chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Spormaggiore
Trento
chiesa
parrocchiale
Natività di Maria
Parrocchia della Natività di Maria
Pianta; Facciata; Prospetti; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1967); custodia eucaristica - aggiunta arredo (2002 circa)
1867 - 1875(costruzione intero bene); 1875/09/26 - 1875/09/26(consacrazione carattere generale); 1910 - 1910/02/24(rinnovo campane); 1917 - 1917(spogliazione campane); 1922 - 1931(decorazione interno); 1926 - 1926(rifusione campane); 1946 - 1950(costruzione organo); 1964 - 1964(decorazione esterno); 1967 - 1967/12/10(adeguamento liturgico presbiterio); 1971 - 1971(ristrutturazione esterno); 1976 - 1976(danneggiamento intero bene); 1977 - 1978(restauro intero bene); 2002 - 2005(restauro intero bene); 2006/03/20 - 2006(ristrutturazione e decorazione sagrato)
Chiesa della Nativita di Maria
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa della Nativita di Maria <Spormaggiore>
Altre denominazioni Natività di Maria
Autore (ruolo)
Claricini, Leopoldo de (progetto)
Fantini, Benedetto Alessandro Filippo (costruzione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
architettura eclettica (costruzione)
Notizie Storiche

1867 - 1875 (costruzione intero bene)

Fin dal 1852 si iniziò a radunare il materiale per la prevista erezione di una nuova chiesa a Spormaggiore, di estrema necessità per l’avvenuta crescita della popolazione, che, secondo una relazione inviata il 24 febbraio 1866 dal parroco don Agostino Tambosi al vescovo, in 50 anni era raddoppiata e che quindi la vecchia chiesa cinquecentesca non poteva più contenere. L’iniziale idea di ampliare l’edificio esistente venne accantonata e si decise di realizzarne uno nuovo, grandioso, ad esso perpendicolare, rispettando la settecentesca cappella della Madonna e la navata della vecchia pieve, ma sacrificandone l’abside, la sacrestia e il cimitero, con la cappella dei Santi Rocco e Sebastiano. Dopo che due progetti vennero respinti, fu accettato quello dell’ingegnere circolare Leopoldo de Claricini, di minor spesa. Il cantiere, affidato all’impresa di Benedetto Fantini, iniziò nel 1867, con il livellamento e il consolidamento del terreno, e si concluse nel 1875.

1875/09/26  (consacrazione carattere generale)

Monsignor Giovanni Haller, coadiutore del principe vescovo Benedetto Riccabona, consacrò il nuovo tempio il 26 settembre 1875.

1910 - 1910/02/24 (rinnovo campane)

Nel 1908 si deliberò la spesa per cinque nuove campane, fuse dalla ditta Colbacchini all’inizio di gennaio del 1910 e collocate sul campanile il 24 febbraio.

1917  (spogliazione campane)

La requisizione bellica del 1917 risparmiò solamente la campana più antica, del 1629.

1922 - 1931 (decorazione interno)

Matteo Tevini ornò con dipinti murali le volte della navata e del presbiterio e il catino absidale tra il 1922 e il 1931.

1926  (rifusione campane)

La rifusione delle campane perdute avvenne grazie ai fondi del Governo italiano nel 1926, ad opera della ditta Dadda Francesco e figli di Crema.

1946 - 1950 (costruzione organo)

Risale al 1946 il progetto per la realizzazione di un grande organo Mascioni con le due casse sulle pareti laterali del presbiterio; lo strumento venne realizzato e montato qualche anno dopo, intorno al 1950.

1964  (decorazione esterno)

Marco Bertoldi eseguì i dipinti murali nelle due lunette dei portali, in facciata e sul fianco destro, nel 1964.

1967 - 1967/12/10 (adeguamento liturgico presbiterio)

L’adeguamento liturgico strutturale del presbiterio, attuato mediante lo smembramento e la ricollocazione dell’altare storico, fu attuato nell’autunno del 1967; l’altare verso il popolo venne consacrato il 10 dicembre.

1971  (ristrutturazione esterno)

Lavori di ristrutturazione degli esterni (sistemazione di cornicione e coperture, rifacimento degli scarichi esterni e sotterranei, tinteggiatura) vennero effettuati nell’autunno del 1971.

1976  (danneggiamento intero bene)

La chiesa venne gravemente lesionata da una scossa di terremoto nel 1976.

1977 - 1978 (restauro intero bene)

Tra il 1977 e il 1978, grazie ai contributi dell’Assessorato alle attività culturali e sportive della Provincia Autonoma di Trento, venne rifatto il tetto e la chiesa venne restaurata e risanata dai danni sismici.

2002 - 2005 (restauro intero bene)

Tra il 2002 e il 2005 circa il complesso delle chiese di Spormaggiore venne restaurato, risanato e consolidato su progetto degli architetti Cristina Mayr e Alessandro Giovannini e dell’ingegner Paolo Mayr. La prima fase dei lavori comportò il consolidamento strutturale, il controllo, ripasso, smontaggio e la parziale sostituzione della carpenteria, della lattoneria e dei manti di copertura, la tinteggiatura degli esterni e degli interni con il restauro dei dipinti murali, il rifacimento dell’impianto parafulmine, il potenziamento di quello elettrico e di illuminazione, il parziale restauro del pavimento (sostituito in sacrestia). Venne inoltre ripulito e riordinato il locale adibito a deposito sotto il solaio della sacrestia, aerato dall’apertura di bocche di lupo. All’esterno furono sostituite le tubazioni, realizzati pozzetti di controllo e di ispezione e ripristinate le pavimentazioni.

2006/03/20 - 2006 (ristrutturazione e decorazione sagrato)

Il 20 marzo 2006 l’Ufficio Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Trento espresse parere favorevole alla realizzazione del decoro all’ingresso principale della chiesa, nell’ambito del completamento dei lavori di sistemazione della piazza (ripavimentazione in porfido, nuovo arredo urbano, nuovo parcheggio regolamentato, impianto di illuminazione e idraulico, scarico delle acque bianche, eliminazione delle barriere architettoniche), su progetto del perito industriale Maurizio Lorandini per conto del Comune di Spormaggiore.
Descrizione

Lunga 45 metri e alta circa 22, la parrocchiale neoromanica della Natività di Maria di Spormaggiore, orientata a nord, è la chiesa più grande dell’intera Val di Non e vide la luce tra il 1867 e il 1875, su progetto dell’ingegnere friulano Leopoldo de Claricini, tanto attivo in Trentino. La facciata presenta due spioventi emergenti dal profilo gradonato, sostenuti da dieci mensole in pietra, separate da finestrine quadrate lavorate a traforo per dare luce al sottotetto; più in basso si aprono tre monofore centinate, la centrale più alta delle laterali, raccordate da arcate. Subito sotto si trova l’avancorpo centrale che riprende la profilatura gradonata degli spioventi e inquadra il portale centinato e strombato, ornato da un dipinto murale nella lunetta. Le fiancate simmetriche sono marcate dalla presenza del cornicione sommitale corrente dentellato, che raccorda le lesene intonacate corrispondenti alla suddivisione interna in tre campate, ciascuna delle quali illuminata da monofore centinate strombate, quattro a destra e due a sinistra. L’ingresso laterale, elevato di tre gradini, si trova sul fianco destro, in corrispondenza della terza campata, mentre simmetricamente a sinistra si eleva la settecentesca cappella della Madonna, che funge da collegamento tra la chiesa nuova e quella antica, seguita dall’ambiente adibito a deposito, dal locale caldaia e dalla sacrestia; l’abside poligonale è cieca. All’interno la navata unica è divisa in tre campate da enormi arcate a pieno centro sostenute da colossali colonne in pietra calcarea con capitelli sfaccettati ornati da decori vegetali; la precede un atrio ospitante la cantoria, accessibile da una scala a chiocciola a sinistra. Di fronte si trova la cappella battesimale, con il fonte storico qui trasferito dalla antica pieve. Le pareti laterali della navata sono sfondate da arcate longitudinali a pieno centro, ospitanti i confessionali e gli altari minori; nella seconda campata a sinistra una scala a discesa di sei gradini conduce al piano pavimentale della cappella della Madonna, dove è venerata la scultura quattrocentesca della Vergine col Bambino, ritenuta miracolosa. Quattro gradini conducono al presbiterio a pianta rettangolare, anch’esso caratterizzato dalla presenza delle colonne in pietra e compreso fra due grandi arcate; nell’abside poligonale esili costoloni verticali segnano le tre pareti e si riuniscono in alto nel catino. Le volte a botte unghiata della navata e del presbiterio e il catino absidale sono ornati da dipinti murali figurati e campi stellati e caratterizzati da decori vegetali e geometrici, opera di Matteo Tevini compiuta nel corso degli anni Venti.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da abside poligonale.
Facciata
Facciata monumentale a due spioventi emergenti dal profilo gradonato, marcati da una fascia dipinta di rosso e sostenuti da dieci mensole in pietra, separate da finestrine quadrate lavorate a traforo per dare luce al sottotetto. Più in basso si aprono tre monofore centinate, la centrale più alta delle laterali, raccordate da arcate sostenute da colonne con capitelli istoriati; subito sotto corre una cornice orizzontale e si trova l’avancorpo centrale che riprende la profilatura gradonata degli spioventi e inquadra il portale centinato e strombato, ornato da un dipinto murale nella lunetta. Finiture a intonaco tinteggiato, zoccolo in pietra calcarea.
Prospetti
Fiancate simmetriche marcate dalla presenza del cornicione sommitale corrente dentellato, sormontato da una fascia dipinta di rosso, che raccorda le lesene intonacate corrispondenti alla suddivisione interna in tre campate, ciascuna delle quali illuminata da monofore centinate strombate, quattro a destra e due a sinistra. L’ingresso laterale, elevato di tre gradini, si trova sul fianco destro, in corrispondenza della terza campata, mentre simmetricamente a sinistra si trova il volume della settecentesca cappella della Madonna, che funge da collegamento tra la chiesa nuova e quella antica, seguita dall’ambiente adibito a deposito, dal locale caldaia e dalla sacrestia; l’abside poligonale è cieca. Finiture a intonaco tinteggiato; zoccolo perimetrale in pietra calcarea.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: volte a botte unghiata nella navata e nel presbiterio, rinforzate dalla presenza di chiavi in ferro in corrispondenza delle arcate, volta a botte semplice nell’atrio d’ingresso; tre spicchi nel catino absidale.
Coperture
Tetto a due spioventi sopra la navata e il presbiterio, a più spioventi sopra l’abside; struttura portante in legno, manto di copertura in lastre di porfido (sopra navata e presbiterio), tegole in cemento color antracite (sull’abside) e code di castoro in laterizio (per sacrestia, centrale termica e ripostiglio).
Interni
Navata unica divisa in tre campate da enormi arcate a pieno centro sostenute da colossali colonne in pietra calcarea con capitelli sfaccettati ornati da decori vegetali; la precede un atrio ospitante la cantoria, sostenuta da due pilastri raccordati da tre arcate e accessibile da una scala a chiocciola a sinistra; di fronte alla scala si trova la cappella battesimale, con il fonte storico qui trasferito dalla antica pieve. Le pareti laterali della navata sono sfondate da arcate longitudinali a pieno centro, ospitanti i confessionali (prima campata) e gli altari minori (terza campata); nella seconda campata a sinistra una scala a discesa di sei gradini conduce al piano pavimentale della cappella della Madonna, dove è venerata la scultura quattrocentesca della Vergine col Bambino, ritenuta miracolosa. Quattro gradini conducono al presbiterio a pianta rettangolare, anch’esso caratterizzato dalla presenza delle colonne in pietra e compreso fra due grandi arcate; nell’abside poligonale esili costoloni verticali segnano le tre pareti e si riuniscono in alto nel catino. Zoccolo di base corrente in pietra calcarea; finiture a intonaco tinteggiato, ove non vi siano dipinti murali.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento della navata in lastre rettangolari di pietra calcarea rossa; pavimento del presbiterio in marmo chiaro; pavimento della cappella battesimale a quadrotte di pietra calcarea alternativamente bianche e rosse, disposte a scacchiera.
Elementi decorativi
Dipinti murali figurati e a motivi geometrici, opera di Matteo Tevini, ornano le volte della navata e del presbiterio e il catino absidale.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1967)
L’adeguamento liturgico strutturale è stato attuato nell’autunno del 1967, con la rimozione e la distruzione delle balaustre e lo smembramento dell’altare maggiore storico, la cui mensa in pietra è stata reimpiegata come altare verso il popolo, a sarcofago, avanzato verso l’arco santo e consacrato il 10 dicembre; il parapetto poligonale del pulpito è stato utilizzato come ambone, all’arco santo a sinistra. La sede monumentale, in asse con l’altare ed elevata su due gradini, è costituita dal rimaneggiamento della parte alta dell’altare storico, il cui espositorio è stato trasformato in dossale centrale per il celebrante, mentre la seduta a panca è comune con gli assistenti; una predella unica in marmo collega altare al popolo e sede.
custodia eucaristica - aggiunta arredo (2002 circa)
La soluzione della custodia eucaristica risale al 2002 circa, data presente sul tabernacolo a cassetta in metallo argentato e ornato da composizioni figurate a bassorilievo, posto sopra un piedistallo marmoreo, nel 2008 posizionato a sinistra dell’altare verso il popolo, oggi alla sua destra.
Contatta la diocesi