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Molveno
Trento
chiesa
cimiteriale
S. Vigilio
Parrocchia di San Carlo Borromeo
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
nessuno
1300/03/19 - 1300/03/19(menzione carattere generale); 1375 - 1399(decorazione navata); 1511 - 1511(decorazione facciata); 1530 - 1536(ampliamento intero bene); 1574/09/08 - 1574/09/08(consacrazione ed erezione a curazia unita carattere generale); 1580/11/02 - 1580(ristrutturazione intero bene); 1603/08/04 - 1603(ristrutturazione intero bene); 1616/04/18 - 1616(ristrutturazione intero bene); 1671 - 1671(ristrutturazione intero bene); 1695 - 1695(cambio di dedicazione carattere generale); 1695 - 1768(abbandono intero bene); 1785 - 1785(ampliamento sacrestia); 1858 - 1858(ristrutturazione tetto); 1900 - 1905(scavi intero bene); 1974 - 1974(ristrutturazione intero bene); 1980 - 1980(restauro affreschi); 1992 - 1995(scavi e restauro intero bene)
Chiesa di San Vigilio
Tipologia e qualificazione chiesa cimiteriale
Denominazione Chiesa di San Vigilio <Molveno>
Altre denominazioni S. Vigilio
Autore (ruolo)
Redis, Rocco de (ampliamento)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (costruzione)
Notizie Storiche

1300/03/19  (menzione carattere generale)

La chiesa di San Vigilo di Molveno è citata per la prima in un contratto di compravendita del 19 marzo 1300. Secondo le ricostruzioni archeologiche più recenti, la prima costruzione, non anteriore alla fine del Duecento, era di dimensioni minori dell’attuale, seminterrata, orientata ad est, con navata unica rettangolare di 4,90 x 7,60 metri e abside semicircolare profonda quasi 2 metri, elevata di un gradino. Pavimentata in lastre grezze di scaglia rossa di Andalo, la chiesa doveva essere opera di maestranze lombarde ed era ornata al suo interno da affreschi; aveva due ingressi, l’uno in facciata, l’altro sulla parete sud, e quattro monofore centinate simmetriche sulle fiancate.

1375 - 1399 (decorazione navata)

Le pareti della navata vennero ornate da affreschi realizzati da due diverse mani nell’ultimo quarto del XIV secolo.

1511  (decorazione facciata)

In base all’iscrizione leggibile su uno dei riquadri affrescati in facciata, risale al 1511 la decorazione della parete, assegnata dagli studiosi ad un pittore della cerchia o della bottega di Giovanni e Battista Baschenis.

1530 - 1536 (ampliamento intero bene)

Probabilmente anche a causa di un incendio che danneggiò la struttura e di cui si è trovato traccia nello scavo, nel quarto decennio del Cinquecento l’edificio venne ampliato e sopraelevato, con la costruzione dell’attuale presbiterio completato dall’abside poligonale e di nuove volte costolonate in stile tardogotico; sono presumibilmente da riferire alla stessa campagna di lavori l’apertura della finestra quadrata in facciata e la realizzazione di affreschi all’esterno (nella lunetta del portale) e all’interno (il riquadro con San Rocco, sulla parete destra della navata). Sul culmine dell’arco santo è dipinta la data del 1536, corrispondente verosimilmente alla chiusura del cantiere. Per la somiglianza dell’intervento con quello eseguito nel 1547 nella chiesa cimiteriale di Cavedago, opera firmata dall’intelvese Rocco de Redi da Laino, si è avanzata l’ipotesi del coinvolgimento dello stesso maestro muratore anche nell'ampliamento di Molveno, benché anteriore di undici anni.

1574/09/08  (consacrazione ed erezione a curazia unita carattere generale)

L’8 settembre 1574, a conferma di accordi già precedentemente sottoscritti, le due comunità di Andalo e di Molveno ottennero l’erezione a curazia unita della pieve di Banale, con sede a Molveno. La chiesa di San Vigilio custodiva il Santissimo Sacramento e teneva il fonte battesimale e nel paese abitava il curato, a servizio dei due paesi. L’atto fu sottoscritto dal vescovo Gabriele Alessandri, suffraganeo e vicario generale del cardinale Ludovico Madruzzo, che nello stesso giorno consacrò la chiesa.

1580/11/02 - 1580 (ristrutturazione intero bene)

La visita pastorale del 2 novembre 1580 ordinò di cancellare le pitture “indecenti anzi vergognose” fatte nello stesso anno sulla parete settentrionale, e di ampliare la sacrestia. Si prescrisse inoltre di costruire un campanile vicino alla chiesa e al cimitero, essendo l’esistente lontano e in luogo non consacrato; secondo gli studiosi la torre venne eretta, ma fu abbattuta forse con l’ingrandimento della sacrestia, nel 1785.

1603/08/04 - 1603 (ristrutturazione intero bene)

Il 4 agosto 1603 i visitatori vescovili ordinarono di imbiancare l‘interno e concessero di rompere il muro della chiesa per poter fabbricare la sacrestia.

1616/04/18 - 1616 (ristrutturazione intero bene)

La visita pastorale di monsignor Pietro Belli di Condino, vescovo ausiliare del cardinale Carlo Gaudenzio Madruzzo, avvenuta il 18 aprile 1616, ordinò di ripulire il cimitero da sassi, spine e immondizie e di trasferire il fonte battesimale nell’angolo a sinistra dell’ingresso, vicino al luogo in cui lo scavo del 1992 ha rinvenuto la presenza di un pozzetto dove far affluire l’acqua battesimale o per le abluzioni non più utilizzabile.

1671  (ristrutturazione intero bene)

Nel 1671 si ordinò di riparare il pavimento della chiesa e i muri del cimitero e di trasferire il fonte battesimale nella nuova curaziale più centrale.

1695  (cambio di dedicazione carattere generale)

Gli Atti visitali del 14 giugno 1695 registrano un avvenuto cambio di dedicazione della chiesa, ora chiamata “cappella del Santissimo Rosario” o “della Beata Vergine del Rosario”. Nelle successive visite l’edificio riprende comunque la titolazione a San Vigilio.

1695 - 1768 (abbandono intero bene)

A partire dalla fine del XVII secolo le osservazioni delle visite pastorali fanno intuire che la chiesa antica di Molveno sia poco utilizzata e trascurata nelle manutenzioni; in particolare si segnala che la facciata è danneggiata, che il portale in pietra è fessurato e a rischio di caduta (1708) e che, pur avendo al suo interno due altari consacrati, non è officiata, necessita di riparazioni al tetto e ai muri del cimitero ed è utilizzata come deposito (1768).

1785  (ampliamento sacrestia)

Nel 1785 la sacrestia venne ampliata (o ricostruita) e forse contestualmente fu abbattuto il campanile.

1858  (ristrutturazione tetto)

Le coperture vennero ristrutturate nel 1858.

1900 - 1905 (scavi intero bene)

All’inizio del XX secolo vennero compiute indagini archeologiche dentro e fuori la chiesa, documentate da Desiderio Reich nel 1905. Venne posta in luce l’abside semicircolare primitiva, con una porzione di pavimento e una sepoltura sottostante.

1974  (ristrutturazione intero bene)

Nel corso del 1974, in occasione dei festeggiamenti per il quarto centenario della curazia di Molveno e Andalo, su progetto del geometra Cornelio Moschen la chiesa di San Vigilio fu sottoposta a lavori di ristrutturazione del tetto con il rinnovo dei manti di copertura in scandole di larice, di risoluzione dei problemi dell’umidità di risalita mediante lo scavo perimetrale di un fossato con pozzetti di ventilazione e di parziale scoprimento e restauro dei dipinti murali interni ed esterni.

1980  (restauro affreschi)

Nel 1980 gli affreschi esterni e interni furono restaurati da Ottorino Tassello; i lavori vennero eseguiti e finanziati interamente dall’Assessorato alle attività culturali e sportive della Provincia Autonoma di Trento.

1992 - 1995 (scavi e restauro intero bene)

Nell’estate del 1992, con un finanziamento dell’amministrazione comunale di Molveno, furono condotte delle indagini archeologiche all’interno della chiesa per verificarne la sequenza delle fasi costruttive; in seguito si provvide a completare i lavori di restauro generale dell’immobile, sotto la direzione dell’architetto Andrea Bonazza: i gradini di accesso originari in pietra vennero ricoperti da una scala “alla romana” in ferro e legno, con uno sporto semicircolare posto alla quota pavimentale della chiesa cinquecentesca; furono risolti i dislivelli tra l’antica abside semicircolare e il successivo presbiterio; venne restaurato il pavimento originale in lastre di pietra. A partire dal mese di luglio del 1994 vennero restaurati gli affreschi interni, le porte della chiesa e della sacrestia e la trave lignea dell’arco santo. I lavori si conclusero a giugno del 1995.
Descrizione

Orientata regolarmente ad est e costruita vicino alla riva del lago, a sud dell’abitato storico di Molveno, la chiesa cimiteriale di San Vigilio è frutto di due interventi principali, il primo da collocare alla fine del XIII secolo, con la realizzazione del primo tempio romanico con facciata a capanna e abside semicircolare ad opera di maestranze lombarde, il secondo intorno al 1536, con l’ampliamento e la sopraelevazione dell’edificio antico, di cui fu forse responsabile il maestro muratore Rocco de Redis di Laino. La facciata alta e stretta è conclusa da due ripidi spioventi coperti di scandole in larice; una tettoia lignea ad unico spiovente inclinato protegge il portale centinato, affiancato sulla sinistra da una finestra quadrangolare, e la decorazione affrescata della metà inferiore della muratura. Al di sopra si aprono un oculo strombato e una luce quadrata nel sottotetto. Le fiancate simmetriche sono caratterizzate ciascuna dalla presenza di una monofora archiacuta; sul lato destro sono visibili le tracce del primitivo accesso secondario centinato e di un’ampia arcata, probabilmente di collegamento con il campanile, demolito nel XVIII secolo. Più avanti emerge il corpo della sacrestia, anch’essa dotata di una finestra archiacuta sul lato sud; l’abside poligonale, con alto zoccolo lapideo, reca due monofore archiacute sulle pareti oblique e conci angolari sfalsati in pietra a vista. Una cornice sottogronda in pietra percorre le fiancate e le pareti absidali. All’interno la navata unica è seminterrata e accessibile mediante una scala di restauro “alla romana”; è divisa in tre campate coperte da una volta reticolata, i cui costoloni si originano da curiosi elementi architettonici in pietra dalla larga base, appiattiti sulla muratura. Lo scavo del 1992 ha posto in evidenza il profilo semicircolare della prima abside, che percorre trasversalmente la terza campata; una serie di raccordi graduali colma il dislivello tra la quota pavimentale della chiesa romanica e il presbiterio cinquecentesco, coperto da volta ad ombrello e introdotto dall’arco santo a sesto acuto in pietra grigia di Nembia, utilizzata per l’intera costruzione. Al centro si trova l’altare ad ara in muratura, affrescato sul lato frontale. Le finiture delle pareti della navata, fino all’attacco dei costoloni, sono in pietra a vista e ad affreschi di varia mano, databili tra l’ultimo quarto del Trecento e il 1580.
Preesistenze
La muratura inferiore della navata, dalla facciata fino a metà della terza campata, appartiene alla prima costruzione ed è quindi la parte più antica della struttura.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale, concluso da abside poligonale.
Facciata
Facciata dal profilo alto e stretto, chiusa da due ripidi spioventi; una tettoia lignea ad unico spiovente inclinato protegge il portale centinato, affiancato sulla sinistra da una finestra quadrangolare con inferriate, e la decorazione affrescata della metà inferiore della muratura. Al di sopra si aprono un oculo strombato e una luce quadrata nel sottotetto; tra la tettoia e l’oculo sono visibili le tracce della primitiva facciata a capanna. Finiture a intonaco raso sasso.
Prospetti
Fiancate simmetriche caratterizzate ciascuna dalla presenza di una monofora archiacuta; sul lato destro sono visibili le tracce del primitivo accesso secondario centinato e di un’ampia arcata, probabilmente di collegamento con il campanile, demolito nel XVIII secolo. Più avanti emerge il corpo della sacrestia, anch’essa dotata di una finestra archiacuta sul lato sud; l’abside poligonale, con alto zoccolo lapideo, reca due monofore archiacute sulle pareti oblique e conci angolari sfalsati in pietra a vista. Una cornice sottogronda in pietra percorre le fiancate e le pareti absidali, interrompendosi sul lato destro presso la sacrestia; finiture a intonaco raso sasso.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: navata coperta da una volta reticolata costolonata, presbiterio e abside da una volta a ombrello sostenuta da sei peducci, due zoomorfi, due antropomorfi e due in forma di cherubino.
Coperture
Tetto a due ripidi spioventi sopra navata e presbiterio, a tre spioventi sull’abside e sulla sacrestia, a spiovente unico sulla facciata; struttura portante in legno e manto di copertura in scandole di larice.
Interni
Navata unica seminterrata accessibile mediante una scala di restauro “alla romana”, divisa in tre campate, caratterizzate dall’inconsueta soluzione degli elementi architettonici in pietra dalla larga base, appiattiti sulla muratura, da cui si generano i costoloni della volta. Lo scavo ha posto in evidenza il profilo semicircolare della prima abside, che percorre trasversalmente la terza campata; una serie di raccordi graduali colma il dislivello tra la quota pavimentale della prima chiesa e il presbiterio frutto dell’ampliamento cinquecentesco, introdotto dall’arco santo a sesto acuto in pietra grigia di Nembia, utilizzata per l’intera costruzione. Al centro si trova l’altare ad ara in muratura, affrescato sul lato frontale, mentre sulla parete destra si apre l’accesso alla sacrestia. Le pareti della navata sono finite in pietra a vista e ornate da affreschi nella metà inferiore, intonacate e tinteggiate più in alto, mentre le pareti del presbiterio e dell’abside sono interamente intonacate e tinteggiate.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in lastre di pietra; pavimento dell’abside primitiva in battuto di calce.
Elementi decorativi
Affreschi appartenenti a periodi e mani differenti ornano la facciata e l’interno.
Adeguamento liturgico

nessuno
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