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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Molveno
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Carlo Borromeo
Parrocchia di San Carlo Borromeo
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (2005-2006); custodia eucaristica - intervento strutturale (2005-2006); fonte battesimale - intervento strutturale (2005-2006)
XV - XV(costruzione campanile); 1616/04/18 - 1630(preesistenze intorno); 1650 - 1650(consacrazione carattere generale); 1671 - 1671(trasferimento fonte battesimale); 1811 - 1824(cambio di giurisdizione carattere generale); 1852 - 1853(costruzione sacrestia); 1904/04/10 - 1921(progetto di ampliamento carattere generale); 1932 - 1932(sostituzione campane campanile); 1939 - 1940(costruzione intero bene); 1940/11/20 - 1940/11/20(consacrazione carattere generale); 1941 - 1945(completamento intero bene); 1943/04/06 - 1943/04/06(erezione a parrocchia carattere generale); 1948 - 1948(demolizione chiesa vecchia); 1949 - 1950(restauro campanile); 1950 - 1967(lavori intero bene); 1973 - 1973(installazione impianti intero bene); 1976 - 1976/10/06(ristrutturazione interno); 1976/10/06 - 1976/10/06(danneggiamento intero bene); 1976/10/07 - 1977/08/30(riparazione e restauro intero bene); 2002 - 2003(restauro campanile); 2002/02/07 - 2006(restauro e adeguamento liturgico intero bene); 2012/04/18 - 2012(installazione impianto anti intrusione intero bene)
Chiesa di San Carlo Borromeo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Carlo Borromeo <Molveno>
Altre denominazioni S. Carlo Borromeo
Autore (ruolo)
Marzani, Pietro (progetto)
Scalet, Giacomo (direzione lavori)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

XV  (costruzione campanile)

Il campanile esistente a fianco della chiesa, sicuramente anteriore al XVI secolo, doveva probabilmente essere in origine una torre di avvistamento, sicuramente utilizzata a servizio della chiesa di San Vigilio, quindi della curaziale di San Carlo, a partire dalla seconda metà del Cinquecento.

1616/04/18 - 1630 (preesistenze intorno)

Il 18 aprile 1616, nel corso della visita pastorale alla chiesa di San Vigilio a Molveno, monsignor Pietro Belli di Condino, vescovo ausiliare del cardinale Carlo Gaudenzio Madruzzo, ordinò di costruire quanto prima la nuova curaziale, le cui fondamenta erano già in fase di realizzazione nella piazza centrale del paese, con l’abside rivolta verso il lago e la navata a sinistra del campanile esistente, ad esso addossata. Dopo varie interruzioni per le difficoltà incontrate a causa delle notevoli infiltrazioni d'acqua nel sottosuolo e per il rifiuto da parte della comunità di Andalo di contribuire alle spese, la costruzione terminò nel 1630. Aveva tre altari lignei, navata unica coperta da tetto a due ripidi spioventi e abside poligonale con volta a ombrello.

1650  (consacrazione carattere generale)

Il principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo la consacrò nel 1650.

1671  (trasferimento fonte battesimale)

Nel 1671 il fonte battesimale venne trasferito dalla chiesa di San Vigilio alla nuova curaziale, che già conservava il tabernacolo.

1811 - 1824 (cambio di giurisdizione carattere generale)

Nel 1811 i distretti di Andalo e Molveno furono uniti alla Giudicatura di Denno e aggregati nello spirituale alla parrocchia di Spormaggiore; nel 1824 Molveno fu associato al decanato di Mezzolombardo, pur continuando a riconoscere per matrice la pieve del Banale.

1852 - 1853 (costruzione sacrestia)

Una nuova sacrestia venne realizzata tra il 1852 e il 1853.

1904/04/10 - 1921 (progetto di ampliamento carattere generale)

L’incremento demografico e la ripresa economica dell’inizio del XX secolo portarono il curato don Augusto Gentilini a sostenere l’idea di ampliare la chiesa: venne costituito un comitato promotore, nominato dalla rappresentanza comunale il 10 aprile 1904, che nella stessa seduta approvò all’unanimità un preventivo di spesa di 18000 corone austriache redatto dall’ingegner Oss di Trento (divenuto poi di 18523, secondo il preventivo dell’ingegner Rasmo), che il comune, in quanto patrono della chiesa, si impegnava a investire. Si prevedeva di allungare la navata di 5 metri oltre il campanile espropriando il terreno necessario. Ottenuto il placet della curia, la rappresentanza comunale decise di iniziare i lavori nel maggio del 1906, incaricandosi dell’impresa. Ma l’insorgere di dispute sulla necessità di ricostruire la chiesa ex novo piuttosto che ampliarla, il successivo periodo bellico e l’incendio del paese del 5 settembre 1921 procrastinarono la soluzione del problema.

1932  (sostituzione campane campanile)

Le campane, tutte tranne una requisite dal governo austriaco durante la guerra, vennero sostituite nel 1932.

1939 - 1940 (costruzione intero bene)

Il problema di capienza della vecchia curaziale venne riaffrontato a partire dal 1928, anche a seguito dell’aumento della popolazione nei mesi estivi per il flusso turistico; nel 1936 si costituì un nuovo comitato, che decise la costruzione di un nuovo edificio. Il progetto della costruzione fu redatto nel 1938 dall’ingegnere e architetto conte Pietro Marzani di Villalagarina e la direzione dei lavori fu assunta dal geometra Giacomo Scalet. Il 26 giugno 1939 don Giovanni Guadagnini, decano di Mezzolombardo, benedisse la posa della prima pietra. La nuova chiesa, terminata nel 1940, costò complessivamente 377843 lire, spesa coperta per più del 90% con il contributo dell'amministrazione separata dei beni d'uso civico (ASUC). L’interno fu ornato da dipinti murali di Carlo Bonacina nello stesso 1940.

1940/11/20  (consacrazione carattere generale)

Il nuovo tempio venne consacrato il 20 novembre 1940 dal vescovo ausiliare monsignor Oreste Rauzi.

1941 - 1945 (completamento intero bene)

I lavori di rifinitura della chiesa e di completamento del sagrato proseguirono fino al termine della seconda guerra mondiale.

1943/04/06  (erezione a parrocchia carattere generale)

La curazia di Molveno fu eretta a parrocchia con decreto del vescovo Carlo de Ferrari del 6 aprile 1943, in seguito alla rinuncia dei capifamiglia al diritto di presentazione del curato in favore del vescovo di Trento.

1948  (demolizione chiesa vecchia)

La vecchia curaziale di San Carlo venne demolita nel 1948 mentre venne mantenuto integro l'antico campanile.

1949 - 1950 (restauro campanile)

Nel 1949-1950 il comune di Molveno si assunse l'onere del restauro conservativo del campanile.

1950 - 1967 (lavori intero bene)

La chiesa fu dotata poi di un nuovo organo (1950) di nuove vetrate (1953-1963), e dell’impianto di riscaldamento (1953-1963). Il primo adeguamento liturgico del presbiterio risale al 1967.

1973  (installazione impianti intero bene)

Nel 1973, su progetto del geometra Cornelio Moschen, le campane e l’orologio del campanile furono elettrificati dalla ditta Fagam di Vicenza e fu installato l’impianto di amplificazione. Fu inoltre acquistato un organo elettronico.

1976 - 1976/10/06 (ristrutturazione interno)

Nel febbraio del 1976 iniziarono i lavori di ristrutturazione dell’interno, secondo un progetto presentato dall’ingegner Giorgio Lorenzoni di Asiago.

1976/10/06  (danneggiamento intero bene)

Il 6 ottobre 1976 un furioso incendio causato da un corto circuito all’impianto di areazione distrusse completamente il tetto e causò gravissimi danni all’interno dell’edificio, con la perdita degli arredi lignei.

1976/10/07 - 1977/08/30 (riparazione e restauro intero bene)

Un apposito comitato si occupò subito delle riparazioni, operando fino al 30 agosto 1977: il tetto venne ricostruito dall’impresa Coller Raimondo e Tosini Arcangelo di Roveré della Luna; Bonacina restaurò i dipinti che aveva eseguito nel 1940 e ne realizzò di nuovi. Ripresero i restauri iniziati qualche mese prima su progetto dell’ingegner Lorenzoni: i pilastri di sostegno e il contorno delle architravi delle cappelle furono privati dell’originario rivestimento in marmo lucido, i primi furono intonacati, le seconde rivestite in legno lavorato a rustico; i plafond dei cassettoni del soffitto vennero tinteggiati più chiari che in origine, mantenendo i contorni in legno; nel presbiterio vennero modificati i poli liturgici, furono integrati gli stalli corali in legno lungo le pareti, la finestra rettangolare esistente sulla parete sinistra divenne una trifora. L’intero pavimento venne sostituito, la ditta Sartori Giorgio ritinteggiò le pareti e il falegname Donini Renzo reallizzò le porte.

2002 - 2003 (restauro campanile)

Nel 2002-2003 la Provincia Autonoma di Trento e il Comune di Molveno si fecero carico di un nuovo restauro del campanile, su progetto redatto dall’architetto Fabrizio Cortelletti e dall’ingegnere Pier Renato Maschio: vennero sostituiti l’intera cuspide, le scale d’accesso e l’intonaco; venne riparato l’orologio, fu ridipinto il quadrante e venne consolidata la cella.

2002/02/07 - 2006 (restauro e adeguamento liturgico intero bene)

Su progetto dell’ingegner Luigi Nicolussi approvato dall’Ufficio Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Trento il 7 febbraio 2002, venne ristrutturato il tetto, isolato e dotato di un nuovo manto di copertura in rame. Tra il 2005 e il 2006 l’interno venne ritinteggiato, l’impianto elettrico venne sostituito, venne realizzato il nuovo adeguamento liturgico strutturale su progetto dell’architetto Michele Anderle. I nuovi poli sono opera di Paul Moroder dë Doss in marmo bianco e bronzo dorato; l’ambiente che un tempo ospitava il fonte battesimale, a destra del presbiterio, venne trasformato in cappella per l’adorazione eucaristica. Vennero inoltre restaurati altari lignei, dipinti murali e dipinti su tela ad opera del Consorzio Ars di Trento.

2012/04/18 - 2012 (installazione impianto anti intrusione intero bene)

Su progetto dell’architetto Michele Anderle approvato dall’Ufficio Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Trento il 18 aprile 2012, la chiesa si è dotata di un impianto anti intrusione.
Descrizione

Orientata a sud-ovest, verso il lago, la parrocchiale di San Carlo Borromeo venne ricostruita ex novo tra il 1939 e il 1940 su progetto dell’architetto e ingegnere conte Pietro Marzani di Villalagarina, abbattendo la curaziale seicentesca preesistente e mantenendo in piedi solamente il campanile medievale, isolato e posto per angolo a sinistra della facciata, con fusto intonacato e tinteggiato segnato dai conci angolari in pietra grigia a vista, due quadranti di orologio dipinti sui lati nord e sud, quattro bifore a luci centinate separate da colonnine nella cella e copertura piramidale a quattro falde. La facciata a due spioventi è caratterizzata dalla diversa finitura delle fasce laterali, intonacate e tinteggiate con i conci angolari sfalsati lapidei a vista, rispetto al settore centrale, rivestito in pietra grigia; il massiccio portale architravato e strombato, protetto da una pensilina con tettoia a spiovente unico, è sovrastato da un rosone con luci circolari. Quattro finestre rettangolari alte e strette si aprono sul fianco destro, tre su quello sinistro, che reca l’ingresso secondario elevato di quattro gradini e con portale seicentesco di reimpiego; sempre a sinistra emerge il volume della sacrestia, con accesso centinato indipendente sul lato nord-est. Il catino absidale è forato da una coppia di finestre rettangolari simili a quelle della navata, mentre un corpo quadrangolare elevato, con prospetto principale a due spioventi movimentato da cinque monofore centinate digradanti che seguono il profilo del tetto, è innestato sopra il presbiterio; a destra si sviluppa un corpo laterale più basso corrispondente alla cappella eucaristica e ad ambienti di servizio. All’interno l’ampia navata unica rettangolare coperta da soffitto a cassettoni in legno e muratura è dotata su ogni fianco di cinque arcate longitudinali a pieno centro sostenute da pilastri, accesso ad altrettante cappelle laterali percorribili e collegate fra loro da bassi passaggi architravati; l’arco santo a pieno centro introduce al presbiterio rettangolare, elevato di tre gradini e coperto da soffitto piano con un lucernario centrale circolare; una seconda arcata centinata lo collega al profondo catino absidale, sempre coperto da soffitto piano, che ospita la grande ancona lignea del primitivo altare maggiore. Nel 1940 Carlo Bonacina affrescò l’interno; lo stesso pittore restaurò e integrò la sua opera nel 1977, dopo il rovinoso incendio che nell’ottobre dell’anno prima distrusse il tetto e molti degli arredi.
Preesistenze
Il campanile isolato, anteriore al XVI secolo, è l’elemento architettonico più antico del complesso della parrocchiale.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare concluso da profonda abside semicircolare.
Facciata
Facciata a due spioventi caratterizzata dalla diversa finitura delle fasce laterali, intonacate e tinteggiate con i conci angolari sfalsati lapidei a vista, rispetto al settore centrale, rivestito in pietra grigia; massiccio portale architravato e strombato, protetto da una pensilina con tettoia a spiovente unico e sovrastato da un rosone con luci circolari.
Prospetti
Quattro finestre rettangolari alte e strette si aprono sul fianco destro, tre su quello sinistro, che reca l’ingresso secondario in corrispondenza della terza cappella, elevato di quattro gradini e con portale seicentesco di reimpiego dalla vecchia curaziale, sovrastato da un oculo; sempre a sinistra emerge il volume della sacrestia, con accesso centinato indipendente sul lato nord-est, finestre quadrangolari sul fianco e oculi ovali sui lati nord-est e sud-ovest. Il catino absidale è forato da una coppia di finestre rettangolari simili a quelle della navata, mentre un corpo quadrangolare elevato, con prospetto principale a due spioventi movimentato da cinque monofore centinate digradanti che seguono il profilo del tetto, un’apertura crociata sulla parete di fondo e due finestre sul fianco è innestato sopra il presbiterio. A destra del presbiterio si sviluppa un corpo laterale più basso corrispondente alla cappella eucaristica e ad ambienti di servizio. Finiture a intonaco tinteggiato, con cantonali in pietra grigia a vista.
Campanile
Torre isolata a pianta quadrangolare posto per angolo a sinistra della facciata, con accesso sul lato est; fusto intonacato e tinteggiato, segnato dai conci angolari e dalle cornici delle aperture in pietra grigia a vista, recante due quadranti di orologio dipinti sui lati nord e sud, verso la piazza e verso il lago. Cella campanaria in pietra a vista, delimitata da cornici orizzontali, con quattro bifore a luci centinate separate da colonnine; copertura piramidale a quattro falde con globo, bandierina segnavento e croce apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: soffitto piano a cassettoni in legno e muratura intonacata nella navata, volte a botte sulle cappelle laterali; presbiterio coperto da soffitto piano con un lucernario centrale circolare e abside coperta da soffitto piano in muratura intonacata.
Coperture
Tetto a due spioventi su navata e presbiterio, prolungato a coprire la sacrestia, che gira semiconico sopra l’abside. Struttura portante in legno e manto di copertura in lamiera di rame; campanile coperto da scandole lignee.
Interni
Ampia navata unica rettangolare, dotata su ogni fianco di cinque arcate longitudinali a pieno centro sostenute da pilastri, accesso ad altrettante cappelle laterali percorribili e collegate fra loro da bassi passaggi architravati, rivestiti in legno. L’arco santo a pieno centro introduce al presbiterio rettangolare, elevato di tre gradini, recante il portale d’accesso alla sacrestia e una finestra trifora sulla parete sinistra; una seconda arcata centinata lo collega al profondo catino absidale, che ospita la grande ancona lignea del primitivo altare maggiore, proveniente dalla curaziale vecchia. Finiture a intonaco tinteggiato, ove non vi siano dipinti murali.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in mattonelle di klinker marrone, rettangolari e disposte in corsi paralleli sfalsati nella navata, quadrate e disposte a scacchiera nel presbiterio e nell’abside.
Elementi decorativi
Dipinti murali ad affresco di Carlo Bonacina ornano il presbiterio, l’arco santo, le cappelle e la controfacciata.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (2005-2006)
L’adeguamento liturgico strutturale è stato attuato nel corso del recente restauro su progetto dell’architetto Michele Anderle; i nuovi poli coordinati sono stati realizzati dallo scultore Paul Moroder dë Doss in marmo bianco e bronzo dorato. Al centro del presbiterio è stato posto l’altare verso il popolo, a quattro fronti, elevato su di una pedana propria quadrata in marmo scuro; l’ambone monumentale con scultura figurata si protende dall’arco santo nella navata, a sinistra, ed è affiancato dal portacero. La sede in marmo bianco e legno è collocata lungo la parete destra del presbiterio, elevata su di una pedana semicircolare dello stesso marmo scuro di quella dell’altare. Dell’altare maggiore storico si conserva solamente l’ancona lignea, fissata alla parete dell’abside.
custodia eucaristica - intervento strutturale (2005-2006)
La custodia eucaristica è collocata nel nuovo tabernacolo realizzato dallo scultore Paul Moroder dë Doss in marmo bianco e bronzo dorato, nella cappella ricavata a destra del presbiterio, dove in precedenza stava il fonte battesimale.
fonte battesimale - intervento strutturale (2005-2006)
Il fonte battesimale storico, già posto in una nicchia a destra del presbiterio, è stato trasferito all’ingresso, sulla sinistra, elevato su di una propria pedana ottagonale in marmo scuro. Il coprifonte storico in legno è stato collocato nella prima cappella sinistra.
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