2008(restauro meridiana); 2010/07/26 - 2010(tinteggiatura interno); 2011 - 2011(progetto di restauro affreschi e decorazioni)
Chiesa di San Vigilio
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Vigilio <Spormaggiore>
Altre denominazioni Natività di Maria
S. Luigi
S. Vigilio
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

XIII - 1288 (preesistenze intorno)

La prima citazione documentata di un pievano a Spor risale al 1288 e nomina un certo Nicolò il quale, nel 1295, pagò la decima papale. A questa data doveva dunque esistere una chiesa, intitolata a San Vigilio in un documento del 1309, il cui campanile è da riconoscere nel primo nucleo di quello tuttora esistente.

1443  (consacrazione carattere generale)

La chiesa fu consacrata nel 1443 da fra Giovanni, vescovo titolare di Tino e Micone e suffraganeo di Trento, probabilmente a seguito di un ampliamento o di un restauro del primo edificio.

1500 - 1537 (costruzione intero bene)

La costruzione attuale risale alla prima metà del Cinquecento; il cantiere doveva essere attivo tra il 1512 e il 1515, durante la reggenza del pievano Marco de Fabris da Cles, se a lui fa riferimento l’iscrizione P. M. / F. (presbiter Marcus Fabris o fecit) incisa sulla chiave di volta con calice della terza campata, ma la chiusura dei lavori potrebbe anche essere avvenuta più avanti, nei primi anni Trenta. La nuova chiesa pievana fu eretta grazie al contributo economico della famiglia de Concini, all’epoca titolare della giurisdizione di Belfort, e di altre nobili casate, i cui stemmi vennero dipinti sulle chiavi di volta sull’arco santo. Visitata nel 1537, aveva un altare dedicato alla Madonna all’interno di una cappella.

1579  (riparazioni intero bene)

Il progressivo aumento di prestigio e di ricchezza della chiesa è testimoniato dal fatto che nel 1579 vi fossero al suo interno ben cinque altari; i visitatori vescovili ordinarono in quell’anno di far riparare il tetto e le finestre.

1616  (manutenzione intero bene)

Durante la visita pastorale del 1616 il vescovo suffraganeo Pietro Belli ordinò di provvedere la chiesa di un nuovo battistero e di rinfrescare i dipinti murali presenti, imbiancando l’esterno e l’interno dove non vi fossero decorazioni.

XVIII  (cambio di dedicazione carattere generale)

Nel verbale della visita pastorale del 1708 la chiesa non viene più detta di San Vigilio, ma dell’Assunta, e, più avanti, della Natività di Maria. La progressiva preminenza della devozione mariana su quella del vescovo Vigilio è documentata indirettamente già dal soggetto della pala per l’altare maggiore, dipinta da Martino Teofilo Polacco nel 1614, dove la Madonna incoronata occupa la sommità della tela, occupata in basso dai santi protettori della diocesi.

1719  (costruzione cappella della Madonna)

Per volere dei conti Spaur di Sporminore, nel 1719 fu eretta a sinistra della chiesa l’ottagonale cappella della Madonna, destinata ad onorare la statua lignea quattrocentesca, ritenuta miracolosa in particolare a favore dei bambini nati morti, che venivano battezzati dopo aver riconosciuto in loro dei segni di vita.

1766  (modifiche finestre)

Nel 1766 i visitatori vescovili consigliarono, a protezione contro i possibili furti, di murare le finestre presenti in facciata, di aprirne due a lunetta e di dotare quelle del coro e della sacrestia di inferriate.

1868  (demolizione abside)

L’abside della chiesa antica venne demolita nel 1868, insieme con la sacrestia e la quattrocentesca cappella dei Santi Rocco e Sebastiano nel vecchio cimitero, per fare posto alla nuova parrocchiale. La porzione superstite dell’edificio venne adibita a ripostiglio.

1909 - 1913 (restauro intero bene)

La Commissione centrale per la conservazione dei monumenti accolse nel 1909 la proposta di restituire la chiesa al culto, dando disposizioni sui restauri da eseguire; il ministero del culto concesse un finanziamento di 3000 corone, a patto che non venisse modificato il campanile e che fosse mantenuta la cantoria lignea. I lavori vennero eseguiti nel 1913, su progetto dell’architetto Mario Sandonà.

1913/12/26  (benedizione carattere generale)

Il 26 dicembre 1913, al termine dei lavori, la chiesa venne benedetta.

1974/04/30 - 1976/09/09 (spogliazione cappella della Madonna)

La venerata scultura della Madonna venne trafugata il 30 aprile 1974, ma fu fortunatamente ritrovata a Brescia il 9 settembre 1976 e restituita alla chiesa.

1983 - 1985 (restauro intero bene)

Nel settembre del 1976 la Provincia Autonoma di Trento assunse in amministrazione diretta i lavori di drenaggio, posa in opera dei canali di gronda, fissaggio delle pietre smosse, tinteggiatura interna, scoprimento e restauro di affreschi, eseguiti nel 1983-1985. Anche il campanile fu interessato dall’intervento.

2002 - 2005 (restauro intero bene)

Tra il 2002 e il 2005 circa fu attuato il progetto di restauro, risanamento e consolidamento statico del complesso delle due chiese e della cappella della Madonna, redatto dagli architetti Cristina Mayr e Alessandro Giovannini e dall’ingegner Paolo Mayr. Venne sostituito il manto di copertura della cappella, ritinteggiata all’esterno e all’interno, fu smontato e ripassato il manto di copertura della chiesa antica su cui furono posati nuovi nasi fermaneve, venne controllata e sostituita la lattoneria, venne rifatto l’impianto parafulmine. Sul campanile vennero ripassati la carpenteria lignea del castello campanario e il sistema di risalita alla cella e venne controllato il meccanismo per la movimentazione delle campane. Furono inoltre restaurati gli elementi lapidei.

2007/11/30 - 2008 (restauro meridiana)

Il 30 novembre 2007 l’Ufficio Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Trento espresse parere favorevole al progetto di recupero e restauro della superficie pittorica della meridiana sulla parete sud; l’opera venne realizzata da Enrica Vinante entro la fine del 2008.

2010/07/26 - 2010 (tinteggiatura interno)

Il 26 luglio 2010 è stato dato dall’Ufficio Arte Sacra parere favorevole al progetto di tinteggiatura degli interni, in concomitanza con il restauro dell’altare e della pala già in atto, redatto dall’architetto Andrea Nainer di Trento.

2011  (progetto di restauro affreschi e decorazioni)

Sono in attesa di finanziamento i lavori di restauro di affreschi esterni (sul muro del campanile) e arredi e decorazioni interne (cantoria e cassa d’organo, stemma Spaur, statue lignee, putti in stucco) i cui progetti, presentati dalla restauratrice Maria Luisa Krentzlin di Trento, hanno ricevuto parere favorevole dall’ufficio Arte Sacra nell’autunno del 2011.
Descrizione

Orientata regolarmente ad est, la vecchia pieve di Spormaggiore, dedicata a San Vigilio, sorge all’estremità nord-ovest della piazza del paese, mancante dell’abside, demolita per far posto al cantiere della nuova parrocchiale, nel 1868. Mentre il campanile in pietra a vista, addossato alla facciata, con tre ordini di aperture centinate (monofore nel primo, trifore con colonnine e capitelli a stampella negli altri due) e copertura piramidale risale al XIII secolo, la struttura della chiesa è della prima metà del Cinquecento, sicuramente compiuta prima della visita pastorale clesiana del 1537. La facciata a due spioventi con portale lapideo archiacuto strombato è preceduta da un portico a pianta rettangolare, appoggiato al campanile sul lato nord, con arcate a tutto sesto sostenute da una colonna angolare su plinto e coperto da volta a crociera. Entrambe le fiancate sono scandite da contrafforti sagomati in pietra calcarea a vista che segnalano la suddivisione interna in tre campate; due monofore archiacute si aprono lungo quella destra, mentre la sinistra è cieca e ad essa si addossa il corpo quadrangolare della cappella della Madonna, marcata da lesene angolari intonacate riprese sul tiburio ottagonale e completata da cupola con lanterna vetrata e copertura a campana. All’interno la navata unica è divisa in tre campate dal profilo ogivale da coppie di paraste in pietra a vista, da cui si dipartono i costoloni di sostegno alla volta reticolata, raccordati da chiavi in pietra a forma di scudo. In controfacciata si apre un rosoncino con anello interno raccordato da sei raggi fiammati ed è presente la cantoria lignea con parapetto mistilineo; un’arcata ogivale in pietra a vista introduce nel breve presbiterio rettangolare, occupato dalla struttura dell’altare storico, elevato di un gradino, e concluso da una seconda arcata a sesto acuto, che originariamente conduceva all’abside. Lungo la parete sinistra della terza campata una porta mette in comunicazione la chiesa antica con la cappella della Madonna e questa con la chiesa nuova; la cappella, a pianta quadrata, fu fatta erigere dalla famiglia Spaur nel 1719 in onore della venerata scultura lignea della Madonna con Gesù Bambino, del primo Quattrocento, ritenuta miracolosa soprattutto nei confronti dei bambini nati morti, portati davanti al simulacro nella speranza di ottenere un segno di vita, sufficiente per battezzare i piccoli e poterli seppellire nel camposanto. Qui coppie di paraste angolari sorreggono quattro ampie arcate a pieno centro che chiudono le pareti, raccordate da altrettanti pennacchi d’imposta del tamburo ottagonale, in cui le finestre si alternano ai dipinti, base per la cupola.
Preesistenze
Il campanile, risalente presumibilmente al XIII secolo, è la parte più antica della struttura.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale, preceduta da un portico asimmetrico a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale; breve presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale. Cappella della Madonna a pianta quadrata con gli angoli smussati affiancata alla chiesa, a sinistra.
Facciata
Facciata a due spioventi con apertura sommitale del sottotetto, occultata, sulla sinistra, dal volume del campanile; davanti all’ingresso, con portale lapideo archiacuto strombato, si sviluppa un portico a pianta rettangolare, appoggiato al campanile sul lato nord, con arcate a tutto sesto in pietra calcarea sostenute da una colonna angolare su plinto e coperto da volta a crociera. Finiture parte in pietra a vista (conci angolari del lato sud-ovest) e parte a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Entrambe le fiancate sono scandite da contrafforti sagomati in pietra calcarea a vista che segnalano la suddivisione interna in tre campate; due monofore archiacute si aprono lungo quella destra, mentre la sinistra è cieca e ad essa si addossa il corpo quadrangolare della cappella della Madonna, marcata da lesene angolari intonacate riprese sul tiburio ottagonale, forato da quattro finestre rettangolari, e completata da cupola sormontata da lanterna vetrata sempre ottagonale, caratterizzata dalla presenza di otto pilastrini angolari in pietra calcarea e dalla copertura a campana, con alto pinnacolo, croce e banderuola. La costruzione è priva di abside, demolita per fare spazio alla nuova parrocchiale. Finiture a intonaco tinteggiato, cornice sottogronda e zoccolo profilato in pietra a vista.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare addossata alla facciata, sulla sinistra; fusto in pietra a vista caratterizzato dalla presenza di tre ordini di aperture centinate, monofore nel primo, trifore con colonnine e capitelli a stampella negli altri due. Una cornice orizzontale chiude la cella campanaria e la separa dalla copertura piramidale in pietra, conclusa da globo, croce apicale e bandierina segnavento.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata coperta da volta reticolata costolonata; presbiterio da volta a botte ogivale. La cappella della Madonna è coperta da una cupola a otto spicchi, interrotti dal foro circolare centrale della lanterna.
Coperture
Navata e presbiterio coperti da tetto a due spioventi, cupola e lanterna della cappella da tetto a otto falde; struttura portante in legno, manti di copertura in tegole a coda di castoro in laterizio (navata e presbiterio), scandole lignee (cupola della cappella e portico in facciata) e lamiera di rame (lanterna).
Interni
Navata unica divisa in tre campate dal profilo ogivale da coppie di paraste in pietra a vista, da cui si dipartono i costoloni di sostegno alla volta, raccordati da chiavi in pietra a forma di scudo. In controfacciata si apre un rosoncino con anello interno raccordato da sei raggi fiammati, è presente la cantoria lignea con parapetto mistilineo e una nicchia centinata a destra ospita il confessionale; altre due nicchie simmetriche con arcata a sesto ribassato ospitano altrettante statue sulle pareti della seconda campata, dove è murato, a sinistra, un portale architravato in pietra. Un’arcata ogivale in pietra a vista introduce nel breve presbiterio rettangolare, occupato dalla struttura dell’altare storico, elevato di un gradino, e concluso da una seconda arcata a sesto acuto, che originariamente conduceva all’abside. Lungo la parete sinistra della terza campata una porta mette in comunicazione la chiesa antica con la cappella della Madonna e questa con la chiesa nuova; la cappella a pianta quadrata, a quota pavimentale più bassa di due gradini, è caratterizzata dalla presenza dell’altare marmoreo con la venerata scultura lignea della Madonna con Gesù Bambino, del primo Quattrocento. Coppie di paraste angolari sorreggono quattro ampie arcate a pieno centro che chiudono le pareti, raccordate da altrettanti pennacchi d’imposta del tamburo ottagonale, in cui le finestre si alternano ai dipinti, base per la cupola con lanterna. Finiture a intonaco tinteggiato; rivestimento marmoreo della parte bassa delle pareti nella cappella.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento della navata e del presbiterio in lastre rettangolari di pietra calcarea; pavimento della cappella della Madonna a quadrotte di pietra calcarea bianca e rossa, disposte a scacchiera.
Elementi decorativi
Affreschi del secondo Quattrocento ornano la base del campanile, sul lato sud; decorazioni in stucco di bottega lombarda del 1719 circa ingentiliscono l’accesso e l’interno della cappella della Madonna.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1981 circa)
L’adeguamento liturgico è stato attuato con l’accostamento di elementi eterogenei, almeno in parte dopo il 1981, anno in cui era ancora montato il pulpito ligneo seicentesco con interventi settecenteschi, il cui parapetto è stato integrato da un pianale e utilizzato come altare verso il popolo, collocato al centro della terza campata, a raso pavimento; un leggio ligneo, elevato su di una pedana e frutto dell’assemblaggio dei pannelli della predella dell'altare storico, datato 1608, lo affianca sulla destra, come ambone. Una sedia a braccioli in legno posta tra l’altare maggiore storico e quello verso il popolo costituisce la sede. Le balaustre, presumibilmente lignee, sono andate quasi certamente distrutte; un tabernacolo a cassetta in metallo stampato e dorato, contenente la custodia eucaristica, è stato posto su di una mensola a muro, a sinistra dell’arco santo.
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